Titolo: Climax
Regia: Gaspar Noè
Anno: 2018
Paese: Francia
Giudizio: 3/5
Un gruppo di giovani viene drogato
senza apparente motivo ma non tutti reagiscono allo stesso modo.
Il cinema di Gaspar Noè è come una
nuova droga chimica che arriva sul mercato. Se ti piace la droga non
puoi che esserne affascinato. Prima c'era Araki ora c'è Noè.
Il risultato cambia come gli effetti
della sostanza ma il processo è sempre lo stesso.
Cercare di provocare e stupire. Solo
che da un lato c'è gente come Von Trier che riesce e regala anche
arte e citazioni a profusione, dall'altra c'è Noè altro egomaniaco
con degli intenti leggermente più bassi rispetto al collega danese.
Climax è un'altra esperienza doverosa,
complessa, anarchica, schizzata e pompata come solo l'outsider
argentino riesce ogni tanto a fare illuminandola d'immenso e
facendoti venire voglia di ballare in qualsiasi luogo fruisci questa
lisergica esperienza.
Cast di giovani, tante acrobazie e
coreografie, musica strepitosa, luci e gelatine che regalano eccessi
in sovrabbondanza e divertimento quasi assicurato, prima di entrare
nel terzo atto che quasi sempre per i film del regista significa
incubo, tunnel della privazione, fare i conti con se stessi e
disperarsi e piangere.
Si inizia ridendo e scopando e si
finisce a terra paralizzati dall'Lsd o per aver scoperto che in fondo
non siamo speciali e facciamo pure un po schifo.
Ecco Climax parlando di altre cose
rispetto alle tematiche del regista (anche se poi le questioni quelle
sono) ci dice ancora una volta di andarci piano con la droga se non
sappiamo gestirla.
Il cinema di Noè rimane un'esperienza
sempre visivamente molto affascinante, impossibile sfuggire a questo
caleidoscopio allucinato, dove i giovani scherzano con il fuoco, le
istituzioni non esistono e il fai da te rimane la scelta
convenzionale a cui sembrano sottoporsi con rituali e pratiche i
millenial di questa generazione.