Walter, 13 anni, ha da poco perso il padre Antonio, morto in un incidente sul lavoro. Vaga senza meta nelle strade del litorale romano quando arriva in una villa dove c'è una piscina. Si tuffa in acqua e improvvisamente si trova davanti uno squalo. Scampato il pericolo, resta però affascinato dal posto e ci torna anche nei giorni successivi. Quel luogo però non è abbandonato ma appartiene a un leggendario boss criminale, il Corsaro. Lì conosce un ragazzo un po' più grande di lui, Carlo, che si spaccia per il custode della villa e che prima lo minaccia e poi ci diventa amico e lo fa entrare nella gang locale il cui capo è Tecno. Intanto la madre di Walter, Rita, cerca invano un dialogo col figlio ed è sempre più preoccupata per lui.
Un altro romanzo di formazione criminale se non altro diverso dal solito con un approccio più complesso e sofisticato cercando di trasformare il dramma quotidiano come quello della perdita di un padre in una fiaba amara sul viaggio dell'eroe alla ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi.
E allora se diventa uno squalo, un ragazzo più grande e poi a salire fino ad una banda di delinquenti l'importante per Walter e di fare passi sempre più grandi cercando da un lato di nascondere alla propria madre i germi di quella criminalità che aveva il padre e arrabattandosi per cercare carne per nutrire lo squalo che vede e che ha dentro. Molto carina la comparsata finale di Edoardo Pesce così come quei dialoghi immaginandosi suo padre che dispensa consigli interpretato da un buon Claudio Santamaria. L'interpretazione del giovane adulto è più che convincente e la bellezza di Vittoria Raffaele da il colpo di grazia.
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