L'incredibile storia vera di un ex agente del governo diventato vigilante che intraprende una pericolosa missione per salvare centinaia di bambini dai trafficanti di sesso.
Sound of Freedom è meraviglioso. Un film sul sociale pazzesco e allo stesso tempo un dramma solido tratto da una storia vera. Pur tassato da enormi stereotipi dell'eroe americano che salva vite altrui, è una denuncia sul traffico di bambini, sullo sfruttamento e sulla prostituzione minorile.
Un film che parte dall'Honduras, vola a Cartagena, arriva negli Usa, si sposta in alcune foreste ai limiti della civiltà umana e in tutto questo mantiene un'atmosfera e un pathos incredibile.
Monteverde è il regista delle lacrime agli occhi. Quello che con Little boy pur non riuscendoci raccontava drammi, tragedie e rapporti famigliari, separazioni e incontri. Perchè anche in questo film è questo di cui ancora una volta parla. Tim Ballard promette a Roberto di riportare a casa i due bambini rapiti. Se con il primo ci riesce abbastanza velocemente, per Rocio nelle mani del guerrigliero Scorpione sarà tutt'altro che semplice.
Un buon film con una scontatezza di fatto, dove tutti vivranno felici e contenti, dove i nemici sono i classici narcotrafficanti o guerriglieri con le facce da brutti sudamericani o i trafficanti americani solo laidi ciccioni o occhialuti, dove Tim interpretato dal Cristo di Gibson (anche produttore) pur di salvare quella bambina oltre i 54 minori salvati sfida un'intera giungla di guerriglieri. Dove il patriottismo americano svetta alto e potente. C'è anche da dire che però nel finale viene proprio puntato il dito contro gli States colpevoli di avere i più alti numeri di pedo pornografia infantile e traffico di bambini.
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