Adriana, anatomopatologo a disagio coi vivi, incontra Andrea, un giovane uomo che la seduce e la ama una notte intera, appassionatamente. Adriana è travolta, finalmente viva. Al risveglio gli sorride e dice sì al primo appuntamento. Ma Andrea a quel rendez-vous romantico non si presenta. È l'inizio di un'indagine poliziesca ed esistenziale che condurrà Adriana nel ventre di Napoli e di un passato, dove cova un rimosso luttuoso.
Protagonista dichiarata del film, Giovanna Mezzogiorno deve vedersela con Napoli, che assurge in primo piano col suo potenziale esplosivo, la sua straordinaria energia linguistica, le sue contraddizioni interne.
Diciamo che Ozpetek nella sua politica d'autore ha una peculiarità, un tema che sembra ritornare sempre e su cui gravita attraverso diversi personaggi e incastrando storie con protagonisti diversi.
La conversione dell'autore che di fatto emerge grazie all'interazione tra chi perde qualcosa e un inaspettato incontro. Così è stato in quasi tutta la sua filmografia e così non poteva certo mancare qui dove Adriana perde Andrea per ritrovare il gemello Luca e tutto ciò che ne consegue. Scenografia e fotografia in grado ancora una volta di unire sacro e profano in una Napoli deliziosa, mistica, pagana e religiosa dove tutte queste forme spirituali e organizzatrici di senso sembrano riuscire a trovare un'armonia e un equilibrio e proprio di questi Ozpetek è sempre sinonimo di garanzia. Per la prima volta vediamo l'autore alle prese con un vero e proprio thriller che cerca di strizzare l'occhio al maestro inglese senza riuscirci ma senza nemmeno perdere le sue peculiarità grazie anche ad un cast che riesce a caratterizzare bene i protagonisti.
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