Lo scrittore Sidney Johnson coglie per sbaglio suo figlio di dodici anni, Isaiah, nell'atto di masturbarsi. Imbarazzato, si scusa e lo rassicura che si tratta di qualcosa di perfettamente naturale, senza avere idea che il figlio si stesse masturbando su una sua fotografia.
Ari Aster è un buon regista. A detta di molti uno dei maggiori nel campo dell'horror moderno.
Per me non lo è mai stato ma questo cortometraggio finora è il suo pezzo forte contando che è stato il primo lavoro per la tesi di laurea. Famiglia afroamericana, omosessualità, pedofilia inversa e gerontofilia. Crudo, amaro, minimale. Pochi dialoghi, spazio alle esressioni, ad un padre che si presta, che vorrebbe spezzare questo circolo vizioso senza riuscirci. Qualcosa di mai visto e di originale. Un tema perverso portato agli estremi senza però mai mostrare ma facendo solo intuire facendoci immaginare le previsioni più nefaste e gli effetti imprevisti oltre conseguenze inattese.
Un'opera di mezz'ora che solamente nel finale mostra qualche pecca di presunzione esagerando con la violenza a dispetto di quanto con una precisione millimetrica è riuscito a lesinare precedentemente creando una tensione costante.
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