Ragazza madre, con a carico una figlia quasi maggiorenne, concepita con uno sconosciuto, Margaret è anche un'affermata donna in carriera. Si vede occasionalmente con un amante, Peter, per soddisfare le sue esigenze sessuali. Conduce una vita apparentemente appagante, indipendente, priva di uomini che possano in qualche maniera condizionare la sua esistenza e, soprattutto, quella della figlia. Sino a quando inizia a vedere sempre più spesso un suo ex, David, che sembra seguirla. Da quel momento il comportamento di Margaret muta pericolosamente: si dimostra iperprotettiva nei confronti della figlia, al punto di spaventarla per atteggiamenti apparentemente irrazionali. Persino Peter, quando suggerisce di rivolgersi a uno psichiatra, viene aggredito e maltrattato. Margaret si confida con una collega di lavoro: ventidue anni prima, in vacanza con i genitori in Gran Bretagna, ha conosciuto David; la sua è stata un relazione tormentata, vissuta da sottomessa, torturata e umiliata. Ma, ancora peggio, finita tragicamente. Margaret ha avuto un bambino da David, Benjamin, partorito in segreto. Quel bambino è stato, letteralmente, divorato dal padre. Il passato torna ora ad angosciarla, conducendola sul baratro della follia.
Ci risiamo. Un altro mezzo capolavoro che non vedevo dai tempi di CENSOR e con cui il film ha diversi elementi in comune soprattutto il finale. Di nuovo una final girl ma di quelle cazzute che non usano quasi mai le mani ma dopo una discesa all'inferno e aver toccato il fondo emergono in tutta la loro virulenza maniacale e con una buona dose di follia a cui è difficile tornare indietro.
Rebecca Hall riesce con forza, ostinatezza e grinta a dare spessore e credibilità ad un personaggio
che ha deciso di essere dominante dopo essere stata dominata e umiliata, che ha scelto la rivalsa e il riscatto dopo violenze carnali e che rivedrà e ripagherà a caro prezzo uno stato psicologico alienante. E lo fa coadiuvata nella complicità dal suo carnefice David, in questo i due attori per assurdo affrontano la bizzarra realtà dei loro personaggi con assoluta normalità, indicando che Margaret e David sono stati a lungo impegnati in giochi mentali di co-dipendenza che, dopo un lungo intervallo, fingono a se stessi di essersi ripresi
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