Titolo: Otto montagne
Regia: Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
Anno: 2022
Paese: Belgio
Giudizio: 4/5
Pietro e Bruno, amici d’infanzia e ora uomini, cercano di cancellare le impronte dei loro padri. Attraverso le difficoltà della vita, i due finiscono sempre per ritornare a casa, sulle montagne.
Le otto montagne della coppia di ALABAMA MONROE potrebbe non avere un inizio e una fine. Sembra un lungo flusso di coscienza. Un Ulisse di Joyce. Un film sull'amicizia, sulla scoperta, sulla testardaggine, sull'abbandono, sulla solitudine, sul superamento di un certo confine (Alpi e Nepal), di amore (la storia d’amore tra Bruno e Lara ma anche quella di Pietro e la ragazza in Nepal) e di memoria (gli insegnamenti dei propri padri). In una notte di bevute e risate, Pietro disegna su un taccuino un cerchio che simboleggia il mondo. Al centro c’è la montagna più alta, il Sumeru, circondata da otto mari e otto montagne. La domanda è: chi ha imparato di più? Chi ha visitato “le otto montagne”,Pietro, o chi ha raggiunto la vetta del Sumeru, Bruno?
Bruno rimane forse il personaggio più iconico, perchè è un outsider, un anti eroe che vive di sbagli, di scelte emotivamente molto sofferte, un immortale eremita delle montagne che riflette sui tempi e le tradizioni della montagna scardinati e spazzati via da regole che impongono macchinari o procedimenti lontani da quelli tramandati di padre in figlio distruggendo, di fatto, un intero mondo e portandolo a isolarsi sempre di più fino all'alienazione più totale.
Un film ipnotico, lento, minimale, fatto di sguardi, di piccoli movimenti, dove i dialoghi vengono ridotti all'osso, le bevute e lo stare attorno al fuoco spesso comunicano più del resto e dove in questa malinconia si resta attoniti di fronte a due modi di essere a confronto.
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