Jenn giunge sulle rive di una piccola isola tropicale e non ci vuole molto a capire che è completamente sola. Sarà così costretta a trascorrere le giornate a tentare di sopravvivere nella natura e alla malefica forza che ogni notte fa la sua comparsa.
Sweetheart è un film passato in sordina come sempre e spesso capita all'interno di qualche festival.
E' un esperimento strano, un survivor movie al femminile. Donna contro mostro anfibio, una sorta di street shark capace di fare salti lunghissimi nuotando alla velocità della luce. In tutto questo a parte il resto della ciurma che serve solo come concime per il resto, un buco nell'oceano, una strana voragine tipica da orrore cosmico capace forse di riportare dagli abissi dell'oceano creature leggendarie e fameliche. Sweetheart è lento almeno nell'inizio. L'atollo è piccolissimo, le risorse scarse e Jenn che ancora sta cercando di capire come ha fatto a naufragare in quel posto ed essere l'unica sopravvissuta dopo che il ragazzo con il corallo nel fianco prima di morire chiede proprio a Jen "hai visto anche tu quella cosa". Infilando poi altri due personaggi tra cui il ragazzo di Jen e una lotta impari tra i tre sugli effetti perversi che possono prendere alcune scelte, Jenn vs la creatura sarà il tema e l'intento del terzo atto dove in una trasformazione radicale per l'agguerrita protagonista venderà cara la pelle con tutte le citazioni del caso.
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