Dopo che suo figlio è fuggito a New York, Akeem è costretto a partire dal continente africano e fare ritorno nel Queens, il quartiere della Grande Mela dove tutto ebbe inizio, per rintracciare e riportare a casa il giovane principe ereditario.
Ci sono quei sequel che regolarmente devastano ogni cosa riuscita bene del predecessore. Ultimamente la lista è sempre più lunga e questo film della terza età lascia davvero basiti per quanto non abbia nessun tipo di senso e soprattutto manca due appuntamenti fondamentali: la quasi e totale assenza di ironia per lasciare spazio a battute sul sesso di indubbio gusto e Eddie Murphy che non è più Eddie Murphy ormai completamente assente quando in passato era proprio lui a portarsi sulle spalle l’intero film. Un altro fattore determinante è la regia che nel precedente capitolo aveva niente poco di meno che John Landis capace di trasformare una scialba commedia in un film ironico e incredibilmente divertente.
Zamunda sembra una Wakanda ancora più brutta dove un generale come Izzi interpretato anzi scimmiottato da Wesley Snipes dovrebbe essere il vero cattivo facendo invece un pasticcio inguardabile.
Tutto è fuori posto, trent’anni non sembrano aver beneficiato soprattutto negli intenti lasciando solo perplessità, lacune, scene inguardabili, un montaggio tremendo e delle recitazioni pessime.
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