Titolo: Vampiro a Brooklyn
Regia: Wes Craven
Anno: 1995
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Maximilian è l'ultimo sopravvissuto di una stirpe di vampiri di un'isola caraibica, e deve trovare una compagna per non far estinguere la linea. Giunto a Brooklyn, trova Rita, il cui nonno era un vampiro, che soffre di incubi che non riesce a comprendere; Max prova a portarla verso un futuro da succhiasangue, ma la ragazza è combattuta...
Wes Craven è un regista che soprattutto negli ultimi anni non è riuscito a dare il meglio di sè come ha fatto con i suoi esordi imponendosi come uno dei cineasti horror più importanti e prolifici di sempre (NIGHTMARE,COLLINE HANNO GLI OCCHI,SCREAM). L'unione di fatto con la famiglia Murphy che ha voluto e prodotto il film, nonchè scritto e molto altro ancora, rimane una delle operazione commerciali meno riuscite dove il tocco del maestro rimane distante, lontano da un'opera che non riesce mai a far ridere e tantomeno a far paura. Ghoul, una galleria di personaggi afro, trasformazioni ed esecuzioni dozzinali (l'estrazione del cuore all'inizio nella sua pochezza è la scena più splatter se vogliamo), un cast dove Eddie non riesce a dare brio ed enfasi al suo personaggio alternando le solite pose e senza mai dare quell'estro che lo caratterizza.
La Brooklyn metropolitana con il suo degrado è la parte migliore, ma il film dopo il primo atto annoia e verosimilmente lo spettatore non sa mai cosa aspettarsi finendo per digerire una black comedy dove la demenzialità è la vera protagonista.
Wes Craven è un regista che soprattutto negli ultimi anni non è riuscito a dare il meglio di sè come ha fatto con i suoi esordi imponendosi come uno dei cineasti horror più importanti e prolifici di sempre (NIGHTMARE,COLLINE HANNO GLI OCCHI,SCREAM). L'unione di fatto con la famiglia Murphy che ha voluto e prodotto il film, nonchè scritto e molto altro ancora, rimane una delle operazione commerciali meno riuscite dove il tocco del maestro rimane distante, lontano da un'opera che non riesce mai a far ridere e tantomeno a far paura. Ghoul, una galleria di personaggi afro, trasformazioni ed esecuzioni dozzinali (l'estrazione del cuore all'inizio nella sua pochezza è la scena più splatter se vogliamo), un cast dove Eddie non riesce a dare brio ed enfasi al suo personaggio alternando le solite pose e senza mai dare quell'estro che lo caratterizza.
La Brooklyn metropolitana con il suo degrado è la parte migliore, ma il film dopo il primo atto annoia e verosimilmente lo spettatore non sa mai cosa aspettarsi finendo per digerire una black comedy dove la demenzialità è la vera protagonista.
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