Titolo: Ladro di giorni
Regia: Guido Lombardi
Anno: 2019
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Vincenzo, piccolo delinquente pugliese,
esce di galera dopo sette anni e si imbarca fino al Trentino, dove il
figlio Salvo, che non lo vede da quando ne avevo quattro, vive
serenamente con gli zii ma di fatto soffre la sua assenza, tanto da
aver ricordato proprio in quel giorno, neanche a farlo apposta,
l'ultima mattinata passato con lui in un tema che lo ha portato a
guadagnarsi, a scuola, la coccarda di 'primo della classe'.
Ladro di giorni è uno dei quei film
italiani che cerca di mettere radici sul sociale con i contorni del
noir. Un dramma contemporaneo, una vicenda reale senza bisogno di
sensazionalismi, ma creando un solido rapporto padre figlio.
Scamarcio ormai è cresciuto da tempo, abbandonando ruoli spesso
banali per commedie ridicole, passando ad analizzare ruoli più
complessi e sfaccettati.
Lombardi scrive e poi dirige, c’è
tanto pathos nel film, nell’atmosfera, una sensazione di vivere
quelle stesse immagini che come dicevo non si discostano dalla realtà
ma creano un profondo legame che passa attraverso la perdita e il
sacrificio.
Ladro di giorni cerca di puntare su un
combinato mix di generi, oltre quelli sopracitati, inserendo
ovviamente il road movie, il coming of age del piccolo Salvo (ma a
tratti anche di Vincenzo).
Il film riesce a dare le parti migliori
nel rapporto tra i due, mentre inciampa quando incalza il genere
nella parte criminale
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