Titolo: Manie Manie-I racconti del labirinto
Regia: AA,VV
Anno: 1987
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5
"Labyrinth": una bambina ed il suo gatto attraversano uno specchio e si ritrovano nello strano mondo di un circo viaggiante... "The running man": è il racconto delle vicende di un pilota sopravvissuto ad un terribile incidente stradale... "The Order To cease Construction": uno sfortunato dirigente giapponese viene incaricato di mettere fine a un progetto poco redditizio di costruzioni in una foresta tropicale dominata dai robot e priva di esseri umani...
Quando lasci a briglie sciolte tre autori pazzeschi come Otomo, Rintaro e Kawajiri, il risultato non può che essere una perla rara dell'animazione, in un percorso dove l'eccentricità, la voglia di espandersi, di misurarsi e decifrare realtà e mondi lontani appartiene sempre di più agli orientali che in questo caso usano i territori inesplorati dei generis come un palcoscenico, un teatro indagatore di se stesso e dei suoi protagonisti.
Tre racconti che non possono prescindere l'uno dall'altro collegati da un sottile fil rouge con un bel prologo, che diventano poesia pura, facendoci scoprire un passato, un futuro e un presente come dei sogni ad occhi aperti, dei viaggi verso l'immaginazione più sfrenata ma sempre bilanciata, da chi di mestiere sa come affrontare il cinema con una sua maturità e una sua autorialità ormai indiscussa.
C'è tanta letteratura all'interno di questo lungo a episodi sempre molto diverso, bello, suggestivo e allucinato, un intenso viaggio dove gli universi si trasformano e ogni autore decide di plasmarli secondo la sua volontà. Un film per alcuni aspetti anche abbastanza politico toccando come nel caso di Rintaro tematiche mature e attente, l'uso spropositato della tecnologia, distaccandosi sempre di più da un certo immaginario collettivo che pone i film d'animazione come film solo d'intrattenimento. Gli orientali e per fortuna non solo loro hanno ormai sdoganato questo pensiero puerile
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