Titolo: Drag me to hell
Regia: Sam Raimi
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Christine Brown è in attesa di
un'importante promozione nella banca in cui lavora. Un giorno nega
all'anziana signora Ganush la proroga di un prestito che le
consentirebbe di conservare la propria abitazione. La donna, che è
in contatto con un Lamia, le lancia contro una maledizione che
metterà il demone sulle sue tracce. Da quel momento Christine dovrà
cercare di respingere gli attacchi e di trovare la soluzione
definitiva per liberarsi dal Male.
Il ritorno di Raimi all'horror non
poteva lasciar sperare in un risultato migliore. Un film fresco,
originale, con un ritmo incredibile e un'ironia di fondo sottile e
perfida e per finire uno dei finali più belli degli ultimi anni
ridando enfasi al genere a lasciando da parte l'happy ending.
Gli ingredienti sono poi in parte i
codici o i topoi dello stesso regista: maledizioni, streghe post
contemporanee, sedute spiritiche, cose a caso che sbattono, jump
scared. In questo caso molto meno sangue rispetto agli esordi per una
macabra favola con una morale bella forte e un messaggio che in una
società capitalista della sorveglianza sembra ormai sempre più
ignorato.
Drag me to hell a differenza dei vecchi
horror del maestro del brivido è certamente figlio del digitale e
della c.g a differenza della resa artigianale e tradizionale degli
effetti visti nella saga cult.
Pur disponendo di un budget ridotto,
Raimi avendo avuto una buona scuola e ottima esperienza, riesce a
dare spazio ad una funzionalissima fotografia che promuove alcuni dei
passaggi più interessanti dell'opera oltre ad avere di sottofondo
una soundtrack da urlo. E poi ci regala una rom, una gitana, una baba
jaga, una maschera che difficilmente dimenticheremo.
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