Titolo: Les Affames
Regia: Robin Aubert
Anno: 2017
Paese: Canada
Festival: 35°Torino Film Festival
Giudizio: 4/5
Un gruppo di sopravvissuti deve
affrontare un'apocalisse zombie nelle campagne del Quebec, tra
boschi, prati, e case isolate.
Les Affames è l'ennesimo film di
zombie che racconta l'itinerario di un gruppo di sopravvissuti.
L'idea è praticamente quanto di più
comune abbiamo visto negli ultimi anni e fin qui sembrerebbe un film
come un altro se non fosse che Aubert sembra essersi studiato
attentamente ogni inquadratura. Il ritmo nonchè l'azione divora
letteralmente i protagonisti, gli zombie e gli spettatori. Con alcune
leggere tamarrate come la mattanza di Celine che senza stare a
spoilerare è pura adrenalina al femminile con un finale nel bosco
che provocherà qualche lacrimuccia.
Les Affames più si narra e più assume
contorni e intenti sempre più interessanti in primo luogo da
un'atmosfera tesa e rarefatta, in cui sembra esserci sempre uno
strato di nebbia come a lasciare tutto in uno stato di sospensione.
Esistenzialista, grondante sangue e con livelli di gore molto alti,
ad un tratto c'è un vero e proprio geiser di sangue, il film riesce
come dicevo a non sembrare ripetitivo, visto il tema, non è un caso
che sia canadese dal momento che molti registi indipendenti,
soprattutto nell'horror post contemporaneo vengono proprio da quei
territori inesplorati e intatti.
Dicevo che l'atmosfera ma anche il
senso di sconforto prevale tra tutti, i dialoghi ridotti, il passato
che non emerge se non da espressioni intrise e colme di sofferenza
con diversi momenti costellati da battute sferzanti e intrise da un
ferocissimo humour nero.
Il film ad un tratto, dal secondo atto
in avanti, prende una piega vagamente surreale con i non morti che
costruiscono un vero e proprio totem che ricorda quanto di più bello
scritto dal sociologo francese Durkheim sull'argomento.
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