Titolo: Ratcatcher
Regia: Lynne Ramsay
Anno: 1999
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
James è un bambino che causa,
involontariamente, la morte di un coetaneo. Il tragico evento segna
ancora di più la sua infanzia dolorosa per lui che ha un padre
alcolista e che può solo consentirgli una vita di patimenti. Il
taciturno James gioca con i topi tra i sacchi dell'immondizia e
dimostra uno scarso interesse per i suoi coetanei. L'unica persona
che riesce a dare a James un po' di serenità è Ellen, una bambina
che divide con lui una delicata intimità.
L'esordio della Ramsey prima del
bellissimo E ORA PARLIAMO DI KEVIN è un altro film di formazione con
il tipico ragazzino introverso e timido che dopo un brutto incidente
scatenante e una situazione familiare difficile cerca di trovare un
posto nella sua decadentissima città.
Interessante il lavoro di fotografia,
il cast funzionale, i temi forti e viscerali, le molestie e gli
stupri accettati dalla piccola Ellen e una crudeltà e freddezza da
parte della regista che unisce tutti questi personaggi e queste
tematiche senza nessuna morale.
Un pugno allo stomaco come tanti e come
tanto cinema indipendente e autoriale che riesce a sganciarsi e ad
avere un'originale punto di vista anche se fatica a mantenere quel
livello di bellezza e di atmosfera visiva per tutto il film.
Un ottimo esordio comunque e una
Glasgow povera e per certi versi in rovina e quasi post-apocalittica,
un vero e proprio sudiciume che cade a pezzi e crolla letteralmente
come la psiche di James. Infine la metafora del topolino come vittima
di ingiustizia sociale da parte dei bulli e del gruppo diventa icona
in più sequenze come a ribadire un certo schema che non sembra
finire mai.
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