Titolo: Blancanieves
Regia: Pablo Berger
Anno: 2012
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5
La vicenda si svolge nel sud della
Spagna, presumibilmente in Andalusia, tra gli anni '10 e '20 del
secolo scorso. Carmen è una graziosa bambina, figlia del noto torero
Antonio Villalta. L'uomo, pur essendo facoltoso, è paraplegico e
ridotto su una sedia a rotelle, dopo un grave incidente nell'arena.
Inoltre soffre per il dolore della perdita dell'amata consorte,
deceduta in occasione del parto della figlia. È accudito da Encarna,
un'infermiera ambiziosa e falsa. La donna, che brama il lusso e uno
status sociale elevato, riesce a sposarlo e diventa la matrigna di
Carmen. Consumata dalla gelosia, odia la figliastra e la tratta con
dispotismo sadico. Fortunatamente la bambina gode delle amorevoli
attenzioni della nonna, una famosa ballerina di flamenco che le
insegna la danza. Suo padre invece le insegna segretamente l'arte
della tauromachia, fino a quando è vittima della terribile vendetta
di Encarna. Carmen, ormai adolescente, riesce a sfuggire dalla
custodia della perfida matrigna e si unisce a un gruppo di toreri
nani, diventandone la pupilla. Grazie ai loro insegnamenti diviene un
torero di grande fama, assumendo il nome di Blancanieves. Trionfa
nell'arena principale della città, suscitando la terribile ira di
Encarna che assiste alla corrida.
La bellezza e il fascino del cinema è
quello di riuscire a stupire e incantare rinarrandosi in maniere e
schemi diversi dal solito. Per questo alcuni personaggi, eroi,
mostri, e altro non moriranno mai. Perchè hanno la possibilità di
essere reinterpretati usando una narrazione e forme compositive
nuove, originali e diverse.
Biancaneve di Berger è un perfetto
esempio.
Il regista spagnolo va a fondo,
contamina la storia con leggende e folklore popolare della sua terra
cimentandosi in una sfida ambiziosa e difficile ma che alla fine paga
e ripaga tutti con la sua incredibile suggestione, un b/n elegante,
una decisione di puntare sul cinema muto e alcune interpretazioni
perfette e ruoli caratterizzati a dovere.
Vanità di vanità. Blancaneves
rispetto ad alcune sue sorelle non ne ha.
Insegna come dicevo prima che per
quanto un soggetto possa essere inflazionato, spetta a chi ha l'onere
di mettersi dietro la cinepresa e alla sceneggiatura il compito più
arduo.
In questa sua opera con molte
travagliate difficoltà, il regista ha esaudito il suo desiderio e il
nostro di vedere l'opera dei "maledetti" fratelli Grimm in
tutto il suo splendore, nella sua drammaticità e allo stesso tempo
poesia.
Blancaneves potrà continuare a
specchiarsi ed essere sempre la più bella del reame.
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