Titolo: Into the Grizzly Maze
Regia: David Hackl
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
I rapporti tra Beckett e il fratello
sono logori da tempo. Nel tentativo di appianare le divergenze di un
travagliato passato, si riuniscono nella loro casa d'infanzia nella
sperduta Alaska. Insieme alle loro rispettive fidanzate, decidono di
avventurarsi in un campeggio che, però, va terribilmente sottosopra
quando un aggressivo orso grizzly li prende di mira.
L'ultimo film di Hackl è un b-movie
scialbo in cui non bastano i camei di alcuni ottimi attori a
salvarlo. La natura è ostile e i grizzly sono cattivi.
Ora credo che chiunque con un po di
sale in zucca tiferebbe per l'animale.
Se poi in alcuni momenti topici la c.g
rivela tutti i suoi limiti, i pochi elementi funzionali del film
crollano inesorabilmente.
E'difficile dire cosa tenga in piedi il
film a parte alcune buone location e un manipolo di attori che non
sembra crederci dall'inizio alla fine, a parte quella faccia da pesce
lesso di Marsden.
A dispetto di fesserie come questa, un
film come BACKCOUNTRY si rivela di tutt'altro spessore e da il
benservito a una carneficina per opera di un orso come non si era mai
vista giustificando però le azioni e gli intenti della bestia senza,
come in questo caso, farlo apparire a caso solo per uccidere.
Un film del genere poi, se fatto vedere
ad alcuni bifolchi, potrebbe portare ad una carneficina di questa
specie di orso in via d'estinzione.
In questo caso l'indagine su cui si
sviluppa il film, un rapporto per nulla interessante tra due
fratelli, i soliti cacciatori e un grizzly che sinceramente si è
stancato di essere preso di mira, sono elementi frullati assieme
senza un minimo di sostanza e infatti il risultato è becero e
tutt'altro che convincente.
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