Titolo: Venditore di medicine
Regia: Antonio Morabito
Anno: 2013
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Informatore medico per un'importante azienda
farmaceutica, Bruno, da anni, coltiva un gruppo di medici che, in cambio di
viaggi, regali o soldi, sono disposti a prescrivere i suoi farmaci ai propri
pazienti. In un difficile momento di tagli al personale, spinto da una capo
area, cerca di allargare il proprio giro anche ad un celebre oncologo che
sembra inizialmente restio. Intanto i suoi nervi sembrano cedere e le
insistenze della moglie per avere un figlio hanno bisogno di una soluzione. Pur
di tenersi stretto il lavoro, in un momento di grande instabilità sociale, si
dimostrerà capace di tutto.
Il terzo lavoro di Morabito e senz’altro il
suo film più difficile e ambizioso.
Il reato del comparaggio è sicuramente un
argomento molto attuale e presente all’interno del nostro paese. Se da un lato
la prima parte confeziona bene la reale portata del problema, grazie
soprattutto all’ottima prova della Ferrari, rigida e monolitica nel non far
emergere nessun sentimento ed emozione, dall’altra è troppo macchinoso,
frettoloso e infine prevedibile nel rapporto tra Bruno e Anna, arrivando ad un
climax finale terribile con il solo intento di calcare troppo la mano.
Interessanti invece, d’altro canto, alcuni
rapporti che Bruno imbastisce con alcuni medici, tra i disposti e gli
indisposti, e per come emerge fragile più di ogni altro elemento, il concetto di
salute e del corpo affidato, sempre più a mani estranee da parte di persone
indifese.
La corruzione, le pressioni lavorative, il
surplus e il concetto sempre più ambiguo di flessibilità, si uniscono in una
denuncia pervasiva su una parte del sistema sanitario, in un film che se non
avesse esagerato per cercare di dare più ritmo al film, cosa che invece lo
controbilancia, sarebbe risultato ancora più incisivo nella sua denuncia.
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