Titolo: Broken
Regia: Rufus Norris
Anno: 2012
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
L’undicenne inglese Skunk Cunningham è una ragazzina come
tante, con un papà un po' distratto, che le vuole bene, un fratello maggiore,
Broken, che è il suo idolo, una mamma che è andata via di casa. E un professore
che le fa adorare la scuola e la incoraggia a seguire le sue aspirazioni
nonostante viva in un ambiente in cui regnano la brutalità e il degrado. In
quella grigia periferia della provincia inglese spadroneggia, infatti, la
famiglia Oswald, padre tossico con cinque figlie violente e aggressive, che
semina la paura minacciando e derubando chiunque gli capiti a tiro.
Broken è un film drammatico con venature sul sociale, molto
ben girato, che trova il suo maggior punto di forza nelle interpretazioni del
suo nutrito cast di volti famosi, includendo poi, il valore dei giovani attori
che riescono ad imporsi in modo brillante.
Un film corale in cui gli adulti cercano di dare un senso
alle proprie vite, di proteggere le persone care a qualsiasi costo, anche
commettendo fatali errori che poi pagheranno a caro prezzo.
Dall’altro le nuove generazioni, costrette a vivere in
ambienti sociali dominati dalla legge del più forte, in cui spesso a pagare,
sono i più deboli e i sensibili.
Dal punto di vista della scrittura, il film è preciso nelle
far convergere tutte e tre le storie, rimandando da un estremo all’altro della
gioia e del dolore.
Un film che probabilmente senza avere Roth, Murphy e
Kinnear, non avrebbe avuto lo stesso spessore emotivo, e ancora una volta forse
il limite più grosso del film è proprio quello di essere troppo prevedibile.
Eppure è così perfetto nella sua geometria di aspetti che non cambieresti
nemmeno un tassello e a volte proprio le imperfezioni a cui spesso lo
spettatore non è abituato, creano i maggiori punti di forza di alcuni indie
come questo.
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