Regia: Scott Cooper
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Russell Baze non fa una vita facile. Di giorno, operaio senza nessuna prospettiva di futuro nell'acciaieria locale; di notte si prende cura del padre malato terminale. Suo fratello Rodney, reduce da una missione in Iraq, resta coinvolto nel giro di una delle più brutali organizzazioni criminali del nord est degli Stati Uniti che organizza incontri clandestini di lotta. Quando Rodney scompare misteriosamente, di fronte all'incapacità della polizia di fornire delle risposte credibili, Russell, che non ha niente da perdere, decide di mettersi personalmente alla ricerca del fratello, rischiando la vita pur di scoprire che fine abbia fatto.
Le storie di vendetta e il desiderio di redenzione è vero che spesso e volentieri sono il tema più abusato da Hollywood e soci. Il perchè è così semplice che non và nemmeno spiegato.
Tra le numerosissime pellicole commerciali e non, indi o straight to video, ogni tanto capitano delle chicche e il film di Cooper è una di queste.
A parte che non ho ben presente Bale quanti film giri dal momento che ti accorgi che esce sempre qualcosa di suo, e porca puttana, la maggior parte delle volte sono pure ottimi film, oppure se non sono ottimi film, lui spesso e volentieri recita molto bene cercando di dare prova di essere un camaleonte strepitoso.
Ora Bale è il classico fratello maggiore con diversi problemi che si ritrova, suo malgrado, ad essere non solo sfigatissimo, ma fondamentalmente non c'è una cosa che riesca ad andargli per il verso giusto (uccide per sbaglio degli innocenti e la moglie lo lascia..) riuscendo però a cercare sempre una sua coerenza di fondo aggrappandosi anche molto ad un sottotema religioso ben presente nel film come nella regia e negli intenti di Cooper.
Al di là delle scelte di camera azzeccatissime sempre attente a cogliere le sfumature di intensa sofferenza a cui si sottopongono tutti gli attori compresi un ottimo Harrelson e l'Affleck quello buono,cioè quello piccolo, più Dafoe, Zaldana, Whitaker e Shepard.
Struggente, malinconico, recitato benissimo da un poker di attori straordinari e fondamentali nei loro ruoli per tenere alto il livello della pellicola, Out of Furnace tutto è tranne che originale ma tutto fa tranne che rimanere nella superficilità di molti altri film, soprattutto grazie ad una intensa atmosfera dettata dall'uso sapiente delle luci e sicuramente di alcune location desolate in un America sempre più abbruttita e che sembra essere arrivata al capolinea.
I temi che il film poi tratta come la famiglia, l’amore, il rispetto, l’onore, la rabbia, l’impotenza, l’immobilismo politico, la crisi economica, i dolori della guerra, la sete di vendetta, non sono facili da coniugare senza la giusta esperienza cosa che Cooper dimostra di saper fare frullando attentamente molti ingredienti nel suo film e riuscendo a far quadrare tutto.
Sembra di vedere un film di un regista che non è ancora un autore ma che forse presto lo sarà e che con CRAZY HEARTS aveva regalato della belle ballate country e un ottimo Bridges.
Le storie di vendetta e il desiderio di redenzione è vero che spesso e volentieri sono il tema più abusato da Hollywood e soci. Il perchè è così semplice che non và nemmeno spiegato.
Tra le numerosissime pellicole commerciali e non, indi o straight to video, ogni tanto capitano delle chicche e il film di Cooper è una di queste.
A parte che non ho ben presente Bale quanti film giri dal momento che ti accorgi che esce sempre qualcosa di suo, e porca puttana, la maggior parte delle volte sono pure ottimi film, oppure se non sono ottimi film, lui spesso e volentieri recita molto bene cercando di dare prova di essere un camaleonte strepitoso.
Ora Bale è il classico fratello maggiore con diversi problemi che si ritrova, suo malgrado, ad essere non solo sfigatissimo, ma fondamentalmente non c'è una cosa che riesca ad andargli per il verso giusto (uccide per sbaglio degli innocenti e la moglie lo lascia..) riuscendo però a cercare sempre una sua coerenza di fondo aggrappandosi anche molto ad un sottotema religioso ben presente nel film come nella regia e negli intenti di Cooper.
Al di là delle scelte di camera azzeccatissime sempre attente a cogliere le sfumature di intensa sofferenza a cui si sottopongono tutti gli attori compresi un ottimo Harrelson e l'Affleck quello buono,cioè quello piccolo, più Dafoe, Zaldana, Whitaker e Shepard.
Struggente, malinconico, recitato benissimo da un poker di attori straordinari e fondamentali nei loro ruoli per tenere alto il livello della pellicola, Out of Furnace tutto è tranne che originale ma tutto fa tranne che rimanere nella superficilità di molti altri film, soprattutto grazie ad una intensa atmosfera dettata dall'uso sapiente delle luci e sicuramente di alcune location desolate in un America sempre più abbruttita e che sembra essere arrivata al capolinea.
I temi che il film poi tratta come la famiglia, l’amore, il rispetto, l’onore, la rabbia, l’impotenza, l’immobilismo politico, la crisi economica, i dolori della guerra, la sete di vendetta, non sono facili da coniugare senza la giusta esperienza cosa che Cooper dimostra di saper fare frullando attentamente molti ingredienti nel suo film e riuscendo a far quadrare tutto.
Sembra di vedere un film di un regista che non è ancora un autore ma che forse presto lo sarà e che con CRAZY HEARTS aveva regalato della belle ballate country e un ottimo Bridges.
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