domenica 1 dicembre 2013

Pelo Malo



Titolo: Pelo Malo
Regia: Marianna Rondon
Anno: 2013
Paese: Venezuela
Festival: TFF 31°
Giudizio: 3/5

In una megastruttura abitativa della periferia di Caracas, Junior, nove anni, vive con la giovane madre Marta, vedova e disoccupata. I rapporti tra i due sono tutt’altro che amorevoli: a disturbare Marta è l’ossessione del figlio per il proprio aspetto; dal canto suo Junior vorrebbe soltanto potersi stirare i capelli, crespi e scarmigliati, così da fare bella figura nella foto di classe. Per Marta, però, impegnata nella quotidiana lotta per la sopravvivenza, i vezzi del figlio risultano intollerabili, tanto da arrivare ad accusarlo di ambiguità sessuale. In un crescendo di soprusi e incomprensioni, Junior si troverà a dover affrontare in modo doloroso le frustrazioni della madre, resa cieca dalla sua stessa vulnerabilità.

Diciamo che non capita spesso di trovarsi a visionare pellicole venezuelane. I festival d'altronde servono anche e soprattutto a questo, dunque a far conoscere sprazzi di quotidianità e di elementi culturali spesso a noi sconosciuti. Pelo Malo in tutto questo non punta a nulla di antropologicamente interessante, ma riprende una vicenda molto realistica puntando tutto sul viaggio di formazione e un piccolo viaggio dell'eroe di Junior.
Eppure di idilliaco in questo film non c'è davvero nulla. La situazione infatti è di quelle davvero disastrate. Non solo la madre è vedova e disoccupata (prova a riprendersi il lavoro da sorvegliante dal quale è stata licenziata), ma c’è di mezzo pure una nonna disposta anche a pagare per poter allevare un bambino (la nuora ha un altro figlio oltre a Junior, e alla nonna ne basta uno qualunque).
Un film che apparentemente sembra puntare tutto su una fotografia, il sogno di Junior, e la paura della madre che possa diventare gay.
Un fatto che desta non poca serenità.
La periferia di Caracas ti assorbe, con un lavoro di audio e con una fotografia molto attenta ai dettagli e la quotidianità della gente comune che ti assorbe in alcuni casi per il disagio e l'egoismo che diventano moniti reali e sacrosanti per non essere sopraffatti.
Una realtà in cui per i bambini l'unica ancora di salvezza e la televisione e le sue promesse di successo e fama.
E'proprio vero che è un film crudele sull'impossibilità dell'amore tra madre e figlio, però è anche vero che quando Marta e Junior ridono e si osservano ti viene solo da piangere.

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