Titolo: Shark Night 3D
Regia: David R. Ellis
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Sette amici decidono di concedersi un weekend di vacanza nella villa dei genitori di uno di loro, situata su un’isola nel mezzo di un lago salato vicino la costa della Louisiana. Tra feste, bagni e sci d'acqua, i ragazzi sembrano godersi la loro vacanza, fino al momento in cui il divertimento si tramuta in tragedia. Perché scopriranno ad altissimo prezzo che le acque del lago sono infestate da decine di affamatissimi e feroci squali.
Puro intrattenimento staccando la spina del cervello e guardando inebetiti dei bei culi e qualche bel primo piano degli squali che alle volte rubano le scelte ai culi o alcuni top-less scontati come il peso delle cazzate dei dialoghi cui lo spettatore saturo e costretto a subire le frecciate moleste.
Ellis regista di certo non baciato dalla fortuna (FINAL DESTINATION, ASYLUM) prova la mossa del 3d sfruttando uno dei temi più abusati dell’horror commerciale ovvero il filone degli shark-movie che per ovvie ragioni commerciali sono tra i più sfruttati nella cinematografia di genere.
Shark Night 3d è una vera porcheria con una misera manciata di scene piacevoli per gli amanti dello splatter. Ora chi guarda questi film sa benissimo cosa troverà di spiacevole o meglio già visto e cosa invece potrebbe salvarsi.
Diciamo che si poteva osare di più. Poco sangue, poca violenza, gli squali entrano in scena al ventisettesimo minuto contando che la pellicola dura 1h20’ scarsi.
Ellis poi per mancanza d’idee, d’altronde è stato provato di tutto, mescola alcuni film sul tema e poi esagera con gli accessori e i gadget per rincoglionire il pubblico. Ora uno si chiede: perché i teen-ager americani cercano di dare l’impressione di essere i più cool in queste pellicole sempre appositamente palestrati, con macchine di lusso e case d’avanguardia. E’ così già uno parte odiando profondamente il ceto benestante. Poi non mancano alcuni errori o sviste come ad esempio il fatto che quasi tutti sappiano guidare una barca a motore oppure la strana e bizzarra storia della sopravvivenza dell’uomo senza il braccio.
Gli sceneggiatori Will Hayes e Jesse Studenberg non sapendo a cosa aggrapparsi copiano spudoratamente il concetto degli snuff sperando di trovare l’escamotage che salvi almeno in parte le sorti del film.
Una cosa mi ha fatto ridere. Il birra-poing e la tipa sbranata dagli squaletti.
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