lunedì 17 ottobre 2011

Red State


Titolo: Red State
Regia: Kevin Smith
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Se l’ingranaggio è la voglia di sesso di tre ragazzi e la chat online è lo strumento…beh questo è solo l’incidente scatenante che porta nella lunga discesa degli inferi della Chiesa Battista e della figura di Fred Phelps, un nome difficile da dimenticare.
In Red State tutti hanno una colpa. Tutti hanno qualcosa da nascondere.
L’unico che non ne ha è Kevin Smith, il regista, il burattinaio della farsa odierna che vede contrapposte rigide quanto militari forze dell’ordine(sempre più pericolose) e un manipolo di fanatici religiosi pronti e disposti a tutto. Non a caso il film è ambientato in Texas patria di Lansdale dei repubblicani e dei democratici e proprio dalla denuncia dei Battisti arriva la presa di posizione di Smith.
Omofobia, fondamentalismo religioso, potere militare e sovversione alle gerarchie.
Queste sono le tematiche sviluppate dal regista di CLERKS, forse maturato, forse no, eppure questo è il suo film più bello, più duro e soprattutto più grottesco.
Sembra materia facile da trattare quella sul fanatismo e la critica al potere militare, eppure la cosa impressionante che il film non concede è la figura del protagonista completamente assente ribaltando così la struttura e gli archetipi narrativi.
E poi John Goodman(dimagrito uno sproposito) e le trombe finali dell’apocalisse rendono Red State una vera perla in un genere che non potrà mai essere definito.

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