venerdì 10 giugno 2011

Gran Torino


Titolo: Gran Torino
Regia: Clint Eastwood
Anno: 2008
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Walt Kowalski è un reduce della guerra di Corea, di carattere burbero e spavaldo, prova una grande passione per la propria Ford Torino, modello classico del 1972, custodita in garage. Walt non mostra pudore nel manifestare il proprio sentimento anticoreano, nato durante la sua campagna in Corea, quando vide morire suoi amici per mano dei nemici. A peggiorare la situazione, il quartiere da lui abitato negli ultimi anni è diventato il principale centro suburbano della comunità coreana, e le bande giovanili danno molto fastidio a Walt. Anche se frustrati e maltrattati da Kowalski, i coreani aiuteranno l'uomo a risolvere i problemi personali che tiene con la famiglia, per diventare amici e aiutarlo a ripudiare il razzismo.

Kowalski mi ha ricordato mio nonno.
Kowalski è uno di quegli uomini che appartengono a quella generazione.
Kowalski con il suo carattere scontroso è l’eroe.
Un’altra sorpesa firmata dal grande Eastwood. A differenza dei film precedenti CHANGELING e FLAGS OF OUR FATHERS il regista di San Francisco ritorna ai giorni nostri riaprendo una storia che parla anche di Corea come per Iwo Jima .
La storia è semplice, pochi personaggi e una narrazione che più classica non si può.
Eppure c’è l’esperienza di saper girare e scegliere le esatte inquadrature, sapere cosa piace alla gente, cosa la annoia e cosa si apprezza di più.
E’così partendo dal contesto coreano e da una difficoltà ad avere dei rapporti sociali con il vicinato o gli stranieri in generale scopriamo l’universo di un uomo trascurato che risulta essere molto più interessante e curioso  di quanto ci si aspetti.
Poi se l’anziano uomo in questione ha lo sguardo affilato di Clint allora è tutto detto.
Gran Torino è semplice ma toccante. Senza stare a raccontare la scena finale, la storia cerca di dare anche uno sguardo allarmante sull’anzianità e la paura che ci si dimentichi di quella fascia di persone che appaiono noiose e attentatrici del nostro “prezioso”tempo.
E’ così tocca ancora una volta ai giovani(una possibile speranza per l’umanità se non fosse che la penso come Manuel Agnelli e mi appresterei a dire “Sui giovani d’oggi ci scatarro su”) e proprio la loro curiosità simile a quella di Walt che creerà un legame e per l’uomo la capacità di riflettere sul passato e fare la cosa giusta.

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