Titolo: Bestia uccide a sangue freddo
Regia: Fernando Di Leo
Anno: 1971
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
Una serie di delitti si susseguono tra le mura di una clinica — reggia per donne affette da disturbi collegati alla sfera sessuale. Un’ombra ammantata di nero si aggira tra i corridoi spiando le sue future vittime.
Innanzitutto il film omaggia a mio parere alcuni film di Bava che hanno segnato il genere “Neogotico Italiano”,termine appartenente al filone dei ’60-‘70. Di Leo alla sua prima esperienza sul genere sembra non avere il suo giusto appiglio, dirigendo una pellicola lenta e faticosa quanto peraltro totalmente assente di colpi di scena. Il castello/clinica in cui si svolge l’azione, i movimenti di macchina per preparare il cammino all’assassino, certo ci sono alcune buone riprese che non bastano a scuotere le sorti del film. L’assassino in questo film appare come un mezzo deficiente affetto da psicosi di inferiorità che si muove come fosse un mostro e usa vecchie armi medievali per seviziare le donne.
Sicuramente uno degli aspetti più affascinanti del film è Klaus Kinski che anche se in questo rimane molto standard pur esibendo uno stile ed una eleganza degno solo del suo nome, fa sempre la sua figura e colpisce per la carica emotiva.
Bellissimo il finale, un macabro massacro che non ti aspetti. Probabilmente l’unico aspetto che almeno in parte bilancia la contro dipartita iniziale.
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