Titolo: Wish you were here
Regia: Kieran Darcy-Smith
Anno: 2011
Paese: Australia
Giudizio: 3/5
Quattro amici, due coppie,
intraprendono una vacanza spensierata in Cambogia, ma solo tre di
loro tornano a casa. Man mano che la storia del film si dipana, si
comincia a capire cosa è successo durante il viaggio e quali siano i
ruoli e le responsabilità di ciascuno di essi.
Wish you were here è stato il biglietto da visita di Kieran Darcy-Smith che dopo alcuni corti interessanti e un horror trascurabile si cimenta su un thriller in terra straniera.
L'idea di due coppie in vacanza dove
succederà ovviamente qualcosa di tremendo è materia abusata su
larga scala nel cinema più o meno inserito in diversi generi e
sotto-generi (l'horror su tutti).
Ora l'intro è interessante, i
personaggi sono caratterizzati abbastanza bene a parte lo scomparso
Jeremy (interpretato dal protagonista della serie BANSHEE) il quale
non si capisce bene che giri loschi abbia ma di fatto gioca un ruolo
che assieme all'idiozia elevata nel climax finale di Dave ( il
protagonista) porta e consuma il dramma su un finale prevedibile ma
d'impatto.
Dal punto di vista tecnico, la regia
non promuove chissà quale linguaggio preferendo tanta telecamera a
spalla nelle strade cambogiane e un'ottima fotografia che da risalto
alla bellissima e poco conosciuta location. Certamente un passo in
più del regista che sfrutta molto nel montaggio gli archi temporali
e i flashback come strumenti principali e coordinate per intessere la
storia.
Un film che soprattutto nel finale
conferma una morale di alcuni giovani-adulti che fanno difficoltà a
tenere a freno le inibizioni (l'incidente scatenante, l'epilogo della
festa in spiaggia) che mostrano i pugni alla prima difficoltà
(ricordiamo che sono australiani) e non hanno proprio quel rispetto
dell'altro culturale che dovrebbe essere una costante dei
viaggiatori.
Un film bello e scomodo, mediocre e
imperfetto, poco originale ma con alcune scene d'affetto e
un'atmosfera che non abbassa mai il livello di tensione senza però
amplificarlo mai se non in brevissime sequenze.
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