Titolo: Animal Kingdom
Regia: Jonathan Lisco
Anno: 2016
Paese: Usa
Serie: 1
Episodi: 10
Giudizio: 2/5
Serie drammatica ispirata al film
omonimo del 2010 che segue la famiglia Cody: un ragazzo di
diciassette anni rimane orfano e si trasferisce nel sud della
California per vivere con sua nonna, Janine Cody, capo di una
famiglia dedita al crimine.
Sembra di vedere tante cose già viste
in Animal Kingdom (che purtroppo solo dal nome ricorda l'ottimo film
di Michod, nonostante quest'ultimo abbia firmato il soggetto). Qui il
regista infatti mantiene solo le vesti di produttore allontanandosi
con molta furbizia da un progetto per una serie di 10 episodi (di cui
è già stata annunciata la seconda stagione) e che purtroppo non ha
lo smalto e la classe del film australiano che a parte vantare un
cast memorabile riusciva in un difficilissmo compito ovvero la
descrizione di una famiglia allargata di rapinatori in una durissima
Australia
Possono essere tanti i limiti e le
pretese da parte dei fan. Il problema più grosso della prima
stagione è il concentrato di idiozia abominevole presente in questi
primi episodi.
La storia banalotta che anzichè
lavorare e scavare nella psicologia del protagonista lo lascia quasi
sempre in secondo piano sballonzolato da una galleria di personaggi
quasi tutti primari e ovviamente stereotipati a dovere. Insomma una
storia che fin da subito sembra già essere ridotta all'osso.
Segreti, appartenenza, integrazione, affari sporchi, qualche risicata
sparatoria, feste quasi tutte nella stessa location presenti in quasi
tutti gli episodi e dialoghi sboccati e penosi.
Purtroppo tutto è superficiale, un mix
di clichè che sembra unire lo spirito di squadra di Sons
of Anarchy, il non-sense e
la tamarria intenzionale di Banshee-Season
4 ma a differenza delle
serie citate che nella loro esagerazione promuovevano qualcosa di
nuovo, qui siamo su un livello decisamente più basso appesantito da
una storia che sembra andare avanti con enorme difficoltà e di fatto
non ha mai un climax potente regalando il momento topico, tra l'altro
scontato e telefonato, in un finale di stagione che doveva dare di
più soprattutto contando che la produzione alle spalle non era
affatto male.
Ellen Barkin interpreta lo stesso
personaggio di Solo
Dio perdona, ovvero la
matriarca fatale e senza contare alcune interpretazioni di certo non
memorabili ma efficaci per la causa, come il personaggio di Pope (lo
zio squilibrato appena uscito di prigione) rimane forse l'unico ad
avere qualche carta da giocare in una lia in cui a comandare non sono
le norme ma il testosterone.
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