Titolo: Lady Macbeth
Regia: William Oldroyd
Anno: 2016
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5
La giovane Katherine vive reclusa in un
gelido palazzo isolato nella campagna, inchiodata da un matrimonio di
convenienza, evitata dal marito, disinteressato a lei, e tormentata
dal suocero che vuole un erede. La noia estrema e la solitudine
forzata spingono Katherine, durante una lunga assenza del marito, a
avventurarsi tra i lavoratori al loro servizio e ad avviare una
relazione appassionata con uno stalliere senza scrupoli. Decisa a non
separarsi mai da lui, folle d'amore e non solo, Katherine è pronta a
liberarsi di chiunque si frapponga tra lei e la sua libertà di amare
chi vuole.
Lady Macbeth è un esordio
squisitamente malvagio di uno stimato regista teatrale.
Lady Macbeth poi è uno dei personaggi
femminili più completi e meglio delineati della drammaturgia
shakespeariana.
Un dramma in costume potente in cui il
bisogno principale non era certo quello di fare un film accomodante
ma anzi rendere la natura umana il più controversa possibile
alterando scenari che di fatto propongono al di là della sobria
campagna inglese, quasi sempre la stessa location ovvero un maniero
ottocentesco affascinante in cui la servitù viene addirittura appesa
nuda ad un cappio come i maiali da parte degli stessi contadini
poveri che non sanno come passare le giornate.
Crudo, minimalista, geometrico e astuto
nonchè di un fascino e di una rara capacità di spostare e usare
pochissimo la camera da presa grazie ad inquadrature perfette e quasi
tutte ferme come a ribadirne tempi, dilatazioni e misure.
Un debutto impressionnate per un film
crudele che mostra ancora una volta le differenze tra le classi
sociali, la nascita dell'arroganza della dark lady ingenua che
diventa perversa e di come la borghesia
non diventa solo il pretesto per il
conflitto ma la rappresentazione di una battaglia tra i sessi che
pone la mente algida e calcolatrice della protagonista la vera arma
terribile capace di usare come pedine chiunque le capiti a tiro a
partire dal sesso che quando viene finalmente sdoganato
(contadino=vittima sacrificale che in quanto persona umile deve
essere sacrificata e diventare il vero capro espiatorio) non diventa
più un taboo ma una calamita, una droga inarrestabile che ha il solo
compito per Katherine di riempire un vuoto profondo.
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