Titolo: Tyrannosaur
Regia: Paddy Considine
Anno: 2011
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5
Joseph è un uomo solo divorato da una rabbia che lo spinge
ad agire anche contro chi ama. Un giorno, reduce da un ennesimo scontro, cerca
asilo nel negozio di Hannah, una devota cristiana che non può fare altro che
dirgli che pregherà per lui. Joseph è disperatamente ateo ma le parole di
Hannah lo toccano e lo spingono a tornare a cercarla. Pur non riuscendo a
trattenersi dall'offenderla capisce che anche lei nasconde un dolore profondo.
Tyrannosaur è il nomignolo che Joseph aveva
scherzosamente affibbiato alla moglie Pauline per via della grazia con cui
spostava il suo corpo importante, generando vibrazioni del suolo che
ricordavano quelle prodotte dal bestione che imperversava in Jurassic
Park. Sono quei soprannomi che dietro presunti
difetti fisici nascondono sentimenti veri.
Peter Mullan è un attore che va amato e basta. Non sbaglia nessun film,
come interprete, ed è capace da solo di reggere tutto il peso del film, senza
nessunissima difficoltà.
Un sessantenne in grado fi fare paura anche da fermo e che
cerca di tenere sigillati con l’alcool dei demoni più forti di lui.
L’esordio dell’attore Considine alla regia ne è l’esempio.
Imperfetto, a tratti sbandato e con un amore profondo per i drammoni, grazie
all’aura pervasiva dell’attore, riesce non solo a tirar fuori un bel film che
mostra come tutte le generazioni soffrano lo stesso male, ma lo fa con delle
scelte e alcuni guizzi di regia mica da ridere.
Il
personaggio di Joseph in fondo vive una vita pervasa da eccessi di brutalità
con forti accenti di verità e di malcelata giustizia nel prendere le parti dei
più deboli.
Considine parte da un dubbio o forse da una necessità nel
delineare una serenità che oggi come oggi è sempre più negata. L’egoismo sempre
più anomalo che spersonalizza l’individuo è ottimamente rappresentato
soprattutto nel modo in cui Joseph cerca i contatti e si relaziona con le
persone.
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