Titolo: Drive in 2000
Regia: Brian Trenchard-Smith
Anno: 1986
Paese: Australia
Giudizio: 4/5
Crabs, dinamico giovanotto che è
riuscito a strappare un appuntamento alla bella Carmen, prende in
prestito l'auto del fratello per accompagnare al Drive in la ragazza
dei suoi sogni. Ma il divertimento finisce presto, non appena i due
giovani, assieme ad un centinaio di altre coppie, scoprono che per
disposizione del governo il parcheggio è stato sigillato e di fatto
trasformato in un campo di sorveglianza dal quale è impossibile
uscire. Per molti ragazzi, disadattati o privi di redditi di lavoro,
quella soluzione - ancorchè inaspettata - non è così negativa, dal
momento che comunque fornisce loro nutrimento e riparo più regolare
di quanto godessero fuori, ma Crabs non accetta la situazione e
progetta la fuga...
Nel 1988 due anni dopo l'uscita del
film uscì uno dei miei libri preferiti "La notte del Drive Inn"
capolavoro assoluto e istant cult dell'immenso Joe Lansdale che credo
di aver letto almeno sei o sette volte. Chissà se qualcosa di questa
pellicola impressionò lo scrittore nella lavorazione del suo
romanzo.
Per me l'Ozploitation australiano
continua ad essere un mistero, una fauna incredibile di risorse e
film assolutamente straordinari. Pochi ma fondamentali esempi sono
stati Macchine che distrussero Parigi, Body Melt, Wake in fright, Mad Max-Interceptor, Razorback-Oltre l'urlo del demonio, Neurokillers. Qui parliamo di un altro film che non
posso che esimermi dal definirlo cult assoluto. Vuoi l'ambientazione,
l'atmosfera post atomica, la crisi economica globale, un prossimo
futuro dove i drive-in diventano campi di sorveglianza dove gli
internati vivono a base di junk food, new wave, droga e film di serie
Z.
Dove vengono riscritte le regole, il
divario sociale cresce a dismisura, dove la comunità sembra
rassegnarsi toccando momenti di squallore, dove un demiurgo agisce
indisturbato aiutando a far sì che tutto rimanga intrappolato in una
sorta di limbo che sembra un paese dei balocchi infinito.
A differenza delle pellicola
sopracitate qui l'uso della violenza è centellinato. L'azione è
spostata sulla disobbedienza del protagonista e degli altri
internati, nel cercare di spezzare le catene di un progetto che vuole
annichilire la dignità e la libertà dell'individuo infarcendolo
solo di porcherie e distrazioni.
Un film che non esula da evidenti
difetti soprattutto nella parte centrale ma a differenza dei media in
generale che lo hanno devastato di critiche negative, rimane un b
movie puro con un budget modesto che non poteva competere con film di
quel periodo, ma che cerca come può di fare della scrittura e
dell'originalità del soggetto il suo pezzo forte.