Titolo: It(1990)
Regia: Tommy Lee Wallace
Anno: 1990
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
In una piccola città di provincia,
sette ragazzini, esplorando le fogne, risvegliano una forza malefica
sotto le sembianze di un clown che semina morte e distruzione. Quando
trent'anni dopo la forza si sveglia di nuovo, quegli stessi sette
amici, diventati ormai adulti e disseminati in diversi stati,
abbandonano famiglia e lavoro e si rimettono insieme nella città
natia per affrontare per la seconda volta le loro devastanti paure.
A conti fatti le versioni tratte dai
libri di King negli anni '90 sono state decisamente le migliori
rispetto a questi remake moderni troppo patinati e pieni di c.g.
IT e L'OMBRA DELLO SCORPIONE come mini
serie televisive seppur con i limiti del caso, riuscivano a infondere
l'atmosfera giusta che si respirava nei romanzi.
Wallace poi aveva esordito con uno
degli horror più interessanti degli anni '80,
Halloween
3, purtroppo demolito da
critica e pubblico.
IT conserva come dicevo nei suoi limiti
di budget un'aura mistica e magica che sembra far rivivere come
l'album di fotografie di Mike Hanlon i tragici eventi di Derry grazie
alla fortuna di aver un manipolo di giovani attori in stato di grazia
a differenza dei giovani/adulti della seconda parte (sempre
funzionali ma non indimenticabili).
Questo adattamento tiene conto di molti
aspetti suggestivi del romanzo mettendone purtroppo da parte altri
come quelli che ancora una volta andavano a rompere dei tabù
importanti per uno scrittore che demoliva le regole del lecito e
proibito. In questo caso la comparazione con Pet Sematary, il libro
ovviamente, sembra doveroso ( nel romanzo quando Gage diventa quello
che deve diventare, trasformato dal cimitero, e parla con la voce di
Norma prima di uccidere Jud, scopriamo che l'anziana moglie malata in
passato era solita farsi sodomizzare dagli abitanti del posto ridendo
durante l'amplesso ai danni del povero marito. In IT nel romanzo
Beverly prima di affrontare il mostro, quando sono piccoli, decide di
darsi a ognuno dei membri del Club dei perdenti in una sorta di gang
bang) come se l'aspetto sessuale fosse stato ignorato in entrambi i
casi.
IT poi ebbi la fortuna/sfortuna di
vederlo negli anni giusti tra infanzia ed adolescenza come per
l'horror cult di Coppola e il terrore che entrambi mi generarono
servì a farmi capire di cosa avrei avuto bisogno di cibarmi per il
resto della mia vita.
IT faceva leva nelle paure ancora di
più rispetto ai colleghi come Freddy Krueger (altro mostro
leggendario e importantissimo per il cinema e per il contributo al
genere) ma senza averne le stesse disposizioni slasher più tendenti
al massacro e alla carneficina e questa assenza in IT era ancora più
funzionale proprio perchè ti terrorizzava senza darti il colpo
finale.
Pennywise è diventato leggenda grazie
alla Leggenda performativa di Curry (
Legend,
ROCKY HORROR PICTURE SHOW) riuscendo ad essere mostro, lupo mannaro,
ragno, mummia, ma soprattutto e più di tutto un clown distruggendo
così un altra figura che avrebbe dovuto migliorare l'infanzia dei
piccoli anzichè distruggerla (discorso analogo per Santa Claus che
come per Bob Gray mangiava i bambini).
Superando la parentesi del clown, il
mostro più grosso descritto da King è però la comunità di Derry
che come Krueger nasce dall'odio degli abitanti della città. In quel
caso veniva ucciso per vendetta dai suoi stessi concittadini e
ottenne, dopo la morte, la capacità di manifestarsi nei sogni
altrui, che sfruttò per tormentare ed uccidere i figli dei
responsabili della sua morte, mentre nel romanzo di King agisce nella
realtà in carne e ossa prima di andare in letargo.
Sempre di società ostile si parla, di
quegli adulti che anzichè proteggere preferivano nascondere
sacrificando quasi per un patto invisibile i loro stessi figli alla
bestia piuttosto che affrontarla.
Da questo punto di vista le colpe sui
padri e il senso di responsabilità diventano nel lavoro di Wallace
fondamentali per descrivere il microcosmo di efferati delitti e le
precise ragioni che portano un manipolo di ragazzini a combattere
qualcosa di spaventoso e più grande di loro.
Pennywise, Bob Gray, non è diventato
il villain principale di King, quello sarà sempre Randall Flagg, ma
ha costruito un personaggio immortale e ancora oggi in grado di
spaventare intere generazioni senza ricorrere come nella recente
versione di Muschietti a un ritmo iper veloce e tanta c.g. Ancora una
volta la maschera di Curry conferma che il terrore più alto e
ispirato arriva sempre dalla mimica facciale e dalle azioni degli
esseri umani che fanno più paura di qualsiasi mostro.
La produzione al tempo fu molto
complicata e travagliata: tre mesi di riprese, il passaggio di
testimone da George A. Romero a Tommy Lee Wallace e tagli decisi alla
sceneggiatura (si passò da otto ore di durata, a sei per finire poi
con due episodi che dureranno, nel complesso, poco più di tre ore)
Peccato per quel ragno finale...