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martedì 17 ottobre 2023

Equalizer 3-Senza tregua


Titolo: Equalizer 3-Senza tregua
Regia: Antoine Fuqua
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Un'auto arriva in una tenuta in campagna in Sicilia: le guardie sono morte e anche le persone all'interno sono state trucemente uccise. Un uomo è stato però catturato, è afroamericano, si comporta come fosse lui ad aver preso in trappola il boss e non il contrario. Si tratta di Robert McCall e l'esito è scontato, ma mentre lascia la tenuta risparmia un bambino, che gli spara alle spalle. Ferito, riesce comunque a prendere il traghetto, ma perderà poi i sensi nei pressi della fittizia località di Altamonte, dove sarà soccorso da un carabiniere e poi medicato e ospitato da un dottore del posto. Robert si innamora della ridente e marittima cittadina, ma sarà presto richiamato a sporcarsi le mani per difenderla dalla camorra, coinvolta in un progetto di traffico internazionale legato al terrorismo. Il vigilante dovrà quindi cercare una nuova alleata all'interno della Cia: la giovane Emma.
 
Senza tregua per lo spettatore andava intitolato.
Visto al cinema nel ciclo serate e film ignoranti. Che fosse ignobile in parte me lo aspettavo. L'inizio lasciava anche promettere bene con una sparatoria assurda in una cantina all'italiana dove si può fare il vino come sgozzare un cristiano. Il primo elemento che non funziona è che Denzel ormai è vecchio per girare le scene d'azione. Lo si vede banalmente quando sale le scale perchè il film si prende un sacco di tempo in particolari inutili come Denzel che sale le scale in questo paesino nel meridione. Ormai ha fatto una scelta. Vuole rimanere lì e proteggere quel luogo. Ora le incongruenze sono sterminate a partire dai dialetti dove i due fratelli mafiosi uno parla in napoletano e l'altro in siciliano senza dimenticare anche il calabrese. Insomma chi ha scritto la sceneggiatura non sembra molto informato sulla criminalità nel nostro paese. Il punto è che la nostra cartolina ancora una volta viene vista, qui peggio del solito, come una macchietta con gente assurda e ignorante che non sembra capire nulla, carabinieri corrotti dove si va soltanto a cercare un meritato riposo aspettando la pensione.

sabato 30 settembre 2023

Vengeance (2022)


Titolo: Vengeance (2022)
Regia: B.J.Novak
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Nella New York della "hook-up culture" si passa da un appuntamento all'altro senza stringere legami. Vive così il giornalista Ben Manalowitz ma la sua routine viene stravolta quando riceve la chiamata di Ty, il fratello di Abby, una delle sue molte ragazze occasionali. Ty gli comunica della morte di lei, convincendolo a recarsi in Texas per il funerale. La famiglia infatti è convinta che Ben fosse il ragazzo stabile di Abby e Ty gli confessa che, secondo lui, Abby in realtà è stata uccisa. Questo fa scattare la scintilla in Ben, che ha finalmente una storia da proporre per un proprio podcast alla editor Eloise. Ma svolgere un'indagine in Texas per un giornalista di New York non sarà una passeggiata.
 
Cosa ti inventi per creare il pod cast perfetto che possa attirare ascoltatori? Devi avere una storia, o meglio un insieme di racconti e allora sembra proprio che l'incidente scatenante possa diventare l'occasione perfetta. Ben è il tipico Ben Stiller del nuovo millennio. Un tipetto bassino, poco affascinante, il tipico personaggio che si tende a sottovalutare non essendo il classico il belloccio tipico dello star system
Eppure dentro di sè ha una voglia e un coraggio di quelli da farlo scontrare con cowboy, bifolchi,una famiglia disfunzionale e valori e principi assolutamente texani.
Vengeance dal titolo lascia presupporre un bagno di sangue eppure l'atmosfera mi ha ricordato quel bellissimo film UNDER THE SILVER LAKE dove l'indagine avviene in maniera tutt'altro che scontata, dove alla fine sembra pure strano usare il termine indagine. Dove i personaggi sembrano vivere in galassie lontane, dove il film si lascia dietro stereotipi per approfondire su quei particolari scomodi e mai scontati come le orme di un paio di stivali nella sabbia o dove il traffico di ragazze porta ancora una volta ad una scoperta macabra che cambia completamente i connotati del film come cambia drasticamente la psicologia di Ben quando arriverà a scoprire la verità.

Enforcer


Titolo: Enforcer
Regia: Richard Hughes
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Cuda un giorno scopre che il capo dell’organizzazione criminale per cui opera,Estelle, è coinvolta in un traffico di cyber-sex che recluta ragazze minorenni.
Tra queste ragazzine c’è anche Billie, che ha quindici anni e che rischia la vita perché ha deciso di ribellarsi e fuggire. Cuda, dopo aver conosciuto Billie, decide che è arrivato il momento di tagliare i ponti con il suo torbido passato e inizia così la sua missione per salvarla.
L’unico modo è quello di tradire l’organizzazione, boicottarla e farla fallire. Dovrà però uscire allo scoperto mettendo la sua stessa vita in pericolo.
 
Enforcer è quel b-movie figlio della più bieca ignoranza che però riesce nella sua prova salvifica grazie al ricorso roboante a tutti i clichè e gli stereotipi possibili. Un Banderas ormai decaduto che fa il sicario ma che cova dentro sentimenti e amore per i valori come la famiglia e la denuncia del traffico della prostituzione sulle minorenni. Il protagonista è un tamarro che sa usare i pugni e impara a usare anche i neuroni scoprendo che il boss per cui lavora è peggio di quanto pensasse. Mettiamoci sesso, violenza, sparatorie, delinquenti, pathos, ritmo e battute assolutamente scontate, il risultato alla fine per quanto già visto rimarrà molto meno indigesto del previsto

domenica 3 settembre 2023

Offering




Titolo: Offering
Regia: Oliver Park
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'anziano Yosille, profondamente turbato per la scomparsa della moglie, approfondisce le sue conoscenze esoteriche e tenta l'evocazione di uno spirito che riporti in vita la consorte. Ma qualcosa va storto e Yosille si uccide con un pugnale per cercare di evitare guai peggiori. Arthur, accompagnato dalla moglie incinta Claire, torna nella casa di famiglia per ritrovare l'anziano padre Saul e riallacciare i rapporti, chiusi in modo turbolento.
Saul è contento di rivedere il figlio e accoglie con calore anche la nuora. Heimish, collaboratore di Saul (che gestisce in casa un'agenzia di onoranze funebri), è più sospettoso sulle reali intenzioni di Arthur. Quando scopre che Arthur è in gravi difficoltà economiche ed è venuto soprattutto per indurre il padre a mettere la propria casa a garanzia di un prestito, Heimish lo rivela a Saul turbandolo profondamente. Ma c'è qualcosa di peggio: nel locale delle pompe funebri di casa c'è il cadavere di Yosille e lo spirito maligno che ha evocato non lo ha abbandonato.
 
Spiriti maligni, folklore ebraico. Tanti elementi già visti ma rielaborati in un film che sembra un lutto in loop dove un figlio sembrerebbe voler riallacciare i legami con il padre padrone che non si è nemmeno presentato al matrimonio perchè la moglie non è yiddish e allo stesso tempo vuole in realtà che il vecchio venda l'attività di famiglia per i soldi. Ma non è un film di ricatti e nemmeno di fantasmi, più una sorta di revenge movie di questa sorta di creatura che già dall'epilogo iniziale sembra un antico spirito malvagio che si nutre delle anime dei bambini.
Un film che funziona meglio nei silenzi piuttosto che quando prova a spingere l'azione che parla delle solite tematiche sottaciute nelle comunità chiuse come il concetto di redenzione, di valori, di unione familiare, di origini e purezza del sangue ma anche e non ultima, l'importanza della memoria ricordando gli avi e le tradizioni da cui imparare per poter andare avanti

venerdì 11 agosto 2023

Alone


Titolo: Alone
Regia: John Hyams
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Jessica è da poco rimasta vedova. In fuga dalla città nel disperato tentativo di superare il dolore, viene rapita e segregata da un uomo misterioso. La fuga dalle grinfie del sequestratore la porterà nel cuore della natura selvaggia del Pacifico nord-occidentale. Contando solo sul proprio ingegno, Jessica farà di tutto per sopravvivere mentre il suo inseguitore si farà sempre più vicino.
 
Alone è il tipico thriller che seppur con un budget modesto e una buona messa in scena nonchè un cast convincente sembra riprendere tutti i clichè e gli stereotipi del sotto genere.
Viaggio di formazione, elaborazione del lutto, survival movie, torture, thriller.
Il film di Hyams ragiona su dove possa spingersi la rabbia e la voglia di sopravvivenza di una donna messa alle strette da uno psicopatico che non si sa bene per quale motivo anzichè trovarsi in California per lavoro come dice alla moglie e alla figlia al telefono, cerca vittime inconsapevoli in mezzo ai boschi per nasconderle in una baia nascosta nel nulla.
Come ovvio Jessica incontrerà durante la sua fuga vittime inconsapevoli che nell'aiutarla moriranno e tutto finirà a tarallucci e vino senza un reale colpo di scena. Diretto bene ma con una scrittura che non può esimersi dal fatto che strutture e film di questo tipo ne siano ormai usciti a centinaia.
Di esempi interessanti negli ultimi anni ci sono stati A WOUNDED FAWN o HUNTED. Ecco forse Hyams dovrebbe guardare più film e imparare da dove ripartire perchè il talento non manca

Sayen


Titolo: Sayen
Regia: Alexander Witt
Anno: 2023
Paese: Cile
Giudizio: 2/5

Sayen sta dando la caccia agli uomini che hanno ucciso sua nonna. Usando la sua formazione e la sua conoscenza della natura, è in grado di ribaltare la situazione, venendo a conoscenza di una cospirazione che minaccia le terre ancestrali del suo popolo
 
Il secondo lungometraggio di Witt direttore della fotografia di Scott in numerosi film è un concentrato di stereotipi per un revenge movie con una final girl per un survivor movie d'azione.
Pur concentrandosi sugli inseguimenti, sulla bellezza dei paesaggi e delle location, la storia non sta davvero in piedi e sembra voler solo mostrare le prodezze della protagonista inseguita da un gruppo di mercenari armati fino ai denti. L'idea della tribù Mapuche con i suoi ideali e rituali viene appena accennata dal momento che subito viene mostrato il potere della multinazionali e la corruzione di una politica che pur di prelevare il cobalto e fare soldi a palate non esitano a fare una sorta di genocidio. Purtroppo tutta la parte socio politica e antropologica nel film manca e alcune scene di inseguimento alla lunga diventano ridondanti e alcune decisamente assurde come quella del ponte.

mercoledì 7 giugno 2023

Sisu


Titolo: Sisu
Regia: Jalmari Helander
Anno: 2022
Paese: Finlandia
Giudizio: 4/5

Quando un ex soldato che ha trovato l'oro nella landa selvaggia della Lapponia cerca di portare il bottino in città, i soldati nazisti guidati da un brutale ufficiale delle SS lo combattono.
 
Sisu è la risposta lappone e immediata a come questo popolo se la sia vista davvero brutta contro i nazisti. Quello che i tedeschi hanno lasciato, una scia di morte, depredato villaggi e rapito ragazze, coprendo di mine intere aree. Lo straniero senza nome però è la loro controparte. Una leggenda sotto le vesti di un anziano eremita interessato solo alla vendita dell'oro ma che si troverà a dover sterminare i paggetti del Fuhrer capitanati dall’Obersturmführer delle SS Bruno Helldorf
Sisu è abbondanza di ignoranza, tamarria, esagerazioni, esplosioni, squartamenti, scene a dir poco incredibili ma tutte con l'assioma in comune per cui quando il nostro anti eroe si trova davanti i nemici a bizzeffe e con tanto di carri armati e mitragliatrici non perde mai la calma uscendone vincitore. Sisu è la risposta alla John Wick ma molto più divertente dove andando a dare fastidio alla persona sbagliata si rischia di finire proprio male. Costretto per scappare a gettarsi benzina e darsi fuoco, infilare il proprio corpo in un chiodo per non morire impiccato, togliendosi pallottole dal corpo dilaniato con spuntoni, coltelli e fiammiferi accesi senza farsi scappare un fichissimo gruppetto di sanguigne prigioniere vendicative e un adrenalinico finale dove il nostro eroe si lancia con un machete attaccandosi ad un aereo, lanciando attaccato ad una bomba il nostro antagonista che plana con un rigoroso "vaffanculo" gridato a Sisu e un finale a dir poco assurdo ed esagerato che ci lascia contenti e goduti.

martedì 6 giugno 2023

Rolling Thunder


Titolo: Rolling Thunder
Regia: John Flynn
Anno: 1977
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Il maggiore Charlie Rane è appena rientrato da sette anni di guerra in Vietnam e la comunità locale, considerandolo un eroe, gli rende omaggio con una cospicua somma di denaro. Interessati a metter le mani sui soldi, alcuni ladri s’introducono nella casa dell’uomo, ferendolo gravemente e uccidendogli la moglie e il figlio. Rane, dopo un periodo di convalescenza in ospedale, decide di riprendere le armi in mano per ricercare i criminali e mettere in atto la sua personale vendetta. Lo aiuteranno nell’intento due amici: Linda, una vecchia fiamma, e Johnny Vohden, suo ex-commilitone.

Scritto da Paul Schrader, il film di Flynn parla degli effetti della sindrome post traumatica da stress e molto altro causata da una guerra come quella del Vietnam che ha devastato mente e corpo di parecchi americani oltre ad aver sancito una becera sconfitta. Un film stelle e striscie ma non per questo reazionario, dove i nostri eroi si vendicheranno indossando le divise come a mostrare a chi appartengono e l'onore per l'amor di patria. Il film ha il pregio però di non siglare come nemici dei messicani disperati ma un altro sopravvissuto al Vietnam che a differenza di Rane ha scelto la ciminalità come valvola di sfogo per dimenticare gli abusi e le sofferenze patite.
Devane recita con il mascellone senza mai mostrare un espressione a dimostrazione di come quella guerra abbia cancellato tutto e infatti una frase profetica la sentenzia proprio quando miss Texas innamorata di lui sembra disposta a qualsiasi cosa pur di avere un interessamento che lui semplicemente non può darle.

sabato 13 maggio 2023

Ti mangio il cuore


Titolo: Ti mangio il cuore
Regia: Pippo Mezzapesa
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Promontorio del Gargano. I Malatesta e i Camporeale sono in guerra da sempre, e Michele Malatesta ha vendicato l'eccidio di tutta la sua famiglia avvenuto nel 1960. Più di quarant'anni dopo, le due famiglie sembrano aver instaurato una tregua, favorita da una terza famiglia, i Montanari. Ma Andrea Malatesta, il figlio prediletto di Michele, perde la testa per Marilena, la bellissima moglie di Santo Camporeale, ed è di nuovo guerra senza esclusone di colpi, destinata a protrarsi nel tempo e a travolgere persone e cose. Nessuno saprà più di chi potersi fidare, così come nessuno potrà evitare di entrare in qualche misura nella spirale della violenza.
 
Quando ci sono tre famiglie a spartirsi il potere di cui due che si odiano fortemente, la terza come una volpe non ci impiega molto a fare la sua mossa astuta..
Un b/n sempre interessante, il Gargano fotografato in maniera eccelsa, interpretazioni forti e di carattere unite ad un cast dove basta da solo Tommaso Ragno a dare tono e veridicità al film.
Come sempre un dramma a sfondo malavitoso, dove c'è una sorta di tragedia shakesperiana, Romeo & Giulietta che si amano nelle due famiglie che più si odiano e quest'onta verrà placata solo con il sangue. Marilena poi, una bellissima Elodie, è un personaggio che deriva dal vissuto reale di Rosa Di Fiore, prima pentita della mafia garganica raccontata nel romanzo-inchiesta omonimo di Giuliano Foschini e Carlo Bonini, da cui il film è liberamente tratto, con segmenti differenti di storie ed episodi del libro che nell’opera di Mezzapesa convergono nel racconto della guerra tra i Camporeale e i Malatesta. Come in alcuni film recenti sempre italici il bisogno sembra finalmente quello di ritrarre eroine ribelli, intenzionate a sfuggire o quanto meno a combattere la spirale di vendette e giochi al massacro messa in atto da una gerarchia criminale squisitamente testosteronica. Mezzapesca lo fa con uno stile innovativo dai colori, ai costumi alla scelta di creare quasi un far west di paese creando un anti commedia per un dramma corale.
E poi Andrea Malatesta e la sua discesa all'inferno quando arriva ormai completamente impazzito a credere di essere stato tradito da tutti e non fidandosi più di nessuno diventando una bestia sanguinaria accecata dall'odio e dalla vendetta.

martedì 18 aprile 2023

Pathaan


Titolo: Pathaan
Regia: Siddharth Anand
Anno: 2023
Paese: India
Giudizio: 4/5

Il lungometraggio racconta un futuro distopico in cui i grandi palazzi di Dubai un tempo appartenuti a ricchi imprenditori sono stati occupati da pericolosi criminali. In questo contesto difficile e anarchico prendono vita le avventure di Pathaan, un ex truffatore divenuto poliziotto. Pathaan lavora sotto copertura per tentare di costruire un'unità operativa - la Joint Operation and Covert Research (JOCR) - che possa fermare Jim, il potente narcotrafficante che si è macchiato dell'omicidio di suo padre. L'uomo è infatti a capo dell'Outfit-X, un gruppo terroristico privato che sta pianificando un attacco di enormi dimensioni all'India e che Pathaan e i suoi agenti dovranno cercare di impedire.
 
Dopo RRR di nuovo mi trovo a dovermi inchinare di fronte a così tanta sfrontatezza del cinema di Bollywood. Un film esteticamente così esondato da effetti in post produzione, color correction, sciccherie estreme e tutto ciò che un roboante action indiano può permettersi di esibire.
Pathaan è un film politico dove l'India è la buona e il Pakistan il brutto cattivo che vuole lanciare un gas nocivo a Nuova Delhi facendo una strage. Ci sono come sempre tantissimi temi che vengono affrontati, dal perdono, all'amicizia, al tradimento, al patriottismo, alla vendetta fino alla religione contando che i due paesi sono indù e musulmani. Con combattimenti e scene d'azione quanto mai esagerate e pompate (basta vedere la scena iniziale con Jim che con tuta e lanciarazzi attacca le auto blu governative) oppure il protagonista che danzando e ballando insegue Rubina fino alla tana del boss. Personaggi tagliati con l'accetta, citazioni a valanga come quella della rapina davvero memorabile per quanto possa sembrare assurda.
Un film con il peccato di essere propaganda governativa pura dove anche gli attori e i registi ci mettono del loro scegliendo da che parte stare. Anand & soci stanno creando a tutti gli effetti quello che può definirsi un "Cop Universe" dove in Pathaan guarda caso compare Tiger, famoso per altri importanti action, il quale viene in aiuto del suo amico siglando un accordo e un'amicizia.
Eppure al di là dei presupposti politici, le premesse e le ambizioni del film, per tutto quanto il resto vengono esaudite eccome in due ore e mezzo di ritmo incessante e impeccabile dove non esistono momenti morti, tutto viene perfettamente montato con precisione tra combattimenti, balli, dialoghi in laboratorio, consigli di sicurezza. Fila dritto e liscio spostandosi sulle note di una canzone tra Dubai, Mosca, Parigi e le isole Baleari mostra le peripezie di un protagonista che per avere 58 anni esibisce un fisico della madonna.


Collezionista di carte


Titolo: Collezionista di carte
Regia: Paul Schrader
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

William Tell ha trascorso un decennio in prigione, dove si è letto a fondo le meditazioni di Marco Aurelio e ha imparato a contare le carte, ovvero a tenere traccia di ogni carta giocata durante una partita. Una volta uscito mette a frutto la sua abilità girando per i casinò d'America e partecipando a numerosi tornei di poker. Non si fa cacciare dai gestori dei casinò perché sa mantenere obiettivi modesti: punta poco, vince (e perde) poco, e s allontana quando il gioco si fa duro. Ma la prorompente La Linda, finanziatrice in cerca di un mago delle carte, gli propone di entrare a far parte della sua squadra e lo convince ad alzare la posta.

L'America e la guerra insegnano che le colpe vengono pagate dai tasselli più deboli, i soldati, e non dai loro superiori. Pur costringendoli come in questo caso a macchiarsi di atrocità inaudite come quelle ad Abu Ghraib diventando colpevoli ed emissari di orrendi maltrattamenti ai prigionieri. William è un sopravvissuto che dopo anni di carcere cerca di convivere con i suoi demoni.
Il poker, le stanze d'hotel che arreda a suo piacimento rendendole più neutre possibili e incontri che sembrano destarlo da un torpore a cui si stava finalmente abituando. Il film di Schrader è una sentenza con una chiara politica d'autore e un messaggio che non può passare inosservato.
Un film malinconico con uno stile e una classe e un silenzio che lo contraddistinguono tale da renderla una delle opere autoriali più belle dell'anno. Un film sulla redenzione, un revenge movie atipico dove al di là del prevedibile climax finale assistiamo in silenzio alle azioni e alle vicissitudini di una vittima e carnefice allo stesso tempo che non potendo avvicinarsi a qualcosa di umano e vivo sceglie il mondo delle carte e dei tornei di poker.

Delta


Titolo: Delta
Regia: Michele Vannucci
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Il Delta del Po è il teatro dello scontro tra bracconieri e pescatori. Osso vuole difendere il fiume dalla pesca indiscriminata della famiglia Florian, in fuga dal Danubio. Insieme ai Florian c'è Elia, che in quelle terre ci è nato. Travolti dalla violenza cieca e dalla sete di vendetta, i due si affronteranno tra le nebbie del Delta scoprendo la propria vera natura in un duello che non prevede eroi.
 
La casa di produzione Groenlandia ancora una volta allarga i confini del nostro immaginario con un western italiano se non altro l'ennesimo tentativo di provare a raccontare qualcosa di nuovo. Qualcosa che a detta di Lo Cascio ancora nessuno ha messo sotto una lente d'ingrandimento e messo a fuoco, ovvero che ci fosse un mondo, una rete commerciale e una considerazione del fiume come se fosse una realtà viva.
Delta è una storia di frontiera, di un mondo sconosciuto che vive di altre regole, uno scontro all’ultimo sangue dove, nonostante solo uno possa uscirne vincitore, non ci sarà mai, perchè semplicemente non può esserci, una vera vittoria. Ed è per questo che a dispetto di tanti sacrifici in termini di scrittura, il film diventa dal secondo atto una caccia all'uomo e un revenge movie in piena regola, escludendo quasi le forze dell'ordine, dove non ci sono eroi così come non ci sono cattivi ma emergono come nella potenza visiva del sonoro e delle immagini (una su tutte il funerale della sorella di Osso), le tante sfumature della vita, le strade sbagliate e quelle giuste, gli errori che possono costare la vita. Di sicuro almeno per Vannucci dopo Più grande sogno si evince una marcia tecnica maggiore per un film coraggioso, che seppur con i suoi limiti di scrittura esplora e affascina come il cinema dovrebbe sempre fare.

Darkman


Titolo: Darkman
Regia: Sam Raimi
Anno: 1990
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un brillante scienziato è impegnato nella ricerca di una nuova pelle sintetica. Un gruppo di criminali penetra nel suo laboratorio mandandolo in fiamme. Sopravvissuto, ma sfigurato orribilmente, l'uomo medita la vendetta ed assume una nuova identità proprio grazie alle sue scoperte scientifiche.
 
Visto con incredibile ritardo, Darkman di Raimi conferma un prototipo di cinema di genere e di idee assolutamente ibridi e sperimentali, tradotto ancora una volta con la parola grande cinema.
Eh sì perchè mentre tutti a loro modo avevano la possibilità di fare BATMAN o DICK TRACY al nostro non davano nemmeno i diritti di Shadow, l'uomo ombra, un pre-supereroe nato sulle riviste pulp degli anni ’30 universalmente riconosciuto come una delle fonti di ispirazione per Batman.
E allora il nostro cosa fa, ne inventa uno ancora più peculiare. Prendendo dal FANTASMA DELL'OPERA, ELEPHANT MAN, GOBBO DI NOTRE DAME, UOMO INVISIBILE e infine per come viene massacrato mi ha ricordato ROBOCOP, Raimi da sempre outsider di una certa idea di cinema crea il suo anti eroe. Perchè la cosa veramente figa è che Darkman è un egoista che pensa solo alla scienza e alla moglie, non gli interessa minimamente salvare la città o difenderla dai deboli se non gli sbruffoni come il giostraio in una scena madre del film. Darkman assorbe tanti stilemi e gli infila in una stampante facendone uscire un quadro della pop art degli anni novanta dove non mancano inoltre tematiche preminenti come il doppio, la paura della deformità, l'amore per l'oscurità, la bella e la bestia, il carattere irreversibile di un'azione malvagia: suggestioni classiche interpretate attraverso uno stile visivo peculiare senza disdegnare la violenza grafica e tocchi di umorismo nero

Tulsa King- Season 1


Titolo: Tulsa King- Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 9
Giudizio: 3/5

Dwight “The General” Manfredi è un mafioso di New York che, dopo 25 anni di reclusione, esce di prigione, ma viene esiliato dal suo boss. Inizia a gestire un negozio a Tulsa, la seconda città più grande dell’Oklahoma. Manfredi crea la sua banda.
 
E' vero non stiamo parlando di un capolavoro o di una serie che rimarrà nella storia ma Tulsa ha due pregi: scorre divinamente ed è scritta bene oltre che interpretata.
Un crime drama, una mafia movie, che cerca di uscire dalle convenzioni solite unendo dramma, ironia, azione, sotto trame ben articolate e la storia di un mafioso old school dalla battuta sempre pronta e in grado di non farsi mai cogliere impreparato catapultato in una realtà a lui avulsa che lo vede come un pesce fuor d'acqua.
Da qui il lavoro di un team che fa la differenza e parliamo di Taylor Sheridan e Terence Winter, sceneggiatore e showrunner che sanno sviluppare la narrazione bilanciandola sempre e passando da un estremo all'altro con assoluta leggerezza. Da notare come in tutta la serie ci siano pochissimi morti e il sangue quasi non si vede, mentre invece vedrete molta più gente fumare erba legalizzata, entrare nei conti correnti di famiglie criminali e svuotarli e infine con l'arrivo di Dwight l’insinuarsi della corruzione in una cittadina apparentemente onesta. Grazie ad una crew di loser dall'eccentrico autista afroamericano Tyson, al ruvido barista Garret Hedlund, dallo strafumato venditore di marijuana Bodhi e alla tormentata poliziotta Stacy, la quale sviluppa un debole per i gangster, nonchè un barista ex veterano di guerra con cui entrerà in affari, la storia mette insieme diversi elementi spalmandoli in nove episodi che viaggiano con un ritmo notevole espandendo il racconto e i confini anche nei territori della sua famiglia criminale, guidata dal padrino Pete Invernizzi e dal figlio Chickie, e infine la famiglia vera, da cui Dwight si è separato accettando di scontare venticinque anni di carcere per coprire il suo boss.


giovedì 2 marzo 2023

Notte violenta e silenziosa


Titolo: Notte violenta e silenziosa
Regia: Tommy Wirkola
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dopo diversi secoli di lavoro, Santa Clause è disamorato del Natale. L'ormai noiosa notte della vigilia prende per lui una piega inattesa quando in una villa, dove deve lasciare il regalo per la piccola Trudi, trova la bambina presa in ostaggio da una banda di criminali senza scrupoli. Li capeggia un uomo che come nome in codice si è scelto Uncle Scrooge - e ha ovviamente un pessimo rapporto con il Natale. Santa, accidentalmente coinvolto in una colluttazione, finisce abbandonato nella villa dalle proprie renne. Quando ascolta però la voce di Trudi tramite un walkie talkie, capisce che è il momento di riportare un po' di spirito natalizio nella casa, con le cattive maniere del suo passato da guerriero vichingo.
 
Come pacchi natalizi Wirkola si presenta ancora una volta sull'uscio con la sua ultima opera di cui già dalle premesse e ancor più facile rispetto ai suoi film precedenti capire la struttura e dove voglia andare a parare. Un goffo e alcolizzato Santa Clause che non c'è la fa più, ma come una sorta di demiurgo deve come ogni anno portare a termine lo stesso compito. E lo fa nel modo più sboccato (in tutti i termini) possibile senza farsi mancare nulla in termini di schifo.
Fin qui c'eravamo e abbiamo anche già visto fare di molto meglio e devo dire anche che questa è la parte addirittura migliore del film, il primo atto, quando ancora Santa non ha raggiunto la casa in cui dovrà scontrarsi con una banda di criminali.Wirkola è simpatico e sembra mettercela tutta anche se per ora il suo unico film più riuscito rimane TRIP contando che DEAD SNOW nonostante qualche premessa fosse un film davvero di poco conto.
Diciamo che qui se non ci fosse stato David Harbour il film sarebbe stato un fiasco totale contando che il resto del cast aggiunge poco e Leguizamo risulta fin troppo istrionico. MAMMA HO PERSO L'AEREO meet DIE HARD-TRAPPOLA DI CRISTALLO vengono in parte rimaneggiati ma in fondo l'elemento davvero che mi ha fatto slittare il film e salvarlo da un triste lieto fine è quello di aver dato voce e descrizione nonchè aver inventato in alcuni punti di sana pianta le origini precristiane del Natale, legate al solstizio d'inverno, e dello stesso Santa Claus con l’escamotage “vichingo” di una bestia assetata di sangue con la sua mazza speciale per punire i nemici e le tradizioni germaniche legate addirittura a Odino.

lunedì 20 febbraio 2023

A wounded fawn


Titolo: A wounded fawn
Regia: Travis Stevens
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo essere riuscita finalmente a chiudere una relazione violenta che le ha lasciato segni psicologici e fisici, Meredith è pronta a rimettersi in gioco e per questo accetta di passare un weekend con Bruce, una persona a cui è arrivata tramite alcuni amici comuni. All'inizio tutto sembra andare per il verso giusto e lui si dimostra carino, affettuoso, divertente. In realtà è un serial killer.
Girato appositamente in 16 mm per dare risalto alla pellicola, ai colori, ad una fotografia calda e una messa in scena di luci ed ombre magnifica che soprattutto nel secondo atto attraverso il bosco renderà tutti gli omaggi possibili al cinema horror anni'70-80.

Stevens alla sua terza regia non sbaglia ma anzi centra un altro importante obbiettivo con un horror sulla violenza sulle donne, un revenge movie che chiamerà in ballo la tragedia greca, le Erinni che tornano, tanta arte, Rami, Bava, Argento e molto altro ancora. Un film che parte soprattutto come un thriller, un "giallo all'italiana degli anni d'oro" per poi trasformarsi e diventare onirico oltre che un bagno di sangue dove Bruce finirà in una discesa all'inferno passando per i suoi demoni personali dove si affacciano gufi enormi e i cadaveri delle donne uccise.
A wounded fawn è un film assurdo, complesso e dinamico, dove succede di tutto e l'azione prende il sopravvento pur senza mai inglobare a se la storia o senza prendersi i suoi momenti per ragionare e sparare tutto lo scindibile in materia drammatica. Grazie anche ad un cast che riesce a dimostrarsi all'altezza, ci troviamo di fronte ad una delle più belle sorprese della Shudder in questo 2022.

sabato 28 gennaio 2023

Mad Heidi


Titolo: Mad Heidi
Regia: Johannes Hartmann, Sandro Klopfstein
Anno: 2022
Paese: Svizzera
Giudizio: 3/5

In un futuro distopico la neutrale Svizzera è passata sotto la dittatura neonazista del Presidente Meili. Il Formaggio Meili è l’unico cibo ammesso a livello nazionale, mentre gli intolleranti al lattosio sono considerati nemici dello stato, con tanto di numero verde per le segnalazioni anonime alla polizia politica.Il fidanzato di Heidi, Goat Peter è un ribelle impegnato proprio nel traffico di cibi proibiti. Viene così catturato e giustiziato proprio sotto gli occhi di Heidi, a sua volta arrestata e condotta in un centro carcerario progettato per la rieducazione delle ragazze sovversive.
Qui Heidi affronta stoicamente le torture, scopre il proprio lato più sanguinario e progetta di coinvolgere le sue compagne di detenzione in un progetto di definitiva rivolta alla dittatura di Meili.

Mad Heidi ha il pregio di divertire, di essere splatter, ironico, gore. Un retro Grinhouse, un b movie, un exploitation low budget (anzi Swissploitation) senza soluzione di continuità dove tutto viene buttato nel calderone senza farsi mancare davvero nulla. Un allegoria parodistica sui regimi, sulla fragilità dei più cattivi, sulla detenzione, sugli intolleranti al lattosio ad essere visti come persone indesiderate, sul ragazzo di colore spacciatore di formaggio e su molto altro ancora.
Sparatorie, combattimenti nell'arena dove energumeni con armature di toro e donne dopate se le danno di santa ragione, monache e sacerdotesse mezze ninja che insegnano a Heidi l'arte della guerra e infine un nonno "partigiano" che rivendica ciò che il regime gli ha tolto. Un'opera che sinceramente sono davvero contento che sia riuscita a trovare vita con un crowfunding di tre milioni di euro e un'amore e una passione per gli effetti speciali e per la cura dei dettagli che sinceramente l'opera si merita così come il talento della coppia di registi che speriamo di rivedere all'opera quanto prima.


A Bluebird in my heart


Titolo: A Bluebird in my heart
Regia: Jérémie Guez
Anno: 2018
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Danny è un carcerato che ottiene di scontare gli arresti domiciliari, con tanto di cavigliera elettronica, in un motel. Convince la proprietaria Laurence che sono necessari alcuni lavori, per lo più idraulici, e si offre di farli in cambio dell'alloggio gratuito. Inoltre si trova presto un altro lavoro, presso un ristorante cinese, gestito però da una donna vagamente mediorientale, Nadia, che lo prende come lavapiatti in una cucina dove la lavastoviglie è guasta.
 
Il polar di Guez è un film che vorrebbe essere una critica sociale sul reinserimento di un detenuto e allo stesso tempo promuoverlo come anti eroe in difesa dei più deboli. In parte un revenge movie, il film pur sfruttando i classici clichè riesce se non altro a non essere mai scontato, le scene in cui Danny aggiusta la lavastoviglie o lavora come lavapiatti sono tra le migliori assieme ad alcuni dialoghi con Clara come ad esempio quando la raccoglie dopo lo stupro a dispetto di quando invece Danny arrivi a usare la forza o la violenza. Refn e Besson i più citati per un film in fondo onesto che racconta la sua storia mettendo già in evidenza come la redenzione del protagonista sia una scommessa disperata.

Hanging Sun-Sole di mezzanotte


Titolo: Hanging Sun-Sole di mezzanotte
Regia: Francesco Carrozzini
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

John ha deciso che non ucciderà più, contro il volere del padre e del fratello Michael. Ha lasciato la casa paterna ed è fuggito nel nord della Norvegia, ai confini del mondo. Ma il padre lo vuole indietro, e manda Michael a cercarlo affinché lo riporti da lui. Il paesino dove John si è rifugiato è una comunità fortemente religiosa guidata da un pastore convinto che "la paura ci protegge dal male che portiamo dentro". Ma la figlia del pastore, Lea, e suo figlio Caleb il Male l'hanno già in casa, nella persona del marito e padre Aaron. John si imbatterà in loro e non riuscirà più a mantenere quel distacco dal mondo che si era augurato.
 
Hanging Sun è una co produzione di quelle da far accapponare la pelle se non altro per il rischio di rovinare malamente tutta l'operazione mischiando protagonista italiano e regista alle prime armi con un cast inglese di tutto rispetto. Un noir tenebroso in una terra difficile che non fa sconti e mostra una comunità criminale dove è semplicemente impossibile prenderne le distanze. Il figliol prodigo, il sacrificio, la redenzione e infine la vendetta. Come dramma tragico gli elementi ci sono tutti, alcuni personaggi riescono a misurarsi in ruoli già abbondantemente visti come Peter Mullan, Sam Spruel e Charles Dance e Borghi come protagonista riesce a dare un valido contributo senza sfigurare mai di fronte ad alcuni outsider come i sopra citati. Un film con una trama risibile, vista ormai in tutte le salse, senza quella voglia di scavare più a fondo per cercare di trasmettere quella sensazione che forse ci mancava.
Un film continuamente dettato dalla forza d'animo e fragilità di John che deve prendere una decisione volendo abbandonare il destino criminale e cercare di rifarsi una vita in un contesto apparentemente normale.

martedì 20 dicembre 2022

Mio nome è vendetta


Titolo: Mio nome è vendetta
Regia: Cosimo Gomez
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Santo è il padre di Sofia, ragazza tenace che gioca a hockey in quel di Bolzano. Santo però è di origini calabresi e ama delle montagne soprattutto il silenzio, è infatti un uomo taciturno che nasconde più di qualcosa sul suo passato. Non ama farsi fotografare, ma la figlia scatta un'immagine di lui ben riconoscibile di nascosto e la posta sui social, senza immaginarne le conseguenze. Una cosca della 'ndrangheta è infatti sulle sue tracce dopo decenni dalla sua sparizione. Tanto da avvalersi di un esperto di informatica, che velocemente individua la foto e porta la cosca a scatenare una terribile rappresaglia contro Santo e la sua famiglia.
 
Gomez purtroppo non è uno dei nomi di spicco del cinema di genere nostrano. Le sue opere sono sempre ridondanti ed eccessivamente patinate mostrando tutto l'opposto di come potrebbe essere la realtà. Questo film ne è la palese evidenza, una via di mezzo pasticciata e ahimè pacchiana tra V PER VENDETTA, HANNA e LEON. Il risultato è un disastro, l'ennesimo revenge movie dove un ex ndranghetista cerca di rifarsi una vita nascondendo il suo passato da assassino professionista e quando vengono a cercarlo uccidendo moglie e cognato scambiandolo per lui parte in una lotta contro i suoi aguzzini dove nel mentre pur essendo ferito a morte cerca di insegnare alla figlia ad essere anche lei una final girls con tecniche di combattimento e uso dell'arma.
Se escludiamo la parte più emblematica nel suo wtf finale che è l'attacco di Santo contro la dimora dei nemici, aggirando telecamere e agendo in segreto come Splinter Cell abbattendo guardie come fossero birilli, il climax che chiude il film è qualcosa di senza senso dove Sofia stanando l'ultimo della casata con un numero che nemmeno NIKITA pensava di poter realizzare ( e Sofia è un'adolescente) tocchiamo veramente il fondo per spregiudicatezza e totale assenza di realisticità e senso del dove andare a parare.
Peccato perchè Gassman rende perlomeno fragile e cazzuto un personaggio davvero difficile da caratterizzare visti gli stereotipi in cui è rinchiuso.