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lunedì 11 marzo 2019

Punisher- Stagione 2


Titolo: Punisher- Stagione 2
Regia: AA,VV
Anno: 2019
Paese: Usa
Serie: 2
Episodi: 13
Giudizio: 3/5

La seconda stagione di The Punisher racconterà del conflitto tra il sempre poco incline al dialogo Frank e il suo ex migliore amico Billy Russo. Russo indosserà la maschera che lo ha reso Jigsaw per coprire il suo volto, sfigurato dallo stesso Punitore al termine della prima stagione. Uno scontro tra due personalità fortemente borderline, entrambe disposte a perseguire i propri scopi senza indugiare granché nella clemenza: l’antieroe Frank nella sua battaglia ultra-violenta alla criminalità di qualunque genere e tipo, Jigsaw (da noi conosciuto anche come Mosaico) nei suoi propositi di vendetta proprio contro Castle.

Il sequel della prima serie tv targata Netflix dell'anti eroe stelle e strisce americano, probabilmente deve aver imparato dalla prima gli errori commessi è così riesce laddove quasi ogni speranza era andata persa.
Prima di tutto gli sceneggiatori hanno avuto una bella pensata. Aggiungere un villain.
In secondo luogo hanno fatto uscire completamente fuori di testa il vilain della prima stagione.
Il risultato è quello per cui abbiamo Castle che deve difendere una ragazza da una setta, una sorta di predicatore con un passato agguerrito e tantissima azione e sparatorie.
Non era difficile ma alla fine ci sono riusciti. Castle è un personaggio fisico, farlo parlare troppo mettendolo al centro di una "disputa" femminile in ospedale non segue la realtà dei fatti.
Al di là dell'azione, la stagione a livello di tematiche affrontate affonda maggiormente la lama su diversi intrecci narrativi e rapporti tra i personaggi senza riuscire però ad avere una psicologia dietro questi, così elementare e stereotipata da renderla volgarmente stupida.
Se The Punisher porta sul piccolo schermo personaggi femminili indipendenti, allo stesso tempo rinforza la dicotomia donna-intelligente e uomo-bruto. Tutti i personaggi maschili della serie reagiscono per istinto o morale, sparando, distruggendo cose o urlando, mentre gran parte delle azioni femminili prendono vita attraverso conversazioni e meditazioni su quanto avvenuto.
Le donne sono subdole, mentre gli uomini prendono la situazione in mano e l'affrontano senza fermarsi a riflettere. Tutto troppo deprimente e tagliato con l'accetta.

venerdì 12 ottobre 2018

Venom(2018)


Titolo: Venom(2018)
Regia: Ruben Fleischer
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nel laboratorio dell'ambigua Life Foundation, Carlton Drake, leader senza scrupoli, tenta di innestare il simbionte che ha riportato da una missione spaziale dentro un organismo umano. Le cavie però muoiono una dopo l'altra. Il giornalista d'inchiesta Eddie Brock, che a causa del suo ultimo incontro con Drake ha perso il lavoro e la fidanzata, non può stare a guardare e s'intrufola nel laboratorio. Ma è proprio in Eddie che il parassita alieno Venom troverà l'ospite perfettamente compatibile di cui andava in cerca. Inizialmente spaventato, Eddie progressivamente impara a convivere con Venom e a formare con lui un unico individuo.

Sono pochi i film Marvel insufficienti.
Prodotti di intrattenimento studiati a tavolino e spesso fatti più che bene per soddisfare il palato degli amanti dei comics e come sottolinea l'industria Disney e poi Marvel, l'unico scopo è intrattenere e fare più soldi possibili dunque va eviscerato da un certo concetto di cinema.
Questo Venom già dall'inizio non mi convinceva e la cosa già mi infastidiva dal momento che ho sempre trovato Venom come Carnage, nemici super cool.
Un prodotto invece fatto super fast, con un cast che non voleva saperne di stare l'uno vicino all'altra e una componente nonchè uno dei più grossi limiti: l'assenza di un villain decente o meglio di un antagonista, se non pensiamo al buon Riz Ahmed qui in un ruolo davvero infarcito di cose già viste.
E'difficile parlare di un simbiota cattivo e pazzo per natura che qui cambia gli intenti arrivando a voler salvare il genere umano perchè ci si affeziona.
Sono tanti gli elementi wtf nel film dai dialoghi scritti da ubriachi in un pub, alcune scene soprattutto quelle di coppia ai limiti del sopportabile, Hardy che probabilmente vista la prova sopra le righe ho paura che sia tornato a fumarsi le bottigliette e meno che mai la totale assenza di sangue per una creatura che divora letteralmente le sue vittime.
Un film dove la narrazione si perde ancor prima di trovarsi con un intro che forse era l'unica cosa decente, anche qui ai limiti del già visto, e poi alcuni combattimenti dove esiste solo la c.g e non si capisce assolutamente niente di quello che succede con corpi liquidi che sembrano fondersi l'uno con l'altro in un sotto messaggio quasi omosessuale come in una guerra tra sessi dei simbioti e dei parassiti. Un film poi lungo dove il ritmo bizzarro e ingestibile non riesce mai ad appassionare fino in fondo perchè staccato da una struttura che come dicevo fin dall'inizio non convince e non riesce a far sì che lo spettatore riesca ad appassionarsi alla vicenda.
Come per altri flop della Marvel il tentativo di unire humor e dramma è risultato così becero e disfunzionale da lasciar basiti in alcune scene più delle facce da wtf di Hardy.
Tremendi poi gli altri aborti che si vedono nel film che cambiano di corpo in corpo passando dall'ALIENO per arrivare a squallidi finali e come in questo caso temo ma sono quasi sicuro che avverrà un sequel che proprio non ci voleva.
Qui il body horror non fa nemmeno capolino e perfino la scena post credits fa cagare

giovedì 30 agosto 2018

Ant Man and the Wasp



Titolo: Ant Man ant the Wasp
Regia: Peyton Reed
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

In seguito agli eventi di Captain America: Civil War, Scott Lang è agli arresti domiciliari. La richiesta di aiuto del professor Hank Pym e della figlia Hope però lo obbligano a trovare uno stratagemma per eludere la polizia e tornare in azione.
Ogni volta che la faccenda si fa troppo imponente e si decidono le sorti del mondo, la Marvel ha bisogno del suo minimaxieroe più divertente per alleggerire l'atmosfera.

Che cosa ci si doveva aspettare dal sequel del riuscito Ant-Man?
Risate, nuovi antagonisti (ancora più sorprendenti del deboluccio calabrone), oppure una trama diciamo un po meno quantica?
Eh sì perchè il film diretto da Peyton Reed amante della commedia, fa molta fatica a decollare e quando ci riesce il risultato non è poi granchè.
Troppo dramma familiare, troppo humor scientifico che non fa ridere, pochi combattimenti e poi manca un vero nemico contando che la ragazzina che soffre di una sorta di "schizofrenia molecolare" che la fa diventare una sorta di fantasma vivente.
Insomma un film fatto un po troppo alla svelta con alcune idee carine, un contenuto extra, come sempre dopo i titoli di coda, abbastanza prevedibile, attori in parte, Wasp che tra le eroine probabilmente se la gioca tra le più affascinanti, ma tutto questo non basta.
Ant Man ant the Wasp non riesce ad emergere come il precedente, forse anche coadiuvato da una certa new entry nel panorama dei supereroi troppo forti, mentre questo è ironico e sa tanto dell'anti eroe come Deadpool e compagnia varia. Davvero non si capisce cosa sia andato storto.

giovedì 7 giugno 2018

Deadpool 2



Titolo: Deadpool 2
Regia: David Leitch
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Il mercenario malato di cancro e trasformato in un essere pressoché immortale, capace di rigenerarsi da ogni ferita, si gode finalmente la vita insieme alla compagna Vanessa. Ma ad accettare irresponsabilmente, com'è nel suo stile, missioni da sicario in giro per tutto il mondo si finisce per farsi dei nemici e arriva presto per Deadpool il momento di pagare il conto. Una batosta tale da ritrovarsi a casa degli X-Men, con Colosso che ancora una volta gli dà la possibilità di essere un eroe e lo porta con sé in una missione per calmare un giovanissimo e potente mutante. Prevedibilmente le cose non vanno a finir bene e Deadpool si ritrova nei guai insieme al ragazzino a cui però si sta affezionando tanto che, quando dal futuro giungerà un letale guerriero deciso a ucciderlo, il loquace ex mercenario farà tutto il possibile per proteggere il giovane.

Deadpool non è uno dei miei super eroi preferiti.
Il perchè è uno. Ryan Reynolds. Nonostante sia bruciacchiato e mascherato proprio non riesco a sopportarlo. Preferisco anche se appartiene all'universo Dc il cattivissimo e meglio caratterizzato Lobo con cui Deadpool potrebbe avere alcune affinità.
Per rimanere in casa Marvel invece rimane colui che il mercenario prende in giro all'inizio del film con la statuetta e la morte tragica dell'eroe.
Togliendo solo per un attimo l'antipatia forte verso questa specie di fantoccio mediatico che prova a fare l'attore rendendosi ancor più ridicolo, Ryan Reynolds, devo ammettere che questo secondo disastroso capitolo è davvero qualcosa di notevole per quanto riguarda l'esagerazione, la potenza dei mezzi impiegati, il cast e l'ironia ancora più blasfema e grottesca rispetto al primo capitolo.
Si ride, ci si diverte, non si prende nulla sul serio, compaiono pure bambini super cattivi e "malvagi", personaggi di supporto che funzionano benissimo anche se fanno poco più che delle comparsate e parlo di Fenomeno oppure gli X-Men coinvolti o la squadra della X-Force con alcune trovate che fanno davvero ben sperare sul futuro di un possibile sequel.
A differenza però rispetto ad altri film Marvel che hanno provato la soluzione ironica senza riuscirci e non sono pochi qui invece l'autoparodia funziona rispetto agli azzardi demenziali ad esempio di un Thor-Ragnarok davvero brutto e penoso.
Per finire il personaggio di Cable riesce a dare ancora più spessore alla storia cambiando gli schemi temporali e aggiungendo dubbi e perplessità vista tutta la storia ormai quasi un romanzo da seguire del complesso universo dei Marvel Studious, resa anche così appetibile grazie alla mimica facciale di Josh Brolin/Thanos. Se ci sarà qualche collegamento staremo a vedere, questo non mi va di spoilerarlo.
Infine sulla sceneggiatura non mi sento di dover fare la lezioncina. E' un puro divertissement dove seppur vero che la trama è deboluccia (il fattore bambini con super poteri abusati nelle comunità diventa un pretesto che a lungo andare stanca...) il film in sè non ha questo particolare compito di dover raccontare chissà cosa. Intrattiene facendolo bene e regalando due ore di divertimento e colpi bassi.

martedì 1 maggio 2018

Avengers-Infinity Wars


Titolo: Avengers-Infinity Wars
Regia: Russo
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dalla nascita dell'universo, sei gemme elementari rappresentano i vari aspetti fondamentali del cosmo e chi le possedesse tutte raggiungerebbe l'onnipotenza. È questo l'obiettivo di Thanos, il titano pazzo che ritiene se stesso come un correttivo alla sovrappopolazione universale e pensa di essere una misura necessaria e giusta, persino benevola, mentre agli altri il suo operato appare, correttamente, come una serie di genocidi. Gli Avengers e i Guardiani della Galassia dovranno cercare di fermarlo, ma come se non bastasse la sua inarrestabile potenza ci sono dalla sua armate aliene e quattro letali "figli", ognuno deciso a consegnargli le gemme dell'infinito.

Ci siamo. Ne manca solo più uno. Tra un anno sapremo come andrà a finire.
E da qui a un anno i fan cominceranno a elucubrare possibili scenari di come gli Avengers rimasti cercheranno di capire come combattere il peggior nemico di sempre ( e per fortuna, per la prima volta anche il più interessante).
Infinity Wars è davvero epico. Forse troppo. La più grande produzione di sempre superando Jackson e Lucas e tutti gli altri, stabilendo un primato in termini di record di budget e tutto il resto. C'è anche da dire che in questo film convergono proprio tutti i super eroi pur non essendo un film propriamente sugli Avengers ma su Thanos.
Già solo il fatto che a differenza degli altri film Marvel qui per godersi la scena post-credit bisogna davvero aspettare di veder sfilare tutti i titoli di coda che sembrano quasi antologici per tutto l'esercito di gente a cui questo film ha dato un lavoro mi è sembrato un buon prezzo da pagare e infatti la scena finale lo è.
Immenso con tante piccole fragilità e incrinature che di certo non ne fanno un capolavoro (difficilmente un film Marvel potrebbe mai essere un capolavoro...) ma di certo deraglia da quanto mai messo in scena prima così come deragliano gli universi e i pianeti in questo film davvero tanti cercando realmente di dare l'impressione di qualcosa di cosmico ed elevato.
I fratelli Russo hanno davvero preso in mano un progetto rivoluzionandolo a dovere e siglando di fatto il vero trauma infantile di una intera generazione dopo aver già dato prova con l'ottimo CIVIL WAR di saper trattare l'argomento inserendo più personaggi e creando delle linee narrative e delle sotto trame coinvolgenti.
Un film che seppur con alcuni piccoli rallentamenti riesce davvero a dare voce e momenti di gloria a quasi 20 super eroi. Un primato che sembrava impossibile da raggiungere.
A differenza degli altri due capitoli precedenti (che non possono proprio reggere il confronto) qui capita veramente la fine, siamo davvero di fronte all'apocalisse dei cinecomics.
Un film così smisurato da non poter essere esente da imperfezioni (ma chiunque non avrebbe potuto fare di meglio) perciò certo alcune battute, per quanto divertenti sembrano proprio inserite alle volte per allentare la tensione, alcuni momenti come quando Hulk prova paura per Thanos e non si trasforma più magari non vengono colti subito e diciamo infine che proprio i dialoghi e l'ironia a volte sembrano gli elementi più forzati oltre una trascinata storia d'amore tra Visione e Scarlet.
Per tutto il resto, credo che tutti coloro che odino profondamente l'universo MCU debbano solo fare voto di silenzio, farsi da parte, capire che parliamo di un giocattolone forse mai così colossale, e che in un cinema sempre più industria dove dominano Netflix e Amazon, la Disney (che di certo non amo) e l'universo MCU che si è comprata, sono davvero i mali minori e soprattutto fanno una cosa che Netflix e Amazon non fanno: portano di fatto la gente al cinema e di questi tempi è sempre più importante.



martedì 27 febbraio 2018

Black Panther



Titolo: Black Panther
Regia: Ryan Coogler
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il Wakanda, nazione dell'Africa centro-Orientale, si nasconde agli occhi del mondo. In apparenza Paese povero di risorse e speranze, nei fatti il più tecnologicamente avanzato del mondo, grazie alla presenza del vibranio, minerale alieno dalle inimmaginabili potenzialità. Quando T'challa sale sul trono, divenendo così la nuova Pantera Nera che protegge il proprio popolo, intende preservare la tradizione, ma un ritorno inatteso a Wakanda lo obbligherà a rivedere i propri piani.

Black Panther è l'ultimo film della Marvel/Disney.
Black Panther è soprattutto l'ultimo film della Marvel dove viene sdoganato il primo super eroe di colore dopo la comparsata in Captain America-Civil War.
Siamo agli sgoccioli prima del giro di boa con l'ultimo Avengers-Infinity Wars e prima di una nuova tornata di film sui super eroi con nuovi giovani attori protagonisti che vestiranno i panni dei celebri paladini della giustizia per quella che viene definita la fase 4.
Così hanno messo un regista di colore peraltro abbastanza bravo che scrivesse anche la sceneggiatura e che di fatto si appassionasse al progetto.
Il risultato è il solito film di super eroi per fortuna migliore di alcuni ultimi prodotti come l'ultimo Thor-Ragnarok, Wonder Woman o le saghe sui vari eroi di Defenders-Season 1 eccetto il diavolo di Hell's Kitchen
Tantissima azione, un regno rimasto in ombra che ora vuole svelarsi al mondo con un chiaro messaggio alle Nazioni Unite (ester eggs da cui ci si aspettava qualcosa in più), una lotta tribale con tutti i passaggi dovuti e voluti e infine una delle cose più belle del film la colonna sonora del Rapper (con la R maiuscola) Kendrick Lamar.
Per essere uno dei film più lunghi della Marvel la trama è didascalica come poche senza la benchè minima traccia di colpi di scena e l'ironia che ha deciso di mettersi da parte per addominali e corpi granitici che sembrano far sfigurare tutto il resto della crew di eroi per non parlare dei dialoghi inverosimili tagliati con l'accetta.
Un film gradevole che si lascia vedere senza nessun messaggio di fatto e senza nemmeno voler cercare di esaminare qualche sentiero pericoloso a parte i viaggi metafisici sotto la sabbia.
Lascia tutto alla prevedibilità (l'amore compare solo alla fine ma è l'anima del film) il sacrificio dell'eroe è classico come da manuale e Chadwick Bosema continua a recitare con i labbroni.
C'è uno strano messaggio che guida il film e che mi ha fatto riflettere e che forse non ho capito...
L'Africa oltre ad essere la culla della civiltà è il paese più ricco del mondo (così viene spiegato all'inizio del film nella scena d'animazione). Gli africani quindi si divisero tutte le ricchezze del continente unendo le forze a parte una tribù che ha preferito farsi i fatti suoi. Da qui Wakanda è diventato il paese più ricco e tecnologico del mondo grazie al Vibranio e vive nascosto dal resto del mondo. Sembra Avatar solo che se il secondo era molto più fantastico scegliendo un mondo immaginario ben più radicato cercando di sposare una strana politica ambientale ed ecologista.
Qui il messaggio potrebbe suonare non proprio così sensibile. Sembra che alcuni neri ricchi abbiano deciso di vivere una vita privilegiata in una zona dell'Africa remota e inaccessibile senza voler avere a che fare con il resto del mondo e soprattutto senza pensare ai loro fratelli neri poveri.
I Wakandiani presi così sembrerebbero degli aristocratici razzisti che non vogliono aver niente a che fare con il resto delle tribù....

sabato 18 novembre 2017

Thor-Ragnarok

Titolo: Thor-Ragnarok
Regia: Taika Waititi
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il ritorno di Thor ad Asgard si fa amaro quando scopre che Loki si è sostituito al padre Odino sul trono, spedendo quest'ultimo in un ospizio terrestre. Ma il peggio deve ancora arrivare: Hela, sorella maggiore e dea della morte, sta per uscire dalla sua prigione e vuole vendicarsi su Asgard.
Il percorso di avvicinamento alle Infinity Wars, destinate a riunire e forse cambiare per sempre l'universo cinematografico Marvel (MCU), sembra interminabile e passa da episodi intermedi che, inevitabilmente, godono di un interesse limitato.

E alla fine siamo arrivati al terzo capitolo di Thor, uno dei miei super eroi preferiti.
Ed è con immenso dispiacere che arrivo alla terza e ultima bocciatura.
Tre film, tre insuccessi.
Tuttavia per quest'ultimo fracassone omaggio agli anni '80 ( e ora basta, già STRANGER THINGS è diventata la serie bella che piace a tutti senza un minimo di idee originali) ma qui al timone c'era un regista che mi garbava assai, grande amante dell'umorismo (elemento che ha decretato la morte di questo ultimo capitolo). Prima di tutto non ho la risata facile e infatti non ho mai riso per tutto il film, ma Waititi è quello di WHAT WE DO INTHE SHADOWS e HUNT FOR THE WINDERPEOPLE due film che mi avevano affascinato per tanti motivi bizzarri e diversi che facevano davvero ridere ma per gli elementi squisitamente intellettuali, qui invece sembra valere la regola "lo scemo ride sempre" e aggiungerei per tutto il film.
Qui la politica d'autore di Waititi, che si ritaglia e interpreta anche quattro personaggi dentro il film, non riesce ad emergere appieno. O meglio, una grossa parte del pubblico riderà sguaiatamente e proclamerà la vittoria del film. Secondo me è un ibrido pieno e ricolmo di elementi kitsch a non finire (che ottengono spesso e volentieri l'effetto contrario).
Ma qui c'è il Ragnarok che per chi non avesse studiato nulla di mitologia nordica è il top delle battaglia divine. Quella a cui noi assistiamo è l'ennesima tamarrata, tutta giocata nel finale, con esplosioni, palazzi che si distruggono, martelli che si spezzano,
demoni del fuoco potentissimi che vengono imprigionati e presi per i fondelli da eroi che gli volano attorno (il demone di cui si parla andatevi a vedere chi è realmente), Valchirie patinate come non mai in quadri estetici che dovrebbero essere significative ma che invece sono solo effetti noiosi per una fotografia che non sapeva più cosa inventarsi (e allora il taglio alla Zack Snyder mi porta a dare testate forti al muro). Parliamo poi di lui. Chris Hemsworth è un attoruncolo incapace che vive di muscoli e di risate fasulle e che ha dimostrato la sua politica armandosi in remake orrendi, assurdi e iper reazionari come RED DAWN, inneggiando la bandiera yankee, remake dell'insulso film del'84. Hulk manco a chiamarlo in causa fa una brutta figura contando che mai e poi mai può e deve essere un personaggio comico (ma quando hai un mostro di bravura come Mark Ruffalo, se non sai dirigerlo bene, lui fa ciò che vuole)
Loki rimane per me un mistero per come quest'attore sia stato esageratamente pompato dai media, critica e pubblico.
Il migliore, la palma d'oro, se la becca Jeff Goldblum, assieme alla bellissima Cate Blanchett, in un ruolo perfetto e inquietante, dove sembra per un attimo, anche se ci riesce molto meglio, a creare quel mistero tra bene e malvagità totale come succedeva per Ego nei GUARDIANI DELLA GALASSIA 2.
E siamo infine al diciassettesimo film del Marvel Cinematic Universe.

Ora si sta arrivando verso l'Apocalisse di AVENGERS:INFINITY WARS

domenica 10 settembre 2017

Defenders-Season 1

Titolo: Defenders
Regia: AA,VV
Anno: 2017
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 2/5

Il ninja cieco Daredevil, la detective strafottente Jessica Jones, l'ex detenuto a prova di proiettile Luke Cage e il miliardario esperto di Kung Fu Iron Fist, quattro eroi tanto singolari quanto solitari, sono costretti a mettere da parte i problemi personali per allearsi contro la Mano, un'organizzazione criminale guidata da una figura enigmatica che si fa chiamare Alexandra, la quale minaccia di distruggere New York City, scoprendo di essere ancora più forti quando fanno squadra.

Non era facile fare qualcosa di così brutto. Alla fine DEFENDERS che dalla sua aveva tutti gli elementi, il budget e in parte il cast, ha fatto proprio quello che non doveva fare, diventando l'ennesima serie lenta, noiosa e inconcludente che anzichè svilupparsi e crescere, diminuisce mano a mano che prosegue nella narrazione diventando alla fine l'apoteosi del non sense ponendo Iron First come protagonista a cui tutti devono inchinarsi se vogliono salvare il mondo ognuno inseguendo il suo destino. Praticamente i primi episodi servono solo a far capire che Randal sarà l'obbiettivo di tutti i nemici e solo lui, dentro di sè, ma deve ancora scoprirlo, ha l'arma per abbattere il male.
Tutte le strade portano alla Mano, e la minaccia è costituita da un’organizzazione guidata dalla misteriosa Alexandra che a sua volta resuscita Elektra che al mercato mio padre comprò.
Ora l'idea di metterli tutti assieme poteva rivelarsi un'occasione spettacolare per dare vita e azione ma sembra invece che l'intento sia stato quello di fare un prodotto in piena regola che attingendo da vari aspetti, nessuno particolarmente interessante, sembra riproporre come uno stampino tutti gli errori visti nelle serie precedenti.
A differenza di Daredevil-Season 1 Daredevil-Season 2 dove c'erano due nemici/amici importanti e caratterizzati molto bene, qui Alexandra che comanda tutti e tutti tiene nella Mano, comincia a sbiadire dopo alcuni episodi ovviamente effetto della monotonia che non aggiunge struttura e complessità al personaggio.
I nostri protagonisti invece quasi non si possono vedere per come sono stati scritti male. I dialoghi sono sempre posticci e sembrano ripetere e sottolineare sempre le stesse cose ( e guarda caso quelle in cui dovrebbe arrivarci proprio lo spettatore) e Murdock sembra messo da parte come se a livello di follower fosse il meno interessante dei quattro.



sabato 8 luglio 2017

Spider Man-Homecoming


Titolo: Spider Man-Homecoming
Regia: Jon Watts
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Peter Parker non riesce a scrollarsi di dosso quanto sia stata incredibile la sua esperienza con gli Avengers in Captain America: Civil War, l'aver conosciuto Tony Stark e avere mantenuto con lui un rapporto speciale, tanto da avere un contatto diretto attraverso il suo assistente Happy Hogan e da aver ricevuto in dono un super-costume. Peter è così innamorato dell'idea di diventare un Avenger da lasciar scivolare in secondo piano anche la ragazza che gli fa battere il cuore, la bella Liz, per andare dietro ai criminali e mostrarsi pronto per la posizione in squadra. Le cose però non vanno come previsto, perché il suo avversario, l'Avvoltoio, una squadra ce l'ha e opera in modo organizzato e all'occorrenza spietato, motivato dalla rabbia per un grande e onesto affare che proprio gli Avengers gli hanno "sottratto".

Un nuovo uomo ragno. Una nuova saga dopo le due precedenti.
Partiamo con ordine. Homecoming, sui cui non avevo nessun tipo di aspettativa, manco a farlo apposta si è rivelato come il miglior capitolo delle saghe. I motivi sono svariati, dalla tecnica, all'impiego della c.g, la storia misurata senza troppi momenti strappalacrime (e ancora difficile dimenticare la faccia da fesso di Tobey Maguire).
La scelta poi della regia mi ha fatto pensare. Certo Raimi era stato il migliore senza dubbio ma l'ultimo regista dalla sua ha due film abbastanza anomali come il divertentissimo Cop Car e il quasi riuscito Clown. Tempi comici, tanta azione, cambi repentini di location, mega produzione, un cast semi-stellare dove si inseriscono alcuni personaggi dell'universo Marvel, senza stare a citarli tutti basta il ruolo (forse uno dei migliori) di Favreau già regista dei primi Iron Man 2.
Certo 133' sono tanti da digerire e i tempi allungati nel college e gli inseguimenti con la banda dei malviventi di Avvoltoio a volte sfiancano e annoiano non poco. Periodo d'oro per Michael Keaton risorto dalle ceneri e qui di nuovo a starnazzare come nel bellissimo film di Inarritu.
Aerei, navi, grattacieli, costruzioni antiche...stavolta Parker dovrà fare proprio i salti mortali. Un'altro degli aspetti che ho apprezzato del film concerne il bagaglio dell'eroe. Peter in questo film viene a conoscenza del suo costume e impara a sfruttarne al meglio tutti gli accessori come nella scena in cui è confinato dentro un bunker militare. Non so se ne usciranno altri e dopo la scena in cui vediamo gli Avengers prima e dopo, la scelta finale di Parker potrà far storcere il naso a chi sta attendendo Avengers-Infinity Wars e forse non ha colto il collegamento.

domenica 2 luglio 2017

Wonder Woman

Titolo: Wonder Woman
Regia: Patty Jenkins
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Diana è l'unica figlia della regina delle Amazzoni, Ippolita. Cresciuta nell'isola paradisiaca offerta al suo popolo da Zeus, sogna di diventare una grande guerriera e si fa addestrare dalla più forte delle Amazzoni, la zia Antiope. Ma la forza di Diana, e il suo potere, superano di gran lunga quelli delle compagne. Il giorno in cui un aereo militare precipita nel loro mare e la giovane, ormai adulta, salva dall'annegamento il maggiore Steve Trevor, nulla e nessuno riuscirà ad impedirle di partire con lui per il fronte, dov'è determinata a sconfiggere Ares e a porre così fine per sempre alla guerra.

John Landis ha commentato che la regina delle Amazzoni è uno dei migliori film sui supereoi.
Purtroppo non mi trovo d'accordo con uno degli outsider che ammiro di più di quell'America che tanti faticano a vedere. Wonder Woman ha un inizio interessante, mostra un'isola paradisiaca che lo spettatore farà difficoltà a dimenticare e ci mostra quanto è meravigliosa l'israeliana Gal Gadot.
Come struttura il film è abbastanza strano, dura 141', ed è un continuo muoversi da un'epoca all'altra in alcuni confusi piani spazio-temporali che verso il terzo atto appaiono ripetitivi e fuori luogo. Che cosa non funziona del film girato dalla Jenkins con le major dietro che sembrano punzecchiare la regista dall'alto come una sorta di Ares a danno di una povera amazzone indifesa?
Di sicuro tutta la parte finale. Ho trovato di pessimo gusto la scelta sui costumi e la c.g utilizzata per Ares quando avevano un attore poliedrico come David Thewlis da poter sfruttare.
Il combattimento finale è così brutto e tamarro che sembra girato da Zack Snyder sotto acido (e credo di aver detto tutto...produttore e patron dell'operazione)
La parte tra Antiope e la corsa alle armi con la piccola Diana è fantastica così come alcuni rapporti tra queste Amazzoni e il segreto che si cela dietro le origini di Diana. Si vede che dietro il film c'è comunque la mano di una donna. Jenkins ultimamente era sparita dietro film su commissione e serie tv discutibilissime dopo il MONSTER del 2003 che è servito più che altro ha dare pubblicità alla Theron. Cercare poi di coniugare Mito e guerra, con alcuni scenari che sembrano quasi improvvisati danno un senso di inutilità senza mai dare e cogliere quell'empatia che forse il film vorrebbe dare. Tutto appare confuso, si passa da una situazione all'altra a volte senza una giustificata coerenza.
Spud e altri personaggi inutili aumentano il fastidio generale (sbagliatissimo il cast sugli aiutanti di Diana) e poi stereotipie a palla e sense of humor veramente scontato e d'altri tempi.
"Wonder Woman più di tutti gli altri film rende esplicito quel legame evidente che i supereroi hanno avuto da sempre con i miti antichi: nel corso dei decenni è stato quel legame a rendere istintivo e quasi ancestrale il calore con cui il pubblico li ha accolti, ed è stato sempre quel legame ad affascinare il mondo degli intellettuali che aveva colto il nesso."

Ora si è arrivati alla frutta. Tra l'altro le Amazzoni nella leggenda non avevano il seno destro. Questa scelta che nel film ovviamente non viene mostrata aveva un preciso scopo: ovvero quello di poter dare più slancio al tiro con l'arco.

domenica 28 maggio 2017

Guardiani della galassia 2

Titolo: Guardiani della galassia 2
Regia: James Gunn
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Assoldati dai Sovereign ma poi braccati da questi per aver rubato delle preziose batterie, i guardiani della galassia si dividono in due gruppi: Rocket e Groot se la vedono con i Ravagers di Yondu, mentre Star-Lord conosce finalmente il padre, Ego, scoprendo molti segreti inaspettati sulla propria natura semi-umana.

I guardiani della galassia capitanati dal regista Gunn di cui nessuno prima del film conosceva l'esistenza (ma i fan del cinema di genere ovviamente sì) continua la sua saga che dopo questo episodio lancia almeno altri due capitoli.
Ora nel primo film, il ritmo, i colori, la regia schizzoide e la filmografia del regista ponevano le basi per qualcosa di nuovo, una branchia imperfetta che si staccava dall'universo Marvel dal canto suo molto omologato. Il risultato è stato un film anarchico molto ben costruito, furbo, modaiolo e con un linguaggio volgare e funzionale alle scorribande che imperversano tra i criminali e i ladri di tutti i pianeti.
Eppure qualcosa non torna in questo secondo capitolo. Un secondo atto noiosissimo dove la parte di Ego, che mi aspettavo la più complessa e grottesca, diventa una sorta di proboscide dove allungare e prendere tempo in dialoghi leziosi e noiosissimi e una difficoltà a creare il perfetto intreccio tra le due storie. In più l'azione per quanto non smetta di mancare è molto più statica del primo film.
Tutto è assolutamente prevedibile e Star-Lord esagera nel dare ancora più ironia al suo personaggio e allo stesso tempo farlo apparire come il leader indiscusso della squadra.
Mettiamoci poi Grot che piccolo e inutile non solo non serve ma diventa l'accessorio per un marketing perfetto dopo i Minions e tutti i giocattoli che vengono studiati ad hoc assieme ai produttori dei film e tutto il resto delle maestranze allora la piega è ancora più becera.
Alla fine i due che risultano più simpatici e come personaggi manco a farlo apposta vengono caratterizzati meglio sono proprio Yondu e Nebula, il primo con una rivelazione finale che sembra la ciliegina sulla torta del non-sense.

Almeno di una cosa siamo tutti contenti: Star-Lord cambia cassetta e playlist.

martedì 16 maggio 2017

Iron First-Season 1

Titolo: Iron First-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2017
Paese: Usa
Serie: 1
Episodi: 13
Giudizio: 2/5

Danny Rand torna dopo 15 anni a New York. Sopravvissuto a un incidente aereo nel quale ha perso i propri genitori, è stato raccolto e addestrato da un gruppo di monaci. Tra le vette dell’Himalaya, nascosto agli occhi del mondo che lo credeva morto, è diventato l’Iron Fist, colui che è chiamato a difendere K’un-Lun e a combattere la Mano. Tornato a casa riprende, dopo una confusione iniziale, le redini dell’azienda di famiglia, essendone l’azionista di maggioranza. Il suo idealismo lo mette contro il resto del consiglio, nel quale spiccano Ward e Joy Meachum.

Alla fine è proprio vero. Da grandi poteri derivano grosse responsabilità. Raimi scrisse la battuta per l'allora Spider-Man di turno legato come molti suoi predecessori e successori a lasciare il testimone ad altri analoghi ibridi. Un beniamino che purtroppo proprio per essere stato continuamente forgiato da nuovi sceneggiatori e registi nonchè attori ha perso quella sua integrità e fama che invece saghe come BATMAN hanno saputo continuare a far parlare di sè nel corso degli anni. Ora mancava l'ultimo protagonista per la prossima saga , peraltro già finita e pronta per quest'anno che riunirà tutti e quattro i beniamini ovvero DEFENDERS.
Iron First vantava delle tavole eccellenti, una storia davvero incredibile per quanto riuscisse a mischiare diversi elementi portandoli a dei livelli molto alti. Creata da Roy Thomas e Gil Kane nel 1974 sanciva già alcuni passaggi importanti e traguardi innovativi che avrebbero dato fama e reso alcuni personaggi dei veri e propri precursori. Era riuscita ancor più dei suoi compagni a inventare una storia con mondi paralleli, una galleria di personaggi incredibile e una spiritualità di fondo che prendeva spunto da tutta la filosofia orientale (peraltro amata parecchio dagli sceneggiatori Marvel). Il quarto difensore sembra tra tutti proprio quello che fa più difficoltà a suscitare empatia nello spettatore per tanti motivi. Uno dei primi può essere sicuramente il ritmo e la narrazione che già nei primi episodi è lenta senza riuscire ad avere quel fascino che ad esempio in DAREVEDIL esercitava fin da subito (le altre due serie LUKE CAGE e JESSICA JONES non le ho viste e mi rifiuto). Sembra una stagione fatta e studiata in tutta fretta solo per restituire il pezzo mancante del puzzle prima dell'esordio della miniserie che li vedrà tutti e quattro uniti contro Elektra e la Mano. Proprio i nemici risultano anomali in questa stagione. Se nei fumetti gli antagonisti di Iron First erano straordinari e cupi oltre che arrivare ognuno da un pezzo diverso di un mondo sconosciuto e diverso per dare vita ad un torneo che ricorda un mix tra MORTAL KOMBAT e altro, qui invece ci sono diatribe familiari e ritorna la noiosissima Mano come a decretare il minimo sforzo nel cercare di dare vita a un'organizzazione criminale che non venga ricordata.
Finn Jones poi come protagonista è sbagliatissimo. Un belloccio che sembra continuamente specchiarsi nel suo ego e che non ha quelle fragilità e complessità del Rand del fumetto.
Ad un certo punto Iron First tocca proprio il fondo quando continua a citare K'un-Lun senza nemmeno sforzarsi per un attimo di far vedere il lavoro interessante e maestoso creato dai veri autori. Alla fine guardando questa insignificante serie ci si rende conto di essere anni luce dalla città del cielo.



martedì 7 marzo 2017

Logan

Titolo: Logan
Regia: James Mangold
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

El Paso, 2029. Sono 25 anni che non nascono più mutanti e quelli che sono sopravvissuti sono degli emarginati, in via di estinzione. Logan/Wolverine vive facendo lo chaffeur e la sua capacità di rigenerazione non funziona più come un tempo, mentre il Professor X ha novant'anni e il controllo dei suoi poteri psichici è sempre meno sicuro. Quando una donna messicana cerca Logan per presentargli una bambina misteriosa di nome Laura, nuove attenzioni e nuovi guai cominciano a raggiungere i mutanti.

Dopo due filmacci girati senza polso e anima, Mangold trova finalmente la sua tamarrata epica, storica e piena di combattimenti davvero esaltanti.
Logan è un film d'azione pieno di inseguimenti e massacri ma allo stesso tempo è un film molto sentimentale e strappalacrime, un western intriso di nichilismo e speranze (quelle future).
Jackman finalmente si presta anima e soprattutto corpo, mostrando il suo personaggio senza veli. Logan è pazzo, alcolizzato, solo, accerchiato da persone che stanno peggio di lui e senza una missione o uno scopo nella vita che possa dargli quello che vuole più di tutto: una redenzione per tutti i compiti da esecutore che come demoni lo attanagliano continuamente.
E'davvero un film anomalo, che non a caso sembra uscire dalla formula per antonomasia della Marvel, riuscendo ad aderire più alla psicologia del fumetto. Logan poi è stato addirittura selezionato ad un festival come quello di Berlino che per i comics è una novità soprattutto contando che l'opera di Mangold tutto sembra tranne che un film di supereroi.
Un noir in fondo, un road-movie scomodo e sboccato che non riesce mai e non può trovare ironia ma a volte incontra la dolcezza anche se in piccolissimi gesti soprattutto tra padre e figlia.
Logan è così cattivo che a parte arti mozzati e artigli che spappolano visi ed entrano nei crani, è proprio votato da una disperazione e un'autodistruzione cercando per tutto il tempo di dominare gli istinti. Ed è proprio qui che il film parte in quarta mostrando la sua parte "sociale"dal momento che la bambina essendo piccola non può avere gli stessi freni del padre diventando la vera arma che tutti temono. Le scene di violenza sono viscerali, quasi uno splatter per come soprattutto la bambina massacra soldati e contractors.
Rimane infine il concetto della "fuga", del "nascondersi" come un continuum sul discorso aperto da Singer sulla natura dei mutanti e la loro difficoltà a relazionarsi con gli umani.

Nel finale infine c'è un duro braccio di ferro tra salvezza e sacrificio con un colpo di scena davvero commovente.

venerdì 13 gennaio 2017

Doctor Strange

Titolo: Doctor Strange
Regia: Scott Derrickson
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Stephen Strange è un neurochirurgo dal talento straordinario e dall'ego smisurato. Incapace di accontentarsi di salvare delle singole vite, ambisce a qualcosa che vada oltre e che rivoluzioni la medicina conosciuta. Dopo un grave incidente d'auto perde l'uso delle terminazioni nervose delle mani e quindi la possibilità di intraprendere il proprio lavoro. Strange non accetta la sua nuova condizione e si spinge fino in Nepal in cerca di una cura misteriosa. A Katmandu scoprirà dei segreti che vanno ben oltre quelli spiegabili con la sola scienza.

Doctor Strange come Ant-Man sono i supereroi di serie B della Marvel. Non perchè facciano schifo intendiamoci, ma semplicemente perchè sono i meno cool e quelli più potenti e reclamizzati si sono già presi la maggior parte dei fan.
Strange Holmes. Una strana alchimia indossata da Cumberbatch, altro attore del momento esageratamente pompato ma che qui è assolutamente perfetto, che dalla sua si allontana vistosamente dagli altri prodotti Marvel per un taglio magico e una strana contaminazione con filosofie orientali e medicina sperimentale.
Un mix che trova sicuramente alcuni spunti interessanti come la componente visiva che seppur esagerata è meravigliosa (devono aver fatto copia/incolla del suggestivo effetto in c.g usato in INCEPTION). Derrickson dopo remake e film inguardabili e identici l'uno all'altro su possessioni ed esorcismi, finalmente, forse perchè comandato a bacchetta dalle produzioni, compie il miracolo in un film che è solo intrattenimento ma con qualche scatto in più, tra cui il personaggio di Swinton, che riesce a fare la differenza.
Certo i discorsi new-age sul karma che supera la medicina tradizionale e via dicendo...sono il populismo più becero che ci tocca sentire spesso anche nei film. L'ultima lancia a favore è l'antagonista che seppur caratterizzato malissimo in uno stereotipo che sembra la summa del già visto e interpretato dal sempre magnetico Mikkelsen.
Spoilerone: nei titoli di cosa Strange parla con Thor per risolvere la situazione di Loki ad Asgard!

martedì 6 settembre 2016

Ant-Man


Titolo: Ant-Man
Regia: Peyton Reed
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Lo scassinatore Scott Lang accetta un ultimo colpo, ma dentro la cassaforte anziché soldi trova una strana tuta. Quando la indossa attiva un meccanismo di miniaturizzazione che lo trasforma in un minuscolo guerriero. Contattato dal creatore della tuta, lo scienziato Hank Pym, Scott si troverà di fronte alla difficile decisione di diventare Ant-Man e salvare il mondo da un pericolo mortale.

Ant Man nell'universo Marvel è una scheggia minuscola, una commedia fresca e leggera che ama non prendersi troppo sul serio (vista la natura dell'eroe) permettendosi, nonostante tutto, un impianto ironico efficace. Muove alcuni tasselli sulle trame e su ciò che succederà a partire da ipotetici sequel fino a collegarsi a Captain America-Civil War.
Il progetto creativo andatevelo a vedere perchè è stato complesso e ha visto vari nomi alternarsi alla sceneggiatura e all'idea sul minuscolo supereroe (ad esempio Edgar Wright).
Purtroppo il plot è solo un pretesto e serve a dare corda alla storia e non certo credibilità contando quando è scontata. Paul Rudd come attore comico cerca di mettercela tutta, la Lilly che dopo LOST non ha avuto modo di emergere conferma le sue doti fisiche più che attoriali e infine Douglas conferma il bisogno della Disney-Marvel di dover inserire alcuni attori di successo all'interno dei suoi film.
Un film come dicevo divertente, con molta azione che senza mai esagerare riesce a mostrare squarci di fantascienza come le formiche giganti e altri piccoli dettagli che Reed dopo otto anni di inattività sembra saper convogliare al posto giusto. Visto il finale c'è da aspettarsi un sequel...

martedì 29 settembre 2015

Daredevil-Season 1

Titolo: Daredevil-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2015
Paese: Usa
Episodi: 13
Stagione: 1
Giudizio: 3/5

L'avvocato Matt Murdock, non vedente sin da bambino, utilizza i suoi sensi amplificati per combattere il crimine per le strade di Hell's Kitchen, New York, nei panni di Daredevil.

La prima stagione della Netflix su uno dei più interessanti supereroi Marvel si è rivelata una piccola e piacevole sorpresa.
In attesa della seconda stagione in cui vedremo il costume dell'eroe, la lunga lista di registi che ha contribuito a dare vita alle imprese dell'avvocato cieco deve molto alla sceneggiatura dell'attento Drew Goddard e Steven DeKnight, attenti a non banalizzare e ridicolizzare mai il plot ma rendendolo sempre avvincente e funzionale al genere.
Grazie ad un cast di tutto rispetto su cui svettano il protagonista Charlie Cox e il villain, il poliedrico e camaleontico D'Onofrio, Daredevil concentra azione, combattimenti spettacolari senza mai usare la c.g, con un pianosequenza di lotta di ben cinque minuti, e sapendo sempre intrecciare dramma e atmosfere shakesperiane, mescolando sempre il bene e il male da ambo le parti.
Non era difficile distinguersi da banalità commerciali e con un target infantile come ARROW e FLASH, solo per fare due esempi di cui mi sono rifiutato di categoricamente di vedere.
Daredevil forse perchè inflazionato, gode di un mood quasi sperimentale e abbastanza d'avanguardia, cogliendo mille sfumature e unendo diversi intrecci senza mai apparire ingenuo.
E'difficile dimenticare l'orrendo film della Marvel con Ben Affleck prima che gli studios rivedessero i loro progetti dandogli più consistenza e spettacolarità e soprattutto puntando su uno sceneggitore che fosse interessato al progetto contaminadolo di sfumature e connotazioni morali.
Sicuramente il lavoro svolto in questi primi tredici episodi serve per sondare e descrivere molti interessanti aspetti di Hell's Kitchen, dei suoi protagonisti, delle vicende legate alla criminalità organizzata, alla politica e non per ultimi gli affetti. Poi forse e finalmente si arriva a capire l'importanza di Murdock come personaggio e come eroe, delle sue difficoltà, le fragilità che lo rendono unico, il suo rivale e nemico storico interpretato e fatto suo da un attore gigante sempre poco considerato. Infine una produzione che ha saputo credere dando crediti, fiducia e importanza a un prodotto che trattando di supereroi, spesso e volentieri si supera diventando un viaggio di formazione e un'importante viaggio dell'eroe.