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martedì 16 ottobre 2012

Blu Profondo



Titolo: Blu Profondo
Regia: Renny Harlin
Anno: 1999
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un esperto gruppo di biologi e scienziati marini compra una vecchia base di riarmo militare della Seconda Guerra Mondiale e la trasforma in un gigantesco laboratorio di ricerca con tanto di squali cavia per testare l'uso di un moderno medicinale che dovrebbe, secondo i calcoli, riattivare le cellule morte di un malato di Alzheimer. Ma dopo il successo dell'impresa la situazione precipita: dopo il test gli squali dimostrano di aver aumentato la loro intelligenza e in un crescendo di terrore assediano a metri di distanza dalla superfice il piccolo gruppo di sfortunati scienziati.

Forse ci troviamo di fronte ad una delle poche pellicole che sul filone dei film di genere sugli animal-horror e in particolare sulla infinita scia degli shark-movie, trova qualche apprezzamento.
L’idea dell’esperimento genetico è un classico che in un modo o in un altro lo vediamo come cardine molto abusato dagli sceneggiatori. In questo caso poi la deriva su cui si sviluppa la cura che dovrebbe portare a riattivare le cellule morte di un malato di Alzheimer ci può stare anche se dopo una ventina di minuti tutto ciò che apparteneva ad una deriva fantascientifica diventa solo uno spunto per accelerare il pedale dell’azione.
Deep Blue è un prodotto estremamente ritmato, pieno di tensione e colpi di scena elettrizzanti.
I dialoghi, anche se non sono il massimo, riescono a rendere accettabile e poco banale l'idea dell'esperimento genetico come pretesto per far ruotare intorno ad esso un moderno film d'azione fine anni '90, non tra i migliori del genere ma estremamente emozionante e mai deludente, se non nelle fasi finali in cui come sempre le scene improbabili sono quelle a farla da padrone.
Per il resto Harlin, un mestierante come un altro, è un operaio di Hollywood specializzato nei film d’azione. Probabilmente insieme a CLIFFHANGER e NIGHTMARE 4 firma il suo film migliore. Ed è tutto presto detto.



2 Headed Shark Attack



Titolo: 2 Headed Shark Attack
Regia: Christopher Ray
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Uno squalo mutante con due teste attacca una barca che è costretta a rifugiarsi su di un atollo deserto, ma quando la marea inizia a salire nessuno sarà più al sicuro.

L’Asylum è sempre stata una casa di produzione delirante che ha saputo dare il giusto tocco trash a tutti i più grandi blockbuster americani (non proprio tutti ma parecchi). Già solo il fatto di fare uscire i loro film poche settimane prima delle mega-produzioni è una delle strategie che ha salvato il culo al botteghino.
Film quasi sempre destinati al mercato home-video.
Il caso in questione ripropone innanzitutto un regista già visto alle prese con alcuni scontri tra i titani del mare come MEGA SHARK VS CROCOSAURUS. Per il resto l’interesse verso i mostri dell’abisso viene riproposto ancora una volta sfruttando meccanismi del tutto assurdi e fantastici.
Qui a differenza di SHARKTOPUS si punta su uno squalo che ha detta di un nerd “può capitare che nascano squali con due teste ma poi muoiono subito”. Naturalmente non sarà così e lo squalo che ormai è capace di divorare qualsiasi cosa senza litigare con l’altra testa sembra andare a cercare le vittime pure sulla costa.
La scena in assoluto più trash, contando che il ritmo è abbastanza lento e ci sono troppi dialoghi e troppi culi confezionati, è quella finale in cui il gruppo si nasconde dentro una casetta di legno e viene attaccata dallo squalo che però a distanza ravvicinata si vede essere fatto con il culo (purtroppo alcuni effetti troppo artigianali andrebbero mascherati meglio).
Che dire. Una bufala ancora peggio delle altre, coperta da una sorta di nonsense generale che sfocia in vere trashate fine a se stesse come quando lo squalo probabilmente incazzato per non si sa quale motivo, butta giù a testate un intero isolotto.
Naturalmente il film non poteva iniziare se non con un tipo che si sta per lavorare due pischelle al mare.


sabato 4 agosto 2012

Shark Zone-Il terrore giunge in superficie


Titolo: Shark Zone-Il terrore giunge in superficie
Regia: Danny Lerner
Anno: 2003
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Alcuni sommozzatori interessati a dei gioielli nascosti sul fondo del mare risvegliano la collera di un gruppo di squali bianchi.

Ci sono film che hanno budget così bassi e risicati da fare in modo che in una scena lo squalo mangi il nulla perché il tipo neanche si vede. Oppure una sorta di copia incolla di scene con le pinne, attacchi sempre uguali e inquadrature probabilmente facendo uso di stock fotage.
C’è pure una citazione del bellissimo LO SQUALO in cui i due fricchettoni si buttano in mare all’inizio venendo mangiati malamente.
Un insignificante direct to video che nulla aggiunge anzi tutto azzera e risparmia mostrando tutti i luoghi comuni sui film degli squali bianchi.

Squalo


Titolo: Squalo
Regia: Steven Spielberg
Anno: 1975
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

La cittadina di Amity, situata su un'isoletta dell'oceano atlantico, deve al turismo la sua prosperità. Una sera, una ragazza viene dilaniata da uno squalo enorme. Davanti alla denuncia del fatto, lo sceriffo Martin vorrebbe far sospendere le balneazioni, ma si trova di fronte l'opposizione del sindaco, preoccupato per gli inconvenienti economici di una tale decisione. Il mostro però colpisce ancora. Martin organizza una squadra con l'anziano pescatore Quint e con l'oceanologo Matt Hooper.

Uno dei padri dell’horror e padre dei blockbuster.
Ha creato nello stesso tempo un capolavoro cinematografico e un modello commerciale distributivo e di marketing.
Lo squalo non ha bisogno di presentazioni. La sua carica eversiva è unica.
Spielberg partendo dal best-seller di Peter Benchley riesce probabilmente in un’impresa quasi titanica contando le difficoltà tecniche e logistiche che hanno portato alla lavorazione del film.
Uno dei punti principali per cui il film è a tutti gli effetti un capolavoro è proprio quello per cui è lo squalo a essere il protagonista a differenza degli altri film in cui invece i protagonisti erano gli esseri umani.
Qui invece assolvono solo il compito di essere vittime, funzione dell’azione, creando un sistema di suspance davvero incredibile che relega lo spettatore a identificarsi con i tre protagonisti della vicenda.
Il secondo motivo è quello di creare per la prima volta anche in questo caso la paura legata a qualcosa che davvero spaventa la psiche di ogni essere umano. Il vuoto, tutto ciò che sta sotto di noi e non siamo in grado di vedere e percepire.
E’praticamente impossibile trovare delle pecche in questa pellicola. I quattro squali meccanici sono fantastici, il cast è perfetto, il lavoro con la cinepresa di Bill Butler e eccezionale così come gli effetti speciali di Robert A. Mattey.
Una lezione di cinema che nessun cinefilo può esentarsi dal definirlo tale. Un film che ancora adesso a distanza di quasi quarantacinque anni tiene incollato, lascia basiti di fronte a tanta suspance e fa in un qualche modo rimpiangere alcuni vecchi capolavori del passato.
Si potrebbe anche dire che per tutti i fan di Melville e di Moby Dick, l’idea di vedere uno scontro tra uomo e forza della natura giocato così bene come è il caso di questo film fa quasi commuovere per la forza che il cinema riesce ad esercitare.
E’vero qui non abbiamo una balena gigante e il capitano Acab ma abbiamo uno squalo bianco enorme e un cacciatore di squali. Una strizzatina d’occhio ci sta tutta.

lunedì 30 luglio 2012

Jersey Shore Shark Attack


Titolo: Jersey Shore Shark Attack
Regia: John Shepphird
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Quasi un secolo fa, centinaia di turisti e abitanti del posto furono massacrati dagli attacchi di giganteschi squali mangiatori di uomini in quello che è stato ricordato come il maledetto "Jersey Shore Attack del 1916".
Ma questa notizia è soltanto un'assurda leggenda metropolitana
messa in circolazione per spaventare i più gonzi... vero?
Oggi a Jersey Shore è il weekend di vacanza e gli ignari bagnanti che ne affollano le spiagge non sanno che alcuni scavi che si stanno compiendo al largo hanno indirizzato verso di loro dozzine di squali toro albini....
Le persone cominciano a "sparire nel nulla", ma sarà solo dopo che una celebrità viene divorata nel corso di un'esibizione che tutti comprenderanno la gravità della situazione.
Un gruppo di ragazzi locali dovrà unire le proprie forze per combattere, resistere e scacciate i pericolosi animali
dalla baia e dalle spiagge di Jersey Shore

In una puntata di Southpark vengono descritti gli abitanti del New Jersey. Fondamentalmente dei tamarri bestiali, pompati e super-lampadati che non vedono l’ora di attaccarsi in risse e insultare appena aprono bocca. Diciamo il classico bel truzzo italiano senza troppi giri di parole.
Nel film in questione il microcosmo dei tamarri è fondamentale, per capire a cosa si aggrappa il film e tutto è presto detto.
Se non sono squali sono piranha e se non sono neanche questi ultimi allora la palla passa all’Asylum.
Di azione c’è n’è veramente poca, gli squali volano in aria per mangiare le vittime al volo e tra i camei c’è quel tamarro di TEQUILA E BONETTI. Oramai sembra assodato che alcune vecchie glorie di alcune serie che oggi ci farebbero vergognare, debbano anche loro sbarcare il lunario e questi b-movie sembrano la loro miniera d’oro. Spesso sono addirittura parodie di loro stessi come capita per Mitch nel film PIRANHA 3DD.

Sono andato a controllare e i Jersey Shore esistono e sono dei super-tamarri che fanno un programma addirittura per MTV. Il fatto che gli sia stata data una possibilità di fare un horror ed esserne protagonisti è indubbiamente un obbiettivo del canale televisivo americano di andare a cercare di omologarsi pure nell’horror. Peccato che tutti i pacchiani tentativi del passato, considerando anche le serie, abbiano fatto capire quali sono i limiti della tv commerciale.


domenica 15 gennaio 2012

Shark Night 3D

Titolo: Shark Night 3D
Regia: David R. Ellis
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Sette amici decidono di concedersi un weekend di vacanza nella villa dei genitori di uno di loro, situata su un’isola nel mezzo di un lago salato vicino la costa della Louisiana. Tra feste, bagni e sci d'acqua, i ragazzi sembrano godersi la loro vacanza, fino al momento in cui il divertimento si tramuta in tragedia. Perché scopriranno ad altissimo prezzo che le acque del lago sono infestate da decine di affamatissimi e feroci squali.

Puro intrattenimento staccando la spina del cervello e guardando inebetiti dei bei culi e qualche bel primo piano degli squali che alle volte rubano le scelte ai culi o alcuni top-less scontati come il peso delle cazzate dei dialoghi cui lo spettatore saturo e costretto a subire le frecciate moleste.
Ellis regista di certo non baciato dalla fortuna (FINAL DESTINATION, ASYLUM) prova la mossa del 3d sfruttando uno dei temi più abusati dell’horror commerciale ovvero il filone degli shark-movie che per ovvie ragioni commerciali sono tra i più sfruttati nella cinematografia di genere.
Shark Night 3d è una vera porcheria con una misera manciata di scene piacevoli per gli amanti dello splatter. Ora chi guarda questi film sa benissimo cosa troverà di spiacevole o meglio già visto e cosa invece potrebbe salvarsi.
Diciamo che si poteva osare di più. Poco sangue, poca violenza, gli squali entrano in scena al ventisettesimo minuto contando che la pellicola dura 1h20’ scarsi.
Ellis poi per mancanza d’idee, d’altronde è stato provato di tutto, mescola alcuni film sul tema e poi esagera con gli accessori e i gadget per rincoglionire il pubblico. Ora uno si chiede: perché i teen-ager americani cercano di dare l’impressione di essere i più cool in queste pellicole sempre appositamente palestrati, con macchine di lusso e case d’avanguardia. E’ così già uno parte odiando profondamente il ceto benestante. Poi non mancano alcuni errori o sviste come ad esempio il fatto che quasi tutti sappiano guidare una barca a motore oppure la strana e bizzarra storia della sopravvivenza dell’uomo senza il braccio.
Gli sceneggiatori Will Hayes e Jesse Studenberg non sapendo a cosa aggrapparsi copiano spudoratamente il concetto degli snuff sperando di trovare l’escamotage che salvi almeno  in parte le sorti del film.
Una cosa mi ha fatto ridere. Il birra-poing e la tipa sbranata dagli squaletti.

mercoledì 22 giugno 2011

Alla deriva-Adrift


Titolo: Alla deriva-Adrift
Regia: Hans Horn
Anno: 2006
Paese: Germania
Giudizio: 2/5

Un crociera su un lussuoso yacht finisce in dramma per un gruppo di amici che dimenticano di sistemare la scaletta sulla barca prima di gettarsi nell'oceano. Non riuscendo a risalire a bordo, si trovano costretti a rimanere in acqua a decine di miglia dalla costa...

Veramente come attaccarsi ai vetri potrebbe essere la log-line del film in questione.
Se non fosse che il film è tedesco come il regista avrei pensato dallo stile e dalla camera di trovarci di fronte al classico stereotipo di messa in scena americana è così purtroppo è stato.
In questo caso l’incidente scatenante motore del film è assoluatemnte ridicolo, dimenticarsi la scaletta per risalire sulla barca dopo che naturalmente tutti e sei si sono buttati quasi contemporaneamente e un po banalotto.
Se OPEN WATER non era magnifico ma almeno aveva il vanto di essere innovativo e  fastidioso al punto giusto da farti entrare in empatia con i protagonisti, questo è un merito che questo film, che si lega al primo,assolutamente esclude.
Dunque dopo venti minuti sai già cosa ti potrai aspettare e anche se i protagonisti hanno età diverse e non indossano le mute, a parte gli squali ci si mettono pure i malumori tra amici che investono i dialoghi di una banalità paurosa.
Quella che era l’incubo di Holm ovvero di diventare noioso e far prendere questa brutta piega a tutto il film si è rivelata profetica e ancora adrift(alla deriva) come il titolo del film la sua opera prima.

martedì 22 marzo 2011

Shark Attack 2

Titolo: Shark Attack 2
Regia: Bob Misiorowsky
Anno: 2001
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Un nuovo "Animal Horror Sharks Movie"...
Nella locandina si vede la bocca di uno squalo che insegue famelico una bella fanciulla con un bel balcone che aggrappata ad una tavola prova a fuggire tentando un'espressione spaventata.
Questo potrebbe essere il promo per catalogare questa pellicola tra gli innumerevoli prodotti destinati alla tv statunitense e che senza troppi indugi riassume subito i suoi limiti e le sue pecche.
La storia è abbastanza confusa nel senso che sembra quasi che lo squalo venga deportato da aquario in aquario senza nenache motivare bene le scelte. Poi ci sono gli attacchi telefonati e le attese che in film come questi puntano tutto sugli squartamenti da parte delle bestie e che purtroppo deludono abbastanza contando che la casa di produzione Nu Image non è che non abbia i soldi. Sono poche e centellinate le scene di combattimenti così come il sangue centellinato e le scene documentaristiche saccheggiate dai documentari.
Come tutti i sequel purtoppo non gode dello stesso cast anche se la ragazza copertina non è male, e purtroppo il punto dolente si sa è l'inverosimile noia legata a dialoghi da fiction che non danno spessore alla storia ma ne enfatizzano i limiti così come la necessaria storia d'amore che come da prassi si sussegue per annoiare di meno ottenendo l'effetto opposto.


lunedì 21 marzo 2011

Mega Shark vs Giant Octopus

Titolo: Mega Shark vs Giant Octopus
Regia: Jack Perez
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il film racconta la storia dell’antica rivalità tra uno squalo ed un polipo gigante che si scontreranno nella baia di San Francisco mettendo a repentaglio la vita di molti americani.

Tra i tanti film trash o di serie b o come in questo caso di serie Z al cubo, una menzione speciale spetta alla casa di produzione Asylum per le trashate copia di alcuni blockbuster.
Il film in questione innanzitutto è un'operazione furbesca nel senso che si sa che tanto piacciono i film sulle creature marine quindi i produttori non potevano perdere l'occasione di far incontrare squali e piovre giganti. Purtroppo nell'escalation delle cose brutte che si vedono, l'unica vera chicca riguarda proprio l'ultima esorbitante scena che troverete anche sul tubo e che non potete perdervi.
Allora in partenza c'è la regia fantasma di uno sconosciuto Perez che forse non vedremo più anche se proprio la curiosità sarà alla base dell'operazione commerciale di questo film, nel senso che molti lo dovranno guardare come il sottoscritto per poterlo sputtanare a dovere e forse questo darà vita a un'altra regia o un capitolo successivo.
Lorenzo Lamas è risuscitato per vedere gli scontri tra i mostri ma la sua interpretazione è come sempre una maschera inespressiva e monocorde in cui senza una motocicletta e solo in grado di rimanere seduto su quello che sembra essere un sottomarino. Il soggetto non sta ne in cielo ne in terra, infatti sta nelle profondità marine e tra i ghiacci dove vengono rinvenute le bestie in assetto da battaglia. Momenti catartici come il combattimento tra le bestie in cui uno stritola e l'altro per non essere da meno gli strappa a morsi i tentacoli sono tra le cose insieme a ben altre note scene più brutte che possa regalarci la c.g in questi anni. I dialoghi sono da oratorio salesiano sconsacrato così come il cast e ogni tentativo di prendersi sul serio cosa che però il film astutamente non cerca di fare. Le dimensioni dei mostri sono a dir poco esagerate nel senso che uno squalo non può essere grosso il doppio o persino il triplo di un'aereo Condor Airlines.
La furbata se così comunque si può definire per chiudere in bellezza sta proprio nel titolo e nella locandina che attirano troppo la curiosità degli amanti delle cose brutte per non perderselo.