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giovedì 29 settembre 2022

Dragon Ball Z-La resurrezione di F


Titolo: Dragon Ball Z-La resurrezione di F
Regia: Tadayoshi Yamamuro
Anno: 2015
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Sorbet, uno dei luogotenenti di Freezer, cerca il modo di resuscitare il suo padrone e sbarca sulla Terra con la sua astronave. Dopo aver trovato delle Sfere di Drago, evoca la creatura ed esprime il desiderio di ridare vita a Freezer, benché ridotto a pezzi da Goku. Tornato alla vita il tiranno cerca subito vendetta contro i Saiyan: gli amici di Goku provano a contenere le truppe nemiche fino al ritorno di Goku, che si sta addestrando su un pianeta remoto. Quando Goku riceve il segnale di allarme torna sulla Terra e sfida Freezer in un duello all'ultimo sangue.
 
Purtroppo un altro flop. Se non altro minore rispetto ai recenti Dragon Ball Super-Super Hero o Dragon Ball-Super Broly.
Il problema di questo ennesimo fan service per i nostalgici di Namec e di aver avuto la supervisione dello stesso Toryiama è quello di essere particolarmente noioso soprattutto nel primo atto in cui seguiamo Sorbet e in cui non succede niente. Ormai persino le gemme del drago sembrano aver perso interesse e vengono inseguite da piccoli gregari inutili. I nostri protagonisti, Goku e Vegeta, pensano solo ad allenarsi avendo conosciuto Whis e Bills nel capitolo precedente e dove il resto della ciurma sulla terra vive annoiata aspettando sempre il peggio come una nuova esplosione del proprio pianeta.
In questo capitolo mancano gli intenti per far decollare un sequel che poteva certo dare di più, caratterizzando maggiormente uno degli antagonisti storici e dare maggior enfasi ai combattimenti e agli scontri.

venerdì 16 settembre 2022

Dragon Ball Super-Super Hero


Titolo: Dragon Ball Super-Super Hero
Regia: Tetsuro Kodama
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Goku nuovamente alle prese con l'Esercito del Fiocco Rosso. Nonostante il Super Saiyan abbia già distrutto questo nemico, alcuni fedeli hanno tenuto vivo lo spirito dell'esercito e sono pronti a scendere di nuovo in battaglia, dopo aver creato gli Androidi perfetti, Gamma 1 e Gamma 2.
I due androidi sono stati incaricati di attaccare Piccolo e Gohan, cosicché il nuovo Esercito del Fiocco Rosso possa riuscire indisturbato a portare a termine la sua missione. Solo una persona può fronteggiare questa minaccia, occorre, infatti, che il Super Hero si risvegli...

L'ultima impresa di Goku & soci fa decisamente un passo indietro rispetto agli ultimi Oav del franchise che già non erano nulla di che. Dragon Ball Z The Movie-Battle of God e Dragon Ball-Super Broly nonostante fossero anch'essi vittima di un sacco di pecche, dilungaggini e leggerezze almeno avevano un buon ritmo e potevano contare su villain interessanti. In questo nuovo capitolo che in parte riprende una storia già conosciuta in passato (l'esercito del fiocco rosso), non sembra esserci nulla di così scoppiettante e i due cyborg non sono nemmeno così ben caratterizzati. Se poi contiamo che il protagonista doveva essere solo il namecciano allora è tutto detto.


martedì 23 agosto 2022

Bubble (2022)


Titolo: Bubble (2022)
Regia: Tetsurō Araki
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

In una Tokyo isolata dal resto del mondo, a causa di bolle e anomalie gravitazionali, il destino fa incontrare un ragazzo con un talento particolare e una ragazza misteriosa.
 
Bubble è un ottimo esempio di come l'animazione nipponica riesca ad essere spesso un passo avanti rispetto ai coetanei che bazzicano il genere. Azione, avventura, dramma, scifi, tensione e quant'altro sembrano i soliti ingredienti con cui Tetsurō Araki, regista che non ha bisogno di presentazioni, cerca di immergere il suo pubblico in questo caso sfruttando una componente post apocalittica molto interessante. Bolle, sfide in una Tokyo devastata e isolata che combatte per rimanere a galla e dove tutto sembra riportare ad una guerra tra bande per conservare l'istinto di sopravvivenza.
Se a sconquassare tutto ci mettiamo la solita incognita di una nuova vita che come Lilu o chiunque altro arrivi da un'altra dimensione, può diventare l'ancora di salvezza della civiltà, seppur materia consolidata dal cinema, se trasformata a dovere può sempre rimanere un'ottima scelta narrativa.
Dal punto di vista estetico e dei fondali apportati per descrivere l'ambientazione il film è ineccepibile. Tutto è consolidato da una mano esperta, forse la durata poteva essere leggermente minore dove spesso si ricorre ad alcune slapstick in stile orientale che non riescono proprio a far ridere ma tutto ciò viene evidenziato per bilanciare le scene drammatiche.

giovedì 12 maggio 2022

Day of Destruction


Titolo: Day of Destruction
Regia: Toshiaki Toyoda
Anno: 2020
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Il ritrovamento di un misterioso mostro in una cava di carbone sette anni prima ha generato dicerie a proposito di una epidemia nella zona, mentre in molti soffrono di disturbi mentali inspiegabili…
Toyoda è un artista molto promettente e ambizioso il quale coniuga stili e derive cinematografiche molto diverse, sperimentando molto e riuscendo non sempre ad azzeccare i risultati ma sicuramente è uno di quegli autori a cui non manca il coraggio.

Day of destruction è il primo lungometraggio di fiction che affronta di petto il tema della pandemia di Covid-19. Un’opera urgente, magmatica, nella quale immagini in bilico tra un Giappone rurale e la modernissima Tokyo si fondono con un sonoro ricchissimo e la musica di alcuni dei migliori gruppi della scena locale. Folklore, virus, pandemia, antiche storie, esorcismi. Eppure tutti questi temi vengono sviluppati come delle micro storie, dei cortometraggi, passando su piani temporali diversi, dal silenzio dei monaci alle grida funeste di un giovane in mezzo alle strade di Tokyo fino ad arrivare al fondo di una cava dove vive un blob di carne umana che sembra abbia generato il virus. È un’opera sicuramente spiazzante che proprio per questa sua caratteristica, e forse anche grazie alla brevità della forma, riecheggia con efficacia la contestazione politica, intellettuale e sociale della fase storica che stiamo vivendo. I suoi toni non sono quelli di un realismo dagli intenti moralistici, come il tema avrebbe potuto suggerire ad alcuni, bensì quelli di un calderone in cui alle atmosfere millenaristiche, sature di angoscia e di disorientamento, fanno da contrappunto ambientazioni urbane senza orpelli e momenti forti di solidarietà umana di rabbia e di ribellione.


sabato 18 dicembre 2021

Prisoners of the Ghostland


Titolo: Prisoners of the Ghostland
Regia: Sion Sono
Anno: 2020
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Un famigerato criminale deve rompere una maledizione malvagia per salvare una ragazza che è misteriosamente scomparsa.
 
Lungi da me l'idea di poter dare un'insufficienza ad un autore che amo e venero nel pantheon nipponico come Sion Sono assieme naturalmente a MIIKE TAKASHI, SHINYA TSUKAMOTO, TAKASHI SHIMIZU, RYUHEI KITAMURA e tutti gli altri.
Sono è uno di quei registi come Miike prolifici e ciò nonostante sempre garanti di una qualità formidabile e un cambio di registri narrativi e di genere come pochi sanno fare.
Questa pellicola, questo connubio con Nicolas Cage e un cast americano in parte sinceramente non mi aveva stupito negativamente, sapendo bene che quando il regista c'è, il risultato arriva subito dopo. Il problema in questo caso pur avendo una messa in scena e una scenografia strabordante in termini positivi di precisione minimale e di confezione del prodotto con delle maschere bellissime e inquietanti rimane la storia. Purtroppo questo prigioniero si trova a dover varcare un confine in un viaggio dell'eroe simile ad altri film ma dove il limbo in cui si muove sembra non trovare mai una collocazione esatta e dove il protagonista fa cose senza avere un obbiettivo preciso se non quello rubato dai soliti cult di genere di riportare la figlia scomparsa al ricco possidente di turno.
La confezione come dicevo è la parte migliore. Sono mischia strani mondi, da quello post-apocalittico ma pure un po’ steampunk, a quello in cui si mescolano tratti del western americano, del chanbara orientale e del B-movie europeo tanto caro al post-modernismo anni ’90 .
L'elemento che più mi ha danneggiato è stata una noia imbarazzante che prende le redini del film e di un personaggio che poteva essere caratterizzato di più magari avvalendosi di qualche sceneggiatore fenomenale come in Giappone c'è ne sono tanti.
Prisoners è una corsa senza senso di un’ora e tre quarti che inanella una dopo l’altra sequenze sempre più folli e visivamente frastornanti ma tutte in parte slegate come alcuni personaggi lasciati troppo alla deriva o cambi drastici nella caratterizzazione senza averne motivato il significato.
Scena cult, il coglione che esplode nella tuta di Nicolas Cage.

mercoledì 15 dicembre 2021

Ai city-La notte dei cloni


Titolo: Ai city-La notte dei cloni
Regia: Koichi Mashimo
Anno: 1986
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Il futuro non sarà poi così diverso dal presente. Anche New York non è molto cambiata, tranne che per la Fraud Tower a dominare il paesaggio. Come sempre, nelle strade si combatte per la vita e la morte. Questa volta la battaglia è fra Kei, un esperimento bionico non del tutto riuscito, ed uno invece di maggiore successo, per il controllo di una misteriosa bambina che potrebbe avere il potere di distruggere il mondo come noi lo conosciamo.
 
Ai city è un connubio di generi riuscendo a fondere scifi, splatter, dramma, trash, violenza, erotismo, mutazioni e molto altro ancora in un film capo stipite di tante opere a venire di matrice nipponica. Un poliziesco, un thriller, in parte un horror, Mashimo riesce a inserire tante di quelle variabili e incognite nella sua opera da renderla persino precursore di opere come quella cult di Otomo almeno per quanto concerne il tema delle mutazioni. Robot, attacchi psichici, varianti surreali tipici del genere nel mischiare viaggio interiore e deflagrazione mentale del protagonista.
In Ai city ci sono due super cattivi che si combattono mentre la nostra squadra atipica cerca rifugio in una metropoli ormai semi sepolta, distrutta e scossa da continue esplosioni, metamorfosi organiche, scienziati pazzi che sperimentano qualsiasi cosa e molto altro ancora.
Un'opera con un ritmo furibondo nel cercare di descrivere ogni trama e sotto trama, dando spazio e colpi di scena alla narrazione e regalando a livello estetico scenari mozzafiato. Ci troviamo di fronte ad una delle opere d'animazione per adulti più interessanti in assoluto sul genere e non solo in grado di regalare moltissimi elementi originali.

martedì 2 novembre 2021

Bright samurai soul


Titolo: Bright samurai soul
Regia: Kyohei Ishiguro
Anno: 2021
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Nel periodo tra la caduta dello shogunato e l’ascesa dell’era Meiji, una potente luce brillante emessa da una bacchetta mette fine al lungo periodo dello shogunato per evitare ulteriori spargimenti di sangue mentre il Giappone inizia a spostarsi verso una nuova era. In queste circostanze, un ronin errante con un occhio solo di nome Izou, che ha perso la sua ragione di vita, e Raiden, un orco che detesta l’omicidio e spera di lasciarsi alle spalle una vita da ladro, incontrano separatamente una giovane ragazza elfo di nome Sonya nello stesso periodo. Insieme, intraprendono un viaggio lungo la strada di Tokaido per portare lei e la bacchetta che tiene al sicuro nella terra degli elfi nel nord. Sul loro cammino c’è la misteriosa organizzazione Inferni, che mira a ottenere la bacchetta e a far rivivere il Signore Oscuro, che intende dominare tutto il creato. Inferni utilizza anche il nuovo governo Meiji nel suo tentativo di rubare la bacchetta a Izou, Raiden e Sonya. Viaggiando lungo la strada Tokaido da Kyoto a Yokohama, Izou e Raiden iniziano il loro viaggio per proteggere la bacchetta.
 
Bright era stato davvero un film insulso. Un world building con tante creature appena accennate venuto male con Smith a dare il peggio di sè e un drago che svolazzava sopra la città.
Un poliziesco, un buddy movie contaminato con il thriller e il fantasy. Peccato.
Bright samurai soul invece è un viaggio dell'eroe, un cammino di formazione, un'amicizia tra diverse razze il tutto ambientato nel Giappone feudale con mostri e clan annessi. Il prequel del film di Ayer sicuramente è meno ambizioso, più pacato e poetico, meno tamarro e di fatto realizzato come se fosse in tanti momenti un dipinto ad olio con un'atmosfera che riesce bene ad intrecciare diversi sotto generi. Umani, orchi ed elfi. Un triangolo tutto sommato riuscito dove i combattimenti riescono ad essere sanguinosi al punto giusto e la violenza e le discriminazioni verso alcune culture non mancano.
Con una musica che mischia contemporaneo ed elettronico, tra bacchette magiche in grado di cambiare le sorti di un paese, il film di Ishiguro non è da annoverare tra i capisaldi contemporanei dell'animazione nipponica ma si lascia guardare molto bene.

lunedì 16 agosto 2021

Record of Ragnarok-Season 1


Titolo: Record of Ragnarok-Season 1
Regia: Kazuyuki Fudeyasu
Anno: 2021
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

Gli uomini spadroneggiano sulla Terra ormai da troppo tempo, ma gli Dei non sono più disposti a sopportare la loro arroganza. Così, decidono di porre fine una volta per tutte alla specie umana, nociva non solo per se stessa, ma anche per qualsiasi forma di vita vegetale e animale sul pianeta. Una voce, una sola, unica voce, riecheggia in difesa degli uomini. È quella di Brunilde, la maggiore fra le Valchirie, che ha invece una proposta un po’ differente dalla cancellazione indiscriminata della specie umana dalla faccia della Terra: un torneo. 13 combattenti umani e 13 divini si scontreranno fino alla morte in un’arena per decretare infine quali saranno le sorti della specie umana, che ha, come unica speranza per continuare a sopravvivere, quella di uscire vincitrice dalla maggior parte dei combattimenti a cui dovrà prendere parte.

Record of Ragnarok è quanto di più tamarro, ignorante, spettacolare e borioso in cui ci si poteva imbattere. 12 episodi che corrono alla velocità della luce per una messa in scena tutta praticamente all'interno dell'arena a parte qualche flash back sulle origini delle divinità e degli eroi che andranno a combattere. Un anime senza nessuna pretesa, un torneo di pura violenza con pochi fronzoli, qualche dialogo imbarazzante, personaggi come sempre edulcorati e stilizzati alla perfezione e un impianto in fondo con pochissime regole, metriche basse e toni alti, mazzate e splatter a gogò.
Certo per essere un manga nipponico la mitologia e il folklore cerca di rimanere più accostato alla tradizione orientale e infatti alcuni guerrieri soprattutto umani porranno qualche domanda circa la loro fama. Nei primi 12 episodi ci saranno i primi tre incontri e viene presentato il quarto in una Londra ottocentesca dove combatteranno Ercole vs Jack lo Squartatore.
Gli altri nomi noti e meno noti sono rispettivamente: Lu Bu Fengxian (grande guerriero cinese del II secolo d.C.), Qin Shi Huang (il primo imperatore cinese, vissuto nel III secolo a.C.), Sakata no Kintoki (una figura semileggendaria del folklore nipponico), Kojiro Sasaki (spadaccino giapponese del ‘600), Raiden Tameemon (lottatore di sumo della fine del ‘700) e Okita Soji (altro grande spadaccino del periodo Edo, nell’800).
Thor vs Lu Bu
Zeus vs Adamo
Poseidone vs Kojiro Sasaki
Tra gli altri dovrebbero arrivare Buddha per gli umani, Re Leonida di Sparta, Nostradamus, Nikola Tesla, del cecchino finlandese della Seconda guerra mondiale, Simo Häyhä e Grigorij Rasputin
Gli incontri peraltro sono tutt'altro che telefonati e i colpi di scena sorprenderanno notevolmente

venerdì 9 luglio 2021

Homunculus


Titolo: Homunculus
Regia: Takashi Shimizu
Anno: 2021
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Susumu Nakoshi, un uomo sulla trentina che vive sostanzialmente nella sua macchina, in qualche modo viene convinto a lasciare che Manabu Ito, uno studente di medicina con strane aspirazioni e modi misteriosi, lo sottoponga a trapanazione. Tale operazione consiste nel praticare un foro nel cranio del paziente per “alleviare la pressione cerebrale”, nella speranza che questi possa aprire il proprio terzo occhio spirituale. All’inizio Nakoshi è riluttante, ma poi accetta ingolosito dal premio di 700.000 yen. Dopo l’intervento, si rende conto che quando chiude l’occhio destro può vedere le persone attraverso un prisma distorto, che di solito ha qualcosa a che fare con i loro pensieri e i ricordi interiori. Nokoshi inizia allora a comunicare con le persone, per provare a ‘salvarle’. O qualcosa di simile. Un grande successo insomma, che spinge Ito a chiedergli di iniziare a documentare queste esperienze.
 
Takashi Shimizu è un regista abbastanza prolifico salito sull'olimpo dei registi horror nipponici con la saga di GRUDGE ma che aveva stupito con un horror malsano e davvero atipico girato con due soldi, un piccolo cult di nome MAREBITO, una delle cose più belle dell'horror giapponese di sempre e interpretato da Shin'ya Tsukamoto. Abbandonando i ghost-movie e quindi i j-horror, Shimizu ritorna in cattedra con un'opera complessa e ambiziosa, un esperimento particolare che vede un senzatetto mettersi alla mercè di un ricco figlio di un medico per un'operazione assolutamente fuori di testa.
L'idea del film è la più coraggiosa in assoluto, gli effetti che questo dono comporta sono visivamente molto interessanti e ricchi di fantasia e immaginazione.
Eppure Homunculus ad un certo punto prende una pista complessa in grado di seppellire quanto di buono per una sorta di vendetta e redenzione. Un riappropriarsi di una parte di memoria scomparsa che lascia il protagonista in un limbo per cui diventa un barbone, come se qualcosa nel suo passato fosse responsabile di questo cambiamento.
L'homunculus poi è una strada interessante, l'idea di poter vedere ciò che gli altri non possono riuscendo a trasformarsi in una sorta di psicoterapeuta intuendo i segreti nascosti degli altri è un altro elemento di spicco che però ad un certo punto il film perde anche se alcune parentesi come quella del boss della yakuza sono grottesche e divertenti al punto giusto.
E'un film davvero anomalo e originale per certi versi l'ultima opera di Shimizu, il quale cerca di andare controcorrente misurandosi con un'opera diversa dopo che la sua filmografia ruotata per buona parte intorno ai j-horror e ai remake voluti dagli americani dei suoi stessi film.

martedì 27 aprile 2021

Gantz O


Titolo: Gantz O
Regia: Yasushi Kawamura, Keiichi Sato
Anno: 2016
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Alcune persone morte di recente vengono riportate in vita e dotate di armi ad alta tecnologia per sconfiggere un esercito di mostri che ha invaso Tokyo e Osaka.
 
Gantz pur essendo un fanservice come ormai se ne vedono molti, soprattutto quando parliamo di franchise, video giochi o manga, è una goduria per gli amanti del genere.
Un'opera visivamente piena di mostri, azione e combattimenti, sparatorie e squartamenti con alcuni deboli colpi di scena ma un ritmo devastante. Un'arena, un gioco mortale, un massacro di mostri e creature che sembrano uscire fuori da tutta la mitologia e il folklore giapponese.
Pur non avendo letto il manga da cui è tratto, Gantz è un prodotto furbo, un ibrido di generi mischiando scifi, azione, avventura, arti marziali, splatter e molto altro ancora.
I mostri poi e la loro caratterizzazione a volte riescono davvero ad essere accattivanti con un boss finale che da quando vediamo quel povero vecchietto farsi avanti ci aspettiamo il male assoluto.
Gantz O parla anche di contractors, una squadra speciale senza regole e limiti permettendosi di fare ciò che vogliono arrivando perfino a mostrare una ferocia ancor più cruenta di quella dei mostri con un certo piacere nel vederli soffrire.


domenica 18 aprile 2021

City Hunter private eyes


Titolo: City Hunter private eyes
Regia: Kenji Kodama
Anno: 2019
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Ryo ha una nuova cliente, la modella Ai, che scatena naturalmente i suoi più bassi istinti, al solito comunque tenuti sotto controllo dalla fida Kaori a colpi di pesanti armi contundenti. Ai sembra essere la chiave di un macchinoso piano del boss della Dominatech, che oltretutto è un ex compagno di scuola di Kaori, da ragazzino vittima di bullismo e aiutato dall'energica ragazza. Ryo nasconde la gelosia che prova per il rapporto tra l'uomo e Kaori mentre in città la situazione si fa sempre più calda, con l'arrivo di mercenari e droni e il coinvolgimento non solo degli ex rivali Umibozu e Miki, ma pure delle proprietarie del Cat's Eye, il trio di sorelle e inafferrabili ladre "occhi di gatto".
 
City Hunter non mi ha mai fatto impazzire, mi è sempre parso una sorta di Occhi di gatto con un poliziotto maschio in più come protagonista. In questa nuova ed esilarante avventura, bisogna ammettere che Kodama, esperto di animazione, non si è fatto mancare proprio nulla inserendo azione e sparatorie a gogò assieme a tutti i vecchi personaggi della serie animata e creando un plot narrativo decisamente di livello. City Hunters appare come un'avventura leggermente sopra la soglia con diversi colpi di scena ma dall'altro lato un fattore incontrovertibile ovvero una critica forte che investe tante opere nostalgiche nell'eccessivo rispetto per il materiale originale senza fare quello sforzo in più che poteva risultare più accattivante e dare più originalità alla trama e alla struttura.
Trattandosi di un fan service la risposta viene da se, ma a parte questo limite nel concepimento, l'animazione è buona, il ritmo è concitato, forse sono troppe le slapstick tra la perversione patologica di Ryo a differenza invece delle scene rocambolesche in cui lo stesso sbaraglia a mani nude una pletora di nemici. Sempre giocando sul non prendersi sul serio e il suo contrario, risulta un'opera con una discreta dose di intrattenimento.

giovedì 17 dicembre 2020

Cyborg 009 vs Devilman


Titolo: Cyborg 009 vs Devilman
Regia: Jun Kawagoe
Anno: 2015
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Cyborg 009 racconta la storia di Joe Shimamura e altri otto ragazzi, trasformati in cyborg da un'organizzazione malvagia. I nove cyborg decidono quindi di combattere l'organizzazoone con i poteri acquisiti. Devilman tratta invece di un uomo che per combattere i demoni, che hanno deciso di invadere il mondo, si fa possedere dal più potente dei demoni, che riesce a controllare grazie al suo animo puro.

Tre episodi di 30'. Il risultato è un concentrato dove si cerca di portare l'azione ai massimi livelli, dando per scontato il background dei personaggi e le loro storie legate alla trilogia dei film di Go Nagai e al film di Masayuki Akehi del 1980. Questo crossover per quanto palesi un certo sforzo di fondo non riesce minimamente a reggere il confronto con i film storici. Il perchè è legato a varie questioni come ad esempio motivare la scelta così da un momento all'altro di inserire due mondi diversi a confronto come quello dei demoni e gli esperimenti di laboratorio e quello dei cyborg con i Black Ghost.
Nutrite schiere di cyborg che ricordano le classi dei Cavalieri dello Zodiaco, in un crescendo dove si parte dalle divinità (all'inizio combattono con Apollo & company) fino ad arrivare a cyborg di ultimo livello dotati di un potenziale da far invidia a quello capitanato da 009.
Dall'altra parte Akira abita ancora in casa con la compagna di scuola, inserendo dunque il film prima del capitolo finale Devilman-Amon. 009 e Devilman uniranno le forze contro un essere potentissimo, Seth, l'unione tra Demone e Cyborg in un incontro finale dove i due protagonisti faranno molta difficoltà a rivaleggiare contro questo impressionante villain.
Tante le scelte derivative, il fatto che alcune scene d'azione vengono ripetute, alcuni personaggi passano decisamente in secondo piano, i demoni riescono nel loro piccolo a rimanere cruenti al posto gusto e per finire possiamo definirlo un prodotto di puro intrattenimento senza nulla aggiungere a due capisaldi dell'animazione giapponese come a voler soddisfare un certo pubblico che voleva vedere insieme i cyborg e i demoni assieme.

domenica 11 ottobre 2020

Devilman-La Genesi


Titolo: Devilman-La Genesi
Regia: Tsutomu Lida
Anno: 1987
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

La vita da teenager di Akira viene sconvolta dal suo amico Ryo Asuka quando questi gli svela un terribile segreto (pagato con la vita da suo padre, un famoso archeologo). A quanto pare la Terra sta per essere invasa dai demoni, esseri mostruosi ibernati per secoli nei ghiacci e che stanno per tornare in superficie. Secondo Ryo i demoni avrebbero vissuto sulla Terra prima della comparsa dell'uomo, e adesso ne rivendicherebbero il possesso.L'unico modo per sconfiggerli sembrerebbe quello di prendere il controllo dei poteri dei demoni stessi, così da combatterli "ad armi pari". Ryo coinvolge quindi l'amico in un terribile Sabba, durante il quale Akira si fonde con Amon, il più potente e terribile dei demoni, e si trasforma in Devilman. Solo lo spirito puro del ragazzo e il suo grande amore per la bella Miki gli permette di controllare Amon, e di utilizzare i poteri del demone per difendere il genere umano.

Il primo Oav di Devilman parte con una sorta di genesi dove i demoni al tempo popolavano la Terra. Uccisioni, massacri, predominazione e la legge del più forte erano i soli ingredienti primordiali. Così esseri dotati di un potere enorme (delle sorte di fate diaboliche) distrussero parte del creato per permettere una nuova nascita di elementi meno truculenti e non solo dediti alla distruzione.
Arriviamo a noi dove scopriamo Rio Asuka con lo scopo di comprendere cosa è successo a suo padre e da quel momento una sorta di patto di sangue con la natura demoniaca pronta, nella fattispecie dell'amico Akira/Amon, a trovare una vittima sacrificale con cui plasmarsi.
Devilman-La genesi a quindici anni dalla nascita dell'opera di Go Nagai che ha letteralmente stravolto e stuprato il concetto stesso di violenza, di soprusi e di malvagità. Un concentrato a cui nulla fino ad allora si era avvicinato soprattutto nel giocare continuamente sul tema della liberazione dei propri istinti primordiali e della lotta perenne contro le proprie paure ancestrali.
Il demone che vive dentro di noi in grado di compiere ogni atrocità possibile è una metafora pazzesca soprattutto di un popolo e di un paese che ha dovuto inghiottire senza potersi vendicare uno degli abomini storici più eclatanti mai avvenuti. Da qui il lato oscuro dell'autore il quale esprime a piena potenza un nichilismo e un pessimismo cosmico in una visione ineguagliata di inusitata violenza della crudeltà implicita nella vita e nell'essere umano.

Devilman-Arpia Silen


Titolo: Devilman-Arpia Silen
Regia: Umanosuke Lida
Anno: 1990
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

Casa Makimura: una telefonata inquietante scuote Akira Fudo, ormai mutato nell"aspetto e nel comportamento, e lo spinge a recarsi in un condotto della rete fognaria. Le grida di una donna torturata risvegliano i ricordi di Amon, il demone nel corpo di Akira, e portano alla coscienza del giovane il nome del suo nemico: Ginmen.

La trilogia di Devilman ha letteralmente stravolto ogni concetto di animazione violenta, splatter con tinte gore e colpi di scena letteralmente spiazzanti. Messa da parte la storia che nel primo capitolo viene narrata molto bene senza lasciare di fatto nessun dubbio, il secondo capitolo è puro action adrenalinico, un combattimento vertiginoso e acrobatico tra una delle serve di Satana tra le più potenti Silen e il nostro Akira/Amon. Arti spezzati, morsi, location ovvero città devastate da forze senza eguali che non accennano a risparmiare nulla. Un lungo e indiscusso combattimento dove nonostante Silen sia una donna, il nostro Akira/Amon non avrà nessun tipo di indulgenza.
Il tema del sacrificio è molto presente nel film dove viene sacrificata la stessa madre di Akira incastonata insieme ad altri membri della famiglia nella corazza del primo demone che incontra, Jimmel, fino al sacrificio di Kaim, una sorta di rinoceronte preistorico che decide pur sapendo che morirà di fondersi con Silen nell'attacco finale ad Amon.

Devilman-Amon, l'apocalisse di Devilman


Titolo: Devilman-Amon, l'apocalisse di Devilman
Regia: Ken'ichi Takeshita
Anno: 2000
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

Per molto tempo Akira Fudo ha combattuto l'invasione demoniaca della Terra con i suoi poteri di Devilman, dominati dal suo forte equilibrio interiore che reprimeva l'indole bestiale del mostruoso Amon attraverso l'amore per Miki. La morte di quest'ultima a opera degli umani ha però fatto uscire di senno il ragazzo che, lasciatosi corrompere dal suo animo malvagio, perde ogni legame con la razza umana divenendo un mostro sanguinario. Per Akira c'è solo una speranza di tornare alla normalità: sconfiggere nel suo subconscio il terribile demone...

Arriviamo alla resa dei conti dove nemmeno a farlo apposta moriranno tutti coloro che abbiamo visto nei precedenti capitoli nonchè i nuovi Devilman. Alcuni momenti prima dello scontro finale i quali servono a portare Akira allo strazio finale come quello della casa di Miki dove vengono uccisi lei e il fratello sono di una violenza senza pari. Il bambino a cui viene sparata una freccia in testa e poi decapitato fino a Miki a cui viene anche a lei mozzata la testa in quanto strega, sono forse i momenti più crudeli dell'intera opera insieme alla scena in cui Amon anzichè salvare il corpo del piccolo Devilman facente parte della squadra dei Devilman trucidati dai demoni, comincia a strapparne gli arti mangiandoseli davanti a tutti.
Ryo che già compariva nel secondo Oav cercando di aiutare Akira/Amon contro Silen, qui sceglie il lato oscuro diventando l'angelo prediletto da Dio, quel famoso Satana con cui ci sarà uno scontro finale. Sterminio, battaglia coi demoni e scontro finale con Satana. Tre parti gestite molto bene nonostante la critica e il pubblico con questo terzo Oav siano state molto negative senza comprendere appieno lo spirito e l'analisi dell'opera che chiude in maniera magistrale un trittico che rappresenta uno dei capisaldi dell'animazione mondiale. Un'opera densa e matura dove viene chiamata in causa la discesa negli inferi di Dante, dove le forme e i colori danno risalto ad un world building esagerato e pieno di esseri indicibili e di una morale pessimista e nichilista che vorrebbe i demoni al posto degli umani a riprendersi ciò che in passato era loro.

sabato 1 agosto 2020

Voglio mangiare il tuo pancreas


Titolo: Voglio mangiare il tuo pancreas
Regia: Shin'ichirô Ushijima
Anno: 2018
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

La giovane Sakura è gravemente malata e non le restano molti giorni da vivere, ma nessuno lo sa. Finché il timido e introverso Haruki non lo scopre, in maniera del tutto casuale. Tra i due nasce un complicato rapporto di amicizia, che insegnerà molto a entrambi sulla vita e sull'affetto reciproco

L'esordio di Ushijima è davvero un film intenso e particolare in grado di far riflettere lo spettatore intrecciando coming of age, viaggio di formazione, commedia sentimentale, melò adolescenziale e altro ancora. Un film con un titolo così assurdo in grado di commuovere, far sorridere, con una storia molto drammatica ma al contempo assurda se pensiamo all'indole del carattere di Sakura o al colpo di scena finale del film oppure la sequenza nella stanza d'albergo di loro due assolutamente originale e mai scontata. E'un'opera minimale, assorta da un'atmosfera profonda e struggente, una favola romantica come non ti aspetti dove tutte le risposte e i comportamenti dei due protagonisti avvengono in modo da spiazzare completamente ogni classica attesa.
Questa fiaba moderna riesce a far provare sentimenti ed emozioni sempre diverse, con una saggezza nel descrivere i gesti dei suoi protagonisti davvero toccante e di una naturalezza quasi innaturale. Due personaggi così opposti ma uniti a voler dare una svolta ad una solitudine che li sta divorando rischiando di renderli degli outsider a tutti gli effetti.
Sakura e Haruki impareranno che la vita è soprattutto frammentare con qualcuno di speciale dolore, felicità ed affetto senza trattenersi dando importanza a dei piccoli gesti come un abbraccio, un sorriso, o la lettura di una mail.


Fatal Fury 1 - La leggenda del lupo famelico


Titolo: Fatal Fury 1 - La leggenda del lupo famelico
Regia: Hiroshi Fukutomi
Anno: 1992
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Il padre di Terry Bogard è stato assassinato da un uomo di nome Geese Howard allo scopo di recuperare un antico manuale sulle arti marziali. Crescendo, Terry è spinto dall'odio a voler vendicare la morte del padre ma deve vincere i propri sentimenti per completare la propria formazione e diventare un valoroso guerriero.

Sembra una brutta copia di STREET FIGHTERS dove i due fratelli assomigliano per diversi aspetti a Ryu/Terry, il preferito dal maestro, quello più spirituale e moderato e Ken/Andy decisamente più impulsivo e rancoroso. Due strade diverse dove faranno le loro esperienze mettendo in luce la loro indole per diventare sempre più forti e infine la sacra mossa finale insegnata ad uno di loro dal loro maestro. In tutto ciò con una trama davvero scontata e ridotta all'osso dove tutto è tranquillamente telefonato, entra in scena anche Joe Hisashi e sicuramente il momento migliore del lungo d'animazione è il torneo di arti marziali a differenza del combattimento finale con l'acerrimo nemico Geese e il personaggio di Lily che seppur abbozzato non gode di happy ending morendo male nel finale.

Art of Fighting-L'occhio di Sirio


Titolo: Art of Fighting-L'occhio di Sirio
Regia: Hiroshi Fukutomi
Anno: 1993
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Ryo e Robert sono due amici per la pelle con la passione per le arti marziali. E mai avrebbero immaginato che la loro amicizia e la loro passione sarebbero tornate così utili. Tutto inizia sempre dal molto piccolo: un gatto siamese da riportare alla ricca proprietaria, un acrobatico inseguimento sui cornicioni per riacciuffare l'ostinato felino che porta fino ad un appartamento pieno di primitivi armati fino ai denti... E così Ryo e Robert vengono coinvolti in una storia maledettamente complicata al centro della quale si trova il favoloso Occhio di Sirio!

Ennesimo segmento della saga di ART OF FIGHTING. Questo come altri è una specie di costola appassita che cavalcava il successo degli anime a quei tempi, mettendo in scena due protagonisti mai così diversi esteticamente da quelli dei videogiochi per una storia molto semplice e un mediometraggio di 40'.
Anche l'animazione è meno curata, il budget è minore, il ritmo nonostante tutto si sforza di riuscire ad essere incalzante con il risultato che i combattimenti sono flosci tolto forse la sfida finale con il braccio destro del boss, una bionda che sa il fatto suo. Non si salva molto, i dialoghi sembrano improvvisati, l'equivoco iniziale come incidente scatenante è debole e non ha molto senso e poi il solito rapimento della sorella di Ryo nonchè futura ragazza di Robert per ottenere un diamante nascosto in un freezer è semplicemente ridicola.


martedì 14 luglio 2020

Mezzo forte


Titolo: Mezzo forte
Regia: Yasuomi Umetsu
Anno: 2000
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Mikura Suzuki, membro di un gruppo di assassini mercenari, viene ingaggiata da un uomo misterioso per rapire Momokichi, proprietario di una squadra di baseball. Il problema è che Momokichi è un boss malavitoso e sua figlia, Momomi, è una talentuosa pistolera, nota per essere violenta e contorta più di suo padre. Mikura e la sua squadra deveno escogitare un piano per portare al termine la missione, sperando che nulla vada storto.

A Kite sapeva essere tante cose, muovendo generi e stili completamente diversi e una grafica da urlo. Umetsu ritrova le stesse qualità e abilità in questi due Oav che in parte riprendono le tematiche affrontate in precedenza (sci-fi, cyborg, AI, contractors) infarcendo lo scenario con i suoi elementi che sappiamo apprezzare di più dalle scene kitsch di sesso esplicito e gratuito, sparatorie e inseguimenti mozzafiato, quel gusto sadico per la violenza e la truculenza e infine l'ambientazione ormai di degrado assoluto e il background criminale.
Il tutto con una storia mai banale approfondita da dialoghi tagliati con l'accetta e un umorismo politicamente scorretto al massimo dove nessuno sembra salvarsi e dove l'umanità ormai è degenerata in maniera assoluta.



Lupin III - La menzogna di Fujiko Mine


Titolo: Lupin III - La menzogna di Fujiko Mine
Regia: Takeshi Koike
Anno: 2019
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

La storia si apre con una Fujiko nelle vesti di governante, al servizio di un ragioniere ricercato per essersi appropriato indebitamente di 500 milioni di dollari. In poche parole, il ragioniere in questione sa che verrà scovato prima o poi e decide di farsi esplodere assieme alla sua stessa casa mentre affida a Fujiko le sorti del suo pargolo (ottima scelta, vero?). Ma presto proprio il bambino diventerà l’obiettivo della compagnia alla ricerca del padre, inviando un assassino imbattibile che lo costringerà a confessare dove si trova il denaro. Naturalmente Fujiko sarà disposta a tutto pur di non farsi sfuggire quella somma più che cospicua…

Ultimo della trilogia nonchè caposaldo nel raccontare nello specifico che cosa abbia creato i killer visti in questo capitolo e nei precedenti. Si scopre così una compagnia, Godfrey Mining, che crea appunto assassini spietati prodotti artificialmente e con doti metaumane nonchè contractors che si contraddistinguono per avere ognuno una caratteristica insolita e letale. La storia di Fujiko è forse quella più drammatica, c'è un bambino da salvare (a volte nella sua disperazione davvero insopportabile), un segreto da mantenere, un malloppo che fa gola a molti, una fuga da un duo di criminali che si portano dietro il mostro, Bincam (una sorta di mezzo vampiro albino in grado di ipnotizzare le persone) di turno caratterizzato davvero bene, una creatura controllata dai suoi stessi aguzzini.
E poi c'è lei, finalmente una Fujiko che a differenza del primo capitolo non la vediamo inerme completamente nuda alle prese con una creatura con un fallo enorme roteante per una pletora che sembra uscita dal capolavoro di Kubrick, questo capitolo finale non prevede gag (le quali comunque sono quasi sempre state assenti nella trilogia) con personaggi sempre seri e misurati dove Lupin ad esempio non ci prova mai con Fujiko anche quando questa gli si addormenta sulla spalla quasi con le tette al vento. E'proprio lei comunque la protagonista assoluta, Lupin e Jigen fanno da comparse,
diventando un crogiolo di sfacciata sensualità e sottile perfidia, pronta ad usare il suo corpo come un'arma facendo innamorare di sé persino le pietre ma al momento giusto a conficcare pugnali nella schiena di chi è tanto incauto da avvicinarsi.