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sabato 13 maggio 2023

Cocainorso


Titolo: Cocainorso
Regia: Elizabeth Banks
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

A Knoxville, in Tennesse, nel 1985, un trafficante di droga con addosso diversi chili di cocaina viene trovato morto, precipitato dal suo aereo per la mancata apertura del paracadute. A indagare è un ispettore locale, il quale capisce che dietro il caso c'è il boss di Saint Louis Syd White, che a sua volta ha mandato a recuperare la merce rimasta lo scagnozzo Daveed e suo figlio Eddie, ancora in lutto per la morte della moglie. Quello che nessuno sa è che la droga, caduta nella Chattahoochee-Oconee National Forest, è stata ingerita da un'orsa nera, che ora si aggira ferocissima e famelica. A scoprirlo loro malgrado sono una coppia di turisti, un ragazzino e una ragazzina che hanno marinato la scuola, la madre di quest'ultima, una ranger ignara e vari altri malcapitati. Chi riuscirà a recuperare la droga? E chi sopravviverà all'orsa in crisi d'astinenza?
 
Cocainorso è un film dal titolo più che mai provocatorio che nonostante tutto riesce quasi a difendersi bene. O almeno cerca di farlo nei primi due atti per poi scadere nel sentimentalismo becero del terzo atto e soprattutto del climax finale. Sulla trama c'è poco da dire e non è nemmeno motivata tutta questa rabbia dell'orsa che anzichè stare con i cuccioli gira per i boschi a cercare bamba e mangiare le persone. L'ironia, i toni grotteschi e una parte di atmosfera sono le armi forti anche se la galleria di personaggi è troppa e alcuni vengono appena accennati e non si empatizza per nessuno meno che mai la madre in cerca della figlia che sin dall'inizio è il perfetto mix di tutti i clichè. E' l'ultimo film di Ray Liotta prima di morire e anche qui ricicla il classico antagonista che poi così cattivo non è se non fosse che deve trovare valigie di cocaina buttate nei boschi che un certo cartello (che non vediamo mai però) rivuole indietro.

Operation Fortune


Titolo: Operation Fortune
Regia: Guy Ritchie
Anno: 2023
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

La storia di un agente dell'MI6, reclutato da un'associazione mondiale di controspionaggio per cercare di sventare la vendita di una nuova arma letale, che minaccia di sovvertire l'ordine del pianeta. Affiancato contro i suoi desideri da un esperto in high-tech della CIA, parte per una missione in giro per il mondo per infiltrarsi nella cerchia di un trafficante d'armi miliardario.
 
Ormai Guy Ritchie sta perdendo colpi. E molto alla svelta sembra. Colui che ci aveva abituato a film assurdi e goderecci è passato a trasformarsi in trame ancora più assurde, meno divertenti, con un'ironia british non meglio precisata e su alcune sequenze indigeste per usare un eufemismo.
Spionaggio, inseguimento, azione, combattimenti, inseguimenti ma tutto in toni assurdi che sembrano da commedia dove lascia tutto agli attori e alla faccia granitica di Statham che con tutto il bene che gli voglio come 007 non funziona. Mediocrità, non sense, scene che ruotano su se stesse, dialoghi a volte imbarazzanti come i continui riferimenti all'amore per il vino di Fortune.
Una spy story fracassona in giro per il mondo senza lasciare nulla di quelle chicche come GentlemanRocknRolla e tutti gli altri usciti prima. E' riuscito a fare ancora peggio di Wrath of man ed è tutto detto.

lunedì 20 febbraio 2023

Boy behind the door


Titolo: Boy behind the door
Regia: David Charbonier, Justin Powell
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una notte di terrore inimmaginabile attende il dodicenne Bobby e il suo migliore amico, Kevin, quando vengono rapiti mentre tornano a casa da scuola. Riuscendo a fuggire dai confini, Bobby naviga nei corridoi bui, pregando che la sua presenza passi inosservata mentre evita il suo rapitore ad ogni angolo. A peggiorare le cose è l'arrivo di un altro estraneo squilibrato, il cui misterioso accordo con il rapitore potrebbe significare una condanna certa per Kevin. Senza mezzi per chiedere aiuto e chilometri di terre oscure in ogni direzione, Bobby intraprende una missione di salvataggio, determinato a scappare insieme a Kevin, vivo… o a morire provandoci.
 
Cosa non si fa per amicizia. Sembra di vedere Butch salvare Mascellus se non fosse che loro erano adulti e di certo non amici. Bobby e Kevin hanno siglato un patto, amici per sempre e questo li porterà a scontrarsi nell'antro della belva con alcuni insospettabili maniaci.
E' un ottimo esempio di film di suspance e tensione, un thriller rodato che riesce e dimostra buoni colpi di scena, attori in stato di grazia (i bambini sono straordinari) una tematica già vista ma mai morbosa e uno stile attento e infallibile nello sferrare alcuni pugni allo stomaco decisivi e spesso inaspettati. Sembra tante cose eppure una serie di tasselli lo pongono in maniera inusuale come ad esempio la scena della promessa iniziale e il fatto di non vedere i genitori o meglio gli unici adulti più tardi come carnefici. La scena in cui Bobby trova un vecchio telefono e una macchina che non riesce a guidare. Un assalitore che sembra per un attimo voler comunicare qualcosa al bambino prima della sua dipartita e così via...con dei bei twist narrativi e drammaturgici la coppia di registi grazie alla Shudder dimostrano al loro esordio di avere un certo talento contando che il tema dei rapimenti e la tortura sono elementi visti e rivisti ma qui hanno veramente qualcosa di notevole e mai gratuito.

Glass Onion-Knives Out


Titolo: Glass Onion-Knives Out
Regia: Ryan Johnson
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il risolutore di enigmi Benoit Blanc viene invitato ad una vacanza supervip su una esclusiva isola greca, insieme al gruppetto di amici storici del multimiliardario Miles Bron. Gli ospiti, tutti ricchi quasi quanto Bron, sono l'ex modella Birdie e la sua assistente Peg, la politica Claire, lo scienziato Lionel, l'influencer sciovinista Duke con la sua ragazza Whiskey, e la misteriosa Andi, corresponsabile della fortuna di Miles ma da lui estromessa senza tanti complimenti. Il gruppetto dovrebbe risolvere un giallo ideato dal multimiliardario, ma ben presto i delitti diventeranno reali. Starà a quel genio eccentrico di Benoit Blanc venire a capo di un mistero assai complicato e fare in modo che almeno qualcuno torni vivo dall'isola.
 
Il sequel di Knives Out è un'altra piacevole sorpresa con una celebre parata di star e protagonisti tutti diversi tranne Benoit Blanc colto in depressione da covid che viene invitato nonostante l'eccentrico miliardario (un Musk metafora dei ricchi della Silicon Valley) precisi fin da subito che non era nella lista degli invitati.
Un altro giallo meno arguto e sfaccettato del primo ma più solare, più action per certi aspetti, con una location decisamente ai limiti dell'avanguardismo estetico e una storia che tutto sommato fila a dovere grazie alla sapiente interpretazione di Daniel Craig ma soprattutto Edward Norton che riesce a impreziosire un personaggio per molti aspetti fastidioso vista la sua smania da leader miliardario spocchioso senza precedenti. Il film alterna in maniera astuta alcuni colpi di scena rendendo tutti gli astanti e i gregari complici e non di un piano che sembra disegnato dallo stesso demiurgo della situazione quando invece tutto prenderà una svolta inaspettata solo sotto certi aspetti. Un film in grado sicuramente di interessare nonostante una durata prolissa e un ritmo che però riesce sempre a mantenersi costante spostando i punti di vista e creando una ripartenza dopo l'altra a seguito di un colpo di scena, forse quello meglio assestato in tutta la pellicola che sembra dare nuova linfa al mistero.

sabato 28 gennaio 2023

Hanging Sun-Sole di mezzanotte


Titolo: Hanging Sun-Sole di mezzanotte
Regia: Francesco Carrozzini
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

John ha deciso che non ucciderà più, contro il volere del padre e del fratello Michael. Ha lasciato la casa paterna ed è fuggito nel nord della Norvegia, ai confini del mondo. Ma il padre lo vuole indietro, e manda Michael a cercarlo affinché lo riporti da lui. Il paesino dove John si è rifugiato è una comunità fortemente religiosa guidata da un pastore convinto che "la paura ci protegge dal male che portiamo dentro". Ma la figlia del pastore, Lea, e suo figlio Caleb il Male l'hanno già in casa, nella persona del marito e padre Aaron. John si imbatterà in loro e non riuscirà più a mantenere quel distacco dal mondo che si era augurato.
 
Hanging Sun è una co produzione di quelle da far accapponare la pelle se non altro per il rischio di rovinare malamente tutta l'operazione mischiando protagonista italiano e regista alle prime armi con un cast inglese di tutto rispetto. Un noir tenebroso in una terra difficile che non fa sconti e mostra una comunità criminale dove è semplicemente impossibile prenderne le distanze. Il figliol prodigo, il sacrificio, la redenzione e infine la vendetta. Come dramma tragico gli elementi ci sono tutti, alcuni personaggi riescono a misurarsi in ruoli già abbondantemente visti come Peter Mullan, Sam Spruel e Charles Dance e Borghi come protagonista riesce a dare un valido contributo senza sfigurare mai di fronte ad alcuni outsider come i sopra citati. Un film con una trama risibile, vista ormai in tutte le salse, senza quella voglia di scavare più a fondo per cercare di trasmettere quella sensazione che forse ci mancava.
Un film continuamente dettato dalla forza d'animo e fragilità di John che deve prendere una decisione volendo abbandonare il destino criminale e cercare di rifarsi una vita in un contesto apparentemente normale.

Pale blue eye


Titolo: Pale blue eye
Regia: Scott Cooper
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

West Point, 1830. Augustus Landor, un detective segnato dalla vita - è vedovo e la figlia è scomparsa - viene assunto dall'Accademia militare per indagare con discrezione sul macabro omicidio di uno dei cadetti, a cui è estratto il cuore dal torace con chirurgica precisione che è forse il risultato di un rito oscuro. Nella sua inchiesta non viene aiutato da nessuna delle altre reclute per cui vige la legge del silenzio. Solo una di loro offre la sua collaborazione. Si tratta di Edgar Allan Poe, che negli anni successivi diventerà uno scrittore di fama mondiale. Quando ci sono alcuni indizi che stanno per portare alla risoluzione del caso, un altro cadetto viene assassinato.
 
Scott Cooper è un buon regista, ANTLERS, OUT OF THE FURNACE, BLACK MASS, HOSTILES, dove sembra ormai un dato di fatto la collaborazione con Christian Bale e dove la mano ha dimostrato di saper girare con le doti di un buon autore. Purtroppo questi delitti di West Point è un prodotto da dimenticare dove la scrittura è il fattore determinante del suo insuccesso e della sua scarsa capacità di regalare una storia decente soprattutto per un finale disastroso.
Senza contare un giovane Edgar Allan Poe fastidiosissimo interpretato da un insopportabile Harry Melling, una sorta di setta satanica presieduta da due giovani teen ager idioti e particolari a caso su libri maledetti e in fondo sul vero motore del film che altro non è che un revenge movie. Peccato perchè la ricostruzione storica, le interpretazioni, i costumi e Bale mantengono almeno quel decoro ad un film che poteva e meritava di essere scritto meglio.

lunedì 2 gennaio 2023

Deeper you dig


Titolo: Deeper you dig
Regia: John Adams e Toby Poser
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

All'indomani di un incidente stradale, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si annulla per una madre, una figlia e uno sconosciuto.
 
E' interessante il percorso artistico dei due registi che successivamente se ne uscirnano con un altro intenso film come HELLBENDER. Sicuramente Toby Poser è appassionata di magia, esoterismo e tanti elementi che qui scattano e nel film successivo verranno ripresi con ancora più intensità.
Deeper you dig più che un horror, anche se a tratti lo ricorda, sembra più un thriller grottesco.
Quasi dalle parti di FARGO per intenderci, in mezzo alla neve e alle montagne, dove si vive isolati, dove ci sono pochissime persone e dove sembra facile poter nascondere un cadavere.
L'opera mostra una cura maniacale per i particolari, per come vengono dilatati i tempi e su come si portino alla follia alcuni personaggi in particolare Jack, il quale deve ristrutturare un rudere dove Ivy quando era più giovane ci andava a ballare e dove Echo finirà per apparirgli dopo la morte.
Nulla in questo film è legato al caso, dai nomi dei personaggi, alla strana combinazione per cui John Adams, Toby Poser e Zelda Adams oltre a essere protagonisti sono anche e rispettivamente marito, moglie e figlia, di come vengano inseriti diversi generi con scene suggestive e altre dove nel silenzio apparente viene evocata una certa atmosfera funzionale per gli intenti e gli obbiettivi di alcuni personaggi. E' un film molto misurato dove la fotografia fredda e tutti questi blu e bianchi risaltano per dare quel senso di impotenza e solitudine in mezzo a vallate fredde e inospitali.
Un film che dimostra da parte di questi autori una grande fame di voler raccontare, mettendosi in prima linea e curando un'opera come se facesse parte integrante del processo e della crescita artistica ma anche dello stesso nucleo familiare.


They live in the grey


Titolo: They live in the grey
Regia: Vang brothers
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Claire, mentre indaga su un caso di abusi su minori, scopre che la famiglia è tormentata da un'entità soprannaturale
 
They live in the grey già dal nome assurge come una sorta di condanna per una donna fragile con il dono di vedere i morti e quasi tutte le loro raccapriccianti sorti. Claire lavorando come assistente sociale sugli abusi a danno dei minori è sempre combattuta tra una deontologia professionale e l'empatia di essere stata anche lei madre e questa particolarità emerge molto sia in aula di tribunale che durante le sue incursioni a casa delle famiglie disfunzionali dove arriva come una sentenza senza nessun avvertimento.
Il film dei fratelli Vang si ispira a molte fonti ma cerca in se quel guizzo per cercare di ritagliarsi un posto suo nel genere e riesce tuttavia a farlo anche se con un ritmo molto lento e una narrazione che non sempre riesce a creare quell'atmosfera da lasciare ipnotizzato lo spettatore. Quando ci riesce come nelle dure manifestazioni degli spiriti vendicativi o nel delirio che rischia di far sprofondare Claire in un limbo di follia, allora il film grazie anche ad una messa in scena sterile, elegante e senza mai mettere l'acceleratore, funziona con un finale amaro come le scelte e il compromesso che la protagonista dovrà accettare

martedì 20 dicembre 2022

Menù


Titolo: Menù
Regia: Mark Mylod
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Una giovane coppia visita un esclusivo ristorante su un’isola remota dove l’acclamato chef ha preparato un sontuoso menu di degustazione, insieme a qualche sorpresa scioccante.
 
Menù a mio avviso aveva tutti gli ingredienti per risultare una portata di classe quando invece purtroppo dal secondo atto sbaglia il dosaggio diventando un prodotto insipido e troppo ricercato in un manierismo che invece di dare toglie per cercare un sensazionalismo fine a se stesso.
Di metafore sul cinema culinario ormai ne siamo pieni ma le critiche di valore erano e sono sempre state mosse dalla semplicità e da un impianto che non vuole essere così esagerato e predominante. Pensiamo a Ferreri come Greenaway oppure allo stesso recentissimo Ostlund. Qui da una partenza interessante e con un cast stellato, si inizia rimanendo fedeli ad una trama che sembra decollare con una sua tempistica formale rispettabile, per poi cominciare a creare quell'insieme di elementi che contaminano il sapore dei piatti assaggiati finora, passando dall'obbedienza assoluta nei confronti dello chef, della protagonista (che ovviamente a differenza di tutti gli altri ha una marcia in più e non soccombe al volere tirannico e dispotico dello chef) fino alle stucchevoli scelte per far digerire scelte di scrittura semplicemente esagerate e senza senso, arrivando all'apoteosi quando scopriamo il piano finale e il fatto che tutti debbano essere sacrificati diventando loro stessi l'ultimo piatto.
Da ciò che vediamo fuori, non solo i commensali diventano pedine ma anche chi sta sopra di loro sembra essere rapito da una sorta di setta capitanata da Fiennes che colpisce finendo per sacrificarli (la scena del capo dei tre imprenditori che viene visto fuori dalla finestra intrappolato da una rete di un elicottero e fatto annegare ad esempio non ha alcun senso) tutto senza seguire nessun tipo di spiegazione su come tali azioni vengano pianificate. In più da leader della setta culinaria l'intero staff e lui stesso, devono sacrificarsi suicidandosi insieme ai commensali. Lo spoiler finale sul monologo dove spiega il perchè di tale sacrificio è assurdo così come la scena in cui cucina un cheesburger alla protagonista che se ne scappa in barca lasciando tutti ad un falò finale.

giovedì 15 dicembre 2022

Inexorable


Titolo: Inexorable
Regia: Fabrice Du Welz
Anno: 2021
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Marcel Bellmer è uno scrittore che gode di una grande fama grazie alla reputazione che si è fatto con il successo del suo libro Inexorable, in grado di dargli la celebrità che la stabilità economica guadagnata sposando la figlia del suo ricco editore, fino a poco prima non era riuscita ad arrivare.
Poco tempo dopo essersi trasferito con moglie e figlioletta nella principesca magione del defunto padre della consorte, nei giorni immediatamente seguenti l'acquisto di un giovane cane presso un canile, ecco apparire dal nulla una giovane che, grazie proprio al ritrovamento dell'animale, in quei giorni smarrito per il più doloroso rammarico della bimba sua padrona, finisce per essere accolta in quel castello, prima come educatrice del cane, poi come compagna e governante della casa.
Ma cosa spinge quella ragazza tutta strana e dai comportamenti poco decifrabili, a guadagnarsi fiducia in quella famiglia benestante ed un po' ingenua?

Fabrice du Welz è un grande cineasta indipendente, un autore che non ha bisogno di presentazioni.
Proprio per essere uno dei miei outsider preferiti è colui da cui mi aspetto quel qualcosa di più che a volte avviene e altre volte come in questo caso no. Inexorable non è ADORATION, rappresenta proprio gli antipodi nella ricerca e nell'esplorazione delle tematiche affrontate (anche se anche qui come lì a parte l'età sono due ragazze fortemente disturbate). A parte quando si è trattato di girare film su commissione, il belga ci ha da sempre fornito ottime chiavi di lettura per quanto concerne sondare le tenebre dell'animo umano, indagare il folklore, prendendo sempre dei drammi ma cambiandone i protagonisti e i luoghi ma rimanendo sempre affascinato dalle scelte e dagli intenti dei protagonisti.
In questo caso si mina la dimora borghese, le certezze reali e non inondandole di bugie e inganni, che se nascosti nella sfera privata prima o poi verranno svelati come in questo caso dall'arrivo di una apparente innocente giovane ragazza Gloria. Pur volendo costruire un thriller erotico sull'animalità della consumazione dei corpi umani come da lui stesso ammesso, Fabrice ci conduce subito verso un colpo di scena che apprendiamo troppo velocemente (Gloria innescherà una miccia esplosiva che piano piano sgretolerà tutte le certezze del nucleo familiare) facendo intuire che il dramma pervasivo delle opere dell'autore verrà costruito sulle scelte e le intuizioni della co protagonista. Una giovane donna che scopre le bugie di tutti dandole però quelle sfumature come per la piccola Gloria di ADORATION (stesso nome, coincidenza) che la portano ad essere al contempo affascinante come pure estremamente disturbata.
Ed è l'unica pecca di un film girato con la solita maestria e la forma nonchè la politica d'autore del regista che a livello di musiche, atmosfere, luci e tecnica dimostra come sempre la sua sofisticata maniera di costruire una scena e darle una molteplicità di valenze.

Stranger (2022)


Titolo: Stranger (2022)
Regia: Thomas M. Wright
Anno: 2022
Paese: Australia
Giudizio: 4/5

Henry Teague, silenzioso, barba lunga, sempre sul chi vive, fa presto amicizia con lo sconosciuto Mark, barbuto come lui, come lui di poche parole, e con un passato violento da dimenticare. È proprio questo che Mark propone a Henry: far parte di una potente organizzazione criminale che gli offre in cambio la possibilità di cancellare ogni traccia dei suoi crimini e di ricominciare da zero. Tra i due ha inizio perciò una simbiosi quotidiana, esasperata dalla solitudine vasta ed estrema della parte di Australia in cui si muovono. Quello che Henry non sa, però, è che Mark non è veramente chi dice di essere.
 
Stranger è un film davvero intenso e potente praticamente messo sulle spalle di due ottimi attori e facendo lavorare le nostre menti su quanto di peggio potrebbe succedere ma che non accade mai.
Un thriller psicologico davvero interessante e in grado di tenere incollato lo spettatore nel cercare ogni singolo spiraglio per trovare qualche prezioso indizio. Quando poi hai Sean Harris nel cast hai già centrato di fatto l'obbiettivo a meno che non gli fai trovare una sceneggiatura infruttuosa e un personaggio impossibile da caratterizzare. In questo caso invece dimostra ancora una volta di saper dare sfaccettature, toni e ombre ad un protagonista incredibile, di cui è quasi impossibile non provare una certa empatia pur venendo a galla di cosa realmente ha fatto.
L'unico dato che sembra assurdo ma non lo è trattandosi di una vicenda reale e tutta la costruzione per creare questa complicità e amicizia tra Henry e Mark, dove a volte, noi come l'antagonista, non riusciamo a capire cosa stia davvero succedendo. Quando alla fine scopriamo che è stata tutta una messa in scena per testimoniare uno degli omicidi più brutti degli ultimi anni si rimane con un certo disorientamento di fondo.

domenica 20 novembre 2022

Watcher (2022)


Titolo: Watcher (2022)
Regia: Chloe Okuno
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un'importante opportunità lavorativa occorsa a Francis, rumeno per parte di madre, comporta il suo trasferimento dagli Stati Uniti in un B&B di Bucarest, insieme all'avvenente moglie Julia. Sola in camera per tutto il giorno e circondata da finestre enormi, Julia comincia a sviluppare una crescente paranoia: si sente costantemente osservata da un uomo che vive nel palazzo di fronte e che sembra stare sempre alla finestra. Francis minimizza le paure di Julia, condividendo il suo scetticismo con i colleghi e allontanandosi dalla moglie, con cui empatizza sempre meno.
 
L'esordio di Okuno è un thriller teso e a tratti avvincente che gioca con un modello ormai abusato nel cinema di genere ma prendendo quelle accortezze e modelli che lo rendono quantomeno un prodotto atipico e gestito con buoni mezzi oltre ad essere bene interpretato.
Sicuramente la scelta di scegliere Bucarest e prendendo gli edifici più tristi e cupi giova all'atmosfera del film e ad una fotografia che spesso con quei grigi e quella brezza riesce a sporcare la pellicola rendendola mai armoniosa ma fredda e distaccata. L'alienazione in cui è catapultata la protagonista è l'elemento su cui riesce a diramarsi e reggere l'intero film così come l'ottima caratterizzazione di Julia e la sua fragilità psicologica quando avverte il pericolo e viene a sapere di questo serial killer, il ragno, che uccide solamente donne. La trama punta quindi su un elemento mai banale ma decisamente attuale quello della paranoia, della dinamica di banalizzare il pericolo colpevolizzando la vittima. Infatti nonostante Julia denunci le persecuzioni subite, sia alla polizia che al marito, non viene creduta: il suo compagno la accusa di essere paranoica e allucinata, mentre la polizia addirittura equipara vittima e carnefice parlando di malintesi e fraintendimenti.

martedì 1 novembre 2022

Barbarian


Titolo: Barbarian
Regia: Zach Cregger
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una donna che soggiorna in un Airbnb scopre che la casa che ha affittato non è come sembra.
Barbarian, l'horror uscito su Disney è stata davvero una piacevole sorpresa più che altro legato ai colpi di scena e una struttura in parte originale. Un film che parte verso un sottogenere abbastanza abusato per poi diramarsi verso altre storie, inserendo protagonisti, abbandonandone altri, insomma mettendo sempre più elementi senza mai staccare la spina dalla narrazione principale.

Un film per certi versi anomalo che pur non sapendo fosse Disney, mi ha abbastanza spiazzato seppur vedendo la Universal mi aspettavo qualcosa che non riuscisse a mordere stringendo così a fondo i denti. E lo fa in 110' senza perdersi mai dietro fronzoli o dialoghi inutili, con qualche lievissimo depistaggio con un plot narrativo che forse in pochi coglieranno, parlo di quello di Frank interpretato dallo zombiano Richard Brake, gettando nuove basi senza minare la coerenza narrativa della sceneggiatura. E'un film per certi versi anche molto violento, dove il mostro risulta il classico abominio compiuto dall'uomo e l’umanità e la disumanità, l'egoismo e l'empatia, sembrano continuamente fare a braccio di ferro nella caratterizzazione dei personaggi.

giovedì 29 settembre 2022

Fall (2022)


Titolo: Fall (2022)
Regia: Scott Mann
Anno: 2022
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Le due amiche Becky e Hunter si ritrovano intrappolate a 2.000 piedi di altezza sopra una torre radio abbandonata nel deserto, senza attrezzatura e rifornimenti.
 
Fall per quelli come me che soffrono di vertigini e fanno il bunjee jumping da 152 m per cercare di superarle è un bel toccasana. Insomma un film che sai che ha il solo compito di farti cagare addosso e sfidare fino all'ultimi le leggi della fisica. Ed in parte è così anche se mi aspettavo qualcosa di meglio nel casting, nel capire perchè Jeffrey Dean Morgan..non provare almeno per una volta ad ignorare qualche clichè (come l'incidente alla Cliffangher iniziale) e poi lasciare lutto e tristezza a palate prima di intraprendere l'ennesima schiocchezza..
In Cliffangher lui torna ad arrampicare per costrizione, Becky per gettare le ceneri del marito da una delle quattro torri più alte degli States e non è la stessa cosa...
Ma Fall non è stato pensato per la storia (d'altronde nasce come cortometraggio) ma cerca dalla sua di farti respirare la paura attraverso gli sguardi e i respiri delle due protagoniste dove un video in cima può procurare mille like e dove sfidare la morte sembra ormai un gioco da ragazzi alla portata di tutti.
Con un finale clamorosamente banale e sconsclusionato, Fall fa il suo, ovvero alcune inquadrature dall'alto sono davvero emblematiche, usa per fortuna pochi droni se non nel vero senso della parola e lascia come sempre per chi è avvezzo alle altezze quel senso di estraniamento e di vuoto.

Beast (2022)


Titolo: Beast (2022)
Regia: Baltasar Kormákur
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nate, medico e vedovo, porta in Sudafrica le figlie Mere e Norah per cercare di riconciliarsi con loro, distrutte dalla perdita della madre, separata da Nate da alcuni anni. Per il loro safari nella savana si affidano alle cure di Martin, amico di lunga data ed esperto tracker. Durante una escursione, però, Martin incappa in un villaggio tsonga sterminato da una belva, con ogni probabilità un leone impazzito. È l'inizio di una lotta per la sopravvivenza, in cui Nate e le figlie dovranno unire le loro forze e ricorrere a ogni espediente per salvarsi.
 
Il sotto filone degli animal movie in particolare sui leoni è sempre stato sfortunato eccezion fatta per SPIRITI NELLE TENEBRE tra l'altro poi nemmeno un capolavoro ma almeno non indecente come PREY oppure ROGUE. Beast sinceramente non mi aveva lasciato ben sperare contando che aveva tutti gli stereotipi del caso con il padre divorziato che porta le due figliole a fare un safari.
Da lì sembra più che scontata la vicenda e di fatti lo è, ma Beast sebbene con tanti limiti (Cooper che si fa esplodere nella jeep e il leone sopravvive...) ha un suo perchè forse per il cast dove appunto Idris Elba e Sharlo fanno il loro e il film non esagera ne con l'azione ma soprattutto non abbonda di sentimenti e piagnistei delle figlie quando si accorgono che la vacanza non è proprio quella che si aspettavano.
Come sempre a morire a mani basse sono i mercenari o contractors a caccia di bestie in un clima politico che risulta poco chiaro e poco funzionale alla narrazione.

lunedì 19 settembre 2022

Men


Titolo: Men
Regia: Alex Garland
Anno: 2022
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Harper si reca in campagna per quello che dovrebbe essere un fine settimana piacevole e tranquillo, lontano dal tumulto e dallo stress della sua vita. I flashback rivelano che Harper stava chiedendo il divorzio a James, ma non era disposto a lasciarla andare. L’abuso emotivo e, in un’occasione fisico, è stato fondamentale per James che cercava di mantenere Harper nel loro matrimonio, e la sua morte continua a pungere nonostante non sia colpa sua. Nella casa di campagna, Harper viene accolto dal suo proprietario, Geoffrey. Le loro interazioni sono nella migliore delle ipotesi innocue e imbarazzanti, ma è quando Harper va a fare una passeggiata nei boschi che circondano la casa che le cose diventano inquietanti e strane. È seguita da un uomo nudo che poi cerca di entrare in casa. Harper è scossa dopo e le cose peggiorano solo per lei da lì.
 
Uomini che partoriscono altri uomini da tutti gli sfinteri possibili ancora mi mancava...
Garland al suo terzo film secondo me o almeno per i miei gusti firma la sua opera migliore. Forse perchè la meno ambiziosa senza essere scifi e senza avere l'ambizione di confrontarsi con Van DerMeer e forse perchè vanta quasi solo due attori e due figuranti (l'ex marito e l'amica di Harper).
Una location in quel posto sperduto della campagna inglese iconica ormai per tante pellicole di questo genere. Men però è un horror molto più politico di quello che possa sembrare ad una prima impressione soprattutto sulla misoginia maschile. Garland non smette di provocare e qui tutto il non sense possibile prende forma sotto gli occhi ingessati inizialmente di Harper per poi espandersi e arrivare addirittura a mettere a fuoco il Green Man, l’Uomo Verde, quell'immagine dal volto maschile che affiora dalle foglie, dal quale germogliano diversi elementi vegetali, fino al punto che spesso persino i tratti somatici si dissolvono nel fogliame rappresentando uno spirito della vegetazione, un’entità legata alla fertilità che affonda le sue radici nel folklore pre-cristiano. Da qui quindi si parte dal dramma sociale, per arrivare nel giallo soprannaturale, nel thriller e sfociando nel folk horror.

Roundup (2017)


Titolo: Roundup (2017)
Regia: Kang Yoon-sung
Anno: 2017
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

2004, Seoul, Corea. Jang Chen viene da Harbin, Cina. Da solo prende il controllo di una pericolosa gang coreana e diventa il gangster più temuto della città. E assieme alla sua spietata banda di delinquenti è disposto a fare qualsiasi cosa per arricchirsi. Il rude detective Ma Seok-do però brandisce i suoi potenti pugni per mantenere la pace: quando vede che Jang fa sprofondare il suo distretto nel caos, è costretto a escogitare un piano assieme alla sua squadra per sbarazzarsi del malvivente e dei suoi uomini per sempre.

Dong-seok è quel tipico attore coreano che adoro così tanto da poter guardare qualsiasi suo film anche se dovesse fare solo una comparsa. Sembra una specie, è in questo film manco a farlo apposta lo è, una copia del nostro Bud Spencer in cui peraltro qui tira schiaffoni come se piovessero ai delinquenti delle gang locali. Roundup tra l'altro prende spunto da fatti reali successi in Corea dove a spadroneggiare arrivavano clan di altri paesi, in questo caso la Cina e dove se venivano rimpatriati erano condannati a morte. In questo caos prolifico vige ovviamente la legge del più forte ed è interessante che Jang Chen, il criminale venuto da Harbin, se ne vada in giro con due ceffi anzichè una gang come il resto delle bande. L'opera prima di Kang Yoon-sung è un poliziesco d'azione davvero ben calibrato che riesce ad essere un thriller quando vuole e spezzare i toni con molta ironia e qualche scena grottesca nonchè le tanto e sopraffine slaptick coreane.
Ne esce un film calibrato al meglio dove la violenza è potente e senza eguali, il dramma convince, i toni da commedia fanno il resto e l'indagine e i continui combattimenti nonchè le relazioni tra la banda di poliziotti incaricata di stanare la setta di Harbin chiude il cerchio per un film infallibile sotto molti punti di vista.

Bullet Train


Titolo: Bullet Train
Regia: David Leitch
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Ladybug è un agente di una misteriosa organizzazione, che gli affida incarichi oltre i confini della legalità. Non si considera un assassino: è solo colpa della sfortuna se la gente finisce per morire durante le sue imprese. Questa volta avrebbe un incarico facile facile: rubare una valigetta sullo Shinkansen, il "treno-proiettile" ad altissima velocità che collega Tokyo e Kyoto. Peccato che la valigetta sia sotto la custodia di una coppia di ciarlieri ma pure letali sicari: Lemon & Tangerine, ossia limone e mandarancio. I due hanno con loro anche il figlio della Morte Bianca, un boss criminale di origine russa che ha preso il controllo di una fazione della yakuza. Ma non è tutto: sul treno viaggia The Prince, una ragazzina solo apparentemente indifesa e con un piano machiavellico, che ricatta il giapponese Kimura perché lavori con lei. Inoltre sono della partita altri due assassini: Hornet, micidiale con i veleni, e Wolf, sicario messicano in cerca di vendetta.

Bullet Train è il classico esempio di action movie rocambolesco con una galleria impressionante di attori, luoghi comuni, stereotipi, ma tutto fagocitato e messo in scena con una importante caratteristica: l'ironia. Il film da questo punto di vista riesce a divertire e mai ad annoiare grazie appunto alla recitazione, al ritmo e il montaggio frenetico e alla regia di Leitch ormai esperto del genere.
E poi a ben vedere c'è anche un mistero da risolvere, un killer che agisce indisturbato, vendette a danni di innocenti, liquidi letali, serpenti velenosi, un boss russo, rivalse familiari, regolamenti di conti.
Tutto questo confluisce nel dare energia e colore ad un film dove comunque il valore aggiunto rimane Brad Pitt e la sua indiscutibile classe e un Aaron Taylor-Johnson che dimostra ancora una volta di essere uno degli attori più interessanti della sua generazione ma usato con il contagocce.

Came by


Titolo: Came by
Regia: Babak Anvari
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un graffitista che prende di mira le case dei benestanti scopre un oscuro segreto in un seminterrato nascosto e scatena così eventi che mettono in pericolo i suoi cari.

Partiamo da lui Babak Anvari, un regista di cui si è sempre parlato troppo poco ma che dalla sua ha saputo sfornare e dare alla luce dei bei progetti muovendosi in generi diversi e passando dal thriller all'horror, WoundsUnder the shadow senza difficoltà dimostrando una buona padronanza dei mezzi e un notevole potenziale.
Came by è un progetto di quelli dove alzi il sopracciglio sapendo bene che vai a toccare un plot narrativo visto e rivisto nel cinema, dove si passa dall'individuo modello che nasconde terribili segreti in cantina, alla ricerca di indizi per stanarlo fino al climax finale.
Tutto forse in altre mani avrebbe dato esiti diversi. Invece pur con qualche defezione e ripetizione di troppo per cui il film poteva durare decisamente meno, Anvari si prende il tempo e la lentezza per sottolineare alcuni dettagli, per colpire allo stomaco con almeno due ottimi colpi di scena e regalare un finale che seppur esasperato riesce nell'intento.
Perchè diciamolo, chi si aspettava la morte di Toby alla fine del primo atto..chi si aspettava la morte della madre..e soprattutto chi avrebbe puntato un centesimo sulla redenzione di Jay, il quale dopo aver assistito impotente ma con una grave colpa, trova un finale in fondo così prevedibile ma crudelmente delizioso.


See for me


Titolo: See for me
Regia: Randall Okita
Anno: 2022
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Sophie, una giovane cieca che sta in una casa isolata, si trova a dover fronteggiare l'irruzione dei ladri alla ricerca di una cassaforte nascosta. Il suo unico mezzo di difesa è un'app telefonica che la collega a Kelly, una volontaria che dovrebbe aiutarla a sopravvivere al pericolo.
 
L'home invasion è un sotto genere ormai preso di mira da moltissimi anni nel thriller e nell'horror in quando permette di sfruttare spesso una sola location e di dare la possibilità di creare parecchia violenza psicologica come il cult assoluto del passato FUNNY GAMES.
See for me è semplice nella costruzione pur immettendo un elemento che seppur complesso diventa interessante per come viene impiegato durante la narrazione. Una ragazza ex campionessa olimpica che a causa di un'incidente è diventata cieca rimane da sola in una villa in mezzo alle montagne dopo che sua madre si reca in un luogo non meglio precisato. Poco tempo dopo entrano in casa dei ladri. Alcuni semplici pedine, altri dei killer spietati. E allora tutto il film è veicolato su questa sinergia e complicità tra un ex marine che aiuta telefonicamente con la app "See for me"i bisognosi e la nostra Sophie che più andiamo avanti e più ci rendiamo conto che sfrutta la sua rabbia repressa incanalandola come motore d'azione contro i suoi aguzzini. Il film si unisce a un crescente sottogenere dell’horror incentrato su persone con disabilità, ma che non ne sono trattenute come succedeva in parte nel film di Flanaghan. Un elemento che Okita sfrutta bene e a cui da risalto la performance dell'attrice è allo stesso tempo un'antipatia di fondo verso la stessa, provando pochissima empatia soprattutto quando cominciano a venire a galla alcuni dettagli spiacevoli sul suo passato.