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mercoledì 20 ottobre 2021

Shang-Ci e la leggenda dei dieci anelli


Titolo: Shang-Ci e la leggenda dei dieci anelli
Regia: Destin Daniel Cretton
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Sean e Katy sono amici e colleghi a San Francisco dove, nonostante ottimi risultati negli studi, lavorano come parcheggiatori in un lussuoso hotel. Sebbene la famiglia e gli amici di Katy cerchino di spingerla verso altre professioni, la ragazza preferisce un'esistenza semplice con serate insieme a Sean al Karaoke. Quando una banda di energumeni aggredisce Sean su un autobus per rubargli un amuleto di giada, lui è costretto a dimostrare le proprie straordinarie capacità nelle arti marziali. Svela quindi a Katy la sua vera identità: è Shang-Chi, cresciuto come assassino da suo padre, l'immortale Wenwu a capo dell'organizzazione criminale dei dieci anelli. Per salvare la sorella Xialing dagli sgherri del padre, parte per Macao insieme a Katy: sarà l'inizio di una incredibile avventura.
 
Shang-Ci era un personaggio che proprio non conoscevo, pensavo fosse una specie di parente di Iron Fist ma mi sbagliavo. Ciò detto al cinema avevo qualche dubbio nel non sapere che cosa aspettarmi visto che la Marvel spesso è un piano della bilancia che propende per progetti molto simili tra di loro. Invece qui l'effetto paradossalmente è tra i migliori degli ultimi anni con due atti netti, il primo realistico tra San Francisco e Macao e il secondo del tutto fantasy in un mondo sconosciuto dominato da creature leggendarie, draghi e mostri giganteschi. Insomma il top dell'esagerazione per un film d'avventura in grado come sempre di mettere tutti d'accordo sul target, regalandoci la perla sui titoli di coda di quanto siano antichi gli anelli anche rispetto alle gemme e poi un film con tantissima azione, qualche scorcio di epicità presa dai film wuxiapian (wushu contro tai-chi), la filosofia taoista, il bene contro il male, l'eroe che deve salvare il mondo ma con in aggiunta tanta ironia a volte quasi esagerata come capita per quasi tutte le battute di Katy.
La parte a Macao con il palazzo dei combattimenti clandestini è pura goduria così come l'aver saputo mettere insieme tematiche orientali, un protagonista sconosciuto, Tony Leung che sembra tornato un ragazzino e molto altro ancora per più di due ore che scorrono velocissime.


lunedì 16 agosto 2021

Record of Ragnarok-Season 1


Titolo: Record of Ragnarok-Season 1
Regia: Kazuyuki Fudeyasu
Anno: 2021
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

Gli uomini spadroneggiano sulla Terra ormai da troppo tempo, ma gli Dei non sono più disposti a sopportare la loro arroganza. Così, decidono di porre fine una volta per tutte alla specie umana, nociva non solo per se stessa, ma anche per qualsiasi forma di vita vegetale e animale sul pianeta. Una voce, una sola, unica voce, riecheggia in difesa degli uomini. È quella di Brunilde, la maggiore fra le Valchirie, che ha invece una proposta un po’ differente dalla cancellazione indiscriminata della specie umana dalla faccia della Terra: un torneo. 13 combattenti umani e 13 divini si scontreranno fino alla morte in un’arena per decretare infine quali saranno le sorti della specie umana, che ha, come unica speranza per continuare a sopravvivere, quella di uscire vincitrice dalla maggior parte dei combattimenti a cui dovrà prendere parte.

Record of Ragnarok è quanto di più tamarro, ignorante, spettacolare e borioso in cui ci si poteva imbattere. 12 episodi che corrono alla velocità della luce per una messa in scena tutta praticamente all'interno dell'arena a parte qualche flash back sulle origini delle divinità e degli eroi che andranno a combattere. Un anime senza nessuna pretesa, un torneo di pura violenza con pochi fronzoli, qualche dialogo imbarazzante, personaggi come sempre edulcorati e stilizzati alla perfezione e un impianto in fondo con pochissime regole, metriche basse e toni alti, mazzate e splatter a gogò.
Certo per essere un manga nipponico la mitologia e il folklore cerca di rimanere più accostato alla tradizione orientale e infatti alcuni guerrieri soprattutto umani porranno qualche domanda circa la loro fama. Nei primi 12 episodi ci saranno i primi tre incontri e viene presentato il quarto in una Londra ottocentesca dove combatteranno Ercole vs Jack lo Squartatore.
Gli altri nomi noti e meno noti sono rispettivamente: Lu Bu Fengxian (grande guerriero cinese del II secolo d.C.), Qin Shi Huang (il primo imperatore cinese, vissuto nel III secolo a.C.), Sakata no Kintoki (una figura semileggendaria del folklore nipponico), Kojiro Sasaki (spadaccino giapponese del ‘600), Raiden Tameemon (lottatore di sumo della fine del ‘700) e Okita Soji (altro grande spadaccino del periodo Edo, nell’800).
Thor vs Lu Bu
Zeus vs Adamo
Poseidone vs Kojiro Sasaki
Tra gli altri dovrebbero arrivare Buddha per gli umani, Re Leonida di Sparta, Nostradamus, Nikola Tesla, del cecchino finlandese della Seconda guerra mondiale, Simo Häyhä e Grigorij Rasputin
Gli incontri peraltro sono tutt'altro che telefonati e i colpi di scena sorprenderanno notevolmente

Black Widow


Titolo: Black Widow
Regia: Cate Shortland
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La piccola Natasha è cresciuta per alcuni anni in Ohio con la madre Melina, il padre Aleksei e la sorella Yelena. Quella famiglia è solo una copertura, ma è anche l'unica che lei e Yelena hanno avuto, perché per il resto del tempo sono state addestrate e manipolate nella "stanza rossa", un programma segreto russo per creare superagenti assassini. Quando anni dopo Yelena le fa avere un antidoto a quel programma, Natasha si trova tagliata fuori dagli Avengers ed è anzi ricercata, in seguito alla Guerra Civile tra Capitan America e Iron Man. Inizia così una missione che riporta a casa la Vedova Nera, facendole ritrovare la madre adottiva Melina e il Red Guardian Aleksei, che sostiene di essere stato la controparte russa di Capitan America
 
Credo che assieme ai film sugli Avengers-Infinity WarsAvengers-Endgame il secondo Captain America-The Winter SoldierCaptain America-Civil War e Guardiani della Galassia, Black Widow sia la cosa migliore uscita dagli studi Marvel escludendo ovviamente tutto ciò che concerne l'animazione.
Era davvero un'impresa ardua rendere così bene uno degli Avengers meno amati, Natasha (soprattutto perchè come per Occhio di Falco non ha poteri o armature speciali), le sue origini, il contesto familiare, la fuga e tutto un primo atto davvero potente ed emozionante.
Natasha come sempre è in fuga, si sposta da un paese all'altro scappando ancora da chi la vede colpevole per quegli Avengers definiti disobbedienti. Allo stesso tempo conosciamo sua sorella, un personaggio cazzuto e caratterizzato alla stragrande, con un ottima prova attoriale e un cambiamento repentino in termini di emotività e sentimenti.
E poi ci sono quei genitori disfunzionali che hanno seguito il regime e ciò che gli veniva chiesto, arrivando alla fine a dover scegliere da che parte stare combattendo un male che si eleva ad un astronave sopra tutto e tutti con all'interno una sorta di zar russo che controlla e seleziona la Stanza Rossa una delle scelte e delle metafore politiche e sociali indubbiamente più belle e complesse del film dove in alcune scene anche abbastanza strazianti veniamo a sapere di queste bambine spaventate e seviziate e rese sterili, immagini e falsificazioni da mockumentary per creare delle bambine killer in grado di controllare il paese

lunedì 9 agosto 2021

Suicide Squad – Missione suicida


Titolo: Suicide Squad – Missione suicida
Regia: James Gunn
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una nuova squadra di supercriminali viene ingaggiata per recuperare le informazioni sul misterioso progetto Starfish, sull'isola Corto Maltese
 
Suicide Squad corolla al meglio la filmografia di un autore anarchico che ha saputo spiazzare i fan di genere con film piuttosto esagerati e anticonvenzionali. Gunn prende le redini di un progetto sfortunato con un primo film assolutamente da dimenticare cercando di ridare enfasi e gloria al marchio Dc che si trova nel de profundis rispetto alla rivale Marvel.
Parliamo di un autore a cui hanno fatto il filo tutti e che con Guardiani della Galassia si è portato a casa il film più bello di tutta la filmografia Marvel.
Ora Missione Suicida è interessante perlopiù per come tira fuori dal cappello i colpi di scena, per come alcuni protagonisti muoiono in maniera del tutto inaspettata. Cerca di essere sempre molto sboccato anche se alla lunga stanca con alcuni dialoghi che anzichè far ridere risultano solo imbecilli e ridicoli. Porta in primo piano dei loser interessanti (chi più, chi meno) cerca di mandare un messaggio politico sulla responsabilità delle scelte governative legati a progetti scientifici pericolosissimi (che creano per poi distruggere) e alla fine promuove il suo happy ending mettendo d'accordo tutti e facendo sopravvivere la donnola gigante. Twist improvvisi, splatter, continue iperbole che si superano, un terzo atto che profuma ancor più di b movie con momenti trash quasi a strizzare l'occhio alla scifi dei vecchi tempi. Alla fine assistiamo a Stella Marina "Godzilla" che distrugge tutti vs un esercito di topi cazzutissimi.

venerdì 9 luglio 2021

Invincible


Titolo: Invincible
Regia: AA,VV
Anno: 2021
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Mark è figlio di Nolan Grayson, ovvero il supereroe Omni-Man, un alieno proveniente dal remoto pianeta Viltrum. Il giovane, nonostante sia spronato dal padre a credere in sé stesso, sembra non possedere quella scintilla Viltrumita che gli consentirebbe di acquisire i superpoteri. Al raggiungimento, però, del diciassettesimo compleanno qualcosa in lui inizia a cambiare, e lentamente si rende conto di avere in sé una forza ed una resistenza al di fuori delle umane capacità. Assunta l’identità di Invincible ed allenato dal padre, il ragazzo impara a volare e a combattere, giurando di proteggere i deboli dai soprusi e l’umanità dagli invasori alieni. Qualcosa di oscuro, però è già presente nella vita del ragazzo.
 
Ennis (BOYS) come Kirkman (WALKING DEAD) sono autori scomodi, o meglio degli outsider che non devono misurarsi con regole da rispettare, censure o target. Semplicemente destrutturano una regola Disney che negli ultimi anni ha reso equilibratissimo un franchise di film Marvel fatti tutti con lo stesso stoppino e tutti praticamente uguali con qualche eccezione che vede il nome di un certo James Gunn.
Invincible come per THE BOYS con cui ci sono stilemi e simbologie in comune, pur non esente da errori o punti deboli, rimane comunque una serie incredibile dove i colpi di scena fanno da padroni e dove ancora una volta non esiste il politicamente corretto. Alcuni personaggi come Omni-Man, Cecile, Atom Eve, Robot e Allen the Alien riescono davvero a dare quella componente in più caratterizzando personaggi complessi e mai superficiali, andando a prendere alieni, umani, meta-umani, cloni, robot, abitanti di galassie sconosciute e molto altro ancora dando una pluralità di registri narrativi con moltissimi rimandi ad una sci-fi mai banale ma dagli intenti complessi e stratificati.
Invincible poi mette subito in chiaro come nei dialoghi si possa dire qualsiasi cosa sbattendosene della censura, con una violenza incredibile e scene di massacri che come dall'episodio iniziale alzano l'asticella sulla componente splatter della serie.
A detta di molti che non hanno apprezzato la realizzazione artistica old school fine anni '80, a me non è affatto dispiaciuta rispondendo ad un quesito topico che nasceva negli anni '80 proprio con una delle serie più importanti al mondo quella di Parker e Stone dove la storia e la narrazione valgono di più della realizzazione grafica.
Qui seppur di buon livello assurge ad un altro compito che Kirkman svolge adeguatamente ovvero un'unità di fondo invidiabile dove con così tanti personaggi, trame e sotto trame, il film riesce a rispondere quasi sempre in maniera adeguata.


martedì 12 gennaio 2021

Wonder Woman 1984


Titolo: Wonder Woman 1984
Regia: Patty Jenkins
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Ambientate negli anni Ottanta, le avventure di Wonder Woman, che si ritrova ad affrontare nuovi pericolosi nemici come Cheetah, formidabile combattente dall'agilità di un felino.

Forse sarò l'unico a pensarla così ma a me il sequel è piaciuto più del primo, contando comunque che nessuno dei due mi ha entusiasmato.
I perchè sono svariati nonostante non abbia a cuore l'eroina Dc e trovo il mito delle Amazzoni sfruttate e senza la giusta analisi che le riesca ad elevare per quello che nella letteratura hanno dimostrato.
Un film d'azione diviso in tre atti di più di due ore e mezza come è solito per il marchio di fabbrica di questi comics. Diana è sola senza Steve. Si trova a dover proteggere i cittadini come può con qualche azzuffata nei centri commerciali che la vedono sprecata quando invece lei potrebbe affrontare un intero esercito come succede tra l'altro nel deserto. Ormai a parte la bellezza esteriore sembra appassita come se non ci fosse più un motivo per andare avanti in una società sempre più egoista in cui ognuno cerca la propria scalata al successo o il benessere personale.
Ed è qui che arriva la gemma magica ad esaudire ogni desiderio. Come sempre ci sarà la contro causa e come effetto si vedranno il meglio e il peggio delle persone.
Parte lento il film, descrittivo, facendo un analisi anche lucida della società per poi decollare come un aereo invisibile nella metà ed esagerare fino a mettere a repentaglio come sempre tutto il mondo, il quale è stato soverchiato dalle possibilità date ai cittadini da Maxwell Lord in grado di esprimere ogni desiderio. Il villain di turno interpretato dal mandaloriano Pedro Pascal è l'elemento che funziona meglio. Il personaggio convince nella sua presa di potere cambiando le sorti del mondo nel giro di pochissimo tempo e arrivando fino ai vertici della Casa Bianca. Il finale come dicevo ha troppe pecche, la mdp non riesce a coordinarsi e tutto il mondo che esprime i propri desideri e li vede esauditi istantaneamente è una particolarità che non poteva essere tradotta in immagini seppur con le migliori intenzioni e gli esiti più nefasti. Rimane un prodotto d'intrattenimento con tante cadute ed elementi che proprio non tornano, ma intrattiene al meglio sfoggiando tutto ciò che ha e osando più del voluto con risultati altalenanti.

giovedì 17 dicembre 2020

Gundala


Titolo: Gundala
Regia: Joko Anwar
Anno: 2019
Paese: Indonesia
Giudizio: 3/5

Abbandonato da tutti, un ragazzo decide di aiutare gli altri proprio quando l'intera nazione va in crisi.

L'Indonesia negli ultimi anni è stato sinonimo di botte e cinema action di arti marziali con incursioni un po dappertutto per quanto concerne la violenza. Gundala avvicinandosi ai comics, ha più o meno le stesse ambizioni e finalità, con un viaggio dell'eroe per cercare di salvare il suo disastrato paese. E' così che il piccolo Gundala perde il padre ucciso perchè lottava per i diritti dei lavoratori e cresce solitario senza madre aiutato da altri randagi come lui.
Joko Anwar è in uno stato creativo molto importante avendo girato film diversi con finora l'opera migliore che per me rimane l'horror Impetigore
.Eppure Gundala convince solo in parte nel suo voler comunque essere un film di genere.
Troppi combattimenti di cui alcuni coreografati abbastanza maluccio, dato inaspettato avendo a disposizione maestri di Silat che come per la saga di Raid Redemption al di là della velocità colpivano duro facendo proprio male.
Qui invece sembra quasi un allenamento. Andando avanti come dramma sociale è troppo stereotipato, lento e lungo nello strutturare una storia di fatto molto semplice ma che prova e cerca di essere a suo modo complessa in alcune parti sfiorando un discorso sulle diseguaglianze che tutti ormai conoscono. Gli orfani nel finale e la battaglia con l'eroe sono tra i momenti più belli perchè almeno ridanno enfasi all'action come a sottolineare una caratteristica intrinseca di una pellicola come questa e forse fino a prova contraria il momento più alto.

giovedì 3 dicembre 2020

Boys-Seconda stagione


Titolo: Boys-Seconda stagione
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Usa
Stagione: 2
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Tutti aspettavamo con trepidazione la seconda stagione di una delle serie più originali degli ultimi anni scritta da quel folle di Garth Ennis autore di opere ambiziose come PREACHER, DISCESA ALL'INFERNO, CROSSED, HELLBLAZER, PUNISHER, DREDD, WORMWOOD.
L'altra faccia di Grant Morrison, un autore sboccato, volgare, originale, ambizioso, politicamente scorretto (se date una lettura a Wormwood vedrete cosa ha in riserbo per la Chiesa).
Siamo di nuovo alle prese con la decostruzione dei super eroi, invertendone la polarità, rendendoli cattivi, degli outsider mediatici controllati dal governo in una trappola di interessi, complotti, tradimenti e molto altro ancora.
La seconda stagione è decisamente più perfida, più politica, ambiziosa e non mi sorprende che i primi episodi siano quelli piaciuti meno. In realtà la progressione in termini di scrittura e di potenziale, rende gli otto episodi un concentrato apocalittico, una galleria di soluzioni narrative, di personaggi esemplari (standing ovation anche in questo caso per il numero one Homelander). Proprio su Patriota/Starr bisogna spendere qualche parola dalla sua ormai patologica ambiguità in cui non sappiamo mai cosa aspettarci, con un finale grandioso e una scena assolutamente fuori dall'ordinario senza spoiler quando "incontra" Stillwell, a mio avviso uno dei momenti più alti della stagione.
Composto V, la disfatta dei Boys che dopo la morte di Stillwell sono costretti a convivere forzatamente in uno scantinato con Butcher che sta progressivamente impazzendo dalla rabbia e dalla voglia di rivedere la moglie e proteggerla dal Patriota. Stormfront, la psicopatica nazista manipolatrice completamente assuefatta dai social e dalla risposta mediatica che incarna tutte le piaghe della società asservite ai meme su Internet. Starlight al confine tra chi la vuole morta e il suo dividersi tra senso del dovere e amor proprio. L'omosessualità e il coming-out forzato di Queen Maeve, i viaggi allucinogeni di Abisso e la sua lotta con A-Train per tornare nei Sette dopo essere stati cacciati. Fiaccola e il suo bisogno di redenzione.
In questa seconda stagione gli sceneggiatori ingranano la marcia rendendo tutto ancora più falso, perbenista, malizioso, una società ormai tutta basata sull'immagine, sulla pubblicità, sui follower, dove i Sette arrancano, dove l'esibizionismo è performativo curandolo all'ennesima potenza, dove consumismo e consensi diventano gli unici valori lasciando tutto il resto in una deriva transitoria e superflua. La stessa relazione tra Homelander e Stormfront sembra deragliare da tutto ciò che si potrebbe definire normale, arrivando a sprofondare in ogni perversione e sottomissione, ribaltando completamente i ruoli tra dominatrix e maschio alfa.
Pur arrivando tardi e col fiato corto alla resa dei conti ovvero la carneficina finale, i climax e i colpi di scena ridaranno enfasi tra scene splatter, torture, momenti epici, fini ingloriose tra chi viene spara flashato o chi decide di darsi fuoco, rivelando parti oscure e fragilità inattese.



domenica 11 ottobre 2020

Project Power


Titolo: Project Power
Regia: Henry Joost, Ariel Schulman
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Project Power, è ambientato a New Orleans. Vengono presentati quartieri messi in ginocchio da una nuova sostanza stupefacente, la pillola Power: essa è in grado di potenziare – esattamente per cinque minuti – il corpo di un soggetto con abilità prelevate da animali dotati di spiccate capacità di adattamento, difesa e mimetizzazione. Incaricati di scovare la fonte della produzione e distribuzione del “progetto Power” troviamo Art, un vigilante in cerca di risposte e di sua figlia scomparsa misteriosamente, e Frank, un poliziotto pronto a sacrificarsi per garantire la sicurezza della città in subbuglio.Robin è il filo rosso che li farà incontrare, una spacciatrice costretta a vendere le pillole per occuparsi della salute di sua madre.

Ci ha provato Project Power a cercare di dare enfasi e risalto ad un sotto genere quello dei "super eroi" e dei cinecomics dove mettiamo assieme anti eroi, droghe e cacciatori di "taglie", action, fantasy ludico strapieno di effetti speciali, poliziesco, adrenalina e tanti rapporti umani.
Una materia sempre più difficile da gestire, da rendere "originale" o anche solo interessante con qualche idea che non sia un surrogato di altri film come Project Power non lesina a fare.
Un film difficile da recensire dal momento nonostante la buona messa in scena, un cast funzionale, un buon ritmo e degli effetti speciali interessanti (in particolare la prima vittima che Art sconfigge), non bastano per tirare le somme di tanti elementi già visti in numerosi film con tanto di vendetta finale per un Jamie Fox che diventa una sorta di potenziato imbattibile per un discorso retorico e in fondo per alcuni aspetti addirittura gratuito.
Certo i dialoghi scanzonati, la caratterizzazione a zero di personaggi stereotipati, un mood variegato di tante etichette che fa sempre piacere vedere nel cinema, sono tutti contorni per un prodotto in cui rimane solo intrattenimento e null'altro come quasi tutti i film del catalogo Netflix che stanno diventando sempre più spesso prodotti fatti e pensati con lo stampino.
La riflessione poi sull'eugenetica moderna, i suoi impieghi, i suoi effetti collaterali, la scelta di chi ne fa uso e molto altro ancora vengono presi troppo alla leggera senza riuscire un minimo a dare quella critica che il film a suo modo e con i suoi limiti poteva e doveva rendere più incisiva.

martedì 15 settembre 2020

New Mutants


Titolo: New Mutants
Regia: Josh Boone
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dani Moonstar è la sola sopravvissuta a una misteriosa catastrofe, in cui ha perso la vita anche suo padre. Quando si risveglia scopre di essere rinchiusa in un Istituto per giovani e problematici mutanti, che hanno bisogno di aiuto per imparare a controllare i propri poteri. Gli altri pazienti sono Illyana che parla con un draghetto di pezza, Berto, che non ama raccontare del proprio potere, Rahne, che è stata maltrattata da un reverendo dopo avergli rivelato il suo potere, e Sam che è vistosamente infortunato dall'uso delle proprie abilità. L'arrivo di Dani scatena disturbi psichici sempre più potenti e gli incubi sembrano diventare realtà, inoltre l'Istituto diretto dalla dottoressa Reyes potrebbe non essere benevolo come vorrebbe sembrare.

Chi lo sà se il motivo per cui New Mutants non è stato quello che mi aspettavo è da individuare tra le cause nella gestione travagliata durata diversi anni. Fatto sta che il rilancio dei cugini degli X-Man, citati nel dialogo quando vengono a conoscenza che c'è un signore interessato a portarli nella sua struttura, diventa fin da subito un pretesto per lanciare un solo e unico messaggio ovvero di come le nostre stesse paure possano essere più pericolose di qualsiasi nemico.
Un'ospedale e la sua dottoressa (Glass) mostri in una c.g pessima (Miss Peregrine e la casa dei ragazzi speciali) incubi che perseguitano i protagonisti (Linea mortale oppure Nightmare 3-I signori della notte) il film fin da subito si rivela un niente di fatto mettendo nella galleria personaggi tutti sopra le righe, stereotipati e insopportabili (Anya Taylor-Joy su tutte e mi spiace visto il suo incredibile talento) che si trascinano in una storia che di fatto non mette nemmeno in risalto degli antagonisti ma cerca questa trovata disfunzionale delle proprie paure giocata male e senza forza e incisività nella scrittura.
E poi bisogna finirla con questi pretesti davvero a volte gratuiti come la storia d'amore tra le due timide ragazzine, l'esaltarsi per i propri poteri, la tamarria incontrastata di esagerare nell'abbondare con le scene scriteriate e fine a se stesse (tutta la battaglia inguardabile con l'orso), sperando che incubi come questi non abbiano sequel o se proprio devono, vengano scritti da chi ha qualche neurone facendolo girare bene e soprattutto con una regia pessima come quella di Boone.

lunedì 27 luglio 2020

Justice League-Dark Apokolips War


Titolo: Justice League-Dark Apokolips War
Regia: Christina Sotta, Matt Peters
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo gli eventi di Justice League: War, Darkside lancia un secondo e definitivo attacco alla Terra. Constantine, Superman e Raven sono i tre eroi che si incaricano di radunare gli eroi, e non solo, terrestri per respingere l’invasione da Apokolips.

Il seguito di Justice League-Dark non poteva essere più epico di così.
Un finale di stagione dopo ben 15 lungometraggi animati e un percorso durato 7 anni.
I prodotti in assoluto più interessanti della Dc difatti sono sempre stati questi lungometraggi d'animazione in grado di approfondire le gesta e il nutrito universo di personaggi a differenza dei film veri e propri che seppur con qualche eccezione sono sempre stati dei giocattoloni pieni di effetti speciali e con storie davvero banali e inconsistenti.
Dark Apokolips War è il trentottesimo lungometraggio del filone dei DC Universe Animated Original Movies e del quindicesimo appartenente al DC Animated Movie Universe, l’universo condiviso inaugurato da Justice League-The Flashpoint paradox del 2013, di cui rappresenta, per l’appunto, il capitolo conclusivo.
In Apokolips War la premessa è una sola: muoiono tutti e male tra atroci sofferenze, sbudellamenti, smembramenti, esplosioni. Di fatto è la risposta Dc a Avengers-Endgame ma molto più cattiva e con una dose di violenza mai vista prima e un tasso gore davvero peculiare per un ecatombe che abbraccia tutti. Compaiono tutti gli eroi apparsi nei film precedenti, svariati mondi dove essi risiedono, la Terra viene conquistata da Darkseid e dal suo esercito di parademoni, Batman ad esempio diventa una figura infernale, il braccio destro e il consigliere dell'antagonista. L'atmosfera è buia e apocalittica, tutti hanno perso la battaglia dopo quella presenza di un balzo temporale che riesce a spiazzare lo spettatore, proiettandolo nel bel mezzo delle conseguenze della sconfitta subita dalla Justice League, e l’opprimente atmosfera di sconforto e disfatta che accompagna la visione fino ai titoli di coda.
La narrazione, il passare da un mondo all'altro, la direzione di un comparto così vasto di personaggi, fa in modo che l’attenzione dello spettatore venga tenuta costantemente viva da un ritmo incalzante ed equilibrato, che riesce a creare un crescendo di epicità e drammaticità lodevole. Il tutto culmina poi in un finale davvero tragico e inaspettato, in contro tendenza con quanto questo genere di storie ci hanno abituati ad aspettarci e contribuendo ad una sceneggiatura scritta per l'appunto senza i soliti happy ending dei super eroi ma lasciando per fortuna l'amaro in bocca.




Justice League-Gods and monsters


Titolo: Justice League-Gods and monsters
Regia: Sam Liu
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Superman, Batman e Wonder Woman, i quali indagano su alcuni misteriosi omicidi ai danni di Ray Palmer, Fries Victor e Silas Stone. In questo film la versione di Superman che vedremo è quella del figlio del Generale Zod, così come Batman non sarà Bruce Wayne ma Kirk Langstrom mentre Wonder Woman è una dei Nuovi Dei, sposa di Orion

Gods and monsters è davvero difficile da definire nel senso che riscrive completamente personaggi, trama dando originalità in tutti i comparti e con personaggi nuovi e interessanti e un plot maturo e avvincente. Con un'atmosfera tetra e dark ci viene narrato questo DC Universe alternativo, dove la Justice League mantiene l’ordine con forza brutale e non esita ad uccidere i suoi nemici.
Il triangolo è composto da Superman, alias Hernan Guerra, figlio del Generale Zod e superstite di Krypton cresciuto da due immigrati messicani; Batman, alias Kirk Langstrom, scienziato trasformato in un sanguinario vampiro; e Wonder Woman, alias Bekka dei Nuovi Dei.
Quando alcuni eminenti scienziati vengono uccisi, i sospetti ricadono ovviamente sulla Justice League che opera seguendo regole completamente diverse da quelle che conoscevamo.
I tre insieme formano un gruppo di vigilanti super umani spietato e anti-eroico, in continuo contrasto con il governo degli Stati Uniti, rappresentato dalla presidente Amanda Waller.
Finiranno per fronteggiare una minaccia sconosciuta ma letale, che metterà il mondo intero contro la Justice League


lunedì 20 aprile 2020

Justice League vs the Fatal Five


Titolo: Justice League vs the Fatal Five
Regia: Sam Liu
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La Terra è in pericolo e la Justice League deve affrontare una nuova e potente minaccia, i Fatal Five. Superman, Batman e Wonder Woman cercano di trovare soluzioni mentre i viaggiatori del tempo Mano, Persuader e Tharok tengono in scacco la città di Metropolis alla ricerca della Lanterna Verde Jessica Cruz. Attraverso l'aiuto involontario di lei cercano di liberare gli altri membri dei Fatal Five, ossia Emerald Empress e Validus, per portare a termine la loro missione. La Justice League tuttavia non è stata a guardare e ha scoperto di avere anche un valido alleato da un’altra epoca, Star Boy.

Al 34°lungometraggio d’animazione Dc continuo a rimanere sorpreso per i mezzi capolavori ancora in grado di essere sviluppati come questo, dove in particolare si punti ad una solida scrittura per una trama e una serie di intuizioni davvero interessanti che mischiano azione, colpi di scena, viaggi nel tempo, caratterizzazione dei personaggi e molto altro ancora.
Sam Liu ormai lo cito continuamente, rappresenta per l’animazione in casa Dc un mentore, un punto di riferimento, un Jason Blum dell’horror, un paladino a cui bisognerebbe affidare quasi tutti i progetti di film non d’animazione della Dc. A rigor di logica questo suo ultimo film sembra quasi la nemesi di Spider Man-Un nuovo universo per quanto riesca a mischiare così tanti elementi, eroi e villain, senza far mai mancare la materia celebrale e dando risalto alle scene d’azione con un tasso molto alto di adrenalina.
Jessica Cruz diventa la vera protagonista, esaminando così un nuovo personaggio, una lady tanto fragile quanto potente capace da sola di stravolgere le sorti di un pianeta intero, così come il personaggio di Star Boy a tratti sopra le righe, ma dai poteri anch’esso imprevedibili e in grado di pareggiare i conti con qualsiasi membro della JL.

giovedì 16 aprile 2020

Death of a Superman


Titolo: Death of a Superman
Regia: Sam Liu & Jake Castorena
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'alieno Doomsday scende sulla Terra, portando con sé morte e distruzione, proprio il giorno in cui il timido giornalista Clark Kent, alias Superman, decide di rivelarsi a Lois Lane, dichiarandole il suo amore. L'uomo d'acciaio, assieme ai membri della Justice Legue, si scontra con il mostro in un'epica battaglia dagli esiti incerti.

Come sempre il prolifico Sam Liu prende ancora una volta le redini di un progetto Dc importante e ambizioso che trae spunto da una serie di fumetti della morte del celebre supereroe che compie 80 anni di vita e di grandi successi. Scritto egregiamente da Peter J.Tomasi autore della serie a fumetti, la storia ha varie componenti, l’amore e il sacrificio con Kent che trova finalmente il coraggio di fare la proposta a Lane dovendo perire nel secondo atto dopo aver visto sconfitti tutti i suoi compagni della Justice League dove incontriamo alcune vecchie glorie come Martian Manhunter e Hawkman, oltre a conoscere alcuni personaggi inaspettati come il giovane figlio di Batman e Cyborg.
Un film che scandisce in due atti narrazione e azione con una voglia da parte di Tomasi di seguire una combinazione di elementi tutta sua senza seguire fedelmente il fumetto, da cui è basato, ma prendendosi delle libertà grafiche e di scrittura che possono piacere o far storcere la bocca.
Gli avvenimenti dei precedenti film non sono per forza necessari (anche se la nutrita filmografia dei film sulla Justice League tocca delle vette importanti) per la visione di The Death of Superman basti sapere che la Justice League si è formata combattendo Darkseid, come visto in Justice League-War, dal punto di vista del character design anche questo film è influenzato dal look che molti personaggi sfoggiarono durante i New 52.

Bloodshot


Titolo: Bloodshot
Regia: Dave Wilson
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il marine Ray Garrison dice di essere uno che torna sempre a casa e infatti anche la sua missione a Mombasa ha avuto successo. Si gode quindi un po' di licenza in Italia, tra la base di Aviano Gentile e una gita in auto ad Amalfi (quasi fosse dietro l'angolo) con la moglie Gina. Entrambi vengono rapiti e la loro situazione sembra senza speranza, ma poi Ray si sveglia in un laboratorio ad altissima tecnologia dove scopre gli sono stati innestati dei prodigiosi naniti nel sangue, che fanno di lui un supersoldato. 

E’ difficile fare una lista di tutti i difetti o meglio i clichè di cui è costellato il film di Dave Wilson, un mestierante che aveva almeno fatto bene con uno degli episodi della saga di LOVE DEATH+ROBOTS.
Bloodshot aveva delle aspettative, creare un ibrido di tanti film ma con un budget faraonico, un cast interessante (fatta eccezione per Vin Diesel), trattare naniti e tecnologia militare, scene di combattimento che facevano presagire tanta azione e divertimento e infine magari qualche colpo di scena per una trama non scontatissima. Invece fin da subito è appurato come il meccanismo non funzioni, da quando il nostro protagonista viene incatenato nel bunker prima di essere ucciso (?), dall’incidente scatenante nella battaglia contro ipotetici avversari nella legione straniera, di come il complotto a sua insaputa sia così ridicolo da essere svelato dopo il primo atto. E’necessario andare avanti?
Qualche scena d’azione carina, quella ad esempio negli ascensori, il film la regala pure, ci mancherebbe d’altronde, ma la trama è mostruosamente banale, gli scopi e gli obbiettivi dei villain sono ormai materia così saccheggiata da sembrare scritta da un bambino, il governo cattivo che usa i suoi soldati come carnefici a loro insaputa, Pearce e Kebbell buttati nel cesso, Diesel che mantiene una sola espressione per tutto il film con la voglia di vendicare la moglie uccisa e altri luoghi comuni così manifesti e palesi da rendere il film lungo, lento e monotono per cercare nel terzo atto di cambiare quadro da un momento all’altro con il risultato di sembrare ancora più confuso e in difficoltà.

sabato 14 marzo 2020

Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn

Titolo: Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn
Regia: Cathy Yan
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Harley Quinn deve salvare la giovane Cassandra Cain, che si è messa nei guai entrando in possesso di un diamante di proprietà dello spietato boss della malavita Black Mask.

Birds of prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn era quel film che non aspettavo e che in realtà non volevo nemmeno vedere. Poi preso dalla curiosità e dal fatto che la Dc senza Snyder ha dato dei risultati interessanti, Shazam su tutti, mi sono regalato queste due ore di intrattenimento ed il risultato è stato quello che non mi aspettavo. Il secondo lungo della Yan è un concentrato di insensatezze divertenti con un turbo ritmo che supera addirittura il film menzionato prima e con un vaso di Pandora di efferatezze, colori, battute, combattimenti, squartamenti, sparatorie, che sembrano anni luce avanti rispetto ad alcuni comics degli ultimi anni.
Essendo un film d'intrattenimento che non aveva una storia interessante e doveva trovare dei personaggi per cui provare empatia, che già solo per Harley era difficile, la regista e gli sceneggiatori cercano e trovano e danno spessore alla follia, quella totale, in cui la protagonista deraglia continuamente dalla sua scelta egoistica sul cosa dover fare e per chi. E poi la scelta di rendere buoni delle sopracitate cattive non era cosa facile e infatti come per tanti elementi del film la sospensione dell’incredulità deve finire in un limbo e capire che da lì non ne uscirà più. Ci sono state delle scelte abili, a parte il cast e Margot che riesce persino a mettere da parte la bellezza per creare un pathos e un personaggio davvero borderline con una doppia diagnosi e le Fox Force Five che togliessero ad Harley il primato di essere la più cazzuta ma al contempo portando linfa e risorse ad un team come se ne sono visti tanti negli ultimi anni.
Trattandosi di fumetto, tutto nel film, ma proprio tutto a partire dalla iena, è sopra le righe. I più contenuti come Black Mask alias McGregor infatti sono i meno incisivi e più superficiali. Il film gioca tutto sull’esaurire ogni location con effetti in c.g desaturando ogni componente e non lasciando spazio per provare anche solo un secondo ad analizzare quello che sta succedendo. E’una lunga corsa in una delle più colorate e fracassone gallerie dei luna park, una corsa continua che non si ferma mai altrimenti lascerebbe il nulla dietro di sé..però proprio per questo funziona. Volendo potrebbe avere sequel a bizzeffe proprio per la sua non storia e per dei personaggi che potrebbero essere almeno caratterizzati con più intenti e obbiettivi e parlo in particolare per i villain.

Batman vs Teenage Mutant Ninja Turtles


Titolo: Batman vs Teenage Mutant Ninja Turtles
Regia: Jake Castorena
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una serie di furti di tecnologia mette sulla stessa strada Batman e le Tartarughe Ninja. Il Cavaliere Oscuro dovrà unire le forze con Raffaello, Michelangelo, Leonardo e Donatello per salvare ancora una volta Gotham!

E’incredibile come i prodotti sul cavaliere oscuro non accennino a diminuire, anzi. Negli ultimi anni ne ho recensiti così tanti di lungometraggi d’animazione sull’uomo pipistrello da poter scrivere un saggio in materia.
E’devo anche ammettere che proprio per gli stili, gli autori, gli universi messi l’uno accanto all’altro, si è arrivati a dei risultati insperati, originali e pieni di azione folle e che metteva assieme personaggi strampalati senza denigrare sul sangue o sula violenza. Questo mix di fattori e incontri hanno portato a questa opera di certo tra le più interessanti degli ultimi anni, tratto dal primo grapich novel dove i super eroi della notte e delle fogne si incontravano per sancire un prodotto d’azione mai banale che prende tanti elementi mischiandoli e sfruttando villain di entrambi i mondi per portare in scena Shredder, Ra’s al Ghul, l’Ooze, la lega degli assassini e il clan del piede. Il tutto condito con un impianto ironico che regala azione a profusione, scontri mai visti e che non vedremo mai più, alleanze strane ma funzionali e una battaglia finale dove il concetto di trasformazione raggiunge i fasti portando i nemici a trasformarsi in creature animali davvero sorprendenti.
Un’opera ambiziosa dove le sfumature legate a tante e diverse produzioni negli anni fanno capolino nei titoli di coda come se fosse una ricerca sulle fonti davvero brillante che ha saputo dare enfasi alle produzioni dagli anni ’60 in avanti. Sulla carta pensavo fosse una goliardata prodotta per attirare i gonzi fan di entrambi i mondi ma il risultato è quanto di meglio potessi aspettarmi.

mercoledì 22 gennaio 2020

Justice League vs Teen Titans


Titolo: Justice League vs Teen Titans
Regia: Sam Liu
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una misteriosa presenza demoniaca s’intromette in uno scontro tra la Justice League e la Legion of Doom che si conclude con l’ennesimo intervento sconsiderato di Robin, alias Damian Wayne, figlio di Batman. Nel tentativo di rimetterlo in riga ed insegnargli a fare gioco di squadra, il padre lo costringe ad unirsi ai Teen Titans. Mentre Damian cerca di integrarsi, la sua nuova compagna di squadra Raven è perseguitata dal padre, il demone Trigon.

Ancora una volta alla regia c'è l'instancabile Sam Liu e se non è lui è Jay Oliva.
Di nuovo un ottimo film d'animazione della Dc che come dico spesso dimostra di saper gestire molto bene i lungometraggi d'animazione a differenza di altre opere.
Libertà, violenza, combattimenti sempre ad un livello molto alto, scene truculente, distruzioni di massa, dialoghi mai banali e con un linguaggio a volte volgare. Il film è incentrato sui Teen Titans dopo vari film legati al nuovo Robin alias Damian Wayne e al suo cambio d'intenti mostrando un'altro volto e temperamento legato alle sue origini dopo Son of BatmanBatman vs Robin e Batman: Bad Blood. Dunque il primo della serie di film d’animazione direct-to-video DC Universe ad essere dedicato al giovane super gruppo che ha già al suo attivo una serie animata durata cinque stagioni. La Justice League ha un ruolo molto marginale ed è spinta nella storia a forza con scene di fatto che più che vederli contro i giovani ragazzi gli vedono alle prese soprattutto nel terzo atto con il demone Trigon e il suo obbiettivo di distruggere il pianeta assumendo una forza e grandezza senza eguali.


martedì 7 gennaio 2020

Son of Batman


Titolo: Son of Batman
Regia: Ethan Spaulding
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Batman scopre di aver avuto un figlio dalla relazione con Talia Al Ghul. Si tratta di Damian, un letale e geniale ragazzino cresciuto e addestrato dalla Lega degli Assassini. Investigando sul rapimento di Kirk Langstrom e della sua famiglia, il Cavaliere Oscuro deve tenere a bada la sete di vendetta del figlio per la morte di Ra’s Al Ghul, ucciso da Deathstroke. Scegliere tra la propria brama di sangue e gli etici ideali di Batman potrebbe fare di Damian il nuovo Robin.

Come per Justice League vs Teen Titans e Batman vs Robin, rispettivi sequel cronologicamente, il Robin quello cazzuto finalmente fa la sua comparsa, mettendo subito tutti in riga su quello che sarà un cambio d'intenti decisivo soprattutto nel rapporto complesso con Bruce e di vederci chiaro sulla storia della discendenza famigliare.
Spaulding è un mestierante abbastanza novizio anche aveva girato Justice League-Throne of Atlantis in questo piccolo ma sempre più interessante universo Dc tutto animato dove continua il lavoro svolto dai leggendari Oliva e Liu capaci da soli di risollevare l'animazione dei comics.
La storia del film è abbastanza complessa e stratificata vedendo una rosa di nomi decisamente importanti che hanno saputo dare enfasi e carattere alla storia a partire da Il Figlio del Demone, scritta da Mike W. Barr e disegnata da Jerry Bingham, al termine della quale si scopriva che il Cavaliere Oscuro aveva avuto un figlio con Talia Al Ghul fino a Grant Morrison per dare inizio della sua lunga run sulla serie regolare di Batman nel 2006 con la story-arc Batman e Figlio e infine tenetevi pronti come sceneggiatore niente poco di meno che il prolifico e leggendario Joe R. Lansdale (di cui credo di essere uno dei pochissimi ad aver letto tutto e possedere tutti i suoi libri, nonchè fumetti) il quale essendo avvezzo alla materia riesce a creare un nuovo intreccio mantenendo i punti essenziali dell’opera originale senza alterarne contenuti e personaggi.

lunedì 30 dicembre 2019

Batman-Il ritorno


Titolo: Batman-Il ritorno
Regia: Tim Burton
Anno: 1992
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo aver stretto un'alleanza con un corrotto affarista, il Pinguino, un essere deforme che vive nelle fogne, decide di diventare il Sindaco di Gotham City con l'obiettivo di distruggere Batman. Nel frattempo a Gotham fa l'apparizione una nuova minaccia, Catwoman anch'essa intenzionata a distruggere l'uomo pipistrello.

Il Batman di Burton inizialmente non era stato pensato in termini così commerciali e appetitosi per il pubblico, in particolare i bambini. Se nel primo capitolo l'autore ci aveva messo di fronte ad un villain che in almeno un paio di scene riesce ad essere molto inquietante, qui aumenta il tiro con un mood molto oscuro e grottesco e alcune scene piuttosto bizzarre.
Il risultato è ottimo. Aumenta la caratterizzazione dei personaggi con lo strano elemento che accomuna il pipistrello e il pinguino, l'abbandono dei genitori, e forse un loro primo incontro da fanciulli quando si incrociano con le carrozzine. Allo stesso tempo Bruce sembra quasi non voler più crescere come se fosse affetto da una sindrome di Peter Pan che lo relega nella grotta.
Il sequel che ancora una volta, anche se in rarissimi casi, rischia di superare il primo film del dittico, è un cinecomic ancora più adulto e personale rispetto a quello di partenza, meno spettacolare piegando di più le convenzioni del fumetto per siglare un'opera autoriale dove il marchio di fabbrica si riconosce subito. Il film ancora adesso ha un'atmosfera in grado di catapultarti nella favola Dc siglata dall'autore, un mix di zone d'ombra, scene d'azione suggestive, un contenitore di mirabolanti avventure e di validissimi effetti speciali.
In più rispetto al Joker del primo capitolo, qui la storia e le origini di Oswald meritano davvero un lavoro di richiami e riferimenti biblici e letterari andando a intendere il destino di Oswald fin da piccolo ancora prima di Bruce. Un destino offerto al volere delle acque, un abbandono per essere obliato e come tale finirà anche lui in una caverna sotterranea del mondo artico popolata da pinguini che adotteranno il Pinguino fino a farlo diventare loro leader.