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venerdì 8 marzo 2024

Mondo dietro di te


Titolo: Mondo dietro di te
Regia: Sam Esmail
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Amanda, pubblicitaria, è sotto stress e sempre più misantropa. Quando convince il marito Clay a prendersi una piccola vacanza fuori da New York insieme ai due figli Archie e Rose, tutto sembra andare per il meglio. Finché alcuni avvenimenti difficilmente spiegabili cominciano ad accadere e i dispositivi digitali ed elettronici sembrano non funzionare più. Quando alla porta di Amanda e Clay bussano un uomo di colore e la figlia, dicendo di essere i padroni di casa, la tensione comincia a salire.
 
L'elemento di fondo che riesce meglio a creare e generare panico e inquietudine sono i non detti dettati dalla paranoia. Quella paura che nasce in ogni individuo di farsi una propria idea su cosa stia succedendo e su quanto sia importante staccarsi da tutto e tutti per mettersi in una nuova quarantena come il profetico discorso con Kevin Bacon che qui interpreta il perfetto bifolco complottista e nazionalista, il quale rende e raccoglie ciò che per anni si è seminato in una parte d'America.
Quando l'orrore non è chiaro, non si confa con un nemico in carne e ossa ma resta a galla come qualcosa di indefinito e tutt'altro che chiaro genera i mostri dentro e fuori ognuno di noi.
Esmail gira bene, sceglie i tempi adatti con cui palesare e nascondere, crea una tensione crescente facendo in modo che ogni spettatore scelga la proria interpretazione individuale.
La scena delle macchine che partono da sole, la baita e i cervi, il bunker e alcune riprese dall'alto soprattutto nel finale lasciano basiti di fronte a quanto forse non sappiamo e di come la tensione cresce proprio quando non abbiamo le risposte o non ci sembra di vedere il pericolo imminente

Warrior-Iron Claw


Titolo: Warrior-Iron Claw
Regia: Sean Durkin
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nel 1979 Fritz Von Erich, un wrestler massiccio e tenace, sogna il titolo di campione del mondo e per costruirsi un'immagine di successo noleggia con fatica un'auto di lusso. Non gli sarà bastato, ma anni dopo avrà comunque fatto abbastanza soldi da comprarsi un piccolo ranch e mettere su una nutrita famiglia. Ora la sua missione nella vita è far sì che siano i figli a conquistare l'agognata cintura, ma il primo è morto a soli cinque anni, Kevin è imponente e abile sul ring però incespica al microfono, Kerry si è dato all'atletica e solo David sembra avere tutti i numeri necessari. Il più giovane Mike invece è meno muscoloso e pure meno interessato al wrestling, nonostante le pesanti pressioni del padre. Quando gli Stati Uniti decidono di non partecipare alle Olimipiadi di Mosca, Kerry torna a casa e il padre indirizza anche lui verso il ring, aumentando ulteriormente la competizione tra fratelli.
 
Al cinema come sempre tutto è più bello ed enfatizzato. Warrior-Iron Claw era uno di quei film che aspettavo senza capacitarmi del perchè forse la tematica o il fatto di vedere Carmy e gli altri tutti imbolsiti alle prove con una storia di puro dramma. Il giardino delle vergini suicide al maschile. Perchè è così in un film che alterna sempre passaggi molto belli con scene e momenti di pathos a volte esagerati che affondano la pellicola e la narrazione. La storia di un gruppo di fratelli che si amano quasi incapaci di amare tutto ciò che sta al di fuori di loro. Di una vita quasi in cattività con un padre padrone che specula, crede e inonda di aspettative e umiliazioni i propri figli prendendo di fatto quasi sempre lui la scena a differenza di quelli che dovrebbero essere i protagonisti.
Un finale strappalacrime che forse è il momento più bello del film e un peccato per come tutta la parte legata agli steroidi e gli agenti dopanti venga messa da parte e mostrata in rarissimi momenti.

Yannick


Titolo: Yannick
Regia: Quentin Dupieux
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Per le vie di Parigi, in un teatro senza troppe pretese, va in scena una commedia dal titolo "Il cornuto". Sul palcoscenico ci sono lui, lei e l'altro, tra battute e ammiccamenti. Sembra una serata come le altre, ma dal nulla uno spettatore si alza in piedi per protestare: lo spettacolo non è all'altezza delle sue aspettative. Gli attori sono spiazzati e provano a cacciarlo, ma l'uomo, armato di pistola, prende tutti in ostaggio e decide di scrivere una scena in prima persona da far interpretare alla troupe.
 
Quentin Dupieux aka Mr Oizo il dj ha una carriera davvero prolifica. Come il prezzemolo ovunque lo metti sta. Può parlare di poliziotti corrotti, di assassini con pellicce di daino, di ruote di scorta che nel loro percorso si trascinando dietro ogni cosa, interrogatori anomali in un commissariato, lifting facciale come nuova moda, mosche giganti, di power ranger francesi trainati da una sorta di Splinter amante delle belle donne e molto altro ancora. In tutto questo appaiono lampanti due elementi nella sua politica d'autore, il non-sense generale e l'eccesso del grottesco. Tutto ciò si concretizza anche in questa sua ultima opera ma senza sensazionalismi o accendendo fenomeni pirotecnici o soprannaturali. In Yannick c'è una critica semplicemente a ciò che non piace. In questo caso il teatro come ambiente e luogo dove l'arte viene seminata come in REALITE' dove però qui l'innesco è diverso e sembra nascere da un disagio interiore che si decide presto di condividere con la parte interessata. Seppur con qualche dialogo in più e alcune scene dove il ritmo fatica a ingranare, la commedia drammatica e allo stesso tempo ironica di Dupieux porta a fare vari ragionamenti mettendo in discussione tanto di ciò che si vede e il silenzio a cui spesso dobbiamo sottostare per una questione morale e artistica che preclude la critica e il dissenso.

Ordine del tempo


Titolo: Ordine del tempo
Regia: Liliana Cavani
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Pietro ed Elsa sono una coppia di lungo corso con una figlia adolescente, Anna. Si avvicina il cinquantesimo compleanno di Elsa e gli amici storici si riuniscono per festeggiarla nella casa sul litorale laziale. Fra loro tre esperti di fisica: Enrico, da sempre innamorato di Paola, che però è venuta alla festa con il marito Viktor; Greta, accompagnata dallo psicanalista Jacob; e la ricercatrice Giulia. A loro si aggiunge la giornalista Jasmine. Due degli scienziati sanno qualcosa che è ignoto a tutti gli altri: l'asteroide Anaconda sta viaggiando a velocità altissima attraverso il sistema solare e rischia di abbattersi sulla Terra, distruggendola. È dunque il momento di tirare le somme della vita di ognuno dei presenti, che potrebbero essere spazzati via da un momento all'altro: il che significa fare un bilancio delle loro esistenze e delle loro relazioni.
 
Lo dico ormai da tempo che il cinema italiano per come può sta cercando di divincolarsi dai soliti clichè scegliendo e prediligendo scelte rischiose con risultati non sempre appaganti ma almeno che lasciano l'impressione di averci provato.
L'Ordine del tempo appartiene a questa categoria. Interessante, condito da alcuni bei dialoghi ma che alla fine lascia quell'amaro in bocca come a voler dire che poteva spingersi più in là rischiando maggiormente. Come vi comportereste se sapeste che il mondo sta per finire?
La Cavani alla soglia dei novanta anni risponde con un resoconto interessante e mai affabulatorio, senza retoriche e manierismi vari ma lasciando forse quella malinconia maggiore che riassunta significa riflettere su quanto si è fatto in questa vita. Scelte, amori, compromessi, consapevolezza delle occasioni perdute, i viaggi mai intrapresi e le scelte irreparabili. Tra tradimenti ricordi e ammissioni di colpa e di affetto, il film tutto girato in un'unica location ha tanti pregi, pochi difetti, ma al contempo rimane quasi un esercizio di stile avendo un buon cast e sapendolo utilizzare bene ma senza dare quel colpo in canna finale che poteva alzare l'asticella creando più tensione e meno rassegnazione.

Nimona


Titolo: Nimona
Regia: Nick Bruno, Troy Quane
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un cavaliere viene incastrato per un crimine che non ha commesso, e l'unica persona che potrebbe aiutarlo a dimostrare la sua innocenza è Nimona, un'adolescente mutaforma che potrebbe anche essere uno di quei mostri che ha giurato di uccidere.
 
Da ricordare più per la forza dei suoi mezzi, per le tecniche adottate, per lo stile quanto mai innovativo e spregiudicato e per essere politicamente scorretto (a modo suo) nel tratteggiare sempre temi sociali come l'inclusione di qualcuno di diverso, le diseguaglianze sociali e molto altro ancora con tematiche gender fluid e cavalieri che non vedono l'ora di amarsi l'un l'altro.
In Nimona come sempre il ritmo è concitato si vede che c'è stato un bel lavoro di ricerca e di creazione di un world building dove convergono proprio gli influssi tra animazione e videogame, confezionato in un look and feel da medioevo cyberpunk.
Nimona poi ha un flash back che arrotonda quello stile d'animazione rendendolo forse l'elemento più tradizionale seppur poi mostri la nostra protagonista come un vaso di Pandora quando deve scagliarsi contro l'avversario diventando in pochi minuti un complesso nugolo di trasformazioni da far impallidire la lotta tra Merlino e maga Magò.

Silent Night (2023)


Titolo: Silent Night (2023)
Regia: John Woo
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Vigilia di Natale. Durante uno scontro a fuoco per le strade della città tra due gang di narcotrafficanti, un proiettile colpisce un bambino, uccidendolo. Il padre, Brian, insegue i narcos per le strade e viene ferito alla gola, perdendo la voce. Dopo la convalescenza in ospedale la sua unica ragione di vita sarà vendicarsi e sterminare la gang che ha causato il massacro.
 
A me è sembrato di vedere una brutta copia del CORVO in chiave polizziottesca.
John Woo è sempre stato un autore talentuoso e la sua filmografia ne è una riprova nonostante gli anni passino per tutti e ciò che Hollywood offre spesso non è proprio ciò che si vuole. Detto questo forse perchè sono partito con delle aspettative molto alte per cui non sono riuscito ad amare particolarmente questo film pur vedendolo due volte e soffermandomi come sempre sulla capacità dell'autore di girare alcune scene d'azione, soprattutto di sparatorie e inseguimenti, mettendo un attore mascellare e un plot narrativo veramente molto striminzito. Un revenge movie dove in questo senso la perdita della voce di Brian rende il film privo di dialoghi e quasi muto, un dispositivo che consente a Woo di asciugare al massimo il suo cinema, di concentrarsi sull'essenziale ma allo stesso tempo perdendo pathos e caratterizzando in maniera debole il suo protagonista.

Kitchen (2023)


Titolo: Kitchen (2023)
Regia: Daniel Kaluuya, Kibwe Tavares
Anno: Gran Bretagna
Paese: 2023
Giudizio: 2/5

In una Londra distopica del futuro, dove tutte le case popolari sono state eliminate, Izi e Benji combattono per esplorare il mondo come residenti di The Kitchen, una comunità che rifiuta di abbandonare la propria casa.
 
Kitchen è il tipico esempio di - vorrei ma non posso – o non voglio o non me lo lasciano fare o peggio ancora troviamo il giusto compromesso. Perchè il film e il soggetto le potenzialità le aveva tutte per ritagliarsi una sua denuncia sociale sulle diseguaglianze parlando di divisione tra ricchi e poveri e tra città e periferia. Invece è di un piattume incredibile, lento, nonostante tutte le questioni che voglia affrontare di fatto lasciandole tutte solo di facciata senza mai intervenire a gamba tesa.
In più anche l'elemento legato al fatto che i poveri quando muoiano vengano fatti diventare degli alberi è un aspetto che poteva e doveva essere curato maggiormente.
Kaluuya si prende decine di minuti a mostrare inseguimenti in moto e ragazzi della periferia che cercano di distruggere i droni della polizia per poi non affrontare le questioni veramente importanti.

Nuovo Olimpo


Titolo: Nuovo Olimpo
Regia: Ferzan Ozpetek
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

1 novembre 1978. Il 25enne Enea Monti è uno studente di cinema che sogna di diventare regista e lavora come volontario sui set della Capitale. Fra i curiosi intorno vede Pietro Gherardi, e fra i due c'è subito un'intesa silenziosa fatta di sguardi. Più tardi Enea ritrova Pietro al Nuovo Olimpo, un cinema d'essai che è anche un luogo di incontro per omosessuali. I due si appartano in bagno, ma Pietro non vuole un rapporto casuale consumato di fretta e di nascosto: ed Enea lo asseconda, fissando con lui un appuntamento in una casa temporaneamente vuota. Lì inizia la loro storia d'amore intensa e passionale, che però subirà una brusca e inaspettata battuta d'arresto. Da allora, attraverso quattro primi di novembre nel corso di quasi quarant'anni, il ricordo e il rimpianto di quei momenti iniziali di intimità e di tenerezza rimarranno permanentemente nel cuore di Pietro ed Enea, nonostante le loro vite siano in apparenza consolidate con compagni e carriere professionali diverse.

L'ultimo film del prolifico Ozpetek sembra quasi una sorta di spot pubblicitario dell'epoca per mischiare una storia gender, Ladri di Biciclette e The Dreamers. Nel voler esplorare un contesto storico, una fase politica e una storia d'amore con tutti i sotterfugi e sotto storie, Ferzan finisce per non riuscire mai veramente a delineare nessuno degli intenti lasciando un polpettone raffazzonato attorno ad un teorema trito e ritrito e realizzato in modo davvero maldestro. Se ci mettiamo poi dentro anche la scelta di un cast disfunzionale dove non riesci a provare enfasi e pathos per nessuno degli attori allora il risultato è tutto detto.

sabato 17 febbraio 2024

Fargo-Season 5


Titolo: Fargo-Season 5
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 5
Episodi: 10
Giudizio: 5/5

I nuovi episodi sono ambientati in Minnesota e North Dakota, nel 2019. Dopo che una serie inaspettata di eventi ha messo Dorothy “Dot” Lyon nei guai con le autorità, questa casalinga del Midwest, apparentemente tipica, si ritrova improvvisamente catapultata in una vita che pensava di essersi lasciata alle spalle.Lo sceriffo del North Dakota, Roy Tillman, è alla ricerca di Dot da molto tempo. Allevatore, predicatore e costituzionalista, Roy crede di rappresentare la legge e quindi di esserne al di sopra. Al suo fianco c’è il suo fedele ma inetto figlio, Gator. Che cerca disperatamente di dimostrare il suo valore al padre. Peccato che sia senza speranza. Così, quando si tratta di dare la caccia a Dot, Roy arruola Ole Munch, un oscuro vagabondo di origine misteriosa.Con i suoi segreti più profondi che iniziano a svelarsi, Dot tenta di proteggere la sua famiglia dal suo passato. Ma il suo affettuoso e ben intenzionato marito Wayne continua a correre da sua madre, Lorraine Lyon, per chiedere aiuto. CEO della più grande agenzia di recupero crediti del paese, la “Regina del debito” non è stata particolarmente impressionata dalla scelta del figlio di scegliere moglie e non perde occasione per esprimere la sua disapprovazione. Tuttavia, quando l’insolito comportamento di Dot attira l’attenzione del vice della polizia del Minnesota, Indira Olmstead, e del vice del North Dakota, Witt Farr, Lorraine nomina il suo consulente interno e consigliere principale, Danish Graves, per aiutare sua nuora. Dopotutto, la famiglia è la famiglia. Ma Dot ha un talento inquietante per la sopravvivenza. E con le spalle al muro, sta per dimostrare perché non si dovrebbe mai provocare una madre Lyon.

Fargo è una delle serie tv più belle di sempre. Ammetto di non aver visto la quarta stagione che a detta di molti è indubbiamente la peggiore scimmiottando su alcuni stereotipi mafiosi e portando Gomorra in America. In quest'ultima vengono ripresi alcuni punti forti della serie ovvero il tema del grottesco come risposta disperata ad alcune scelte scriteriate, dove si alternano crudeltà e ingenuità senza parlare mai di un totale predominio ma lasciando sempre quel dubbio su come verranno disegnati e caratterizzati alcuni personaggi. Come sempre emerge una critica sociale su tutto ciò che concerne la moralità dubbia della società e di alcuni personaggi e fin dove possa spingersi la legge. Ci sono tanti bei personaggi, c'è il revenge movie, la final girl, torture, rapimenti, omicidi, esoterismo, rituali, perdono e sacrificio. Nel finale c'è una di quelle sparatorie che non si vedevano da tempo con uno scontro che si rifà molto ad alcuni fatti accaduti alla Casa Bianca per quella che concerne la dipartita di Trump in questo caso tra bifolchi cowboy conservatori e una fetta di quella democrazia e l'Fbi in un vero e proprio bagno di sangue.
Alla fine ciò che conta è rimanere umani come nella scena finale con Munch. «Con questa stagione volevo davvero affrontare il tema del debito», ha detto il tuttofare. «Qualcosa come i due terzi degli americani hanno un debito non trascurabile, ma nessuno ne parla mai perché si prova vergogna, c’è molta moralità in questo. C’è anche qualcosa di molto “coeniano” nell’idea che se hai un prestito studentesco e ci vogliono 20 anni per ripagarlo, se lo ripaghi, sei una brava persona. E se non lo ripaghi, sei una persona cattiva, ma non lo saprai per 20 anni. Quindi, per quei 20 anni, sei sia una brava che una cattiva persona. C’è una dualità che trovo davvero interessante».


Suzume


Titolo: Suzume
Regia: Makoto Shinkai
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

La diciassettenne Suzume scopre una porta misteriosa tra le montagne e presto altre porte iniziano a comparire in tutto il Giappone. Quando le porte si aprono, scatenano disastri e distruzione e spetta a Suzume richiuderle.
 
Suzume è uno dei migliori film d'animazione dell'anno. Come sempre i giapponesi sbagliano poco e quando si tratta di virare verso piani onirici sono sempre in prima classe contando chi ci ha lasciato e quali nuovi protagonisti stanno prendendo la scena. Oltre ad essere un monumento alla creatività, la fantasia, l'esplorazione di piani paralleli, il film adulto come spesso capita per l'animazione orientale, spinge verso riflessioni di natura temporale come l’inesorabile scorrere del tempo, della vita quotidiana della protagonista che anche qui seguendo uno stereotipo funzionale finisce per avere la vita sconvolta seguendo il classico individuo bizzarro da cui tutti starebbero alla larga.
E'un film che parla di una società in cui le persone non sembrano più in grado di comunicare tra loro e devono arrivare eventi deflagranti per creare quello sconquassamento utile a ridare vita e passione a personaggi derivativi che non riescono più a sognare.
Suzume è un'esperienza immersiva che sembra discostarsi dalle solite storie d'amore del regista per concentrarsi solamente sulla sua protagonista e il suo coming of age.

Simulacrum


Titolo: Simulacrum
Regia: Alessio Nencioni
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un manipolo di uomini si aggira tra le macerie di un’era antropocenica dissolta… sono dei sopravvissuti, scarti di una tecnoscienza che si è completamente alienata, abbandonando la propria residuità biologica parassitaria. K. è uno di questi umanoidi smarriti, nudi, in dipendente ricerca di un segnale che possa disvelare qualche artefatto utilizzabile, una retro-tecnologia sfruttabile, una connessione interfacciabile. Ricerca disperata, cieca, insieme a compagni ostili, regrediti, afoni, in un mondo ermetico svuotato di ogni significato; sotto la cui superfice una sub umanità ancora più involuta, scorre come veleno all’interno di tunnel orrorifici.

Simulacrum per Nencioni della Magnetic Head Production con i suoi tredici minuti, è un corto sbalorditivo che riesce grazie al suo taglio distopico, fantascientifico, post apocalittico e sperimentale a mettere in scena in quasi un'unica location i residui germinali dell'umanità.
Individui spogli che sembrano tornati agli albori della società in un esistenza primitiva dove prevalgono gli istinti, la violenza e la sopraffazione. Gli scarti che sopravvivono sembrano dividersi tra chi sceglie una sorta di proto rave continuo dimenticandosi di tutto e vivendo all'interno di una caverna di perdizione. Oppure dei sopravvissuti dell'Apocalisse che c'è stata trovandosi con ciò che rimane della tecnologia, vivendo di stupri e trovando sulla propria strada personaggi inquietanti e sacerdotesse che cercano ancora un contatto con Madre Natura

Margaux


Titolo: Margaux
Regia: Steven C. Miller
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un gruppo di amici del college affitta una casa intelligente per un fine settimana di festa. Più tardi, iniziano a rendersi conto che Margaux, il sistema di intelligenza artificiale super avanzato della casa ha progetti sinistri per loro.
 
Poteva convincere molto di più e regalare scelte narrative e scifi più convincenti prendendo in prestito qualche idea da Black Mirror o simili quando invece fa il suo in maniera a volte persino tediosa e con un finale che vanta alcune inverosimilità difficili da perdonare. Con un prologo che svela già quasi tre quarti del film sappiamo che sarà il classico survival movie di un gruppo di odiosi nerd e fighetti (in questo caso uniti da una solida amicizia) che si regala un weekend nella villa super hi-tech con Alexia di turno che ruba i dati ai cellulari per capire come ammazzare meglio le proprie vittime. Ciò che lascia l'amaro in bocca e come questa sorta di AI riesca addirittura a clonare le vittime facendoli diventare degli schiavi automi della stessa pronti ad ubbidire. Questa scelta rappresenta il climax del non sense quando si poteva trasformare molto meglio la vicenda senza per forza arrivare a questa scorciatoia squallida rendendo il film assurdo e con troppi non sense.



Retribution


Titolo: Retribution
Regia: Nimrod Antal
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Matt Turner è un broker navigato dell'alta finanza che vive a Berlino con la moglie Heather e i due figli Zach ed Emily, la stessa città dove risiede il suo capo e CEO Anders Muller. A volte Matt è distante e burbero con la famiglia, ma cerca in tutti i modi di mantenere il loro alto standard di vita con operazioni finanziarie sempre più in bilico tra successo e fallimento. Un giorno, è lui a dover portare a scuola i figli, ma quello non è un giorno qualunque: un telefono lasciato da qualcuno dentro la sua macchina squilla, una voce gli spiega che sotto il sedile del passeggero è piazzata una bomba collegata ad un dispositivo a pressione e se Matt non farà tutto quello che gli verrà comunicato lui, Zach ed Emily salteranno in aria.

E ci troviamo di fronte ad una sorta di remake di SPEED con la differenza che non è un pulmino ma una macchina e che abbiamo un padre e i suoi due figli. Per il resto abbiamo un mestierante capace in cabina di regia che perde ogni sentimento verso questo progetto contando che in passato aveva regalato anche delle buone prove. Un action come sempre affidato a Liam Neeson che dopo le saghe da giustiziere della notte sembra riprendersi il timone di un film che gira su se stesso e con i segreti di questo uomo e la società per cui lavora. Scopriamo piano piano dalle telefonate di quanto abbia fatto delle schifezze arricchendosi a danno dei contribuenti. Ciò che lascia veramente basiti del film è il "colpo di scena" dove l'antagonista è praticamente l'unica possibile scelta dello spettatore abbassando ogni genere di elemento mistery e trovando un escamotage per far esplodere il nemico sulla stessa macchina dove all'interno si trova la bomba. Gli isterismi di massa della moglie di Matt e le mosse dei servizi segreti quando credono che Matt abbia rapito i bambini sono davvero imbarazzanti

lunedì 15 gennaio 2024

Adagio


Titolo: Adagio
Regia: Stefano Sollima
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

Dopo la morte della mamma, il sedicenne Manuel vive con un padre anziano dal passato criminale, che lo vedeva celebre con il nome di Daytona, ma che ora sembra non starci più con la testa. A sua insaputa, il ragazzo viene ricattato da un gruppo di carabinieri corrotti per una storia di festini dalle ramificazioni politiche ben più grandi di lui. Nel tentativo di divincolarsi dal ricatto, Manuel si rivolge a un ex-compare del padre, Polniuman, che promette di fare da intermediario con il carabiniere Vasco, il quale però non può permettersi di perdere i soldi che gli erano stati promessi.
 
Adagio aderisce alla nostra garanzia di cinema d'azione che non ha nulla da invidiare all'estero. Non ha bisogno di presentazioni Sollima e con questo firma la sua opera più importante e matura. Chiude il trittico dopo ACAB e SUBURRA trasformando una vicenda dal sapore popolare in un noir polar pazzesco senza vie d'uscita dove la speranza è l'ultima a morire ma allo stesso tempo non c'è pietà per nessuno e dove ognuno rincorre il proprio destino inesorabile. Ed è proprio quello che il fato sembra far cadere sulla testa di tre poveracci con un passato davvero tosto alle spalle. Dall'altra un trio di poliziotti che sembrano usciti dalle peggiori pagine della digos, cani arrabbiati con la bava alla bocca che non sembrano avere limiti ma dove allo stesso tempo la storia ne tratteggia l'umanità e le scelte a cui non possono sottrarsi.
Un film scomodo, drammatico, lucido, ambiguo, corrotto, selvaggio, dove le prove attoriali semplicemente si superano e dove Adriano Giannini dimostra un talento enorme in un personaggio così crudele quanto pieno di disperazione e amore per i propri figli.
I tre della magliana sono a conti fatti dei fantasmi di loro stessi, delle maschere memorabili di rimpianto e decadimento fisico che infestano i loro stessi appartamenti attendendo l'ennesimo trapasso. Un film necessario, un interessante mix di generi per il film italiano tra i migliori dell'anno e dell'ultimo decennio.

We're All Going to the World's Fair


Titolo: We're All Going to the World's Fair
Regia: Jane Schoenbrun
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

A tarda notte da qualche parte negli Stati Uniti, l'adolescente Casey siede da sola nella sua camera da letto, navigando in Internet. Ha finalmente deciso di accettare la World's Fair Challenge, un gioco di ruolo horror online. Mentre inizia a perdersi tra sogno e realtà, una figura misteriosa si avvicina.

Quando il cinema indipendente decide ancora una volta di sorprenderti piacevolmente con un film costato due lire, una buona idea e una ragazzina semplicemente molto dotata. Perchè è l'atmosfera del film a dire tanto. Quando ci si appresta a sondare e sfidare la rete nei suoi territori horror inesplorati non sai mai cosa può capitare. La World’s Fair Challenge è una delle tante sfide "a step" online in cui bisogna caricare i video del cambiamento che il gioco provoca in se stessi: il primo di questi è un selftape in cui, dopo essersi punti un dito e dopo aver macchiato lo schermo con il sangue, lo si guarda mentre proietta colori psichedelici.
In questo caso Casey è una ragazzina problematica che ama farsi del male, vive in mezzo alle montagne, orfana di madre, con un padre che non vediamo mai e per il resto passa tutte le giornate sul web o facendo passeggiate in mezzo alla neve in maniche corte. E finisce per voler dare un senso alla sua vita sfidandosi e filmandosi cercando anche lei nel suo piccolo di rendersi insidiosa e terrificante. Devo ammettere che ci sono state un paio di scene soprattutto quando Casey si filma mentre dorme davvero efficaci nella loro semplicità. E poi arriva l'altro, quello che con una maschera inizia a parlare con la ragazza chiedendole di fare delle cose. Il film non è un vero e proprio horror quanto più un dramma sul sociale con qualche accenno al cinema di genere ma dotato di una realisticità in grado di esplorare molto bene l'emotività e quello che sta dentro una ragazzina adolescente e tutte le sue difficoltà e paure.

Naga


Titolo: Naga
Regia: Meshal Al Jaser
Anno: 2023
Paese: Arabia Saudita
Giudizio: 4/5

Una ragazza rimasta bloccata nel deserto arabo corre per tornare a casa prima del coprifuoco, terrorizzata dalla minaccia di una violenta punizione da parte del padre, uomo severo e spaventoso.
 
Ci sono film che riescono a rimanere impressi per svariati motivi senza comprenderne la ragione di fondo. E' il fatto di Naga e di questi film horror che arrivano da paesi dove meno te lo aspetti.
La ragione è legata al fatto del folklore locale che spesso non è pervasa dai soliti stereotipi americani o di un certo cinema di genere ma guardandoo oltre descrivendo situazioni culturalmente loro e che noi non conosciamo. Da questo motivo si evince un diverso e originale interesse per queste opere.
Ultimamente è stato il caso di DACHRA, WHEN EVIL LURKS, NIGHTSIREN, OLDER GODS, ENYS MAN, HUESERA, VIRUS 32, TANK, PIOVE, PANTAFA e molti altri ancora.
Sicuramente il fatto di aver rimosso i divieti legati alle sale precedentemente bandite ha permesso ai sauditi di tornare a frequentarle e poi il fatto di poter girare cinema di genere è un enorme passo in avanti probabilmente legato al fatto che l'horror è uno dei generi più amati e apprezzati e quindi era forse ora di farla finita. Naga nelle sue due ore, ci fa aver paura di cosa può succedere in mezzo alle tende nel deserto e cosa si nasconde. L'aver paura di essere lasciati da soli in preda al craving e all'assunzione di droghe trovandosi a diverse miglia di distanza da Riyadh. Un flusso psichedelico dove Sarah sperimenterà di tutto mostrando con ferocia la sua personalità, andando contro il patriarcato e cercando di salvare la pelle dalle regole di quella comunità e soprattutto da un cammello assetato di sangue che vuole vendicare il suo cucciolo brutalizzato

Blue Eye Samurai-Season 1


Titolo: Blue Eye Samurai-Season 1
Regia: AA, VV
Anno: 2023
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Ambientata nel Giappone del periodo Edo, la serie segue Mizu (doppiata da Maya Erskine nella versione originale), una maestra di spada di etnia mista che vive una vita sotto mentite spoglie mentre trama la vendetta.
 
Una volta una persona ignorante definì l'animazione come semplici cartoni animati.
Ora è mio preciso dovere soprendermi continuando a farmi affascinare dalla settima arte.
Questa serie è un mezzo capolavoro. Qualcosa che si innalza rispetto alle solite serie, qualcosa che parla di un'epoca feudale giapponese che già conosciamo ma con altri mezzi, linguaggi e forme visive. C'è una bellissima protagonista con una storia di dolore e emancipazione. C'è il fulcro della storia che ruota attorno ad uno dei canoni più semplici che è il revenge movie. C'è un villain antagonista davvero feroce e crudele che prende a pugni in faccia una ragazza e gira il Giappone in cerca di geishe da scoparsi con il suo assistente. C'è un patto di fiducia con una sorta di garzone senza mani che aiuterà la protagonista.
C'è tutto, brutalità, sangue, sentimenti, emozioni, caratterizzazione dei personaggi mai scontata ( la breve storia d'amore di Mizu è straziante). Uno dei motivi per cui la serie è piaciuta così tanto è ancora una volta il fatto che sia crudele, violento e a tutti gli effetti incessantemente cattivo, senza risparmiarsi e lesinare su nulla ma mostrando la cupidigia e la testardaggine di una società che sembra avere soltanto l'obbligo e il voler prevaricare sempre sull'altro. Quasi non esiste la redenzione ma soltanto un voler predominare sfruttando tutto ciò che si può cancellando il passato e insistendo sull'appagamento dei bisogni primari.

Tutti i cani muoiono soli


Titolo: Tutti i cani muoiono soli
Regia: Paolo Pisanu
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Sardegna oggi. Rudy è un malavitoso del tutto privo di scrupoli. La sua unica regola di vita è la sopraffazione che esercita sia con l'intimidazione raccogliendo il pizzo dai ristoratori, sia con la violenza fisica. Un giorno si trova a doversi occupare, dopo un lungo ed indifferente distacco, della figlia che è affetta da una malattia neuro degenerativa. Il rapporto tra i due è di freddezza e disprezzo anche se Rudy sembra volersi occupare della sistemazione della ragazza in una struttura adeguata.
 
I crime movie o film sui malavitosi sono un arteria del nostro cinema. Film di genere di solito ampiamente visitati e rivisitati. Ora l'esordio di Pisanu merita sicuramente una menzione speciale nel cinema neo realista isolano. Poche scene d'azione ma cariche di odio e spietatezza. Un uomo ormai logorato dal tempo e dal suo passato che si accanisce nel presente senza fare nessuno sconto passando le giornate a suon di sopraffazione e minacce per poi vedersela con i suoi pari al baretto la sera. Un rapporto schivo con una figlia dove una scena in particolare quello in cui la lascia cadere a terra senza provare pietà racchiude tutto lo spirito di Rudy.
Un uomo costretto sempre a guardarsi le spalle, non fidandosi mai nemmeno degli amici e facendo una vita di sacrifici dove tira a campare senza soldi e con uno sguardo sempre granitico per non mostrare i propri sentimenti.

Where the devil roams


Titolo: Where the devil roams
Regia: Zelda Adams, Toby Poser, John Adams
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una famiglia di circensi assassini viaggia per tutto il mondo seguendo il morente circuito dello spettacolo carnascialesco.
 
HELLBENDER, DEEPER YOU DIG, sono le precedenti opere di questa famigliola che sta stupendo un po tutti con prodotti di alta qualità e di una peculiarità e spessore narrativo davvero interessante e per alcuni aspetti dannatamente originale. Seppur il secondo DYD fosse difatto un revenge-movie su una madre che perde la figlia intuendo come il responsabile sia proprio il vicino ad ucciderla nascondendo il corpo, H invece era una sorta di rapporto complesso tra una strega moderna e sua figlia. In questo caso invece c'è il circo, i freaks, il gore, la famiglia omicida, il gusto del macabro e il teatro, tutto messo in scena come un dramma romantico sperimentale con una struttura episodica per certi versi dove ancora una volta la stranezza portata agli assurdi e l'immaginario potente sembrano essere il marchio di fabbrica della Adams family.
Parliamo di gente che con pochissimi soldi ha deciso semplicemente di voler fare un film chiamando chiunque e regalando un'esperienza visiva considerando quanta gente con budget molto più alti e produzioni interessanti alle spalle regali monnezza senza avere la minima idea di cosa voglia dire avere personalità e cognizione dei mezzi
"Quello che tutti i soldi del mondo non possono comprare è il fatto di avere il tempo di fare tutto esattamente come vuoi, invece che dover dire “buona la prima” indipendente da com’è venuta. Non abbiamo i soldi per fare dei piani, e ci sentiamo molto fortunati per questo."

Pantafa


Titolo: Pantafa
Regia: Emanuele Scaringi
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Marta, sempre più preoccupata per le strane allucinazioni che colpiscono la figlia Nina, decide di portarla a vivere in montagna. Le due prendono così in affitto una vecchia casa dall'aspetto un po' spettrale nella cittadina di Malanotte. Tuttavia, la situazione clinica di Nina continua a peggiorare: la bambina inizia a soffrire di gravi paralisi ipnagogiche che assumono caratteristiche orrorifiche: durante la paresi Nina vede uscire dalle pareti una figura fantasmatica che si acquatta sul suo petto e cerca di succhiarle via l'anima. Le preoccupazioni e le suggestioni di Nina vengono ingigantite dalla signora Orsa, una vicina di casa, che riconosce la Pantafica nella descrizione di Nina, un'anima dannata che tormenta le notti dei bambini. È tutto nella sua testa, come sostiene Marta, o il male ha davvero preso connotazioni reali?

Il cinema di genere folkloristico italiano di per sè è già una rarità. Pantafa è rimasto al cinema per pochissimi giorni senza darmi la possibilità di andare a vederlo. E devo dire che la Pantafica abruzzese mi mancava. Ne esistono tante di streghe, masche e altri fenomeni simili ma questa succhia anime dei bambini che trasla diventando quel qualcosa in più è stata un'altra bella scoperta. L'idea di spostare a Malanotte la vicenda mette a confronto un paesino secolarizzato e racchiuso nelle sue tradizioni e leggende. Dall'altro una donna moderna e una figlia che di fatto vengono fatte piombare in questa sorta di medioevo dove impareranno a proprie spese come crearsi le condizioni di sopravvivenza.
Scaringi fa una cosa molto bene che l'horror non deve mai dimenticare soprattutto quando si parla di produzioni indipendenti ovvero la presa di coscienza che ciò che fa realmente paura è il non visto mostrando pochissimo e centellinando la paura facendo un lavoro di tensione e pathos per poi creare un finale che seppur esagerato nel mostrare forse troppo riesce a mantenere un equilibrio e regalare un piccolo indie di genere nostrano.