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domenica 22 aprile 2018

Butterfly


Titolo: Butterfly
Regia: Pailles twin bros
Anno: 2017
Paese: Francia
Festival: Torino Underground Cinefest 5°edizione
Giudizio: 3/5

Di umili origini, Vanessa si reca a Marsiglia in seguito alla morte del padre che non vedeva da quando era ragazzina. Master Leclerc, l'avvocato che si occupa dell'eredità, le propone una scelta insapettata che riporterà Vanessa nel passato.

Il ritorno alle origini. Il corto dei fratelli francesi pone questa giovane protagonista di fronte al bisogno di confrontarsi con il passato con tutto ciò che sembra un alone di mistero nella vita del padre. Un corto abbastanza biografico dove fiction e surreale cercano di confrontarsi e congiungersi almeno per quanto concerne il climax finale.
Il risultato è un lavoro interessante, non privo di una certa analisi derivativa che sfocia in un interessante rapporto ma non privo di ambiguità e qualche momento macchinoso che non sempre la coppia di registi riesce ad affinare.
Un lavoro comunque dignitoso che mostra la voglia e il talento di chi ha ancora molta strada da fare almeno in termini di scrittura e messa in scena ma che sembra indirizzata verso una strada e che punta a tematiche personali e temi sociali che riescono sempre ad essere funzionali e interessanti.


After Dawn


Titolo: After Dawn
Regia: Nicolas Graux
Anno: 2017
Paese: Belgio
Festival: Torino Underground Cinefest 5°edizione
Giudizio: 3/5

Pawel è assolutamente convinto che la separazione abbia completamente annullato i sentimenti verso il ragazzo di cui era innamorato. Tuttavia, quando trova un visitatore inaspettato ad attenderlo a casa in un pomeriggio piovoso, capirà che le cose non sono proprio come pensava.

Dal Belgio arriva questo interessante cortometraggio che strizza l'occhio a Xavier Nolan e Ang Lee.
Un corto intimista che rimane quasi sempre sotto le coperte mostrando il rapporto ossessivo compulsivo di questi due giovani adulti e il sesso che diventa il vero protagonista ancor più dei dialoghi. Scene forti che non si vedevano da tempo e poi quel gesto di Pawel, attirato dall'altro così come è spaventato di se stesso e di dover ammettere un omosessualità che ormai non può più nascondere a differenza del suo "compagno"molto più sereno e disinibito.
Quel gesto che richiama tutta una dieprata analisi di se stesso, della difficoltà a mostrarsi per quello che si è e infine il bisogno di dover e poter possedere l'altro.
Un corto per nulla banale ma anzi che trovo singolare, raffinato e spinto seppur senza mai cercare quel sensazionalismo d'effetto che non amo particolarmente ma invece qui è tutto dosato grazie anche ad un'atmosfera che si concentra sui loro respiri e su quegli sguardi immobili e bisognosi di risposte.