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lunedì 21 marzo 2011

Perfect Blue

Titolo: Perfect Blue
Regia: Kon Satoshi
Anno: 1997
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Mima e' una idol giapponese che fa parte di un trio pop in un momento in cui le idols non hanno piu' il grande successo degli anni precedenti. I suoi agenti decidono che e' venuto il momento di cambiare la sua immagine trasformando la ragazza in attrice. Mima iniziera' quindi a lavorare ad una serie televisiva di genere thriller impegnandosi a fondo affinche' questo suo nuovo lavoro possa davvero funzionare. La sua decisione e' pero' presa come un tradimento da parte dei fan's e alcuni degli uomini che lavorano per la serie televisiva iniziano a morire...e' un fan impazzito a compiere questi crimini o e' la stessa Mima non piu' in grado di distinguere tra realta' e finzione, tra la sua immagine di idol e la sua carriera da attrice?

Partiamo da un dato di fatto: Kon Satoshi è uno dei massimi esponenti dell’animazione giapponese. Non tanto e non solo per la grafica ma soprattutto per le tematiche che vanno a sondare il personaggio dando il più delle volte quadri psicologici in cui gli esseri umani si muovono come burattini spaesati. Poi è vario, spazia tra i generi come se gli conoscesse tutti alla perfezione, soddisfando sempre le aspettative. La realtà natale distorta a cui gli animatori possono attingere, mostrando personaggi persi e incapaci di mostrare sentimenti oppure fanatici e violenti è una caratteristica sempre più interessante del genere soprattutto quando non vengono impiegati i soliti cliché. PARANOIA AGENT serie di tredici episodi che firmano una delle serie più valide degli ultimi anni e che danno un quadro su un Giappone sempre più in lotta tra la caoticità e il tradizionalismo, lo sconvolgimento iper-tecnologico per ritrovare la semplicità e l’eleganza di una nazione. Poi a Venezia ho visto PAPRIKA il film più visionario e citazionista dei suoi film è sono rimasto catturato, forse uno dei film più belli d’animazione degli ultimi anni.
TOKYO GODFATHERS è forse uno dei film d’animazioni volutamente più drammatici che ci siano pur vendo una grossa venatura ironica in diverse scene e dialoghi.
Tratto dal romanzo di Yoshikazu Takeuchi, Perfect Blue è uno dei primi thriller d’animazione realizzati, nemmeno così tanto originale ma con alcune trovate del regista interessanti come mostrare la finzione nella finzione e darne un proprio risvolto.
Lo stile è proprio del regista riuscendo sempre ad essere integro e a volte minimalista.
In conclusione un buon thriller mai troppo scontato in cui rimarranno certamente impresse alcune scene.

domenica 20 marzo 2011

Apri gli occhi

Titolo: Apri gli occhi
Regia: Alejandro Amenàbar
Anno: 1997
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Cesàr è un giovane di successo che cambia continuamente amanti: una sera, a una festa, conosce e si innamora follemente di Sofia, ma il destino ha in serbo per lui un tragico scherzo: tornando a casa si imbatte infatti in una sua ex delusa, Nuria, che esce volontariamente di strada con la sua macchina, trovando la morte, e lasciando Cesàr sfigurato per sempre. In ospedale, il protagonista comincia però ad avere strane visioni e la sua vita cambia radicalmente quando Nuria torna a farsi viva, asserendo di essere Sofia.

Secondo film di Amenabar dopo il bellissimo TESIS da cui è stato poi fatto un remake americano. Il film è un thriller parzialmente interessante. Il tema della realtà contrapposta al sogno iniziale di Cèsar che diventa poi un incubo in cui non riesce a districarsi è più che soddisfacente. Il ritmo secondo me non è molto buono. Troppe volte vediamo la faccia di Cèsar pre/incidente e subito dopo quella da mostro post/incidente e la cosa più che diventare angosciosa diventa ridondante. Il soggetto non è poi neanche così originale, ma tiene comunque sempre abbastanza alta la tensione. L’azienda che assicura l’esistenza nell’aldilà, sconfina forse fin troppo con la poca credibilità con cui viene trattata. I personaggi sono ben caratterizzati e convincono. Lo stile con cui gira Amenabar rimane comunque il punto forte di questo film. Alcune scene in cui Cèsar gira con il volto sfigurato, sembrano assomigliare al film L’UOMO SENZA VOLTO.Il protagonista ha un’espressione passiva e convince poco. Bravo invece è l’amico interpretato dall’attore che fa il regista nel film La Mala Educacion.
Nel complesso un film interessante in cui però Amenabar ha voluto forse troppo esagerare creando così una storia troppo inverosimile.


Elevated

Titolo: Elevated
Regia: Vincenzo Natali
Anno: 1997
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

Una donna è su un ascensore. Subito dopo entra un uomo silenzioso e che respira in modo strano. Entra poi un tipo completamente stranito e macchiato sulla giacca di sangue che con una tessera magnetica con il quale controlla l’ascensore cerca di portare tutti all’ultimo piano per scampare ad un mostro che non vediamo dall’inizio alla fine.
Quello che succederà sarà sconcertante.

Elevated è uno dei sei corti del grande regista canadese che risponde al nome di Vincenzo Natali che si era già espresso e aveva fatto capire la portata del suo cinema con l’interessante IL CUBO.
In questo lavoro di venti minuti c’è di tutto. Splatter, suspance, mistero, pazzia, totale paura dell’ignoto ed una storia semplice ma geniale.
Un montaggio vertiginoso e adrenalinico mischiato con ottime inquadrature tutte in grand angolo.
Un corto che fa della sua semplicità il punto forte ed il punto critico.
Quasi introvabile ma da vedere per forza di cose.

venerdì 18 marzo 2011

Auguri professore

Titolo: Auguri professore
Regia: Riccardo Milani
Anno: 1997
Durata: Italia
Giudizio: 3/5

Da giovane entusiasta insegnante di lettere nei primi anni settanta, il prof. Lipari si ritrova ad essere una persona senza passione che quasi detesta il suo lavoro. Dopo molti anni ritrova, come collega supplente, la sua ex alunna Luisa conosciuta nei primi anni di insegnamento.Grazie a questo incontro Lipari rivivrà tutti i suoi momenti passati dell'infanzia, della vita da studente e i primi anni da professore in un paesino di montagna

Ad un certo punto Lipari tira fuori un libro "Lettere ad una professoressa" ovvero uno scritto pedagogico di Don Milani. Milani affermava concludendo negli anni '60 la sua denuncia di una scuola che è come un ospedale che cura i sani e rifiuta i malati.
La scuola ha solo un problema,diceva,ovvero i ragazzi che di-sperde
Il momento è cruciale per il film che sebbene sia un po troppo melenso e in alcuni momenti particolarmente sentimentale riesce comunque a far emergere uno dei problemi fondamentali della scuola italiana ovvero l'insegnamento. E' brutto dover dare ragione alle terribili esperienze che molti di noi hanno vissuto e spesso trasformato in delusioni e rabbia con le elementari e le medie.Insegnanti spesso o troppo autoritari o troppo permissivi. Poi arriva lui Lipari che sebbene non sia tutto a posto,ma questo può essere un bene, cerca di dare agli altri ciò che non ha mai avuto ovvero un'educazione basata sul dialogo e confronto con il professore.
Non dunque un'educazione negativa come secoli fa sosteneva Rousseau ma qualcosa di coinvolgente con un giusto supporto che senza regalare nulla punta su un confronto quello di cui forse oggi si ha più bisogno e che purtoppo manca.
Si studia anche per questo forse per la possibilità grazie all'esperienza di poter cambiare alcuni paradossi e ridare così forza allo strumento educativo per eccellenza.
Silvio Orlando è bravo, meno brava è la Pandolfi sempre troppo impostata.
Con tutti i difetti e i limiti Riccardo Milani(avrà a che fare qualcosa con l'altro Milani?)confeziona una pellicola modesta ma con un buon messaggio.