Visualizzazione post con etichetta snuff. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta snuff. Mostra tutti i post

sabato 30 luglio 2011

August Underground's Mordum


Titolo: August Underground's Mordum
Regia: Fred Vogel
Anno: 2003
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

La trama è presto detta: tre sociopatici vanno un po' di qua e un po' di là ad ammazzare, stuprare e seviziare dei poveri malcapitati.

Secondo di una trilogia espressamente voluta dal regista, Mordum fa parte di quel genere che sfocia nel gore di cui si sono fatti capostipiti personaggi del calibro di Buttgereit.
A differenza del sopracitato Vogel non ha assolutamente capito che si possono fare dei film seri anche trattando una materia come quella degli snuff, delle indicibili violenze e sofferenze ai danni di terzi e più di tutto una qualità di girato e di audio che come in questo caso rasentano l’insopportabilità più totale.
Pur avendo visto tutto di Buttgereit, Schnaas e simili, trovo che questo secondo capitolo di August sia un megero pretesto per sfogare la propria perversione e malattia che con il cinema c’entrano ben poco.
E’vero che questo genere, se così possiamo definirlo, piace e a una certa schiera di fan ma è anche vero che nel cinema al dì la delle scene efferate uno alle volte vorrebbe anche capire o avere un contesto in cui collocare quello che sta succedendo.
August farà preoccupare qualche sventurato che magari penserà di vedersi un vero snuff dal momento che l’unica valida cosa di questa porcheria è la cura maniacale con cui gli SFX inquadrano gli sventramenti, organi, tagli di pancia con relative viscere, oppure un cazzo che viene tagliato per essere poi succhiato da una tipa, cadaveri sodomizzati, bambini che vomitano vermi dalla testa i quali vengono poi mangiati da un altro del gruppo. Dunque Vogel ha puntato esclusivamente su questa portata d’immagini per scioccare, gli effetti per dare realisticità così come la recitazione assai buona da risultare quasi credibile così come la crudezza e la spietatezza delle immagini.
Viene definito come uno dei film più violenti mai realizzati ma questa sorta di etichettamento oramai è solo un pretesto per cercare di vendere come altri escamotage di colleghi del cinema commerciale.
Mi è venuta in mente solo per qualche istante mentre visionavo questo film facendo altro e sentendo con l’audio in inglese un continuo fuck, bitch e basta come forse Vogel e soci volessero citare le stragi compiute dalla Famiglia, ma non credo che questa idea fosse negli intenti della “sceneggiatura” di questo morvosissimo lavoro da malati.

mercoledì 6 aprile 2011

A Serbian Film

Titolo: A Serbian Film
Regia: Srđan Spasojević
Anno: 2009
Paese: Serbia
Giudizio: 3/5

Milos, ex attore porno serbo, è in piena crisi economica con una moglie e un figlio da mantenere. Un giorno una sua ex collega lo mette in contatto con un certo Vukmir, che gli fa un’offerta: girare un film porno senza sapere niente della sceneggiatura, il tutto ad una cifra che non si può rifiutare. Milos accetta, ma molto presto si accorgerà di aver commesso un grave errore…

Nel cinema si è sempre cercato di sondare la tematica dello snuff e chi più(HARDCORE,VIDEODROME,SNUFF) chi meno (8 MM,VACANCY) ha cercato di dare il suo contributo sulla tematica approfondendo i motivi e le perversioni che si celano dietro.
Porno-horror?ma per favore non si finisce mai di dare nomignoli che non hanno nessun senso.
Contando che sono un grande appassionato dell'argomento(snuff) e colgo l'occasione per invitarvi a leggere una tesi che si trova sul web rispetto al tema scritto da due ragazze di Bologna(almeno spero di ricordarmi bene...)bisogna anche tra le citazioni non dimenticare quel bellissimo film di Haneke che probabilmente coglie meglio di tutti e approfondisce la sostanza ovvero BENNY'S VIDEO.
Spasojevic' alla sua opera prima non esce del tutto dagli schemi e sono forse uno degli unici a trovare motivi di interesse e di buon cinema in questa pellicola con le giuste eccezioni e i limiti del caso.
Partendo dai lati positivi il film è ben recitato e ben montato. Alcune scene tolta l'esagerazione di fondo e il desiderio irrefrenabile di alcuni registi di voler per forza di cose andare oltre e mostrare qualcosa di "nuovo"che non si è ancora visto(in questo caso la raccapricciante scena del "porno prenatale" in cui un tipo si incula un feto appena nato creato con una bruttissima c.g lascia basiti sull'immagine in sè oltre che a domandarsi sulla perversione della scena e il confine/sconfine di alcune trovate).
Sinceramente ho trovato la scena abbastanza disgustosa ma è anche vero che si è visto di molto peggio e ben più realistico anche se in parte gli amanti dell'horror sembrano a tutti i costi cercare qualcosa di estremo e sensazionale. Difficile dire dunque fin dove uno possa o debba spingersi a seconda dei criteri del "buon senso"o della censura dal momento che si parla di gore e violenza estrema, un tema tanto affascinante quanto pericoloso e per certi versi (in)finito.
Non è molto chiaro ad esempio proprio per capire alcuni momenti del film il personaggio di Vumkir, il regista nel film, caratterizzato poco e da cui non si evince un quadro integro della sua ricerca sulla violenza soprattutto associato ai bambini e a questa sua ricerca psicologica quasi assurda.
A parer mio le scene più "forti" di questo film sono bel altre come quella finale peraltro abbastanza scontata ma di una ferocia inverosimile contando poi che non mancano i momenti trash e grotteschi come Milos che perfora l'occhio del tipo con il suo cazzo mastodontico.
Poi il regista diciamo sembra essersi giustificato, ma poi per cosa mi chiedo, dicendo "Questo film è il diario delle angherie inflitteci dal Governo Serbo, il potere che obbliga le persone a fare quello che non vogliono fare, devono sentire la violenza per capirla"(da Wikipedia).
Se vogliamo prendere in considerazione la vena politica forse un analisi maggiore anche data da alcune sottotrame del soggetto può giungere e trovare una più precisa collocazione dallo sceneggiatore Aleksandar Radivojevic che in sostanza ribadisce un concetto niente affatto superficiale ovvero che nella fame i soldi vengono destinati ai cosiddetti artisti, in questo caso poi la critica è fortemente riallacciata proprio a un paese come la Serbia, per fargli fare ciò che vogliono e perchè no come anche Eli Roth(ma niente è solo farina del suo sacco)aveva avallato con HOSTEL qualcosa di esagerato che trova sempre dei compratori, una sua mercificazione, e in questo caso la natura dell'interesse e la tortura estrema e la violenza che sembra non conoscere confini.
Un film interessante ma dal punto di vista delle immagini che mette a dura prova la fruizione dello spettatore. Se però il discorso di Radivojevic è quello di svegliare il popolo serbo beh allora forse potrebbe scegliere anche altri mezzi che magari come potrà capitare per questo film non verranno minimamente compresi in quanto tali.

lunedì 21 marzo 2011

Vacancy

Titolo: Vacancy
Regia: Nimrod Antal
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo aver lasciato la strada principale ed essersi inoltrati in una secondaria, l'automobile dei coniugi Fox rompe il motore, fortunatamente proprio di fronte a un motel. Dalla tarda ora sono indotti a prendere una stanza e aspettare l'alba per chiamare i soccorsi. Nei sudici alloggi dell'albrgo  sembra nascondersi un segreto, mal celato, effettivamente, dai cattivi di turno che lasciano in giro gli snuff movie girati fra quelle pareti. Compreso il pericolo, i Fox decidono di non rimanere ad attendere la propria fine ma di dare del filo da torcere ai loro inseguitori.

Altra pellicola sugli "Snuff", tema caro a molti registi perchè attuale e pieno di risorse nonché materia che ancora oggi divide sulla veridicità del fenomeno.
Tuttavia Vacancy non riesce a dare un serio contributo, diventando subito noioso e manieristico nello sviluppo. Una delle cose per cui viene da fare il tifo nel film è proprio la morte dei due coniugi che non fanno che litigare per tutto il film(non sanno perdonarsi la morte del figlio).
Poi non mancano i paradossi super-sfruttati, in questo caso l’albergo con una specie di Norman Bates che aspetta e addesca le vittime. Naturalmente nella stanza dove i due dormono si trovano tante vhs che renderanno la notte dei coniugi sicuramente movimentata.
In conclusione un film che si lascia vedere ma trascurabile sotto molti punti di vista in cui poteva certo dare di meglio (la morte dell’amico è uno dei passaggi più telefonati della storia del cinema) così come Antal che dopo l’interessante KONTROLL si ritrova a dover svolgere un lavoro su commissione

domenica 20 marzo 2011

Evil Dead Trap

Titolo: Evil Dead Trap
Regia: Toshiaru Ikeda
Anno: 1988
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Una giornalista televisiva, che conduce un programma sui filmati amatoriali inviati dai telespettatori, riceve un pacco contenente una misteriosa videocassetta.
Quando la “nostra” prende visione del filmato contenuto in essa rimane scioccata, poiché trattasi di uno “snuff” in cui una donna viene barbaramente massacrata. Fra le immagini, la giornalista scorge alcuni sprazzi esterni di una vecchia fabbrica decadente. Con troupe al seguito, la donna decide di recarsi nel posto del filmato, per scoprire se si tratta di uno scherzo o se c'è nell'aria la possibilità di uno scoop clamoroso. Ma uno spietato assassino si cela fra le mura fatiscenti e ben presto inizierà a mietere vittime, con inaudita ferocia.

Pensavo di aver a che fare con qualcosa di simile al grande MAREBITO ma invece mi sono ritrovato a fare i conti con uno slasher insolito per i canoni giapponesi visto che quasi tutto è debitore del nostro caro cinema, qualcuno scrive di copiature a Fulci ma mi permetterei di citare solo Argento e Jason.
Seppur nella scheda la durata del film sia di 88’ minuti la versione da me visionata è di 100’.
L’idea dello snuff è ridicola e poco c’entra con il resto del film diventando solo un pretesto. Sicuramente non si salva la sceneggiatura davvero poco credibile e dalla metà in avanti di una banalità sconcertante ma che almeno dal punto di vista della scenografia, effetti speciali e il resto colpisce per la ferocia.
Sicuramente il regista Toshiaru Ikeda non si è sputtanato come nell’altro suo inguardabile film che risponde al nome di IKISUDAMA-L’OMBRA DELLO SPIRITO.
Per i fan dell’horror comunque sarà una chicca che piacerà assai.

Live Feed

Titolo: Live Feed
Regia: Ryan Nicholson
Anno: 2006
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un gruppo di amici Mike, Darren, Emily, Linda e Sarah sono in vacanza in Asia. La loro curiosità e voglia di divertirsi li porta a girare di notte per i locali notturni della città. Purtroppo s’imbattono in alcuni personaggi alquanto sinistri tra cui un potente Boss di una Triade cinese con il quale Mike ha un acceso diverbio. Il potente e sadico Boss, con la complicità del gestore di un locale riesce ad adescare i giovani turisti.
La punizione che la mente perversa del “Macellaio” ha deciso di consumare nei confronti dei poveri giovani è a dir poco allucinante e sconvolgente. Chi vivrà non dimenticherà!!!! 

All'inizio non capivo cosa diavolo fosse questo prodotto destinato a chi???Da chi ho avuto l'abbaglio per guardarlo...non ricordo.Comunque non è così triste,o meglio ho visto di molto peggio.La storia tratta la tematica a me tanto cara degli "snuff" in questo caso con dinamiche diverse e più appetibili...bravo l'attore giapu che cerca di assomigliare con le faccette a Toshiro senza però avere la stessa enfasi.