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martedì 22 marzo 2011

Piccola bottega degli orrori

Titolo: Piccola bottega degli orrori
Regia: Frank Oz
Anno: 1986
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un povero sfigato commesso di negozio, Seymour, (Rick Moranis, chi meglio del mastro di chiavi può far emergere un personaggio con una faccia da genio incompreso), a causa di un’eclisse solare, trova una pianta venuta dal cielo, che gli porterà successo e fama.
Tuttavia la pianta è carnivora e si ciba unicamente di sangue. Man mano che Seymour nutre la pianta con il suo sangue, questa oltre che portare fortuna al negozio, parla, cresce, diventando sempre più grossa, rischiando di moltiplicarsi a dismisura e con l’intento di stabilirsi in ogni abitazione per poter così conquistare il pianeta.

Remake dell’omonimo film di Corman dell’60, anche se Oz ha cambiato il finale, basato su un musical di Broadway, è un musical/grottesco e abbastanza divertente, sicuramente ben filmato con più di una citazione.
Sicuramente le citazioni partono da SCRIVIMI FERMO POSTA di Lubitsch, a vari film di Carpenter oltre che tutti i vecchi film classici fantastici.
Realizzata dai creatori dei muppets(e si vede), la pianta carnivora riesce a convincere nonostante il comportamento troppo gigionesco.
Troppi modesti attori in un film che poteva anche risparmiarseli (in particolare Bill Murray).
Il ritmo è il punto debole di questo film. Le canzoni sono troppe e dispersive. Il film è interrotto ogni 5/10 minuti da una canzone lunghissima che smorza la “tensione”.
Contando che in particolare il musical è uno dei generi più difficili da portare sul grande schermo, questo film abbandona il genere per trasformarsi in un ibrido di più generi, non riuscendo nell’impresa.
Se fosse rimasto solo un horror con punte d’umorismo nero, avrebbe catturato molto di piu’ l’attenzione e avrebbe potuto regalare anche più azione alla storia.
Le linee narrative all’interno del negozio in cui lavora Seymour con il capo(praticamente uguale a Matuscek) e l’assistente sono troppo lunghe e non drammaturgicamente adeguate per il soggetto del film.


domenica 20 marzo 2011

Commissario Lo Gatto

Titolo: Commissario Lo Gatto
Regia: Dino Risi
Anno: 1986
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Il commissario Lo Gatto, a causa di un errore con il Vaticano, viene esiliato nell’isola di Favignana. In questo ridente luogo popolato da turiste disinibite e uomini allupati, arriva uno strano delitto incastonato di prove. Ma delitto sarà? Ci penserà il commissario aiutato da un assistente assolutamente incompetente e un giornalista ficcanaso.

Questo film che vede alla regia e alla sceneggiatura Risi nel finale della sua invidiabile filmografia , sicuramente è una commediola di genere piacevole e ben costruita con un finale comico e intelligente che poco ha a che fare con il genere giallo, se non prenderne il pretesto e per cimentare Banfi in una contaminazione degna del suo estro.
L’attore con il famoso accento barese, re incontrastato della commedia scollacciata, non sta mai fermo e percorre la sua solita escalation di battute o freddure dialettali e satiriche.
Lo stile del regista e pulito ma non azzeccato al genere e lasciato in più di un’occasione all’improvvisazione di Banfi in cui però si intravede un ritmo statico in cui la storia fatica a svilupparsi e diventa macchinosa. Il soggetto poteva essere sicuramente sviluppato meglio, magari inserendo qualche personaggio meglio caratterizzato che faceva più ridere anche se non mancano le tre sorelle sicule che strappano più di una risata.
Le parti migliori sono l’antefatto con il delitto omosessuale in Vaticano per cui un seminarista viene pugnalato a lume di luna così come il tono sarcastico e graffiante voluto dallo stesso Risi che mantiene le promesse metaforizzando e prendendo in giro personaggi come Craxi o Andreotti e la Dc.