sabato 17 febbraio 2024

Fargo-Season 5


Titolo: Fargo-Season 5
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 5
Episodi: 10
Giudizio: 5/5

I nuovi episodi sono ambientati in Minnesota e North Dakota, nel 2019. Dopo che una serie inaspettata di eventi ha messo Dorothy “Dot” Lyon nei guai con le autorità, questa casalinga del Midwest, apparentemente tipica, si ritrova improvvisamente catapultata in una vita che pensava di essersi lasciata alle spalle.Lo sceriffo del North Dakota, Roy Tillman, è alla ricerca di Dot da molto tempo. Allevatore, predicatore e costituzionalista, Roy crede di rappresentare la legge e quindi di esserne al di sopra. Al suo fianco c’è il suo fedele ma inetto figlio, Gator. Che cerca disperatamente di dimostrare il suo valore al padre. Peccato che sia senza speranza. Così, quando si tratta di dare la caccia a Dot, Roy arruola Ole Munch, un oscuro vagabondo di origine misteriosa.Con i suoi segreti più profondi che iniziano a svelarsi, Dot tenta di proteggere la sua famiglia dal suo passato. Ma il suo affettuoso e ben intenzionato marito Wayne continua a correre da sua madre, Lorraine Lyon, per chiedere aiuto. CEO della più grande agenzia di recupero crediti del paese, la “Regina del debito” non è stata particolarmente impressionata dalla scelta del figlio di scegliere moglie e non perde occasione per esprimere la sua disapprovazione. Tuttavia, quando l’insolito comportamento di Dot attira l’attenzione del vice della polizia del Minnesota, Indira Olmstead, e del vice del North Dakota, Witt Farr, Lorraine nomina il suo consulente interno e consigliere principale, Danish Graves, per aiutare sua nuora. Dopotutto, la famiglia è la famiglia. Ma Dot ha un talento inquietante per la sopravvivenza. E con le spalle al muro, sta per dimostrare perché non si dovrebbe mai provocare una madre Lyon.

Fargo è una delle serie tv più belle di sempre. Ammetto di non aver visto la quarta stagione che a detta di molti è indubbiamente la peggiore scimmiottando su alcuni stereotipi mafiosi e portando Gomorra in America. In quest'ultima vengono ripresi alcuni punti forti della serie ovvero il tema del grottesco come risposta disperata ad alcune scelte scriteriate, dove si alternano crudeltà e ingenuità senza parlare mai di un totale predominio ma lasciando sempre quel dubbio su come verranno disegnati e caratterizzati alcuni personaggi. Come sempre emerge una critica sociale su tutto ciò che concerne la moralità dubbia della società e di alcuni personaggi e fin dove possa spingersi la legge. Ci sono tanti bei personaggi, c'è il revenge movie, la final girl, torture, rapimenti, omicidi, esoterismo, rituali, perdono e sacrificio. Nel finale c'è una di quelle sparatorie che non si vedevano da tempo con uno scontro che si rifà molto ad alcuni fatti accaduti alla Casa Bianca per quella che concerne la dipartita di Trump in questo caso tra bifolchi cowboy conservatori e una fetta di quella democrazia e l'Fbi in un vero e proprio bagno di sangue.
Alla fine ciò che conta è rimanere umani come nella scena finale con Munch. «Con questa stagione volevo davvero affrontare il tema del debito», ha detto il tuttofare. «Qualcosa come i due terzi degli americani hanno un debito non trascurabile, ma nessuno ne parla mai perché si prova vergogna, c’è molta moralità in questo. C’è anche qualcosa di molto “coeniano” nell’idea che se hai un prestito studentesco e ci vogliono 20 anni per ripagarlo, se lo ripaghi, sei una brava persona. E se non lo ripaghi, sei una persona cattiva, ma non lo saprai per 20 anni. Quindi, per quei 20 anni, sei sia una brava che una cattiva persona. C’è una dualità che trovo davvero interessante».


First Slam Dunk


Titolo: First Slam Dunk
Regia: Takehiko Inoue, Yasuyuki Ebara
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Ryota Miyagi è in seconda liceo, alto 1,68 cm e naturalmente play della Shohoku. Veloce con i piedi, ambidestro con le mani, passatore sublime tra un no look, un laser pass e un alley-oop distribuiti come cioccolatini per i compagni. Poi ci sono gli altri: Takenori Akagi, C, capitano e roccia su cui è costruita la tenuta della squadra; Hisashi Mitsui, SG, stella delle medie che si era persa nel cambio di scuola e di vita; Kaede Rukawa, SF, il predestinato che sa di esserlo e non lo nasconde; Hanamichi Sakuragi, PF, l'anima del quintetto che tra una smargiassata e un rimbalzo sposta sempre in avanti il cuore del gruppo. Questa è la squadra di basket del liceo Shohoku, questa è la storia, soprattutto, di Ryota, nativo di Okinawa, che dopo la morte del fratello maggiore Sota in un indicente in mare, decide di dedicarsi al basket cercando di soffocare il dolore della perdita e l'impotenza di continuare a vivere.
 
Da piccolo ero un grande fan del manga di Slam Dunk. Pur non amando il tema dello sport nei fumetti ero riuscito a farmi contagiare da una storia molto interessante ed alcuni personaggi memorabili che ancora ad oggi rimangono ben saldi nei ricordi. Purtroppo a causa di una distribuzione pessima da noi, non sono riuscito a vederlo al cinema dal momento che è durato pochissimi giorni in pochissime sale. A tutti gli effetti nella sua lunga durata parla di quella famosa partita di semifinale contro la squadra ritenuta da tutti imbattibile, dove infatti ci sarà un climax pazzesco contando che lo Shohoku perderà la successiva finale perchè i giocatori sono troppo stanchi senza essere riusciti a recuperare le forze dopo lo scontro diretto con gli acerrimi rivali.
Il film inframezza la partita con tanti flash back in particolare con l'arrivo di Miyagi presso la scuola e il suo rapporto con il fratello maggiore e la madre. Con uno stile d'animazione che rasenta la perfezione, First Slam Dunk appassiona, commuove, ha una grande carica e ritmo e riesce a non essere mai banale parlando di temi sociali oltre lo sport e diventando a tutti gli effetti uno dei film d'animazione più belli dell'anno.

Suzume


Titolo: Suzume
Regia: Makoto Shinkai
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

La diciassettenne Suzume scopre una porta misteriosa tra le montagne e presto altre porte iniziano a comparire in tutto il Giappone. Quando le porte si aprono, scatenano disastri e distruzione e spetta a Suzume richiuderle.
 
Suzume è uno dei migliori film d'animazione dell'anno. Come sempre i giapponesi sbagliano poco e quando si tratta di virare verso piani onirici sono sempre in prima classe contando chi ci ha lasciato e quali nuovi protagonisti stanno prendendo la scena. Oltre ad essere un monumento alla creatività, la fantasia, l'esplorazione di piani paralleli, il film adulto come spesso capita per l'animazione orientale, spinge verso riflessioni di natura temporale come l’inesorabile scorrere del tempo, della vita quotidiana della protagonista che anche qui seguendo uno stereotipo funzionale finisce per avere la vita sconvolta seguendo il classico individuo bizzarro da cui tutti starebbero alla larga.
E'un film che parla di una società in cui le persone non sembrano più in grado di comunicare tra loro e devono arrivare eventi deflagranti per creare quello sconquassamento utile a ridare vita e passione a personaggi derivativi che non riescono più a sognare.
Suzume è un'esperienza immersiva che sembra discostarsi dalle solite storie d'amore del regista per concentrarsi solamente sulla sua protagonista e il suo coming of age.

Simulacrum


Titolo: Simulacrum
Regia: Alessio Nencioni
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un manipolo di uomini si aggira tra le macerie di un’era antropocenica dissolta… sono dei sopravvissuti, scarti di una tecnoscienza che si è completamente alienata, abbandonando la propria residuità biologica parassitaria. K. è uno di questi umanoidi smarriti, nudi, in dipendente ricerca di un segnale che possa disvelare qualche artefatto utilizzabile, una retro-tecnologia sfruttabile, una connessione interfacciabile. Ricerca disperata, cieca, insieme a compagni ostili, regrediti, afoni, in un mondo ermetico svuotato di ogni significato; sotto la cui superfice una sub umanità ancora più involuta, scorre come veleno all’interno di tunnel orrorifici.

Simulacrum per Nencioni della Magnetic Head Production con i suoi tredici minuti, è un corto sbalorditivo che riesce grazie al suo taglio distopico, fantascientifico, post apocalittico e sperimentale a mettere in scena in quasi un'unica location i residui germinali dell'umanità.
Individui spogli che sembrano tornati agli albori della società in un esistenza primitiva dove prevalgono gli istinti, la violenza e la sopraffazione. Gli scarti che sopravvivono sembrano dividersi tra chi sceglie una sorta di proto rave continuo dimenticandosi di tutto e vivendo all'interno di una caverna di perdizione. Oppure dei sopravvissuti dell'Apocalisse che c'è stata trovandosi con ciò che rimane della tecnologia, vivendo di stupri e trovando sulla propria strada personaggi inquietanti e sacerdotesse che cercano ancora un contatto con Madre Natura

Thanksgiving


Titolo: Thanksgiving
Regia: Eli Roth
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Nella cittadina di Plymouth, Massachusets, i festeggiamenti per il giorno del ringraziamento coincidono con il Black Friday ai grandi magazzini di proprietà di Thomas Wright. La figlia di Wright, Jessica si intrufola all'interno assieme al fidanzato Bobby e ad altri amici mentre la ressa della folla in attesa dell'avvio ufficiale della svendita si fa sempre più pressante. La cosa finisce in tragedia con un assalto dei clienti che travolge le guardie di sicurezza e si traduce in una sanguinosa strage. Un anno dopo, un misterioso serial killer travisato con la maschera di una storica figura cittadina esige vendetta per la strage rimasta senza colpevoli e comincia a massacrare chi ne era stato coinvolto. Jessica e i suoi amici capiscono ben presto d'essere tra i bersagli del killer e, mentre i cadaveri iniziano a fioccare, cercano di trovare il modo di salvarsi la vita confidando anche nell'aiuto dello sceriffo locale che conduce le difficili indagini. Ma il killer è sempre un passo avanti

Eli Roth è sempre stato un regista sulla via di mezzo. Qualcosa di carino certo lo ha fatto ma senza mai fare il botto. Ora è rimasto coerente con il suo progetto di Grindhouse trasformando quel piccolo segmento di cortomeraggio o meglio spot in un film. E per essere uno slasher ha un buon taglio, sceglie la maschera giusta e porta il paradosso di un poliziotto a farsi vendetta con il suo revenge movie a danno di adolescenti detestabili e una critica feroce al consumismo di massa e il Black Friday. Anche il climax finale non è poi così scontato e la tragedia del giorno del ringraziamento al supermercato è in assoluto il momento migliore del film. Niente di eclatante come in molti lo hanno definito, ma un film che riesce a mostrare anche ironia e soprattutto una moralità inquietante contando che la maggior parte degli omicidi rappresentano un'America di provincia in cui la violenza sociale è accettata e normalizzata


Gatto con gli stivali 2-L'ultimo desiderio


Titolo: Gatto con gli stivali 2-L'ultimo desiderio
Regia: Joel Crawford, Januel Mercado
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Il Gatto con gli Stivali ha appena scoperto di aver esaurito otto delle sue nove vite, e ha incontrato un Lupo Cattivo che gli ricorda come, a questo giro, anche lui dovrà morire. Dunque Gatto va alla caccia di una stella caduta nella Foresta Oscura che possa esaudire il suo più grande desiderio: ripristinare le numerose vite perdute. Ma non è il solo ad avere una grande aspirazione esistenziale, ci sono anche Kitty Zampe di Velluto, Riccioli d'Oro e i tre Orsi e Jack Horner, un megalomane squilibrato uscito da una filastrocca di Mamma Oca. Ad affiancare il Gatto e la (sua?) Kitty c'è un microscopico cane travestito da felino che si offre volontario per la pet therapy ed è l'unico ad essere contento della propria vita così com'è. In una gara di velocità per assicurarsi la Stella dei Desideri tutti i personaggi dovranno rivalutare le loro priorità.
 
Devo ammettere che non mi aspettavo davvero così tanta roba da un sequel di un prodotto non proprio per adulti ma riuscendo come tanta animazione a sposarsi per tutti i target. In questo caso è stato fatto davvero un lavoro incredibile per tutto ciò che riguarda l'avventura, il viaggio dell'eroe, la formazione, i combattimenti, gli aiutanti, riuscendo a performare le prestazioni dei villain e creando una galleria di personaggi tutti convincenti. Dove l'antagonista principale riesce a far paura, dove le tematiche sociali puntando molto in alto e dove ironia e dramma riescono sempre ad essere ben bilanciati. Un sequel coraggioso e creativo che aggiunge cura formale, scelte interpretative inaspettate e una morale para filosofica al suo predecessore, spingendolo un bel passo più avanti

Beekeeper


Titolo: Beekeeper
Regia: David Ayer
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Adam Clay è, o almeno sembra, un apicultore. In realtà è un ex Beekeeper, ossia il protettore di un altro genere di "alveare": è un agente dei servizi segreti dalle doti fisiche straordinarie, con il compito di intervenire quando gli equilibri del sistema democratico sono in pericolo. La sua vicina di casa, Eloise, subisce una truffa informatica che la priva in un istante di ogni risparmio e di un fondo di beneficenza da lei gestito. Sopraffatta dalla disperazione per quanto avvenuto, la donna si suicida: Clay decide di vendicare lei e le altre vittime di questa ingiustizia, distruggendo tutto ciò che lo separa dalla cima della piramide criminosa.
 
Beekeeper è un film davvero tamarro e ignorante. Sulla scia del messaggio di fondo per cui alcune compagnie si arricchiscono a danno di vittime inconsapevoli, le quali con un click perdono tutti i loro fondi e che gli stessi capitali vengono poi usati da questi "potenti" delle compagnie per finanziare campagne politiche. Direi l'intento migliore del film. Poi c'è Jason che fa parte di questa "società segreta" dei Beekepper che servono per mantenere ordine nell'alveare e che sono più forti e potenti di ogni elite speciale (il monologo di Jeremy Irons per sbeffeggiare i Navy Seals e la Swat è la ciliegina sulla torta) e poi vediamo tutti che litigano con tutti dove quelli dell'Fbi, l'esercito e tutti i gruppi sopra citati nel loro caos non fanno che prendersi mazzate da Jason ed essere ridicolizzati per poi finire male
Beekeeper alla fine fa quello che deve fare, regala action e combattimenti a profusione per tutta la durata del film e non ha mai un momento in cui cala la tensione. Ayer in questo essendo tra i più agguerriti nel genere riesce ad essere la scelta e il compromesso perfetto per dare agli amanti del genere quello che volevano.

Margaux


Titolo: Margaux
Regia: Steven C. Miller
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un gruppo di amici del college affitta una casa intelligente per un fine settimana di festa. Più tardi, iniziano a rendersi conto che Margaux, il sistema di intelligenza artificiale super avanzato della casa ha progetti sinistri per loro.
 
Poteva convincere molto di più e regalare scelte narrative e scifi più convincenti prendendo in prestito qualche idea da Black Mirror o simili quando invece fa il suo in maniera a volte persino tediosa e con un finale che vanta alcune inverosimilità difficili da perdonare. Con un prologo che svela già quasi tre quarti del film sappiamo che sarà il classico survival movie di un gruppo di odiosi nerd e fighetti (in questo caso uniti da una solida amicizia) che si regala un weekend nella villa super hi-tech con Alexia di turno che ruba i dati ai cellulari per capire come ammazzare meglio le proprie vittime. Ciò che lascia l'amaro in bocca e come questa sorta di AI riesca addirittura a clonare le vittime facendoli diventare degli schiavi automi della stessa pronti ad ubbidire. Questa scelta rappresenta il climax del non sense quando si poteva trasformare molto meglio la vicenda senza per forza arrivare a questa scorciatoia squallida rendendo il film assurdo e con troppi non sense.



Retribution


Titolo: Retribution
Regia: Nimrod Antal
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Matt Turner è un broker navigato dell'alta finanza che vive a Berlino con la moglie Heather e i due figli Zach ed Emily, la stessa città dove risiede il suo capo e CEO Anders Muller. A volte Matt è distante e burbero con la famiglia, ma cerca in tutti i modi di mantenere il loro alto standard di vita con operazioni finanziarie sempre più in bilico tra successo e fallimento. Un giorno, è lui a dover portare a scuola i figli, ma quello non è un giorno qualunque: un telefono lasciato da qualcuno dentro la sua macchina squilla, una voce gli spiega che sotto il sedile del passeggero è piazzata una bomba collegata ad un dispositivo a pressione e se Matt non farà tutto quello che gli verrà comunicato lui, Zach ed Emily salteranno in aria.

E ci troviamo di fronte ad una sorta di remake di SPEED con la differenza che non è un pulmino ma una macchina e che abbiamo un padre e i suoi due figli. Per il resto abbiamo un mestierante capace in cabina di regia che perde ogni sentimento verso questo progetto contando che in passato aveva regalato anche delle buone prove. Un action come sempre affidato a Liam Neeson che dopo le saghe da giustiziere della notte sembra riprendersi il timone di un film che gira su se stesso e con i segreti di questo uomo e la società per cui lavora. Scopriamo piano piano dalle telefonate di quanto abbia fatto delle schifezze arricchendosi a danno dei contribuenti. Ciò che lascia veramente basiti del film è il "colpo di scena" dove l'antagonista è praticamente l'unica possibile scelta dello spettatore abbassando ogni genere di elemento mistery e trovando un escamotage per far esplodere il nemico sulla stessa macchina dove all'interno si trova la bomba. Gli isterismi di massa della moglie di Matt e le mosse dei servizi segreti quando credono che Matt abbia rapito i bambini sono davvero imbarazzanti

lunedì 15 gennaio 2024

Adagio


Titolo: Adagio
Regia: Stefano Sollima
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

Dopo la morte della mamma, il sedicenne Manuel vive con un padre anziano dal passato criminale, che lo vedeva celebre con il nome di Daytona, ma che ora sembra non starci più con la testa. A sua insaputa, il ragazzo viene ricattato da un gruppo di carabinieri corrotti per una storia di festini dalle ramificazioni politiche ben più grandi di lui. Nel tentativo di divincolarsi dal ricatto, Manuel si rivolge a un ex-compare del padre, Polniuman, che promette di fare da intermediario con il carabiniere Vasco, il quale però non può permettersi di perdere i soldi che gli erano stati promessi.
 
Adagio aderisce alla nostra garanzia di cinema d'azione che non ha nulla da invidiare all'estero. Non ha bisogno di presentazioni Sollima e con questo firma la sua opera più importante e matura. Chiude il trittico dopo ACAB e SUBURRA trasformando una vicenda dal sapore popolare in un noir polar pazzesco senza vie d'uscita dove la speranza è l'ultima a morire ma allo stesso tempo non c'è pietà per nessuno e dove ognuno rincorre il proprio destino inesorabile. Ed è proprio quello che il fato sembra far cadere sulla testa di tre poveracci con un passato davvero tosto alle spalle. Dall'altra un trio di poliziotti che sembrano usciti dalle peggiori pagine della digos, cani arrabbiati con la bava alla bocca che non sembrano avere limiti ma dove allo stesso tempo la storia ne tratteggia l'umanità e le scelte a cui non possono sottrarsi.
Un film scomodo, drammatico, lucido, ambiguo, corrotto, selvaggio, dove le prove attoriali semplicemente si superano e dove Adriano Giannini dimostra un talento enorme in un personaggio così crudele quanto pieno di disperazione e amore per i propri figli.
I tre della magliana sono a conti fatti dei fantasmi di loro stessi, delle maschere memorabili di rimpianto e decadimento fisico che infestano i loro stessi appartamenti attendendo l'ennesimo trapasso. Un film necessario, un interessante mix di generi per il film italiano tra i migliori dell'anno e dell'ultimo decennio.

We're All Going to the World's Fair


Titolo: We're All Going to the World's Fair
Regia: Jane Schoenbrun
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

A tarda notte da qualche parte negli Stati Uniti, l'adolescente Casey siede da sola nella sua camera da letto, navigando in Internet. Ha finalmente deciso di accettare la World's Fair Challenge, un gioco di ruolo horror online. Mentre inizia a perdersi tra sogno e realtà, una figura misteriosa si avvicina.

Quando il cinema indipendente decide ancora una volta di sorprenderti piacevolmente con un film costato due lire, una buona idea e una ragazzina semplicemente molto dotata. Perchè è l'atmosfera del film a dire tanto. Quando ci si appresta a sondare e sfidare la rete nei suoi territori horror inesplorati non sai mai cosa può capitare. La World’s Fair Challenge è una delle tante sfide "a step" online in cui bisogna caricare i video del cambiamento che il gioco provoca in se stessi: il primo di questi è un selftape in cui, dopo essersi punti un dito e dopo aver macchiato lo schermo con il sangue, lo si guarda mentre proietta colori psichedelici.
In questo caso Casey è una ragazzina problematica che ama farsi del male, vive in mezzo alle montagne, orfana di madre, con un padre che non vediamo mai e per il resto passa tutte le giornate sul web o facendo passeggiate in mezzo alla neve in maniche corte. E finisce per voler dare un senso alla sua vita sfidandosi e filmandosi cercando anche lei nel suo piccolo di rendersi insidiosa e terrificante. Devo ammettere che ci sono state un paio di scene soprattutto quando Casey si filma mentre dorme davvero efficaci nella loro semplicità. E poi arriva l'altro, quello che con una maschera inizia a parlare con la ragazza chiedendole di fare delle cose. Il film non è un vero e proprio horror quanto più un dramma sul sociale con qualche accenno al cinema di genere ma dotato di una realisticità in grado di esplorare molto bene l'emotività e quello che sta dentro una ragazzina adolescente e tutte le sue difficoltà e paure.

Naga


Titolo: Naga
Regia: Meshal Al Jaser
Anno: 2023
Paese: Arabia Saudita
Giudizio: 4/5

Una ragazza rimasta bloccata nel deserto arabo corre per tornare a casa prima del coprifuoco, terrorizzata dalla minaccia di una violenta punizione da parte del padre, uomo severo e spaventoso.
 
Ci sono film che riescono a rimanere impressi per svariati motivi senza comprenderne la ragione di fondo. E' il fatto di Naga e di questi film horror che arrivano da paesi dove meno te lo aspetti.
La ragione è legata al fatto del folklore locale che spesso non è pervasa dai soliti stereotipi americani o di un certo cinema di genere ma guardandoo oltre descrivendo situazioni culturalmente loro e che noi non conosciamo. Da questo motivo si evince un diverso e originale interesse per queste opere.
Ultimamente è stato il caso di DACHRA, WHEN EVIL LURKS, NIGHTSIREN, OLDER GODS, ENYS MAN, HUESERA, VIRUS 32, TANK, PIOVE, PANTAFA e molti altri ancora.
Sicuramente il fatto di aver rimosso i divieti legati alle sale precedentemente bandite ha permesso ai sauditi di tornare a frequentarle e poi il fatto di poter girare cinema di genere è un enorme passo in avanti probabilmente legato al fatto che l'horror è uno dei generi più amati e apprezzati e quindi era forse ora di farla finita. Naga nelle sue due ore, ci fa aver paura di cosa può succedere in mezzo alle tende nel deserto e cosa si nasconde. L'aver paura di essere lasciati da soli in preda al craving e all'assunzione di droghe trovandosi a diverse miglia di distanza da Riyadh. Un flusso psichedelico dove Sarah sperimenterà di tutto mostrando con ferocia la sua personalità, andando contro il patriarcato e cercando di salvare la pelle dalle regole di quella comunità e soprattutto da un cammello assetato di sangue che vuole vendicare il suo cucciolo brutalizzato

Christmas Bloody Christmas


Titolo: Christmas Bloody Christmas
Regia: Joe Begos
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

È la vigilia di Natale e Tori vuole solo ubriacarsi e fare festa, ma quando un Babbo Natale robotico in un vicino negozio di giocattoli va in tilt e inizia una sfrenata follia omicida nella sua piccola città, è costretta a una battaglia per la sopravvivenza.
 
Averne di Joe Begos. Semplicemente è uno dei mie registi horror moderni preferiti.
Il masterpiece dei b-movie. ALMOST HUMAN, BLISS, VFW speriamo di vedere presto i suoi prossimi film. Con un budget come sempre misurato Begos fa uno slasher di Natale con una sorta di Babbo che diventa Terminator.
Il risultato come sempre è molto alto, pur strizzando la trama al minimo storico, senza nessun guizzo narrativo ma seguendo soltanto Tori che vuole solo bere e scopare e riuscirà solo nel primo obbiettivo perchè durante il secondo deve fermarsi perchè il robot sembra averli trovati.
Come sempre ci sono i suoi paletti fissi che sono delle musiche inquietanti che sembrano di carpenteriana memoria, una estetica retrò, dialoghi asciutti e quasi sempre coloriti da parolacce e idiozie, una fotografia che impalla semplicemente lo spettatore con quei neon in quantità industriale che accendono ogni angolo dello schermo e poi corpi che vengono massacrati male con tantissimo splatter e un gore artigianale che pare non fermarsi mai. Poche location, qualche casa, la strada, il negozio e la stazione di polizia dove incontriamo alcuni poliziotti quasi più stronzi di Robocop.
Il ritmo è forsennato, Tori ci mette le palle e vede gente tra cui tutta la sua famiglia squartata a colpi d'accetta.


Blue Eye Samurai-Season 1


Titolo: Blue Eye Samurai-Season 1
Regia: AA, VV
Anno: 2023
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Ambientata nel Giappone del periodo Edo, la serie segue Mizu (doppiata da Maya Erskine nella versione originale), una maestra di spada di etnia mista che vive una vita sotto mentite spoglie mentre trama la vendetta.
 
Una volta una persona ignorante definì l'animazione come semplici cartoni animati.
Ora è mio preciso dovere soprendermi continuando a farmi affascinare dalla settima arte.
Questa serie è un mezzo capolavoro. Qualcosa che si innalza rispetto alle solite serie, qualcosa che parla di un'epoca feudale giapponese che già conosciamo ma con altri mezzi, linguaggi e forme visive. C'è una bellissima protagonista con una storia di dolore e emancipazione. C'è il fulcro della storia che ruota attorno ad uno dei canoni più semplici che è il revenge movie. C'è un villain antagonista davvero feroce e crudele che prende a pugni in faccia una ragazza e gira il Giappone in cerca di geishe da scoparsi con il suo assistente. C'è un patto di fiducia con una sorta di garzone senza mani che aiuterà la protagonista.
C'è tutto, brutalità, sangue, sentimenti, emozioni, caratterizzazione dei personaggi mai scontata ( la breve storia d'amore di Mizu è straziante). Uno dei motivi per cui la serie è piaciuta così tanto è ancora una volta il fatto che sia crudele, violento e a tutti gli effetti incessantemente cattivo, senza risparmiarsi e lesinare su nulla ma mostrando la cupidigia e la testardaggine di una società che sembra avere soltanto l'obbligo e il voler prevaricare sempre sull'altro. Quasi non esiste la redenzione ma soltanto un voler predominare sfruttando tutto ciò che si può cancellando il passato e insistendo sull'appagamento dei bisogni primari.

Tutti i cani muoiono soli


Titolo: Tutti i cani muoiono soli
Regia: Paolo Pisanu
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Sardegna oggi. Rudy è un malavitoso del tutto privo di scrupoli. La sua unica regola di vita è la sopraffazione che esercita sia con l'intimidazione raccogliendo il pizzo dai ristoratori, sia con la violenza fisica. Un giorno si trova a doversi occupare, dopo un lungo ed indifferente distacco, della figlia che è affetta da una malattia neuro degenerativa. Il rapporto tra i due è di freddezza e disprezzo anche se Rudy sembra volersi occupare della sistemazione della ragazza in una struttura adeguata.
 
I crime movie o film sui malavitosi sono un arteria del nostro cinema. Film di genere di solito ampiamente visitati e rivisitati. Ora l'esordio di Pisanu merita sicuramente una menzione speciale nel cinema neo realista isolano. Poche scene d'azione ma cariche di odio e spietatezza. Un uomo ormai logorato dal tempo e dal suo passato che si accanisce nel presente senza fare nessuno sconto passando le giornate a suon di sopraffazione e minacce per poi vedersela con i suoi pari al baretto la sera. Un rapporto schivo con una figlia dove una scena in particolare quello in cui la lascia cadere a terra senza provare pietà racchiude tutto lo spirito di Rudy.
Un uomo costretto sempre a guardarsi le spalle, non fidandosi mai nemmeno degli amici e facendo una vita di sacrifici dove tira a campare senza soldi e con uno sguardo sempre granitico per non mostrare i propri sentimenti.

Where the devil roams


Titolo: Where the devil roams
Regia: Zelda Adams, Toby Poser, John Adams
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una famiglia di circensi assassini viaggia per tutto il mondo seguendo il morente circuito dello spettacolo carnascialesco.
 
HELLBENDER, DEEPER YOU DIG, sono le precedenti opere di questa famigliola che sta stupendo un po tutti con prodotti di alta qualità e di una peculiarità e spessore narrativo davvero interessante e per alcuni aspetti dannatamente originale. Seppur il secondo DYD fosse difatto un revenge-movie su una madre che perde la figlia intuendo come il responsabile sia proprio il vicino ad ucciderla nascondendo il corpo, H invece era una sorta di rapporto complesso tra una strega moderna e sua figlia. In questo caso invece c'è il circo, i freaks, il gore, la famiglia omicida, il gusto del macabro e il teatro, tutto messo in scena come un dramma romantico sperimentale con una struttura episodica per certi versi dove ancora una volta la stranezza portata agli assurdi e l'immaginario potente sembrano essere il marchio di fabbrica della Adams family.
Parliamo di gente che con pochissimi soldi ha deciso semplicemente di voler fare un film chiamando chiunque e regalando un'esperienza visiva considerando quanta gente con budget molto più alti e produzioni interessanti alle spalle regali monnezza senza avere la minima idea di cosa voglia dire avere personalità e cognizione dei mezzi
"Quello che tutti i soldi del mondo non possono comprare è il fatto di avere il tempo di fare tutto esattamente come vuoi, invece che dover dire “buona la prima” indipendente da com’è venuta. Non abbiamo i soldi per fare dei piani, e ci sentiamo molto fortunati per questo."

Pantafa


Titolo: Pantafa
Regia: Emanuele Scaringi
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Marta, sempre più preoccupata per le strane allucinazioni che colpiscono la figlia Nina, decide di portarla a vivere in montagna. Le due prendono così in affitto una vecchia casa dall'aspetto un po' spettrale nella cittadina di Malanotte. Tuttavia, la situazione clinica di Nina continua a peggiorare: la bambina inizia a soffrire di gravi paralisi ipnagogiche che assumono caratteristiche orrorifiche: durante la paresi Nina vede uscire dalle pareti una figura fantasmatica che si acquatta sul suo petto e cerca di succhiarle via l'anima. Le preoccupazioni e le suggestioni di Nina vengono ingigantite dalla signora Orsa, una vicina di casa, che riconosce la Pantafica nella descrizione di Nina, un'anima dannata che tormenta le notti dei bambini. È tutto nella sua testa, come sostiene Marta, o il male ha davvero preso connotazioni reali?

Il cinema di genere folkloristico italiano di per sè è già una rarità. Pantafa è rimasto al cinema per pochissimi giorni senza darmi la possibilità di andare a vederlo. E devo dire che la Pantafica abruzzese mi mancava. Ne esistono tante di streghe, masche e altri fenomeni simili ma questa succhia anime dei bambini che trasla diventando quel qualcosa in più è stata un'altra bella scoperta. L'idea di spostare a Malanotte la vicenda mette a confronto un paesino secolarizzato e racchiuso nelle sue tradizioni e leggende. Dall'altro una donna moderna e una figlia che di fatto vengono fatte piombare in questa sorta di medioevo dove impareranno a proprie spese come crearsi le condizioni di sopravvivenza.
Scaringi fa una cosa molto bene che l'horror non deve mai dimenticare soprattutto quando si parla di produzioni indipendenti ovvero la presa di coscienza che ciò che fa realmente paura è il non visto mostrando pochissimo e centellinando la paura facendo un lavoro di tensione e pathos per poi creare un finale che seppur esagerato nel mostrare forse troppo riesce a mantenere un equilibrio e regalare un piccolo indie di genere nostrano.

Continental – Season 1


Titolo: Continental – Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2023
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 3
Giudizio: 4/5

Frankie Scott ruba lo stampo delle monete d'oro della catena Continental dall'hotel di Cormac O'Connor, ma le cose si mettono presto male. Il boss fa rapire suo fratello Winston a Londra e lo fa riportare a New York, dove gli affida il compito di trovare il fratello e riportargli lo stampo. Winston da tempo non parlava con Frankie e ha difficoltà a entrare in buoni rapporti con i suoi alleati, in particolare il trio Miles, Lou e Lemmy che orbita intorno a Dojo a Chinatown. E con ancora più ostilità lo guarda la compagna di Frankie, la vietnamita Yen. Quando Cormac ricorre agli assassini gemelli, i temibili tedeschi Hansel e Gretal, le cose prendono una piega tragica e Winston non potrà più tornare indietro. Avrà un nuovo e solo obiettivo: farla pagare a O'Connor e prendere per sé il Continental di New York.

Riesce ad intrattenere più la serie che finora i quattro capitoli della saga di John Wick.
Basti pensare che stanno pensando ad un quinto capitolo contando che nel quarto John è morto.
Ero partito senza speranze e senza pretese, sapendo che con tre episodi da 90' non avrei neanche perso troppo tempo. E invece il prodotto oltre ad essere anche divertente è fatto e curato tecnicamente molto bene con un ottimo lavoro di casting e una ricostruzione dell'epoca soprattutto per quanto concerne i costumi. E poi ci sono sparatorie, scene d'azione, combattimenti, il tutto in modo molto frenetico e violento dove non manca nessun elemento di quelli che amiamo in un prodotto di genere.
Anche se a volte esageratamente spettacolarizzato, riesce a mantenere un criterio di fondo puntando moltissimo sulla caratterizzazione di una galleria di personaggi impressionante.
Se non sei un fan di John Wick non verrai in alcun modo penalizzato durante la visione potendoti gustare la serie ugualmente, anzi forse ancora maggiormente con qualche colpo di scena in più che non guasta mai.


Educazione fisica


Titolo: Educazione fisica
Regia: Stefano Cipani
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

I genitori di tre studenti di terza media vengono convocati nella palestra della scuola dalla preside. Franco, il padre di Cristian, compra e vende immobili e ha una relazione clandestina con Carmen, mamma di Giordano, mentre Aldo e Rossella, lui adibito all'accoglienza in un ospedale, sono i genitori adottivi di Arsen, un ragazzino di origine africana. La preside ha per il quartetto una notizia choc: una compagna di scuola dei loro figli li accusa di averla assalita, immobilizzata e stuprata proprio nella palestra in cui i genitori sono convenuti. E gli adulti passeranno dall'incredulità al desiderio di salvare i propri ragazzi ad ogni costo, screditando la vittima e negando qualsiasi responsabilità. Ma succederà qualcosa che renderà la situazione ancora più complicata, e metterà a prova ancor più dura le convinzioni (im)morali del gruppetto.
 
Ultimamente il cinema italiano sta tirando fuori una tematica drammatica di cui si è sempre poco vista nel cinema come gli stupri nelle scuole (nelle palestre o nei cortili) da parte di giovanotti che sembrano tranquilli e pacati. La vicenda in questo caso si concentra proprio su uno di questi fatti sondando lo scontro tra preside e i genitori degli abusatori. Devo dire che mi aspettavo un po meno ritmo e alcune scelte mi sono sembrate davvero forzate ed esagerate come quello della modalità di fuga della presid sulla pertica o la voglia di rivalsa dei genitori sempre nei suoi confronti.
Il dramma morale si sente, le riflessioni e le scelte dei genitori pur di proteggere i propri figli lasciano pensare su quanto sia difficile assumersi responsabilità e colpa.


Family Plan


Titolo: Family Plan
Regia: Simon Cellan Jones
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Buffalo. Dan Morgan è un abile venditore di auto. Sposato da 18 anni con Jessica, è un marito devoto, anche fin troppo abitudinario, padre di tre figli: Nina, un'adolescente inquieta, aspirante giornalista ma totalmente succube del fidanzato; Kyle, un famoso gamer con il nome di Kyll Boi che gioca di nascosto da genitori che gliel'hanno proibito; il piccolo Max. È spesso socievole, evita i conflitti ma è avverso a tutti i social e non vuole mai farsi fotografare. E questo suo comportamento nasconde un motivo. Dan in passato è stato un killer per un'agenzia governativa che poi ha abbandonato e per questo motivo il suo ex-capo vuole farlo fuori. Per proteggere la sua famiglia deve così tornare in azione movimentando all'improvviso la vita della moglie e dei figli con un viaggio in direzione Las Vegas. E prima o poi dovrà raccontargli la verità sulla sua vera identità.

Family Plan è quella enorme cazzatona yankee che ancora una volta mostra questo padre dal passato oscuro che da killer professionista decide poi di diventare il padre modello ma il passato non vuole dimenticarsi di lui. C'è la moglie gnocchissima, il figlio nerd che ha un canale dove gioca ai videogiochi, una figlia che vuole fare la giornalista innamorata di un coglione e per finire un bambino piccolissimo. Il film si trasforma molto velocemente, il padre aspetta troppo tempo prima di dire la verità alla famiglia e quando avverrà come sempre sarà lui ad finire sotto bersaglio e la famiglia dovrà così tirare fuori le palle e liberarlo. Si lascia vedere, ha un buon ritmo e anche alcuni tempi comici sono divertenti. Dalla commedia matrimoniale si passa al viaggio on the road e si finisce in un action adrenalinico a Las Vegas.

martedì 12 dicembre 2023

Lockdown Tower


Titolo: Lockdown Tower
Regia: Guillaume Nicloux
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Gli abitanti di un palazzone si svegliano una mattina e scoprono che un velo nero avvolge tutte le finestre e le porte dell'edificio, un velo nero che divora qualsiasi cosa e chiunque tenti di attraversarlo. Incastrate, le famiglie si organizzano ma il tempo passa e nulla cambia. Ciò riaccende gli istinti più primitivi lasciando che a guidare ogni mossa sia una sola parola d'ordine: sopravvivenza.

La Tour è un pesante pugno allo stomaco. Simile come effetto da quello sferrato da DIVIDE, sempre francese e di Gens nel 2011. Qui l'ambiente weird e fantascientifico è semplice quando funzionale per scardinare l'ordine sociale di una palazzina e giocare con quell'elemento che ci piace tanto ovvero far vedere fino a dove può spingersi l'essere umano per prevalicare il prossimo e sopravvivere. Quando si regredisce al più laido stato di natura, quando l'ossessiva lotta razziale arriva al culmine allora si arriva a barattare ogni cosa creando ordini religiosi, sotto gruppi, ognuno disposto a vendere ciò che ha o a diventare semplicemente lo schiavo di qualcun altro.
C'è tanta barbarie, scene di violenza inusitata anche se non solo quelle a fare più male ma ad esempio la scena con cui si conclude il film oppure vedere come anche il corpo umano arriva a lacerarsi e a ricoprirsi di malattie veneree e tutto quanto il resto.
Un film diabolico ma estremamente affascinante per gli amanti del cinema horror estremo e di genere

Marsh kings daughter


Titolo: Marsh kings daughter
Regia: Neil Burger
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una giovane madre deve affrontare il suo passato, a lungo sepolto, di figlia di un rapitore. Convinta che lui voglia portarle via le figlie, la donna si mette alla ricerca dell'uomo.
 
Neil Burger è un regista abbastanza atipico nelle sfide e nelle scelte di cosa voler affrontare. Passa da progetti sicuramente più personali come VOYAGERS e ILLUSIONIST o forse anche LIMITLESS a marchette per le grandi produzioni. Forse questo potrebbe essere il suo progetto più personale e sentito. Il perchè è evidente fin dalle prime immagini. Un film che travolge lo spettatore con una storia con una bella svolta narrativa entro il primo atto e poi una voglia di affrontare una vicenda in una maniera originale e per alcuni aspetti sorprendente.
Il passato che ritorna, il concetto di possessione, dover nascondere la proria vita al marito raccontandone un'altra. Ma poi l'elemento e l'aspetto più interessante e di come vengono messi in scena i legami soprattutto tra Helena e Jacob, il re delle paludi. C'è tantissimo pathos reso credibile grazie ad una buona scelta di cast dove Mendelsohn ancora una volta eccelle e dove è sempre in grado di dare enfasi e personalità ai suoi personaggi e di conseguenza alzare l'asticella del film.
E poi l'aspetto della natura selvaggia, di questo "padre" che cresce una figlia a sua immagine e somiglianza insegnandole i valori della caccia e della sopravvivenza ma allo stesso tempo nascondendole l'aspetto più importante.

Await further instruction


Titolo: Await further instruction
Regia: Johnny Kevorkian
Anno: 2018
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

La famiglia Milgram è intenta a celebrare il Natale quando si accorge di una misteriosa sostanza nera che ha circondato la loro casa. Qualcosa di terribile sta per accadere, ma cosa? Un disastro ambientale, un attacco terroristico, una guerra nucleare? In mezzo a discussioni sempre più infervorate viene accesa la tv, alla disperata ricerca di informazioni. Ma sullo schermo c'è solo una scritta che lampeggia sinistramente: "Restate in casa in attesa di ulteriori informazioni". Mentre i messaggi televisivi diventano sempre più minacciosi, paranoia e tensione si accumulano.
 
Gli inglesi stanno sempre in prima linea con i francesi in Europa quando si parla di horror. In questo caso tanta fantascienza, un home invasion, paura di attentati terroristici, famiglia disfunzionale, la ragazza indiana in una famiglia conservatrice e tanti altri aspetti. Kevorkian con un budget misurato blinda subito la famiglia dentro casa con una trovata funzionale quanto assurda e da lì in poi lascia che sia il terzo occhio della televisione a dare le regole che via via diventeranno sempre più atroci e sofferenti e dove la polemica non risparmia nulla persino il vaccino.
Seppur vero che il finale diventa tanto esagerato quanto una strizzatina d'occhio a tanti b-movie e alcuni dialoghi sembrano portati al paradosso del non-sense, il film riesce a reggere e mantenere una sua coerenza nell'assurdo a cui va a impattare e il nonno che chiama il figlio "umidiccio" senza smetterla mai di umiliarlo o quando dovranno lavarsi con la candeggina creano un siparietto che andrà piano piano ad esplodere

Dark Harvest


Titolo: Dark Harvest
Regia: David Slade
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un mostro leggendario chiamato October Boy terrorizza i residenti in una piccola città del Midwest quando si alza dai campi di grano ogni Halloween con il suo coltello da macellaio e si fa strada verso coloro che sono abbastanza coraggiosi da affrontarlo.
 
David Slade è un buon regista britannico. Purtroppo gira pochi film ma di certo quelli fatti non si dimenticano facilmente. E'stato uno dei pochi a regalare emozioni con un film sui vampiri commerciale 30 GIORNI DI BUIO quando ultimamente battevano tutti la fiacca.
Ritorna all'horror con questo particolarissimo film dove la realtà sociale di questa città sembra legata a strani culti come per il racconto Grano rosso sangue di King. Infatti le similitudini sono molte se non fosse che la genesi della creatura appare qualcosa di molto più mostruoso del maestro dell'horror. Godibile senza essere mai memorabile è il duro scontro tra giovani adulti e adulti giovani con questi ultimi che pur di assecondare una tradizione che non vogliono estinguere sacrificano il loro bene più caro a duro prezzo rimanendo intrappolati in questa sorta di limbo segreto con cui vivere

Farang


Titolo: Farang
Regia: Xavier Gens
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Sam è un detenuto esemplare. A pochi mesi dalla scarcerazione, si prepara diligentemente al suo reinserimento. Durante un congedo, però, il suo passato lo raggiunge e un incidente gli lascia una sola scelta: scappare. Cinque anni dopo ha ricostruito la sua vita in Thailandia, dove ha creato la famiglia che aveva sempre sognato. Ma Narong, il padrino locale, lo costringe a ricadere nella delinquenza. Quando Sam decide di interrompere tutto, Narong attacca la sua famiglia. Sam attraverserà la Thailandia per vendicarsi del suo carnefice.
 
Xavier Gens è un regista che apprezzo davvero molto. FRONTIERS, CRUCIFIXION, DIVIDE, COLD SKIN, donandoci alcune chicche horror di inusitata violenza e spessore sociale.
Farang è un revenge movie che mette in mezzo criminalità, redenzione, arti marziali, corruzione, il tutto con uno stile e una classe che diventa subito immersivo ma che purtroppo rimane limitato nella sua stesura di come raccontare i fatti e renderli appassionanti. La solita spirale di eventi negativi che sembra rimanere attaccata alla schiena del nostro protagonista e nonostante la fuga, un passato ombroso che aspetta solo il momento giusto per chiudere la propria vendetta. Nonostante tutte le premesse che non sembrano così ispirate, il film si lascia vedere molto bene, Sam ha il fisic du role giusto e Olivier Gourmet a fare lo spietato Narong è perfetto.

Wrath of Becky


Titolo: Wrath of Becky
Regia: Jonathan Milott, Cary Murnion
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Due anni dopo essere sfuggita a un violento attacco alla sua famiglia, Becky tenta di ricostruire la sua vita affidandosi alle cure di una donna anziana, uno spirito affine di nome Elena. Ma quando un gruppo noto come "Noble Men" irrompe nella loro casa, li attacca e prende il suo amato cane, Diego, Becky deve tornare ai suoi vecchi modi per proteggere se stessa e i suoi cari.
 
Un sequel che forse non pensavamo di vedere dal momento che sembra un copia incolla del precedente con la protagonista leggermente più grande. Qui con lei dopo la morte della famiglia c'è una vecchia di colore e un cane. E ci sono di nuovo una manica di stronzi ariani che vogliono fare un attentato terroristico. Con una trama del genere ci si aspetta sempre qualcosa di già visto ma la coppia di registi in questione di BECKY, BUSHWICK e COOTIES sa davvero come non annoiare mai con delle trovate fantastiche e bizzarre, sapendo far ridere quando esplode una persona ed esagerando in termini di vendetta e impiego delle armi. Anche qui è tutto fondamentalmente giocato in un'unica location. Adolescente contro una banda di uomini muscolosi e cazzuti, pederasti fascisti e misantropi e quella spregiudicatezza di Becky nel vantare dalla sua un revenge movie ispirato e molto frizzante.

C'è ancora domani


Titolo: C'è ancora domani
Regia: Paola Cortellesi
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
 
Ma che bella sorpresa. Con molta pacatezza e spontaneità, la Cortellesi mette in scena questa commedia drammatica d'epoca che parla di dignità e emancipazione, che riesce a creare un buon colpo di scena nel climax finale e non prende la via del facile sensazionalismo come a dire che per rendere migliore la propria vita bisogna scappare verso isole più promettenti. Ci sono alcune trovate interessanti come le musiche moderne in un mondo in b/n, il ballo per coprire le violenze domestiche accettate dalla comunità, un funzionalissimo uso degli arredi degli spazi, della location e dei costumi e un'attenzione a ogni minimo particolare dando risalto alla casa, al cortile, al mercato e alle faccende domestiche. Ogni posto dove Delia si reca non viene mai sminuito ma assolve alla causa del film ovvero mostrare la determinazione e la forza di una donna che come molte altre conserva i propri valori e tiene incollato ogni pezzo della famiglia anche a costo di veder perdere la propria umiltà.

Influencer


Titolo: Influencer
Regia: Kurtis David Harder
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'influencer Madison si sta godendo una vacanza in Tailandia. Nonostante la facciata glamour che presenta online, la sua realtà è tutt'altro che entusiasmante. Trascorre la maggior parte del tempo in albergo, desiderando ardentemente la presenza del suo ragazzo Ryan. Durante le vacanze incontra CW, ragazza apparentemente amichevole che si offre di mostrarle i luoghi più interessanti della zona. Madison non sa che CW ha secondi fini. La camera d'albergo della influencer viene svaligiata e il suo passaporto viene rubato. CW suggerisce di prolungare la vacanza, portandola con sé su un'isola appartata. Tuttavia, CW abbandona Madison e ne assume l'identità, assaporando lo stile di vita da influencer che desiderava da tempo. Dopo pochi giorni, però, nella camera d'albergo di Madison si presenta Ryan, intenzionato a farle la proposta di matrimonio.
 
Se non altro il merito più grosso del film è quello ancora una volta di mettere a nudo gli influencer e i loro sorrisi plastici. C'è un vuoto enorme dietro alcune persone nonostante i milioni di follower o i tanto ricercati like. C'è la difficoltà ad affrontare la quotidianità e la solitudine. Influencer è un thriller con una buona storia alle spalle che senza mai esagerare riesce a trasformarsi in una vicenda sorprendentemente reale e a renderla appassionante. Seppur con un finale abbastanza prevedibile, il film grazie ad una Cw perfetta nel suo ruolo riesce a mantenere coerenza dissipando il dramma, infilando le unghie dentro la personalità tormentata di Madison giocando su tutte le sue fragilità e insicurezze.

First Man-Il primo uomo


Titolo: First Man-Il primo uomo
Regia: Damien Chazelle
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Neil Armstrong, ingegnere aereonautico e aviatore americano, conduce una vita bucolica e ritirata con la famiglia a cui ha 'promesso' la luna. La morte prematura della sua bambina lo spinge a partecipare al programma Gemini, il secondo programma di volo umano intrapreso dagli Stati Uniti il cui scopo era sviluppare le tecniche necessarie ad affrontare viaggi spaziali avanzati e successivamente impiegati nella missione Apollo. Selezionato e assoldato come comandante della missione Gemini 8, Neil è il primo civile a volare nello spazio ma sulla Terra le ripercussioni sono fatali. Tra incidenti tecnici e lutti in decollo e in atterraggio, tra la guerra in Vietnam e le tensioni sociali del '68, tra due figli da crescere e una moglie da ritrovare, Armstrong bucherà il silenzio del cosmo prendendosi la Luna.
 
Più che raccontare l'allunaggio il film è la biografia di un uomo e le sue fragilità e intimità.
Un film che parla di come prendersi le proprie responsabilità, di dover rispondere ai propri figli e dirgli la verità guardandogli negli occhi. E' un film di fatica e sacrificio di un uomo che scommette sui propri mezzi e cerca di andare oltre i suoi limiti. Una storia di umanità e di grande delicatezza descritta da quel Chazelle che con WHIPLASH aveva descritto un altro micro mondo fatto di emozioni e sentimenti nel campo della musica. Armstrong è una personalità taciturna, introversa ed estremamente riservata, che nutre grandi ambizioni nel suo lavoro, non mancando però di impegnarsi ad essere il miglior marito e padre possibile. La sua vita famigliare, sfortunatamente, viene colpita dalla prematura morte della figlia, afflitta da un male incurabile. È questa una ferita che rimane particolarmente profonda nell’animo di Neil, che nel tentativo di difendersi smette di parlare della bambina con chiunque e allora diventa disposto a tutto per cercare di colmare questo vuoto e la sfida che gli si presenta è senza ombra di dubbio la migliore che si possa avere.

Denti da squalo


Titolo: Denti da squalo
Regia: Davide Gentile
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Walter, 13 anni, ha da poco perso il padre Antonio, morto in un incidente sul lavoro. Vaga senza meta nelle strade del litorale romano quando arriva in una villa dove c'è una piscina. Si tuffa in acqua e improvvisamente si trova davanti uno squalo. Scampato il pericolo, resta però affascinato dal posto e ci torna anche nei giorni successivi. Quel luogo però non è abbandonato ma appartiene a un leggendario boss criminale, il Corsaro. Lì conosce un ragazzo un po' più grande di lui, Carlo, che si spaccia per il custode della villa e che prima lo minaccia e poi ci diventa amico e lo fa entrare nella gang locale il cui capo è Tecno. Intanto la madre di Walter, Rita, cerca invano un dialogo col figlio ed è sempre più preoccupata per lui.
 
Un altro romanzo di formazione criminale se non altro diverso dal solito con un approccio più complesso e sofisticato cercando di trasformare il dramma quotidiano come quello della perdita di un padre in una fiaba amara sul viaggio dell'eroe alla ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi.
E allora se diventa uno squalo, un ragazzo più grande e poi a salire fino ad una banda di delinquenti l'importante per Walter e di fare passi sempre più grandi cercando da un lato di nascondere alla propria madre i germi di quella criminalità che aveva il padre e arrabattandosi per cercare carne per nutrire lo squalo che vede e che ha dentro. Molto carina la comparsata finale di Edoardo Pesce così come quei dialoghi immaginandosi suo padre che dispensa consigli interpretato da un buon Claudio Santamaria. L'interpretazione del giovane adulto è più che convincente e la bellezza di Vittoria Raffaele da il colpo di grazia.

Migliore dei mondi


Titolo: Migliore dei mondi
Regia: Marcello Macchia
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Ennio Strano è un esperto informatico quasi cinquantenne che vive in funzione della tecnologia che lo circonda. Una sera, nella discoteca in cui suo fratello Alfredo distribuisce allegramente droghe ricreative, gli cade il cellulare ultimo modello: lo aiuta a recuperarlo Viola, una ragazza che "porta avanti uno stile slow" e tiene a distanza ogni device high-tech. Ma quando Viola si reca nel punto vendita di Ennio per farsi riparare un vecchio modem, l'uomo si ritrova in un mondo in cui la tecnologia si è fermata per decreto governativo al 1999, circondato da Nokia 3310, Pentium II, cabine telefoniche e negozi Blockbuster.
 
Possiamo definirlo il suo film più maturo ma non per questo il più bello che almeno per me rimane OMICIDIO ALL'ITALIANA. Con una storia già vista e in parte ingenua, Macchia parte bene strizzando l'occhio sui social, Tinder, relazioni fluide e la dipendenza dalla tecnologia casalinga. Immancabile che quando questo venga a mancare si finisce ridefinendosi cercando di lavorare sulla disintossicazione tecnologica ritrovando spirito e iniziativa. Con i migliori presupposti il film però non riesce mai a decollare diventando una macchietta perchè ad oggi la narrazione è macchinosa, Maccio non riesce a non distaccarsi dall'idea di scena come gag e slapstick che non sempre funziona. E poi la rivoluzione, questa sorta di casa hippie, il voler riprendersi in mano la vita facendo inutili discorsi ai giovani su come la tecnologia impronterà le loro vite è troppo moralistica e didascalica.

Viaggio leggendario


Titolo: Viaggio leggendario
Regia: Alessio Liguori
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Erick e Dominick fanno quello che sempre fanno: stanno insieme, giocano e si divertono. Una sera invitano un gruppo di amiche di Dominick, e con una pioggia torrenziale che batte sulle finestre, decidono di guardare un film dell'orrore. Si addormentano tutte, tranne Erick, troppo impaurito per poter anche solo chiudere gli occhi. Il panico si impossessa di lui quando sente qualcuno che suona alla porta, e subito svegliata Dominick, i due decidono di andare a vedere: si tratta di un misterioso fattorino che gli consegna una console con dentro un gioco sconosciuto, gioco che appena avviato li trasporta nel mondo de "Il Viaggio Leggendario". Erick e Dominick si ritrovano così all'interno dell'universo di Leggendaria, suddiviso in tre regni, Camelot, Atlantide e Diamante, i cui sovrani sono tutti scomparsi forse per i piani del misterioso Consigliere. I due non fanno in tempo ad ambientarsi che subito vengono divisi dal Dottor Timoti, in malvagia combutta con il Dottor Giniu, che rapisce Erick e dà avvio alla quest per risolvere il gioco.
 
Liguori era partito bene ma ultimamente sta scadendo davvero dal banale al trash più totale. SHORTCUT era un bell esordio, BOAT nulla di che ma girato bene ma questa ultima opera, aspettando BLACK BITS, è davvero qualcosa di osceno oltre ogni immaginazione.
L'unica nota positiva poteva essere lla trama ma sembra uno di quei film che non guarderò mai ME CONTRO TE o simil puttanate che infestano la cinematografia italiana non essendo altro che film stupidi che non fanno riflettere su nulla, condizione che il cinema dovrebbe sempre mantenere e assolvere. Qui le gag non funzionano, è trash ma nel senso del nulla, non di cosa rappresenti nella sua importanza il trash. Leggo che è il primo film che vede protagonisti i "DinsiemE" Erick Parisi e Dominick Alaimo, ma dopo questo strazio non vogliamo più vedere gente di questa caratura.
Mi spiace molto che un regista che era partito bene si sia rovinato il curriculum con una porcheria simile. Speriamo torni alla carica..

domenica 26 novembre 2023

Megalomaniac


Titolo: Megalomaniac
Regia: Karim Ouelhaj
Anno: 2022
Paese: Belgio
Giudizio: 4/5

Due fratelli, Martha e Felix, figli del serial killer noto come “Il macellaio di Mons”, fingono di condurre una vita normale quando in realtà sono vittime di un rapporto perverso e sadico con i silenzi e i demoni del passato.

Sano e dirompente gore a fiumi in un film che riprende quella tradizione belga e francese di saper dimostrare di essere tra i primi della fila quando si vuole fare male e colpire duro.
Un film scomodo, disturbante, grottesco, malato e immorale con una una desamina sul rapporto tra vittima e carnefice e tra cosa è lecito oppure no. Martha è i soprusi che vive giornalmente a lavoro in una società misogina e patriarcale. Felix e il suo silenzio e il bisogno di riprendere quella serialità compiuta dal padre. In tutto ciò una villa dove dentro accadono abomini strazianti.
Tortura, cannibalismo, brutalità malsana, sadismo estremo, atmosfere malate e viscerali, violenza senza eguali, opprimente condizione di disagio e di depressione, psicologie perverse e rapporti malati e desideri sopiti. Ci sono sogni di orgie di sangue e un rapporto e un attaccamento evitante ambivalente, familiare disfunzionale e tutto ciò che ne consegue se portato agli eccessi.
Il film di Ouelhaj è anche se vogliamo un film politico sulla vendetta della violenza sulle donne e di come Martha e Felix per vendicarsi degli abusatori di lei arrivino a pensare un piano raccapricciante. Il film è la prima parte di una trilogia sociale (composta anche da Le Repas du Singe e Une réalité par seconde). Un film viscerale in tutti i versi dove Martha nonostante gli omicidi del fratello è importante che continui ad andare a lavorare per non destare sospetti, dove un'assistente sociale si espone troppo fino a lasciarci la pelle, dove la scelta delle vittime non nasce da particolari criteri ma solo dal bisogno di uccidere. Dal punto di vista estetico, il regista e il suo direttore della fotografia François Schmitt compongono una successione di quadri gore sublimi quanto ripugnanti, memorabili e affascinanti.

Dachra


Titolo: Dachra
Regia: Abdelhamid Bouchnak
Anno: 2018
Paese: Tunisia
Giudizio: 4/5

Yassmine, studentessa di giornalismo, cerca insieme agli amici Walid e Bilel di venire a capo di un misterioso crimine accaduto più di 25 anni prima, quando una donna fu ritrovata mutilata e quasi morta in mezzo al nulla. Le loro ricerche li porteranno nel cuore della foresta, fino ad un piccolo villaggio isolato di nome Dachra. Sentendosi intrappolati, proveranno a sfuggire all'orrore.
 
Oltre ad essere il primo horror tunisino, Dachra è davvero una bella sorpresa. Folk horror per certi aspetti, la vicenda nasce da un preambolo decisamente interessante per poi ampliare il suo specchio di vedute e mostrare una vicenda che si apre creando risvolti inquietanti e riuscendo a diramare nel suo arco narrativo diverse questioni legate alle credenze popolari, alle leggende, alla stregoneria e al ruolo della donna in alcune realtà rurali. E' un film disturbante quanto visivamente molto ben tratteggiato e pieno di contenuti e scene per alcuni aspetti inaspettate e di inusitata violenza.
Un gioiello nel cinema di genere che si allarga mostrando come ai tempi della Primavera Araba c'era chi come Bouchnak pronto a indagare e testimoniare come all'interno di un bosco impervio vivano delle vere e proprie comunità in villaggi misteriosi legate a tradizioni antiche, facendo sopravvivere creature all'interno di stanze gelide, dandogli in pasto bambini e cibandosi solo di carne.

Killer of the flower moon


Titolo: Killer of the flower moon
Regia: Martin Scorsese
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Oklahoma, primi anni Venti. Ernest Burkhart ha combattuto in guerra e torna nella nativa Fairfax in cerca di fortuna. Suo zio William Hale gli ha promesso un lavoro all'interno della Nazione Indiana degli Osage, che sono diventati improvvisamente ricchi perché sul terreno "risarcito" loro dagli yankee - perché sembrava infruttuoso - è comparso il petrolio in grandi quantità. Su consiglio dello zio, Ernest sposa una donna nativo-americana, Molly, in parte perché spera di appropriarsi delle sue ricchezze, in parte perché ne è davvero innamorato.

Killer of the flower moon è un film che picchia duro e chiude forse una filmografia necessaria di un'autore tra i più importanti della storia del cinema. E Scorsese sceglie gli indiani d'America, sceglie una storia che pochi conoscono, sceglie di non avere un eroe o un protagonista positivo dilatando quasi all'esasperazione la narrazione. E' un film sulla brutalità dell'essere umano, sull'avidità e il potere, sull'unione della massoneria e su come si sceglie di distruggere un popolo entrandoci dentro a gamba tesa con matrimoni d'affari e regole ferree su come abbattere un nemico. Un film rigorosamente da guardare al cinema. Un film sul dolore, su come un insulina possa entrarvi nel cervello senza darvi mai tregua. Su come si possa fingere per una vita intera con l'obbiettivo solo e soltanto di maturare un interesse. Un film sull'importanza del petrolio e su come possa diventare la corsa all'oro e allo stesso tempo una maledizione e una condanna. Su come debba implorare un piccolo popolo arrivando a pagare un presidente per essere ascoltato e cercare di fermare la mattanza che gli sta capitando. Un film che lascia l'amaro, che non mostra mai un sorriso se non quello delle donne Osage quando provano a lasciarsi sopraffare dai sentimenti e credere di poter amare l'uomo bianco